Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: farfix    14/08/2016    2 recensioni
Ginevra odia praticamente tutto, eppure sta per scoprire che non tutto quello che le è stato donato è un male. Come ad esempio Liam Jerry, lui si che è una palla al piede, eppure quegli occhi grandi e marroni hanno un so che di magico.
Scoprite come tutto è iniziato.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Odiavo l’estate e il caldo, la sete, le zanzare, il ronzio delle cicale e il frusciare del vento nel grano. Dovevo ammettere che in quel periodo odiavo praticamente tutto, eppure l’estate non era una delle mie stagioni preferite. Odiavo anche mia madre e mio padre che in quell'estate del lontano 2009 mi costrinsero a restarmene due settimane dalla vecchia mia cara nonna Santa, che amava prendersi cura di me con lasagne extracariche e amava fare cruciverba al pomeriggio quando il sole se ne stava fermo lì dietro la tenda proteggi sole posta appena sotto il balcone della zia Mida. Quella fu una delle poche estati che stranamente non mi dispiacquero, ero giovane e allegra, per quanto io possa essere definita allegra,  senza pensieri e tanti, tanti sogni mai realizzati. Pensandoci adesso mi dispiace non averla goduta al meglio delle possibilità che mi erano state donate, perché credevo in altre mille possibilità e in un certo senso questo accadde ma non come avrei voluto io. Quel 13 Agosto fatidico mi ritrovai con le valige piene di panni che non avrei mai messo, un cuore infranto dalla società genitoriale e tanto odio da donare. In quel piazzale fatto di sassi e cemento mi sentì piccola e insicura ma non volevo mostrarlo ai miei parenti che mi stavano squadrando da capo a piedi. “ Ginevra??” Mi chiese mia nonna che se ne stava di fronte al suo garage con in mano dei croccantini per gatti e una vestaglia a fiori. “Nonna, ciao” Dissi raggiungendola con quella valigia rossa che si impigliava in ogni frattura del terreno. “ Sei così cresciuta, vieni qua che ti do un bacio” Feci una smorfia ma acconsentì lo stesso, erano quasi sette anni che non la vedevo e mi faceva un po’ commuovere. “ L’ultima volta che ti ho vista eri una piccola bambina con i ciuccetti e una montagna di riccioli” Ed avevo anche sette anni. Risi e le diedi un piccolo bacio sulla guancia ormai rugosa che lasciava intravedere la maturità dei suoi sessant’anni. “ E’ bello vederti nonna Santa” Ed era vero, per un attimo mi lasciai trasportare dal sapore caldo dei biscotti all’anice e dalla crostata alle more che amava sempre farmi e un calore sconosciuto si fece spazio nel mio stomaco. “Vai a salutare i tuoi cugini, è da tanto che ti aspettano” Sorrisi falsamente e quell’attimo di tenerezza svanì come era venuto. Odiavo quella marmaglia di cugini che mi ritrovavo, erano una specie di setta satanica che ti risucchiavano dentro con loro. Annuì svogliatamente e seguì l’indicazione che mi aveva dato la nonna. Proseguì verso il dietro della casa dove si trovava un immenso spazio sterrato dove finiva con un muro ed un sacco di piante. Li trovai la mia immensa stirpe di parenti che stavano giocando a pallavolo. “Ginevra!!” Disse uno stangone in fondo, mi pareva che si chiamasse Drew, ma non ero mai stata abbastanza attenta per ricordarmi tutti i nomi. “Ciao?” Dissi come se fosse stata una domanda. “Vieni a giocare con noi!” Costatò lo stangone Drew, era alto e magro, le gambe secche e i capelli marroni tenuti su con il gel lo facevano sembrare ancora più alto di quello che era e gli occhiali rettangolari lo facevano sembrare uno di quei ragazzi studiosi. Scossi la testa decisa, odiavo quelle persone e volevo passare le mie vacanze, se così potevano essere definite e diventare il più possibile invisibile. “ Vieni dai” Disse un'altra ragazza con i capelli castani, Claire mi pare si chiamasse. Scossi la testa ancora una volta. “ No grazie, me ne vado in camera a sistemarmi, forse dopo” I ragazzi annuirono e presi questa occasione per scappare a gambe levate. Ripresi le mie valige e cercai mia nonna. “ Nonna!!” Chiamai per le scale e per lo scantinato ma di lei nessuna ombra. “ Ginevra sono qua” Mi sentì dire dalla porta a destra in cima alle scale. La casa era divisa in quattro appartamenti e ognuno andava in quello che la nonna decideva e lei si teneva quello al primo piano a destra. “ Li hai salutati i tuoi cugini??” Disse con tono autoritario. Lei era dolce ma quando era il momento di finirla era molto autoritaria. “ Si nonna tutti quanti” Risposi con sarcasmo che lei non individuò. Volevo solo andarmene a casa. “ Bene” Annuì Santa compiaciuta. Visto che l’appartamento all’ultimo piano è stato occupato, ti toccherà la stanza di nonna Giulia. Sbuffai, nessuno voleva andare nella stanza della nonna Giulia, in pratica la mia bisnonna, perché quando eravamo piccoli ci raccontavano che il suo fantasma ancora era in quella camera e che di notte la potevi sentire piangere. “Non fare storie, su, sei troppo grande per credere ai fantasmi” Annuì sconsolata, questa scampagnata non mi stava portando niente di buono. Ed era solo l’inizio della serie di sventure che mi accaddero in seguito. L’appartamento della nonna Santa era una piccola e dolce casetta per vecchietti. Con mobili che puzzavano di anni sessanta  e letti e mobili di legno pieno di tarli. Era anche in un certo senso accogliente visto i colori caldi quale panna e marrone, ma la puzza di vecchio superava quasi tutto. La stanza della nonna Giulia dopo la sua morte era rimasta quasi identica, con lo stesso letto al centro, un armadio a lato, la finestra che dava sul piccolo tettuccio dietro la casa, la poltrona rossa a contrasto con il resto dell’arredamento, la scarpiera e il comò. Niente era stato toccato e questo mi metteva un po’ in ansia. “ Mi raccomando, questa stanza è sacra, non distruggerla ok?” Annuì spaventata. Odiavo stare in quella stanza da sola. Ma prima che mi mettessi in ginocchio a supplicare mia nonna se ne andò. Appoggiai la valigia sul vecchio tavolo in fondo alla stanza, sotto il quadro della frutta morta e aprì la persiana per  far prendere un po’ di aria a quella stanza che sapeva di morto. La finestra dava direttamente sul tettuccio dove tu potevi salire e andare direttamente nell’altro appartamento a fianco passando per l’altra finestra. Tutti e quattro gli appartamenti davano su quel tettuccio ma quelli al secondo piano non lo toccavano ma si affacciavano e basta. Solo quelli al primo piano lo toccavano. Cosi salì su una sedia e malamente salì sul tettuccio che dava sulla strada dietro casa. Alla fine del tettuccio c’era uno strapiombo e mi avvicinai per vedere meglio quello che era finito in fondo a forza degli anni. “Hey” Una voce mi fece quasi sobbalzare. Presa dallo spavento mi ritirai dallo strapiombo e misi una mano sul cuore che stava battendo all’impazzata, avrei ucciso quella persona se non fosse stato un delitto. “ Hey, stai bene?? Sembri un fantasma” Presi un respiro profondo o avrei urlato contro a quella persona maledetta. “ Si Si sto bene” Risposi con la lingua tra i denti. “ Sei nuova per caso? Non ti ho mai vista qui” Mi girai verso la voce che proveniva dalla finestra dell’ appartamento al secondo piano a sinistra. Era un ragazzino che a occhio e croce sembrava avere la mia età. Era leggermente grassottello e i capelli marroni lisci gli scendevano fino agli occhi e il suo naso a patata spiccava sul suo volto abbronzato. “ Si sono arrivata adesso” Ancora stavo tremando dalla paura. “ Sei anche tu una nipote di Santa??” Chiese ancora. Questo ragazzino era davvero fastidioso. “ SI “ Quasi gli avrei tirato qualcosa. “ Io sono Liam, vengo dall’Missuri in America, i miei genitori vivevano qui una volta e allora hanno deciso di ritornare e Santa è stata così gentile ad ospitarci qui in questo posto magnifico” Davvero, sarei stata li a sentire la storia della sua vita ma avevo cose più urgenti da sbrigare, tipo iniziare ad odiare anche questo ragazzo. Quindi me ne fregai e lo congedai con poche parole e me ne tornai nella mia camera che puzzava ancora di più.
Se solo avessi saputo, se solo avessi messo un po’ più di attenzione, se solo non mi fossi innamorata perdutamente di quel ragazzo. Forse non sarei  finita nel disastro che è ora la mia vita.
Maledetto Liam Jerry.

Angolo di Giuls
Per prima cosa devo darvi delle scuse, mi dispiace di non aver postato le altre storie ma in questo periodo mi sentivo di scrivere questa di storia perchè è sempre stata nella mia testa ma non ho mai avuto il coraggio di pubblicarla perchè è un pezzo della mia vita molto caro e volevo tenerlo per me, ma ora voglio fare un esperimento per vedere cosa ne pensate. Quindi ho pubblicato solo un pezzo, l'inizio. Quindi fatemi sapere se devo continuare e se c'è qualcosa da migliorare. Aggiornerò anche le altre storie nei prossimi giorni e vi ringrazio in anticipo. Scusatemi per la scrittura infantile ma è così che l'inizio deve andare perchè Ginevra ha solo 14 anni e ancora la vita le ha regalato solo caramelle.
Un bacio e alla prossima.

Giuls
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: farfix