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Autore: danapova    14/08/2016    0 recensioni
Quando il desiderio diventa irrefrenabile, non c'è modo di fermarlo...
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ryoma Echizen, Sakuno Ryuzaki
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Dopo tre ore e ventitré minuti il taxi era quasi giunto a destinazione. Man mano che il veicolo si avvicinava riuscivo a scorgere le prime estremità della cupa casa.

-Signorina, non posso andare oltre, dovrà finire la strada a piedi- si scusò il taxista facendole cenno di scendere.
Tutte le strade possibili erano chiuse o interrotte da alberi intriccati tra loro, si inalzavano tutti attorno alla casa, formando una lunga e spinosa barriera.

-Va bene, grazie ancora per il passaggio- non mi rimaneva altri che proseguire a piedi. Osservai in giro cercando un piccolo spazio in cui passare senza rischiare di farmi male. Non posso arrendermi ora, questo deve essere il miglior articolo mai scritto.

Secondo le mi fonti, questa zona era impregnata di forze paranormali. Molti testimoni dichiaravano di aver visto un "mostro" aggirarsi da queste parti: un soggetto dalla forma apparentemente umana, occhi dorati e lunghe zanne affilate. Io come giornalista avevo il compito di smentire queste voci e dimostrare che questo mostro era solo un invenzione per spaventare le persone, un mero e sadico divertimento. Mi bastò strisciare sotto alcune radici e spostare vari rampicanti per poter raggiungere la grande abitazione.

Era stato fin troppo semplice, gli alberi sembravano spostarsi cedendomi il passaggio, come se sapessero che sarei arrivata. La porta era fatta di un legno pregiato, rifinito con un metallo a me sconosciuto. Il pomello in oro era leggermente spostato a destra e raffigurava un leone in tutto il suo splendore. Bussai, ma non ottenni risposta. Provai ad aprire la porta e per mia sorpresa questa si aprì con facilità. La stanza era buia e silenziosa, potevo solo vedere quadri antichi dappertutto e qualche mobile sparso in giro. Un lungo tappeto rosso conduceva ad una scalinata a chiocciola, la quale era nel mezzo della stanza. Non c'erano nè altre porte e neanche la presenza di finestre.

-Casa disabitata- iniziai ad appuntare sul mio taccuino per poi tirare fuori la macchina fotografica ed iniziare a salire i primi scalini che conducevano al piano di sopra. Come pensavo in questo posto non c'è nessuno, di sicuro tutte quelle voci sono solo farneticazioni.

Le scale sembravano infinite, nonostante continuassi ad andare avanti mi sembrava di non aver fatto neanche un singolo passo. Iniziavo a stancarmi, non capivo se era solo frutto della mia immaginazione o magari qualche illusione ottica... Mi fermai a prendere fiato scattando qualche foto della casa come prova di ciò che avevo visto. -Potevano costruire un ascensore! Chi mai riuscirebbe a fare tutte queste scale?!- mi lamentai sbuffando per la fatica.

Sentii uno scricchiolio venire dall'alto, come se dei passi si stessero approssimando verso di me. -C'è qualcuno?- chiesi d'istinto con un tocco di curiosità. Ma continuavo solo a sentire passi che diventavano sempre più veloci. Spaventata iniziai a scendere le scale per raggiungere il piano terra, ma avevo sempre la stessa sensazione di non fare un passo. Improvvisamente un pipistrello mi venne addosso facendomi urlare e cambiare immediatamente direzione.

In poco tempo raggiunsi la fine delle scale arrivando finalmente al primo piano. -Quel pipistrello aveva gli occhi... dorati...- sussurrai sbigottita.

OK, dovevo ammettere che questo posto era tutt'altro che normale, ma senza farmi prendere dal panico avanzai. Un lungo corridoio si distendeva davanti a me, con tre porte per ogni lato e una al fondo, più grande rispetto alle altre. L'ultima porta mi attirava e sentivo che se volevo capire qualcosa di tutto ciò dovevo iniziare proprio da quella.

Camminai lentamente cercando di non fare rumore e cercando di ignorare il fatto che mi sentivo costantemente osservata. Girai piano la maniglia, aprendo uno spiraglio per poter guardare all'interno. Un ragazzo dai capelli verdognoli stava in piedi davanti ad una grande finestra. Osservava fuori pensieroso nel mentre che accarezzava un piccolo gatto Himalayano, seduto sul bordo del sottile davanzale. Questa scena mi aveva incantata, la bellezza del ragazzo mi aveva completamente colpita, non riuscivo a smettere di guardarlo. I suoi occhi erano marroni con dei riflessi gialli vicino all'iride, sembrava poco più grande di me e la sua statura sarà approssimatamente 1,80.

Non sapevo bene se avrei dovuto attirare la sua attenzione o continuare ad esplorare i dintorni senza farmi scoprire. Però magari lui sarebbe riuscito a dirmi qualcosa sul mostro che percorreva il bosco. Prima di fare qualsiasi cosa presi con delicatezza la macchina fotografica cercando la migliore angolazione, il filtro giusto e mi preparai a scattare la foto. Schiacciai il bottone con soddisfazione, ricordando il corso di fotografia che aveva fatto pochi mesi fa.

Osservai la foto con entusiasmo. -Ma... non appare nella foto..- dissi dimenticando che lui poteva sentirmi.

-Peccato, stavi andando così bene...
Appena sentí quella voce così roca e misteriosa alzai lo sguardo, notando che il ragazzo mi stava fissando con un sorriso arrogante sul volto.
Arrossì furiosamente alla vista di tale bellezza, il perfetto incrocio tra sexy e virile.

-Chi... Chi sei?- chiesi riprendendomi.

-Chi sono io? Non ti sembra maleducato entrare in casa altrui senza permesso e senza neanche presentarti.- affermò sicuro di sé facendo qualche passo verso di me. Il sorrisetto arrogante si era allargato mostrando la sua perfetta dentatura e i suoi occhi iniziavano a diventare più scuri. Arretrai intimorita da quello sguardo glaciale. Non dovevo fidarmi di lui, poteva anche essere un maniaco.

-Sakuno Ryuzaki, 22 anni, giornalista della "Global Eye". Sono qui per..-

-Sapere se il leggendario mostro esiste davvero, giusto?- mi interruppe per poi cancellare la poca distanza tra noi con un passo felino.

-Esattamente per quello- dissi cercando di indietreggiare ma scontrandomi con la porta alle mie spalle. Quando si era chiusa?! Con la mano destra cercai di raggiungere la maniglia di nascosto, però lui capì subito le mie intenzioni.

-Non le hanno detto che anche scappare è simbolo di maleducazione, Ryuzaki?- disse accentuando il sarcasmo, prendendomi dal polso e tirandomi verso di lui.

Appuntai mentalmente che quest'uomo avevo una forza sovrannaturale e che dovevo ricordarmi di andare ad un corso di arti marziali semmai ne avessi avuto l'occasione.

-Perfavore, le arti marziali non le servirebbero a niente- rise stringendo la presa sul braccio facendomi gemere dal dolore. Ma adesso legge anche nel pensiero?! Iniziavo già ad odiare quest'uomo.

-Potrebbe lasciarmi?! Lei non si è neanche presentato!- esclamai cercando di cambiare argomento, dopo avrei trovato un modo per scappare.

-Ryoma Echizen, 523 anni, il mostro che lei stava cercando- disse cambiando completamente espressione. Ora appariva indifferente e freddo. I suoi occhi erano diventati completamente dorati. In un'altra situazione sarei rimasta a guardare quelli splendido occhi profondi ed intriganti, ma questa storia iniziava a farmi davvero paura.

-Devo dire che gli porta bene 523 anni, signor Echizen- dissi per sdrammatizzare, ignorando il fatto che i suoi occhi cambiassero colore.

-Scherzare non ti aiuterà a salvarti la vita- disse serio con un tono poco amichevole. Mi dimenai cercando di rompere la sua presa, ma senza un minimo risultato, aveva troppa forza. Con una lieve spinta mi attaccò completamente al suo corpo, ritrovando i nostri volti troppo vicini. Mise una mano sul mio fianco scendendo verso il basso. Il suo tocco era freddo, ma il mio corpo ne rimaneva elettrizzato. Il battito cardiaco aumentò notevolmente e la mia faccia divenne rossa dall'imbarazzo.

-Lasciami! Non ti conosco neanche e stai già..

-Non mi conosci neanche eppure mi stai già dando del tu- sorrise inarcando un sopracciglio. Sapeva di avere ragione e la sua capacità di leggermi nella mente era del tutto a mio sfavore.

-Stai facendo di peggio tu!- con la mano libera cercai di spingerlo via, ma non riuscivo neanche a spostarlo di un millimetro, aveva la forza e durezza di una statua!!
-Ma cosa sei?!- dissi indignata. Non capivo come un essere umano riuscisse ad avere così tanta forza.

-Perché non stai brava e lo scopri da sola..- sussurrò in modo seducente avvicinando la sua bocca al mio orecchio per poi soffiarci dentro.
Un brivido mi percorse la schiena, era una bella sensazione... No! Non dovevo arrendermi al piacere. Cercai di allontanarmi, ma più mi muovevo e più lui si avvicinava. -Stai ferma, so che ti piace, riesco a sentirlo- disse, il suo sguardo era accecato dalla lussuria.

Non volevo neanche immaginare i pensieri poco casti di questo soggetto.

-Non ce bisogno che lo immagini, lo stai per vivere in prima persona- rise leggermente.
Passò la sua lingua sulle sue labbra in modo malizioso. Le sue labbra erano piene e umide. Sembravano morbide e.. Lo stavo davvero desiderando?! Non voglio che la mia prima volta sia con uno sconosciuto maniaco e pervertito! Lui iniziò a scendere con la bocca baciandomi sul collo fino a fermarsi sulla clavicola. Leccò quel punto con estrema cura per poi mordere fortemente. Non potevo fare altro che sospirare o gemere per il dolore che stavo provando. Non riuscivo ad accettare che quello che stava facendo mi stesse piacendo così tanto. Mi faceva venire la pelle d'oca e la voglia che continuasse s'incrementava.

-Vergine eh? Tranquilla, ci andrò piano all'inizio- mi baciò sulle labbra introducendo la lingua con fermezza. Stava esplorando ogni centimetro della mia bocca. Piano?! Questo ti sembra piano?! Era il mio primo bacio e sfumava così come niente, nel peggior modo possibile. E la cosa peggiore è che è stato magnifico. Si staccò per riprendere fiato e mi guardò dritta negli occhi.

-Tu sarai mia, solo mia..

Le sue parole erano eccitanti.. ma non mi avrebbe avuta così facilmente. Con velocità presi la macchina fotografica impostando in pochi secondi il flash, gli scattai la foto davanti a gli occhi accecandolo. Poi gli tirai un calcio nelle parti basse ottenendo un urletto per il dolore. Era pur sempre un maschio... Riavendo la libertà scappai il più in fretta possibile, lasciandolo lì a terra tramortito.

Mi precipitai giù per le scale cercando di raggiungere l'entrata e andarmene. Ma arrivata al fondo delle scale, lo vidi.
Era in piedi davanti alla porta con tutta la sua imponenza. Dal volto potevo notare quanto fosse arrabbiato, anzi.. furioso.

-Come hai fatto a ..- era impossibile che mi avesse preceduta in così poco tempo.

-Non ci arrivi ragazzina? Non hai via di scampo con me- disse per poi in un batter d'occhio trovarsi davanti a me e tirarmi con forza una delle mie due trecce.

-Ahii! Ma che ti prende?! Sei arrabbiato perché una "ragazzina" ti ha battuto?!- lo provocai, grande errore da parte mia.

-Hahaha sei proprio divertente Sakuno, ma la tua impertinenza merita una punizione- un ghigno si fece strada sul suo volto, assumendo un'espressione sadica.
Mi prese in braccio contro la mia volontà, facendomi avvolgere le gambe attorno al suo bacino. Una mano era sulla mia schiena, l'altra teneva fortemente premuto sul mio mento, girandola verso sinistra. Non potendo fare niente, lo guardai con la coda dell'occhio. I suoi occhi dorati s'illuminarono, e dalla sua bocca spuntarono due affilati canini.

Solo ora capivo: super velocità, super forza, legge nel pensiero e i suoi occhi cambiano colore, per non lasciare il fatto che aveva due lunghi e pericolosi canini!

-Va... Sei un vampiro..- riuscì a dire prima di sentire un dolore lancinante al collo.

La stanza iniziò girare e poco dopo non vidi più nulla. Pensavo di essere morta. Morta per mano del mostro nel quale non credevo, del mostro che credevo di stare odiando ma anche... Del mostro... della quale mi ero innamorata...


Aprì gli occhi, trovandomi sdraiata in un letto blu, in una stanza che avevo già visto prima.

-Dove sono?- chiesi per inerzia, non aspettandomi una vera risposta.

-In camera mia, sul mio letto.- Mi girai verso quella voce così familiare.

-Ryoma?! Ma quindi non sono morta?!?

-Sakuno che stai dicendo? Stavamo facendo i compiti di letteratura quando ti sei addormentata e ti ho portata qui..- disse chiaramente in imbarazzo.
Era solo ... un sogno?.. E che bel sogno... Ryoma era il mio vampiro...

-Ryoma-kun... mordimi- dissi sicura di me guardandolo negli occhi.

-Cosa?!- chiese arrossendo, scrutandomi cercando di trovare una traccia che gli confermasse che non stessi scherzando.
-Saku, stai bene? Vuoi che ti accompagni a casa?- chiese con aria preoccupata sedendosi vicino a me per poi mettere una mano sulla mia fronte.

Presi la sua mano posizionandola sul collo, esattamente dove il vampiro del mio sonno mi aveva morso. -Mordimi. Puoi mordermi qui?- la sicurezza iniziava ad abbandonarmi lasciando spazio alla mia solita timidezza. Forse stavo esagerando.. ma volevo risentire la stessa sensazione di prima.. Però non dovevo obbligarlo a fare qualcosa di così... assurdo.
Anche se era il mio fidanzato, il nostro rapporto andava abbastanza lentamente ed oltre al bacio a stampo non eravamo andati oltre...

-Scusa non vol...

-Va bene. Ma poi non mi fermerò- disse ritornando il solito Ryoma, sicuro di sé e con un sorriso arrogante. Mi fece sedere su di lui per poi iniziare a baciarmi appassionatamente. Scese verso il collo mordendo leggermente, aumentando di poco l'intensità. Si. Era proprio una bella sensazione.

-Mada Mada Dane- disse osservando soddisfatto la macchia rossa sul mio collo, pronto a continuare.

Il mio adorato vampiro.
   
 
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