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Autore: happley    13/08/2016    0 recensioni
[Ensemble Stars]Kaoru/Kanata.
Kaoru comincia a sentirsi stordito, si chiede se sarebbe possibile non interrompere il bacio respirando ossigeno l’uno nei polmoni dell’altro. Suona come un cliché da commedia romantica.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kanata Shinkai, Kaoru Hakaze
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Kaoru/Kanata + prompt: baci sott'acqua.
Per questa oneshot mi sono ispirata ad evento di cui ho letto la traduzione; Kanata insiste per pulire gli acquari del club perché adora immergersi nell'acqua e stare vicino alle creature marine, nonostante lui non sappia nuotare. Ecco perché Kaoru (o Souma, o entrambi) deve sempre assicurarsi di essere presente quando ciò accade. Kanata, con la sua fissa per la vita sottomarina, è adorabile ♥ (e Kaoru è molto gay, ma ancora non lo sa)

 
breathe
 
Tra i vari elementi stravaganti che fanno parte della scuola di idol, Kanata sembra il più avvicinabile: anche se sono in molti a pensarla così, Kaoru non è sicuro di concordare. Dopotutto, lui dovrebbe saperlo meglio di tutti visto che deve avere a che fare con due di loro. È ormai del tutto abituato a Rei, al suo egoismo (beh, tutto sommato Kaoru deve riconoscere che tutti i membri degli Undead, compreso lui, sono egoisti a modo loro) e alle sue strane convinzioni (i vampiri, tra l’altro, mica esistono davvero?), mentre Kanata lo lascia ancora perplesso.

Non è che sia difficile parlare con Kanata. In realtà, è un bravo ragazzo e la sua fissa per l’oceano e le creature marine è carina, davvero. Persino Kaoru, che è entrato nel club solo perché non richiede un’eccessiva partecipazione e può saltarlo quando vuole, si trova spesso ad ascoltare affascinato quando Kanata parla dell’oceano con tanta passione.  Resta incantato ad osservarlo mentre galleggia spensieratamente in uno degli acquari più profondi che hanno, circondato da piccoli pesci colorati (potrebbero essere pesci rossi, o forse no, Kaoru non è sicuro). Kanata adora entrare negli acquari per pulirli personalmente; ama così tanto l’acqua e le sue creature.  Sembra così felice che Kaoru pensa sia quasi un peccato che sia nato sulla terra, e non come tritone o un’altra creatura marina.

Ma Kanata ha anche la testa tra le nuvole per la maggior parte del tempo e causa un sacco di problemi, soprattutto perché fa sempre quello che vuole, senza mai fermarsi a pensare alle conseguenza. Non è neanche una vera sorpresa quando lascia andare la sua bombola dell’ossigeno e si lascia affondare per nuotare più liberamente, cosa molto stupida visto che non sa nuotare per nulla. È come se dimenticasse continuamente questo dettaglio, o forse non gli importa e basta; è solo che ama troppo stare immerso nell’acqua e non ci pensa.

A Kaoru importa, invece. Non vuole vedere Kanata affogare. Per una volta, vorrebbe quasi che Souma fosse qui ad aiutarlo; se fosse qui, si sarebbe già gettato nell’acquario, ma sfortunatamente oggi è occupato con le attività della sua unit e quindi non è venuto al club. Kaoru è costretto a spogliarsi velocemente e a tuffarsi nell’acquario per recuperare Kanata.

Con il braccio destro avvolge la vita del ragazzo e lo attira a sé. Kanata alza lo sguardo verso di lui e una manciata di bolle lascia la sua bocca quando l’apre per la sorpresa; sembra incredibilmente calmo per uno che sta rischiando di affogare. Ha anche un viso bellissimo, ma non è il momento di pensarci. Kaoru sta già riflettendo su cosa dire a Kanata una volta riemersi, nonostante sappia bene che Kanata ripeterà lo stesso errore la prossima volta che pulirà un acquario. È stranamente ostinato su questa cosa. Vuole vivere liberamente, fare ciò che vuole quando ancora può. Kaoru può capirlo.

Poi, all’improvviso, Kanata inizia ad agitarsi come se volesse avvicinarsi di più a lui. Kaori si gira e alza un sopracciglio, interrogativo, ma Kanata scuote semplicemente la testa e sorride docilmente. Altre bollicine sfuggono dalla sua bocca. Kaoru non riesce a leggere il labiale e si limita a sbattere le palpebre per esprimere la sua confusione. Kanata sorride un po’ più apertamente e prende il volto di Kaoru tra le mani. I suoi occhi si chiudono lentamente, le sue ciglia toccano le guance.

E le sue labbra toccano quelle di Kaoru, così morbide.

Kaoru è molto più che confuso ora; i suoi occhi si allargano per la sorpresa e il respiro gli esce bruscamente dal naso. Assecondando un impulso, stringe la presa sul bacino di Kanata e poggia una mano sulla parte bassa della sua schiena, così come farebbe con una ragazza. È veramente bizzarro, perché benché la pelle di Kanata sia liscia e morbida e la sua vita sia sottile, è anche innegabilmente un ragazz o, un maschio. Kaoru sente Kanata fare un piccolo sospiro contro la sua bocca, e vorrebbe catturarlo tra le labbra. Vuole strappargli il respiro, o forse vuole solo continuare a baciarlo.

Questo pensiero – che vuole baciarlo-  lo colpisce all’improvviso ed è elettrizzante,  assolutamente terrificante.

Kaoru fa scivolare l’altra mano sulla nuca di Kanata e affonda le dita nei capelli azzurri che fluttuano attorno al viso del ragazzo. Vuole portarlo ancora più vicino, ancora di più, e lo fa senza cercare di approfondire il bacio, perché per il momento va bene così. Anche Kanata sembra soddisfatto mentre si lasciano trasportare dal flusso delle cose e continuano a baciarsi finché i polmoni non cominciano a bruciare.

Kaoru comincia a sentirsi stordito, si chiede se sarebbe possibile non interrompere il bacio respirando ossigeno l’uno nei polmoni dell’altro. Suona come un cliché da commedia romantica. Hanno davvero bisogno di respirare, ora, perciò Kaoru si costringe a nuotare in superficie, trascinando Kanata con sé.

Quando finalmente emergono, restano fermi, con le gambe che si muovono appena per restare a galla. Kaoru non sa davvero che altro dire, riesce solo a sbottare: “Non lasciare la bombola dell’ossigeno.”

Kanata lo fissa, semplicemente, mentre l’acqua gli gocciola dai capelli sul suo bel viso. Appare calmo come sempre, ma le sue guance sono più rosee del solito.

“Volevo nuotare di più,” dice, sorridendo.

Ma tu non sai nuotare, pensa Kaoru, ma per qualche motivo le parole gli restano bloccate in gola. Si sente strano, perché anche se non sono più sott’acqua, sente ancora il bruciore nei polmoni; è quasi come se, per tutto quel tempo, ad affogare fosse stato lui.

L’acqua gli cade negli occhi, costringendolo a sbattere più volte le palpebre. Le mani di Kanata, ora più vicino che mai, sono di nuovo sul suo viso.

“Kaoru,” sussurra il ragazzo, “respira.”

Ma poi lo bacia di nuovo, e Kaoru scopre che respirare non è mai stato tanto complicato.
  
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