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Autore: Whalien    14/08/2016    2 recensioni
Dal primo capitolo.
"Nella mia breve vita, mai mi sarei aspettata che qualcosa potesse sconvolgerla.
[...]
In quel periodo eravamo solo noi tre.
Certo, altri amici ne avevamo ma il rapporto non era lo stesso. Ci bastava stare insieme, da soli su quel divano scomodo di casa Park a guardare un film per essere felici.
Eravamo come fratelli. Appunto, pensavo fossimo fratelli."
Genere: Angst, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve!
Questa è la prima storia che scrivo e pubblico. Ye, ce l'ho fatta! Devo dire che questo primo capitolo è stato un parto per me. L'ho cambiato mille volte e non ero mai soddisfatta. Per adesso, non sono pienamente soddisfatta ma mi piace il risultato. Voglio solo ringranziare coloro che mi hanno spronata e aiutata con questa storia e che hanno sopportato i miei scleri continui. Vi ringrazio dal profondo del mio cuore e vi si ama!
Vi lascio alla lettura del capitolo!






Nella mia breve vita, mai mi sarei aspettata che qualcosa potesse sconvolgerla.
Ero una semplice liceale al tempo. Non ero la prima della classe e non avevo nessuna idea di cosa fare una volta terminato il liceo.
Non mi importava dei voti, volevo solo godermi al massimo quegli anni perchè credevo che non mi sarebbe stato più possibile una volta diventata adulta.
In quel periodo eravamo solo noi tre.
Certo, altri amici ne avevamo ma il rapporto non era lo stesso. Ci bastava stare insieme, da soli su quel divano scomodo di casa Park a guardare un film per essere felici.
Eravamo come fratelli. Appunto, pensavo fossimo fratelli.
Tutto iniziò una mattina di Ottobre. Come sempre il mio compito, una volta essermi finita di preparare, era quello di andare a svegliare Taehyung.
Io e Taehyung abitavamo nello stesso condominio: io al secondo piano, lui al terzo. Da piccoli eravamo gli unici bambini del complesso, quindi fu abbastanza facile diventare amici. Anche perchè fu lui a chiedermi, mentre ero nel cortile del palazzo a spingere un passeggino rosa pastello, se mi andava di giocare con la sua Playstation.
La prima impressione di Taehyung fu abbastanza strana se proprio dobbiamo dirlo. È difficile che un bambino chieda ad una bambina di giocare con lui. Ma fu molto genuino e non riuscii a dire di no a quel suo sorriso, quindi accettai senza pensarci.
E grazie a lui, divenni un maschiaccio.
Da lì poi si può intuire che diventammo 'compagni di marachelle' e migliori amici.
Era un bambino stravagante, un po' con la testa tra le nuvole e sempre in cerca di guai. All'inizio ero spaventata dalla sua compagnia perchè avrebbe potuto mettere nei casini anche me, ma mi piaceva stare con lui. Ricordo ancora quella volta in cui volemmo intrufolarci in una casa abbandonata e ci venne la brillante idea di passare attraverso le sbarre del cancello. Inutile dire che dovettero chiamare i pompieri per farmi uscire da lì.
Oltre al suo carattere esuberante, una grande adorazione per bambini ed animali, Taehyung era un gran dormiglione. Riusciva ad alzarsi quando suonava la sveglia ma una volta spenta ritornava a dormire. Per questo un giorno i suoi genitori mi chiesero se potessi aiutarli con questo "problema", visto che loro uscivano troppo presto da casa ed eravamo compagni di classe. E come potevi dire di no ai signori Kim?
Così ogni mattina dovevo impostare la mia sveglia un'ora prima per svegliare la bella addormentata. Grazie al cielo, il sabato potevo dormire quanto volevo.
E quindi ero lì, che salivo le scale verso il terzo piano e giusto in tempo per salutare i signori Kim che mi tenevano la porta di casa aperta. Una volta poi rimasta sola, iniziava la parte più difficile della giornata: provare a svegliare quell'ammasso di coperte informi.
Il semplice "Taehyung, svegliati" funziona solo per ricevere in risposta un borbottato "Mmh" e neanche provare a spingerlo dal letto era utile; avrebbe continuato a dormire lo stesso. Quindi l'unica soluzione era preparargli la colazione. L'odore del cibo l'avrebbe svegliato in un batter d'occhio.
E così mi diressi in cucina, aprendo l'armadietto dove era riposto il riso e mettendolo a cuocere nel bollitore - ovviamente avevo già chiesto in precedenza alla signora Kim se potevo mettere le mani nella sua cucina -. Nel frattempo, avevo il tempo di preparare un uovo all'occhio di bue, di cacciare il kimchi dal frigo e di preparare la tavola. E in un battibaleno, la principessa Tae si era alzata.
"Buongiorno, principessa!" esclamai posizionando la ciotola con il riso e l'uovo sul tavolo, accanto alle bacchette e al kimchi.
Ricevetti un grugnito come risposta. Lo interpretai come "Buongiorno anche a te, mia carissima amica".
La scena che si presentava davanti ai miei occhi era davvero esilarante. Le prime volte scoppiavo sempre a ridere per come si mostrava appena sveglio - capelli sparati da ogni parte, una maglietta abbastanza larga e leggermente consunta, dei boxer con vari personaggi dei cartoni animati e non e la faccia lievemente gonfia dal sonno - ed era ancora più divertente con i suoi lamenti e minacce per le foto incriminate scattate. Gli ho sempre promesso che le avrei cancellate ma non l'ho mai fatto. Quel giorno indossava invece dei deliziosi boxer con dei piccoli Pororo sopra. Beh, ci riusciva benissimo a farsi prendere in giro.
Spazzolò tutto in cinque minuti mentre lavavo gli utensili che avevo usato e quando mi girai lo trovai disteso sul tavolo con un'espressione vuota e la bocca leggermente aperta. Se non avessi notato il battito di ciglia regolare, avrei creduto fosse morto veramente avvelenato. Ehi, non sarò una grande cuoca ma almeno il mio cibo è commestibile.
"Fila a lavarti che sennò facciamo tardi a scuola" ordinai annoiata e con i pugni appoggiati ai fianchi da brava maestrina quale non ero.
"Sono troppo stanco" rispose atono e con lo sguardo inespressivo che osservava un punto fisso. Mi stavo trattenendo seriamente dal cacciare il telefono dalla borsa per scattargli una foto.
"Sei andato di nuovo a dormire alle due di notte per leggere manga?" chiesi, prendendo dal tavolo le ciotole e le posate utilizzate in precedenza e ponendole nel lavabo. Quando non ricevetti risposta, sapevo di aver avuto ragione.
Roteai gli occhi e mi allungai verso l'armadietto dove era riposto il contenitore del caffè insieme allo zucchero e altre spezie e poi verso quello in cui vi era la caffettiera. Riempita poi con la giusta quantità di acqua e caffè, accesi i fornelli e la posi sul fuoco una volta stretta bene in modo da evitare che fuoriuscisse il contenuto. Quando notai che stava bollendo, spensi la fiamma e versai il caffè in due tazzine che avevo in precedenza preso mentre aspettavo. Aggiunto poi lo zucchero, mi voltai per portarle al tavolo. Nel frattempo, Taehyung era ancora disteso lì con lo stesso sguardo e la stessa espressione. Non si era nemmeno mosso di un millimetro.
"Dovresti pagarmi perchè ti faccio anche da barista" gli dissi, mentre sorseggiavo dal mio caffè una volta sedutami.
"Dovrebbero pagarti i miei genitori, ti hanno assunta loro" mi rispose, dopo aver finito di bere dalla sua tazzina e aver buttato tutto giù in un solo sorso, non prima di aver soffiato un paio di volte così da non scottarsi la lingua.
"Loro mi hanno assunta solo per svegliarti non per farti anche da cameriera"
"Beh, potevi anche rifiutare dopo il primo giorno" replicò, fintamente accigliato.
"Adesso non fare il permaloso" gli scompigliai i capelli con un lieve sorriso sulle labbra, al che mi guadagnai un'occhiata infastidita.
"Lo sai che saresti spacciato senza di me" sorseggiai quello che era rimasto del caffè, dopodichè mi alzai raccogliendo le due tazzine e le unii al resto dei piatti da lavare.
"Ogni giorno salteresti scuola e saresti in punizione 24/7" feci una pausa e gli diedi le spalle, poi continuai "Senza la tua amata Coca Cola"
Giurai di sentirlo rabbrividire.
Dopodiché, feci scorrere l'acqua dal rubinetto del lavandino e sentii il rumore di una sedia che graffiava sul legno del pavimento, segno che si era deciso ad andarsi a preparare.
I restanti minuti di attesa li passai guardando la televisione seduta sul comodo divano color panna del salotto di casa Kim, divano che nonostante l'età rimaneva sempre di bel aspetto, intatto e senza neanche l'ombra di una macchia. Mi chiesi come con un soggetto come Kim Taehyung. Fu in quel momento, mentre cercavo di capire l'arcano mistero di quel divano, che sentii l'urlo eccitato di quest'ultimo che mi chiamava mentre tutto trafelato mi raggiungeva in salotto con la camicia mezza sbottonata.
"Jinri, siamo stati invitati alla festa di compleanno di Lee Chohee!"
Ma in quel istante non potevamo immaginare che quella festa sarebbe stata solo la punta dell'iceberg di ogni nostro problema.
  
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