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Autore: _qualcheduno    13/08/2016    0 recensioni
"VOGLIO UN HAREM!"
Ecco, una delle mie idee del secolo, perfetto! Adesso devo per forza accontentarmi!
Riuscirò mai a decidere tra tutti i figoni presenti in questa scuola?
E soprattutto, riuscirò a mettere la testa a posto o sarà semplicemente uno sfizio dei miei?
Non so voi, ma io non vedo l'ora di scoprirlo!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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"VOGLIO UN HAREM!"

 

 

...

 

 

Ventidue teste di cazzo, una di merda e un'altra fin troppo normale si girarono a fissare me che intanto mi ero alzato di scatto.

Me, esatto, come si può non guardarmi? Alex McFinnie, 18 anni, carnagione cadaverica, castano, con gli occhi del colore del caramello tendente al color merda e apertamente, sfacciatamente gay... ma non per questo stereotipato . Il fatto di alzarmi in classe e urlare quella che nella mia testa suonava come l'idea del secolo è una cosa normalissima, sono conosciuto in tutta la scuola apposta per questo.

 

 

"McFinnie, vuole deliziarci ancor di più con i suoi aneddoti sentimentali oppure possiamo continuare la spiegazione?"

 

Ecco che inizia! Professoressa di storia, vecchia, grassa, possibile rinuncia al pensionamento, non c'è bisogno di sapere altro.

 

"Grazie per avermelo chiesto, professoressa McGregory... Allora...È successo ch-"

 

Una mano forte mi affera la spalla e mi mise a sedere

 

"Scusatelo professoressa, continuate pure..."

 

Cooper. Caro, frigido, vergine, apparentemente senza sentimenti, vergine, nerd, quasi agorafobico, vergine, coi capelli neri, gli occhi grigi, carnagione scura, zigomi perfetti, vergine, bello... vergine Cooper.

 

 

L'ho adorato dal primo anno del liceo. È un bel ragazzo, se fosse meno passivo probabilmente mi sarei fatto dominare da lui.

 

Alcune persone ci shippano... anche perché muoiono dalla voglia di sapere chi sarebbe il dominante fra noi due. Ma non tengo nascosto il fatto che anche io vorrei tanto scoprirlo.

 

 

"La ringrazio, Cooper"

 

 

Da lì in poi decisi di non ascoltare le stronzatine che la prof grugniva su Ottaviano Augusto, o come si chiama. Mi immersi nel mondo dell'immaginazione...

 

 

...fino a quando una voce sussurrata mi interruppe dal mio sogno di diventare un elfo sottomesso sessualmente a Babbo Natale:

 

"Cosa ti viene in mente, Alex?"

 

Questa è una tipica frase rivolta a me pronunciata da Cooper - che si chiama Jay ma che io chiamerò Cooper perché così mi hanno imposto forze superiori - che sta a significare che cazzo fai Alex.

 

 "Mi estraneo dalla vita sociale, perché?"

 

"Intendo, cos'era quello scatto?"

 

"Aaaaah. Sai, sono istintivo. Se non lo avessi fatto sarei probabilmente esploso all'improvviso come una scatola magica...o segreta, non ricordo"

 

"Veramente sei esploso comunque. E di fronte a tutta la classe per giunta."

 

"Dettagli...Ah, comunque ero serio. Voglio un harem."

 

"Ma cosa?!?"

 

E da qui in poi solo chiacchiere inutili sul fatto che Cooper sia un frigido patentato che probabilmente non bacerà mai una ragazza.

 

Driiiin.

La campanella.

Merenda.

Panino.

Buono.

Non feci in tempo a sedermi al mio solito posto in mensa che mi ritrovo davanti un paio di gambe fasciate da un paio di pantaloni aderenti neri. Subito capisco che si tratta di quel giocattolino che è la mia migliore amica, Alex Watterson - alias alien, alias la mia versione genderbender; non per caso abbiamo lo stesso nome - .

 

 

- - - - - -

 

 

"Alex, in classe ho detto di voler un harem e sono dannatamente serio, tu cosa ne pensi?"

 

"Figo!"

 

"...solo?"

 

"Accontentati, stolto essere umano, oggi non mi va di fare la logorroica. Comunque, chi vuoi  che faccia parte di questo nuovo harem?""Non so...devo ancora decidere..."

 

"Figo!" dicemmo al contempo.

 

"E se tu andassi a letto con tutta la classe per cominciare?"

 

Ecco. Alex è la persona più antimoralista che conosca, difatti le persone moraliste la chiamano strana, testa di merda o in casi straordinari inetta, scambiando i consigli poco moralisti per consigli inadeguati. Io la chiamo solo giocattolino rotto.

 

 

Alex Watterson, occhi azzurri, carnagione chiarissima, alta quasi quanto me e magra quanto me, capelli biondi portati corti, i suoi nonni erano tedeschi. 

Lei ha sempre amato le donne. Forse ci ha messo troppe fasi a capirlo; è passata dalla confusa alla bisessuale alla pansessuale per poi accettarsi come amante Tomboy della figa.
Alex Watterson, occhi azzurri, carnagione chiarissima, alta quasi quanto me e magra quanto me, capelli biondi portati corti, i suoi nonni erano tedeschi. Lei ha sempre amato le donne. Forse ci ha messo troppe fasi a capirlo; è passata dalla confusa alla bisessuale alla pansessuale per poi accettarsi come amante Tomboy della figa.

 

 

 

"E se io odiassi tutta la classe per cominciare?"

 

"Allora fatti impiantare una sonda nel cervello dagli alieni in modo tale che le persone ti trovino attraente."

 

 

Ah,già, Alex è in fissa con gli alieni; ecco spiegato il suo soprannome.

 

 

Io, con una mossa a mo' di rapper nera dei ghetti putrefatti, le rispondo...

 

"Sono già attraente di mio.Non mi servono quelle cazzatine di cui tu vai pazz-"

 

Due mani mi coprirono gli occhi prima che riuscissi a terminare la frase:

 

"Indovina chi è..."disse al mio orecchio una voce squillante e difficilmente irriconoscibile a causa di quell'accento da impastatore di pizze.

 

"Il mio mafioso preferito...?" Risposi.

 

"Ovvio, mio frocetto preferito. E comunque i mafiosi sono siciliani, io sono napoletano DOC"

 

Mentre dice questa frase mi strizza i capezzoli com'è solito fare, non so se questa cosa possa piacermi o no.

 

"Che minchia fai, picciotto? Quei capezzoli sono solo miei"disse alien-alex.

 

"Chi è che sfotti, nerd?" Disse Luigi Jones.

 

"..."

 

"..."

 

"Quanto sei patetico..." gli Alex2

 

"Depressi!"

 

 

 

Luigi Jones, il nome più brutto esistente al mondo dovuto al padre americano e alla madre italiana, basso, biondo, chiaro, voce squillante, bocca strana... non brutta, solo strana! I suoi insulti si fermano a "la puttana di tua madre".

 

 

 

- - - - - -

 

 

Driiiin.

Campanella.

Fine ricreazione.

Cristo.

Ora di inglese.

Mi nascondo in bagno.

Mi vengono a cercare.

Sento la porta della mia cabina aprirsi.

È Martin Anderson.

Accompagnato da una sigaretta rosa.

 

Cosa ci fa Martin Anderson, il figo punk della scuola per eccellenza, da solo, in bagno, a scuola, con me... me solo ed unico?

 

Immaginavo sarebbe rimasto con i suoi minion a sentirsi figo.

 

Martin Anderson, capelli finto spettinati neri e ricci ma comunque molto sexy, occhi verdi penetranti, alto, slanciato, trasuda sesso al posto del sudore.

 

Con Martin non ho mai parlato seriamente. Lo vedevo sempre come un peluche posto sull'ultimo scaffale che desideravo ardentemente ma che non riuscivo mai a raggiungere (e il fatto che da bambino fossi praticamente un cucciolo di pulce non aiutava).

 

 

Lo guardavo sempre mentre era con il suo gruppo di cancri della società sotto le gradinate del campo da football a fumare Black Stones -riferimenti ad opere d'animazione giapponesi puramente casuale- .

 

Il fatto di trovarmi di fronte ad una persona mai conosciuta davvero ma solo per la fama che lo precede mi rende... curioso, ma nervoso, non troppo, solo che non mi azzardo a parlare per nessun motivo al mondo.

 

Io non fiato.

Lui non fiata.

Io mi scoccio di non fiatare.

Io fiato.

 

"Mi fai fare un tiro?"

 

Ecco, questa è una di quelle frasi che solitamente ti fa ottenere rispetto dalle persone come lui...

 

"Fumi?"

 

 

Questo tizio è un genio.

 

 

"Nooooooo, ti ho chiesto di fare a metà con me perché sono un frate cappuccino in incognito e appena farai il primo tiro ti arresterò per esserti goduto la vita prima del matrimonio, tu che dici?!?"

 

"Dio santo, calmati! Ti farò fumare quanto vuoi se il fumo ti toglie temporaneamente quella scopa che hai nel culo."

 

"Il mio cavaliere."

 

"Solo se..."

Attenzione c'è un se!


"Solo se...?"


"Solo se dopo rimani qui con me..."

 

"...non hai tipo un gruppo di amici che ti stanno attaccati ai genitali tipo sempre e comunque?"

 

"Ti ho chiesto di farmi compagnia appunto, non voglio tornare da loro."

 

"Non farò domande."

 

Accettai di rimanere! Un po' per il mio evidente bisogno di nicotina e un po' perché volevo vedere cosa sarebbe successo, non osavo immaginare, non mi faccio auto-spoiler. Finimmo un intero pacchetto in un quarto d'ora.

 

 

Tutto ad un tratto quel peluche che era posto sull'ultimo scaffale pieno di ragni e polvere, che ormai avevo perso la speranza di possedere, cadde ai miei piccoli piedini profumati di lavanda senza il minimo sforzo da parte mia.

Che colpo di culo.

 

 

Dalla tasca interna del giubbotto nero borchiato, Martin prese un altro pacchetto.

 

"Quanto altro hai intenzione di fumare?"

 

"Finché non mi ritrovo morto... quanto mi va!"

 

"Non ti è passato lo sfizio?"

 

"Ma queste sono speciali..."

 

"...e sono per uno sfizio speciale."

 

Il pacchetto si aprì e fu come ritrovarsi davanti una piantagione di marijuana.

 

"Woooooow, adesso ti senti trasgressivo?"

 

"Fuma e sta zitto, troia."

 

Era un insulto, detto dai miei amici sarebbe stato per gioco, ma detto da lui sarebbe stata un'offesa, ma il modo in cui rideva... non lo avevo mai visto ridere, stava giocando.

 

 

Ne fumammo cinque.

Davvero forti.

Forse le più forti che i miei polmoni avessero mai sopportato.

Sapevano di gloria e di morte allo stesso tempo...e di chewingum!

 

 

Alla fine ci ritrovammo seduti sul pavimento del bagno ad immaginare complotti possibili della casa bianca contro l'umanità e, per qualche strano collegamento che non ricordo, della vita di Martin

 

"Dimmi... perché te la fai con quei finti depressi Tumblr? Cioè, sei fottutamente conosciuto come il bello e dannato e decidi di stare con quelli che fingono di assomigliarti?"

 

Ecco fatto! Sono entrato nella fase filosofo dei poveri.

 

"Chi ti dice che io non sia uno di quei finti depressi?"

 

Esatto, chi me lo diceva?

 

"Me lo sento. Hai presente il sesto senso delle donne? Ecco, in pratica sono una donna."

 

"E poi anche tu sei conosciuto, in particolare gli Alex2 , siete conosciutissimi! Ve ne andate in giro per la scuola, fate cose epiche che ad un senza fantasia come me non verrebbero mai.Ti ammiro, sai? Da lontano, ma ti ammiro. È un caso straordinario che oggi ti abbia trovato nel bagno."

 

"..."

 

"Cosa?"

 

"No, nulla!"

 

Tu sei onorato di avermi incontrato? IO SONO ONORATO DI AVERTI INCONTRATO! Avrei voluto dirglielo!

Eravamo davvero fatti e avemmo la brillante idea di ritornare in classe benché puzzassimo come una tabaccheria turca e avessimo gli occhi alla Tokyo Ghoul.

 

-------

 

La porta si apre.

Sbatte sul muro.

Quattordici teste di lego si girarono verso di me.

Deja-vu.

È la seconda volta che mi capita oggi.

Dovrei seriamente smetterla.

 

"MCFINNIE, ANDERSON! ...vi rendete conto dell'orario?"

 

Quella che strilla, prof di italiano, giovane, magra, troppo magra, passiamo avanti e non soffermiamoci su personaggi inutili.

 

"Conservi quegli urli per suo marito, Prof" Martin

 

"Io credo urli così proprio per insoddisfazione sessuale, ha provato mai a toccarsi sui ritratti di Giacomo Leopardi, Prof? Non è che vuole un bacio, magari?" Io, avvicinandomi a lei...

Sempre più vicino...

In classe c'è un silenzio come se fosse appena sceso un angelo dal Paradiso e avesse pisciato a terra (ma gli angeli ce l'hanno il pene?)

 Ormai sono vicinissimo al viso della prof e la guardo negli occhi: beh, in uno solo, è strabica...

"MCFINNIE, CHE COSA ST-"

Schifo. Si sente il sapore di migliaia di cadaveri putrefatti.

Un'aridità mai vista

Una cosa del genere l'avevo fatta solo un'altra volta con Alex, che ha avuto la bella idea di traumatizzare un bidello usando una zucchina e un cucchiaio di Barbie che ti esce dall'uovo di Pasqua, ma questa è un'altra storia.

Sono così assuefatto dai miei pensieri sul perchè lo avessi fatto (beh...perchè ero fatto) che non mi sono accorto che la classe si è tramutata in una gallina starnazzante.

"ZITTI!"

 

"..."

 

"Voi e la vostra ironia! In punizione! Dopo le lezioni!"

 

Io intanto mi riprendo dallo shock mentale pesante e cerco di fare il figo che sono sempre in queste circostanze...

 

"Grazie, prof. Così io e il mio nuovo ragazzo punk avremo tutto il tempo per traumatizzare la sua adorata scrivania. E i gessetti, se avanza tempo"

 

E Martin: "Oddio, quei gessetti vedranno di tutto nelle prossime tre ore" disse, mettendomi un braccio intorno al collo.

 Oddio, ci so fare però eh!

Tra tutti gli occhi che ci fissavano un po' per stima, un po' per omofobia, ce ne erano due che spiccavano: quelli di Cooper. Mi guardavano come mai mi avevano guardato prima d'ora...era come se mi consumassero e giudicassero... d'un tratto mi passó la felicità... ma tornerà presto

 

- - - - -

 

L'aula delle punizioni è stranamente affollata, tra ripetenti e bestemmiatori seriali lì la mia fedina penale è probabilmente la più immacolata, più pulita delle mutandine di una suora ortodossa. Martin sedeva nel banco vicino al mio, e intanto sentivo ancora l'effetto della roba che mi circolava in tutto il corpo neanche fosse emoglobina. Intanto vedo, mentre butto lo sguardo fuori dalla finestra adiacente al mio banco, Alex e Cooper che mi aspettano al cancello.

 

Che bello.

 

Nello stesso momento mi arriva un messaggio da parte di Alex che espone (con la sua solita delicatezza femminile):

 

"Dove cazzo sei? Ti sei davvero messo a scopare con quel tamarro?"

 

 Con la coda dell'occhio vedo che nel frattempo il professore ,che ci stava sorvegliando, cade a poco a poco tra le braccia di Morfeo.

 

Quindici secondi. Sonno immediato.

 

Mi alzo.

Cammino verso il professore.

Sento voci sussurranti su cosa cazzo avessi intenzione di fare.

Mi avvicino alla cattedra.

Trovo un pennarello indelebile.

Perfetto.

 

Avvicino malvagiamente il pennarello tra la boccuccia e il nasino patatino del mio proffino e magicamente il mio proffino si ritrova dei baffi alla Hitler e una scritta in fronte che recitava "NEIN!NEIN!NEIN!"

 

Cellulare.

Fotocamera.

Minchia, è esterna.

Fotocamera interna.

Selfie.

Cheese!

Twitter.

Hashtag.

#MyDictatorFriend.

Ventisei retweet in venti secondi.

Mi sento popolare.

Godo.

 

Intanto Martin si avvicina ridendo.

 

"Come ti vengono in mente certe cose?"

 

Prendo il cellulare e rispondo ad Alex:

 

"Sto arrivando. Scopata magnifica. Ricordami che domani dovrò fare un test per l'AIDS."

 

 Già che ci sono rispondo anche a Martin nella vita reale:

 

"Muoviamoci ad uscire da qui che ho due troiette fuori che mi aspettano con ansia"

 

- - - - -

 

"Hai davvero oltrepassato il limite questa volta, Alex." mi disse il mio adorato Cooper.

 

Vedo Alex che ride come un talebano sadico che sgozza un maiale e capisco che ha visualizzato il mio tweet.

Mi sento ancora più popolare. Gemito. Godo.

 

"Genio, la prossima volta voglio esserci anche io, avrei fatto di meglio!" disse Alex tra le risate

 

"Non potevo lasciare che dormisse in pace, la nostra reputazione ne avrebbe risentito."

 

"Non hai paura di essere sospeso, o peggio espulso? I tuoi buoni voti non possono sempre pararti il tuo dolce sederino."

 

"Il tuo dolce sederino?" dicemmo noi Alex2

 

"È davvero una cosa detta da Cooper?" continuammo a parlare all'unisono.

 

Ci guardammo con occhi sbarrati.Altre risate ammassate l'una all'altra.

Alex smette di ridere.

È preoccupante.

La guardo.

Le leggo il terrore negli occhi.

Seguo il suo sguardo per capire cosa la preoccupa.

 

Tutto chiaro. Jasmine Anderson, sorella di Martin Anderson, Capelli neri, ricci, occhi verdi, sfumature marroni e dorate, ex migliore amica di Alex. Fortunatamente non vide il fratello e fortunatamente non si avvicinò, Alex ne avrebbe risentito, e molto. È una persona molto forte, non l'ho mai vista piangere, eppure quella ragazza potrebbe essere la sua sola ed unica debolezza.

 

 

- - - -

 

Salutato Martin, io, Alex e Cooper ci avviammo verso casa.

 

"..."

 

"..."

 

"Dialoghiamo ora dai..."

 

"..."

 

"..."

 

"Su Cooper non ci speravo, ma tu, Alex, mi hai deluso...sembri stranamente triste..."

 

"Io? Triste? Nah...non ho tempo per deprimermi se penso che sono un'ameba rispetto all'infinito dell'universo e se spero che un giorno l'astronave che mi abbandonò sulla Terra un giorno tornerà a rapirmi. E poi la tristezza è da deboli."

 

"Allora ci stiamo tutti zitti!"

 

Passa un minuti.

Due minuti.

 

Cinque minuti.

 

 

E io inizio a pensare a tutte le persone di sesso maschile con cui ho interagito oggi: Cooper, Martin, Jones.

E ripenso a ciò che volevo stamattina.

Ad un certo punto i pensieri si trasformano in parole e le parole si trasformano in urla che ruppero il silenzio della strada deserta in cui ci trovavamo soltanto io, Alex, Cooper e una vecchietta in bici che probabilmente tornava dal supermarket dopo aver comprando lardo puro per i suoi nipotini obesi e viziati.

 

"HO DECISO... VOGLIO UN HAREM!"

 

- - - - - - - - - ANGOLO DELL'AUTORE: ciao ciao caro efp. Questa è la prima volta che mi approccio con questo tipo di storia e spero che vi piaccia. Fatemi sapere nelle recensioni come potrei migliorarmi

   
 
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