Videogiochi > Final Fantasy IV
Ricorda la storia  |      
Autore: RiyelaAlelita    14/08/2016    1 recensioni
È un giorno felice per Cecil: Rosa sta per dare alla luce il loro secondo figlio. Una felicità che, però, non sembra destinata a durare...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cecil Harvey
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cecil si tormentava le mani.
Era nervoso.
Stava per diventare padre per la seconda volta, ma si era reso conto che non bastava passarci la prima per essere immuni a quell'ansia.
Certo, di sicuro non era il più agitato nella stanza: Cid, come la scorsa volta, continuava a misurare il pianterreno della torre a larghe falcate, e il re di Baron era convinto che presto avrebbe potuto vedere nel pavimento i solchi del suo passaggio.
-Vecchio, datti una calmata! Stai facendo venire l'ansia a me, figuriamoci a Cecil!- esclamò Edge, appoggiato a una parete. A quanto pareva, era riuscito a liberarsi dai suoi impegni di re per assistere l'amico in quel giorno importante. O, più probabilmente, ne era scappato come al solito.
-Ti ho già detto troppe volte di non chiamarmi così!- sbottò l'ingegnere -E non capisco come fa Cecil a essere così calmo!-
Questi sorrise: -Hai detto la stessa cosa anche l'altra volta, e non c'è stato niente di cui preoccuparsi.-
-Però Edge ha ragione, Cid- si intromise Rydia -non c'è bisogno di essere così agitati.-
L'uomo sbuffò, e il ninja si rivolse alla ragazza: -Non era necessario difendermi, Rydia.-
-Non era per difenderti, ho detto semplicemente quello che pensavo.- ribatté l'evocatrice, con quel sorrisetto di sfida che rivolgeva sempre a Edge, in quei momenti. Cecil non poté fare a meno di pensare che formassero una bella coppia, quei due.
In quel momento, una piccola figura attraversò la soglia e andò incontro al paladino con passo traballante, gridando: -Papà!-
L'uomo si chinò a prendere in braccio il figlio di due anni, sorridendo mentre gli accarezzava i capelli biondi, e intanto un'altra voce infantile giunse dall'ingresso: -Ceodore! Torna qui!-
Una bambina dai codini biondi entrò di corsa, ma si arrestò quando Yang, da dietro di lei, disse: -Ursula, lascialo stare. Ormai sarà stanco.-
Come a confermare quelle parole, Ceodore chiuse gli occhi e appoggiò la testa sulla spalla del padre.
La bambina incrociò le braccia al petto con un'espressione offesa sul viso, perciò Rydia le si accovacciò di fronte: -Non devi arrabbiarti, Ursula.- fece con voce gentile -Ceodore è più piccolo di te, quindi si stanca più facilmente. Continuerete a giocare un'altra volta.-
-Davvero?- domandò la piccola principessa, alzando gli occhi.
L'evocatrice sorrise: -Certo. Sono sicura che i vostri padri vi porteranno ancora con loro, quando si incontreranno.- Nel dirlo, lanciò un'occhiata d'ammonimento ai due uomini in questione.
-Ovvio. Ci saranno sempre occasioni per fare visita a un amico.- rispose Cecil, e il monaco annuì in risposta.
Ursula allora parve tranquillizzarsi, e corse nuovamente fuori dalla porta.
-E tu, Edge?- riprese Yang -Ti vedremo mai con un figlio?-
Il re di Eblan chiuse gli occhi scuotendo la testa e, alzando le mani, rispose: -Non per ora. Sono ancora troppo giovane per badare a dei bambini.-
-Sbaglio, o Cecil è più giovane di te? E lui sta per avere il secondo figlio.- fu la replica di Cid, al che Edge incrociò le mani dietro la testa dicendo: -Dettagli.-
Rydia fece un sospiro profondo: -Ti comporti sempre come un bambino...-
E tutti iniziarono a ridere, nel vedere il ninja arrossire.


Il tempo passava, e dall'ultimo piano della torre non giungevano notizie. Ceodore dormiva tranquillo su una poltrona, mentre Yang era tornato a Fabul con la figlia.
“Mi sarebbe piaciuto restare ancora, ma ho degli impegni al castello. E poi, Sheila mi uccide se faccio tardi quando ho Ursula con me.” si era scusato prima di andare.
-Non dovresti tornare anche tu, Edge?- disse Rydia, dopo aver salutato l'amico monaco.
-Non se ne parla! Aspetterò con Cecil il gran momento!- fu la risposta del ninja.
-Ma tu non hai un regno da governare?- continuò la ragazza di Mist, incrociando le braccia.
-Per oggi, può pensarci il cancelliere.-
L'evocatrice sospirò: -Sei proprio un re irresponsabile...-
Cecil, però, prestava poca attenzione a quello scambio: l'attesa si stava prolungando troppo, più dell'altra volta. L'agitazione continuava a crescere, tanto da costringerlo a muoversi per evitare di esplodere.
-Cecil, tutto a posto?- Edge lo fece sussultare, appoggiandogli una mano sulla spalla. Tutti lo guardavano, preoccupati.
No. Non era tutto a posto. Per niente. Aveva un brutto presentimento, e non riusciva a liberarsene.
Scosse la testa all'amico, quindi iniziò a salire a due a due i gradini, ignorando le voci che lo chiamavano, e si fermò ai piedi della scala che portava alla sua stanza, dove in quel momento si trovava Rosa.
In quel momento, una maga bianca stava scendendo verso i piani inferiori, e il suo volto pallido mutò dalla sorpresa alla preoccupazione non appena lo vide di fronte a sé.
-V-vostra maestà...-
Era sangue quello sulla sua veste bianca? Cecil stentò a trovare la voce per chiedere: -Come sta Rosa?-
La giovane maga iniziò a balbettare qualcosa, agitata, e ciò non fece che rafforzare i timori dell'uomo. La superò di corsa, fino alla soglia della stanza. Qui si arrestò, e lo stesso parve fare il suo cuore: poteva vedere distintamente Rosa, pallida come non mai, stesa immobile tra le lenzuola macchiate di sangue.
-No...- gemette il re, avanzando come in un sogno, un incubo, verso il letto. Si lasciò cadere in ginocchio, appoggiando una mano su quella della moglie. Non poteva essere...
La donna si voltò a guardarlo, e i suoi occhi azzurri erano lucidi.
-Sei viva...- mormorò il paladino, sollevato da un peso.
-Cecil...- fece Rosa, con voce appena percettibile -Mi dispiace...-
Qualcuno gli si avvicinò, una maga bianca, che iniziò a dire qualcosa di cui Cecil riuscì a cogliere solo alcune parole: il bambino già morto, l'infezione, Rosa salva per miracolo. E poi l'ultima, devastante notizia: non avrebbe più potuto avere figli.
-Non importa.- disse con un filo di voce alla moglie -Conta che sei viva.-
Sentì dei passi leggeri alle sue spalle, qualcuno che diceva: -Cecil...-
-Edge, no...- sussurrò Rydia.
“Grazie, Rydia. Capisci sempre, tu.” pensò, grato -Lasciateci soli.- riuscì a dire, mentre il groppo in gola diventava insostenibile.
Appena sentì che tutti erano usciti, strinse la mano di Rosa tra le sue e, appoggiandovi sopra la fronte, si lasciò andare al pianto.


La luce dell'unica luna entrava dalla finestra, illuminando Cecil, seduto davanti al davanzale su cui poggiava i gomiti. Stava così, con gli occhi chiusi e la fronte premuta sulle mani intrecciate, mentre una leggera brezza gli muoveva i capelli. Si sentiva svuotato, privo di forze. Rosa e Ceodore dormivano già da molto tempo, ma per lui il sonno sembrava non arrivare.
Sospirò. Ricordava come si era sentito felice circa otto mesi prima, quando Rosa gli aveva detto di essere nuovamente incinta. E, quel pomeriggio, quella felicità si era infranta per sempre.
Strinse ancora più forte le mani tra loro. Avrebbe voluto che Ceodore avesse un fratello, qualcuno che gli fosse accanto nei momenti felici, e che lo sostenesse in quelli difficili. Qualcuno che ci sarebbe stato per suo figlio, come per lui c'erano stati Rosa e Kain.
“Kain...dove sei ora?”
Erano passati...quanti? Quattro anni? Sembravano un'eternità. Se n'era andato una notte, quasi senza dire niente, e da allora nessuno aveva più avuto sue notizie. Cosa faceva? Perché non tornava? Si tormentava ancora per ciò che aveva fatto?
Quel ragazzo, ormai un uomo, che era stato un amico, un rivale, un modello da raggiungere; il suo fratello di vita. Quel fratello che non aveva mai potuto avere accanto.
Sollevò lo sguardo verso la luna, ripensando ora al suo vero fratello, quello di sangue, che lo aveva abbandonato quando era ancora un neonato, e che aveva conosciuto per pochi attimi prima di vederlo partire per sempre su quell'altra luna. L'avrebbe mai rivisto? E sarebbe riuscito a perdonarlo davvero? Faceva ancora fatica a trovare delle risposte.
Il vuoto che sentiva dentro sembrava crescere, diventare sempre più oscuro, come se la sua armatura sacra fosse tornata a essere quella di tenebra che indossava fino a pochi anni prima.
Ma poteva davvero incolpare così Golbez? Gli era stato raccontato ciò che era successo, di come lui, ancora bambino, avesse visto la madre morire nel dare alla luce il fratellino che aveva tanto voluto, e di come Zemus avesse approfittato dell'odio che aveva provato.
Rabbrividì nel ripensare al destino della madre, e istintivamente guardò Rosa, addormentata tra le lenzuola, bianche come la sua pelle. Ringraziò col cuore qualunque dio esistente, che aveva permesso che lei vivesse, di avergliela lasciata accanto.
Spostò gli occhi su Ceodore, rannicchiato nel suo letto, e lo vide: il suo tesoro più grande, la sua famiglia. Fu in quel momento che fece una promessa a se stesso: non avrebbe mai permesso a niente e nessuno di portargliela via, avrebbe lottato per difendere quella sua felicità.
Fu dopo averlo pensato che la sensazione di vuoto che continuava a sentire nel cuore sembrò attenuarsi, come se una scintilla, una piccola luce lo illuminasse, calda e rassicurante.
Ebbene, prima di tutto vorrei scusarmi per il tono deprimente che ha preso questa one-shot, ma sinceramente non credo ci sia altro modo per trattarlo...
L'idea è nata dalla domanda: "perché in FFIV sono tutti figli unici?" (a parte Cecil e Golbez e Palom e Porom)
Questo è quello che ne è venuto fuori: Ceodore avrebbe potuto avere un fratello (o una sorella), ma non è andata bene.
Detto questo, alla prossima.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy IV / Vai alla pagina dell'autore: RiyelaAlelita