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Autore: Serendipity__    16/08/2016    6 recensioni
Ciò che succede a Las Vegas rimane a Las Vegas. Si dice spesso così, ma può valere anche per un matrimonio?
Se lo chiede la ventenne Beth Greene che in una notte di follia si ritrova sposata al rude, ma affascinante, Mr. Dixon.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buongiorno fanciulle!
Si vede che sono in vacanza... ecco un altro aggiornamento! Se poi pioverà, ovunque vi troviate, non date la colpa a me! XD
Scherzi a parte, ecco un capitolo che mi sono divertita molto a scrivere! Avrei potuto anche farlo più lungo, ma siccome volevo lasciare un pò di attesa (sì, lo so sono crudele!XD), tra qualche giorno posterò il prossimo! Giusto il tempo di farvi immaginare cosa potrà fare il Daryl di questa storia, dopo che avrete letto il capitolo. XD
Perciò, a presto.
Baci
Serena


Ps - perdonate la diversa formattazione del testo, ma ho cambiato pc e non so perchè il programma con cui scrivo di solito fa i capricci! Spero non sia un problema.






JUST MARRIED



Andare in moto con Daryl, era stata l'esperienza più eccitante della sua vita!

Lo aveva pensato nel momento stesso in cui la moto si era spenta e lei era stata in grado di tornare a respirare. Solo che poi, era stata costretta ad ammettere con se stessa, che fosse stata la seconda esperienza più eccitante della sua vita.
La prima, infatti, era stata baciare Mr. Dixon!
Lo stesso Mr. Dixon che ora si era levato il casco, aiutandola a fare lo stesso.
- Allora, ragazzina, sei ancora tutta intera?
La domanda era stata ironica, ma l'occhiata che le aveva lanciato, e che l'aveva osservata da capo a piedi, era riuscita a spedirle dei caldi brividi lungo la schiena.
- Sì, sopravvissuta. Grazie per l'interessamento.
Era stata ironica a sua volta, ma lui aveva già nascosto quegli occhi stupendi che si ritrovava, dietro a dei Ray-ban dalle lenti scure. E giusto perchè non era già figo abbastanza, così ovviamente era da mozzare il fiato!
Datti una calmata, Beth!
Ma era più facile a dirsi che non a farsi, quell'uomo sembrava averle gettato addosso qualche incantesimo... o qualche filtro d'amore!
Sì, certo! Guarda che tu non sei Ginevra Weasley e lui non è Harry Potter!
Doveva davvero smetterla di fare certi voli di fantasia, sopratuttto piantarla di applicare la legge dei libri alla realtà. Prima o poi l'avrebbe condotta in qualche guaio... anzi, in uno bello grosso già ci era finita dentro!
- Senti, prima di entrare, è meglio se ti spiego un paio di cose.
Ecco, appunto, forse avrebbe fatto meglio ad interessarsi su dove l'aveva portata e quale fosse il suo piano per risolvere la situazione. Le aveva detto di conoscere già qualcuno che poteva aiutarli, ma quello davanti a cui si erano fermati, non le sembrava proprio uno studio legale!
Infatti si trattava di un locale dal nome piuttosto... esplicito: Inferno Rosso. E le porte rosse che introducevano nel locale, erano al momento piantonate da due tizi che avevano la stessa stazza di due armadi a quattro ante.
- La prima è che...
- Credevo che stessimo andando da un avvocato.
Lo aveva interrotto, cercando di dare alla sua voce un tono calmo e sicuro. Due cose di cui faceva un pò difetto, in quel momento, ma che non voleva trasparisse agli occhi di Mr. Dixon.
- E siamo da un avvocato, infatti.
Non aveva potuto fare a meno di lanciargli un'occhiata scettica, e genuina, questa volta.
- Inferno Rosso. Non mi pare proprio il nome di uno studio legale! Per non parlare di quei due tizi. Mi sembrano tutto, tranne che due avvocati!
Lui aveva rivolto un attimo il viso verso i due uomini, e con sua grande sorpresa, uno gli aveva rivolto il classico cenno di saluto. Che, ovviamente, Mr. Dixon aveva ricambiato.
- Li conosci?
Aveva riportato lo sguardo su di lei, e avrebbe tanto voluto che non indossasse quegli occhiali per poterlo vedere.
- Più o meno.
- Quindi, questo posto lo frequenti per davvero!
Ma in che cavolo di guaio si era andata a cacciare? E' vero che il suo istinto la spingeva a fidarsi di lui, però rimaneva il fatto che era un perfetto estraneo!
- Se mi lasciassi finire, forse potrei dirti quelle due cose che avevo intenzione di dirti.
Era riuscito a farla arrossire, facendola sentire una ragazzina petulante. Cosa che lei non era affatto, tra l'altro.
- Okay, scusa. Non ti interromperò più.
C'era stato un attimo di silenzio, in cui aveva avuto l'impressione che lui la stesse scrutando con attenzione da dietro le lenti scure.
- Okay, grazie. Allora, la prima è che qui dentro c'è il mio avvocato.
E lo aveva sottolineato come a dire "visto? Se mi facevi finire subito di parlare, avresti saputo che eravamo davvero venuti da un avvocato".
- La seconda, è che là dentro è meglio se mi resti appiccicata come un francobollo.
Ecco, questo era il genere di avvertimento che una ragazza non avrebbe voluto sentirsi dire. Non mentre stava per entrare in un posto dal nome "Inferno rosso".
- Tu hai un avvocato? Ma che lavoro fai, scusa?
Perchè lei, giusto per ribadire il concetto di perfetti sconosciuti, non sapeva nemmeno che lavoro facesse l'uomo che però aveva sposato la sera prima!
- Ho un'officina meccanica.
E aveva bisogno di un avvocato di fiducia? La cosa gridava "balla" da ogni punto di vista, però non è che lei ci potesse fare molto, adesso come adesso. Era stata così avventata da andare con lui? Quindi era in ballo e doveva ballare.
O forse poteva chiamare un taxi, raggiungere l'aeroporto, tornare a casa, informare i suoi di quello che aveva fatto e chiedere il loro aiuto.
No, decisamente era meglio rischiare lì con lui. A casa era certa di quello che avrebbe trovato: suo padre l'avrebbe uccisa.
- Quindi, riassumendo, qui c'è il tuo avvocato e ti devo rimanere vicina.
Lo aveva fissato per un attimo e poi aveva dato voce ai suoi timori.
- Ti rendi conto, vero, che non è affatto rassicurante tutto questo per me?
Forse, doveva essersi accorto che era una verità inconfutabile, perchè si era abbassato leggermente gli occhiali e le aveva permesso di guardarlo negli occhi.
- Sì, me ne rendo conto. Ma fidati di me.
Poi le aveva rivolto un mezzo sorrisetto, un mix di arroganza e ironia, che le aveva abbastanza dato sui nervi.
- Mi pare che sinora, ti abbia dimostrato che me la merito, no? Fino a qui, ci sei arrivata sana e salva, giusto?
E non fosse stato altro che non aveva potuto affermare il contrario con certezza, Beth aveva preferito rimanere in silenzio e avvalersi della facoltà di rispondergli poi in seguito.


§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§


Come sempre, quel locale offriva le stesse cose ai suoi clienti: gioco d'azzardo, sesso, alcol e musica assordante. La droga no, perchè quella era l'unica cosa che lì dentro non era mai circolata. Lo smercio di polvere bianca e affini, avrebbero portato rogne troppo grosse al proprietario.
Lui non c'era mai venuto per nessuno di quei motivi, ma solo per l'unico che aveva detto a Beth, ossia che lì si trovava davvero il suo avvocato. Che poi l'avvocato fosse anche un suo amico, nonchè proprietario del locale, quella era una questione di cui magari le avrebbe parlato in seguito, se ce ne fosse stato bisogno.
Derek Still era il perfetto connubio tra legalità e illegalità: si era davvero laureato in legge da ragazzo, solo che poi la vita lo aveva portato a Las Vegas e lì aveva deciso che la sua laurea gli sarebbe servita per tirarsi fuori dai casini che lui, e i pochi suoi amici fidati, combinavano.
Da quando aveva aperto l'Inferno Rosso era stato ben attento a non pestare i piedi ai boss che tenevano in mano il crimine vero e proprio della città, così era riuscito a ritargliarsi il suo piccolo giro di affari, tra cui c'era anche la gestione delle scommesse sulle gare clandestine a cui partecipava anche lui.
- Ehi, amico, ciao!
Sulla spalla, nel frattempo, gli era piombata l'ennesima pacca dell'ennesimo tizio che doveva averlo riconosciuto, accentuando sul viso della ragazzina, che gli stava appiccicata come gli aveva chiesto di fare, un'espressione sorpresa e allo stesso tempo guardinga.
Sinceramente non poteva darle torto: si trovava in un locale abbastanza equivoco, in compagnia di un perfetto sconosciuto che però sembrava essere molto conosciuto in quell'ambiente.
- Ehi, ciao bellezza! Vuoi il solito?
Stavano passando davanti al bancone del bar, adesso, ed era stato riconosciuto anche dalla procace rossa che stava servendo cocktail a tutto spiano. Se aveva sperato che gli occhiali da sole, e il cappellino che ci aveva aggiunto, riuscissero un pò a camuffarlo, doveva rassegnarsi che non era stato così.
- No, vado di fretta.
E aveva accellerato davvero il passo, prendendo per mano Beth per non rischiare di perderla nella calca, ora che stavano passando in mezzo alla pista da ballo.
Porca puttana, ma proprio dalla parte opposta doveva avere l'ufficio quello stronzo di Derek?
Nel pensarlo, aveva gettato un'occhiata alla ragazzina e l'aveva vista guardare con un certo stupore la zona alla loro sinistra, quella dei divanetti, dove appariva abbastanza chiaro che tipo di "scambio" avvenisse tra le persone che erano lì.
- Ehi, amico, sei proprio tu? Stasera ci sei?
- Non ho tempo, Hill.
- Oh, capisco... carina la biondina!
Ecco, ci mancava anche questo stronzo, come ciliegina sulla torta. Ma che cazzo, la gente di giorno non aveva di meglio da fare che non andare in quel posto? Era proprio vero che a Las Vegas, se lo volevi, lo sballo non si fermava proprio mai!
Dopotutto, si riteneva fortunato che non si fosse fatto tirare in mezzo da Derek come socio, ma fosse rimasto fedele alla sua passione, ossia le moto. La pace e il silenzio della sua officina di giorno e l'adrenalina la notte, con le corse. Non poteva volere di meglio dalla vita.
O forse sì?
E con lo sguardo era tornato alla ragazzina che aveva sposato la sera prima.
Porca puttana, sposato!
In che cavolo di casino si era andato a mettere per un paio di occhi innocenti, che però erano anche i più sexy che avesse mai visto? Perchè doveva ammetterlo, che fossero state subito scintille con lei, era vero. Gli era bastato baciarla una volta, per desiderare che diventasse l'unico a poterlo fare!
Sul serio, ma che cazzo di pensieri stava facendo?
Fortunamente, Derek avrebbe messo a posto il casino. Avrebbe fatto qualche telefonata, dato qualche mazzetta alle persone giuste, e la loro pratica di divorzio sarebbe stata in cima alla lista. In fondo glielo doveva qualche favore, e che cazzo, con tutti i soldi che gli faceva guadagnare con le scommesse!
- Siamo arrivati, questo è l'ufficio del mio avvocato.
Si era dovuto chinare verso di lei per farsi sentire, indicandole la porta nera e oro davanti a loro.
- Ci sta già aspettando.
Poi aveva bussato sulla porta due volte, fatto una pausa, e poi ancora tre volte. Era il codice per farsi aprire senza essere annunciati, e dopo qualche secondo, la porta si era aperta e lui ci si era infilato dentro, trascinandosela dietro.
- Evviva gli sposi!


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L'uomo che l'aveva stritolata in un abbraccio doveva essere stato intorno ai cento chili, essersi fatto il bagno nel profumo ed aver avuto dei vichinghi come antenati, perchè i lunghi capelli biondi e i baffi spioventi completavano il quadro, donandogli proprio quell'aspetto.

- Derek, cazzo, mi pareva di essere stato chiaro!
Daryl era apparso evidentemente contrariato da quel benvenuto così caloroso, perchè dopo aver stritolato lei, aveva fatto lo stesso con lui!
- Oh, dai, quando mi ricapitava un'occasione del genere! Anzi...
E prima che potessero fare qualcosa, il vichingo li aveva abbagliati con la luce di un flash.
- Derek, porca troia, che cazzo stai facendo!
Daryl si era scagliato sull'omone di fronte a lui senza il minimo accenno di paura, cosa che invece lei non avrebbe mai fatto, nemmeno se lo avesse conosciuto! Probabilmente avrebbe potuto ucciderla solamente con una delle sue gigantesche mani!
- Eh, dai! Pretendevi che non immortalassi questo momento? Mr. e Mrs. Dixon!
Un pugno, diretto e ben assestato, aveva fatto incredibilmente vacillare all'indietro il gigante. Si era aspettata che reagisse mandando al tappeto Daryl, invece si era limitato a guardarlo in cagnesco, toccandosi il labbro in cerca di eventuali ferite.
- Porca troia, Daryl, non sai mai stare allo scherzo! Che cazzo, lo sai che non userei mai questa foto contro di te...
E l'espressione truce si era trasformata in un ghigno divertito che aveva fatto scattare di nuovo il suo neo-marito.
- Tu fallo, e io ti rompo ancora la faccia!
Aveva visto il gigante portarsi una mano al naso, mostrando il dito medio dell'altra a Daryl.
- Col cazzo che te lo lascio fare di nuovo! Guarda che merda di naso mi porto in giro per colpa tua!
Togliendo la mano, si era voltato indicandole il naso, effettivamente parecchio storto.
- Tuo marito è uno che non sa stare agli scherzi, ricordatelo.
Okay, tutto questo non sembrava molto... rassicurante. Però nello stesso momento in cui lo aveva pensato, i due uomini avevano cambiato completamente atteggiamento. Smettendo di guardarsi in cagnesco, si erano improvvisamente stretti la mano e poi l'avambraccio, in quello che sembrava tanto uno di quei saluti da amici per la pelle.
- Allora, Mr. Antipatia, che ne dici di fare le presentazioni ufficiali? Mi pare che l'abbiamo spaventata abbastanza questa povera ragazza, con le nostre scemenze!
Ora si stavano pure sorridendo come se non si fossero presi a male parole, e a cazzotti, soltanto due secondi prima!
- Beth, lui è Derek Still, il mio avvocato. Ora anche il tuo, ovviamente.
Il gigante biondo, facendo una smorfia divertita in direzione del suo amico, le aveva poi teso l'enorme mano.
- Piacere di fare la tua conoscenza, Beth.
La sua, di mano, era ovviamente sparita nello stringergliela, dandole proprio l'idea che avrebbe potuto ucciderla benissimo soltanto con quella.
- Greene con due e, giusto?
Lei aveva annuito, mentre l'uomo spostandosi alla scrivania, aveva preso dei fogli.
- Avevo già compilato la vostra domanda di divorzio con i dati fornitimi da Daryl e volevo essere sicuro che non avesse sbagliato.
Dal tono professionale che aveva assunto improvvisamente, pareva proprio un avvocato. Si era anche seduto dietro la scrivania, invitando loro due a sedersi sulle poltroncine dall'altra parte.
- Allora, ci sono da mettere un pò di firme. Ma credo che prima sia giusto che vi legga cosa c'è scritto qua dentro. Mica che poi vi ritroviate con delle brutte sorprese. Sapete com'è... gli avvocati, brutta razza!
Era scoppiato a ridere per la sua stessa battuta e nonostante fosse ancora scettica nei suoi confronti, doveva ammettere che quando lo faceva assumeva più l'aspetto di un gigante buono che non quello di un selvaggio vichingo.
- Scusatemi, vecchie battute da confraternita. Certe cose non si dimenticano mai.
Okay, era un tipo davvero... particolare. E lei si stava affidando anche a lui, ora. D'altronde Daryl sembrava conoscerlo davvero bene. E comunque, avrebbe fatto qualche ricerca su internet una volta fuori di lì, se era un vero avvocato da qualche parte sarebbe saltata fuori qualche informazione su di lui.
Era chiaro che non fosse un avvocato del tutto "tradizionale", il fatto che avesse uno studio lì dentro la diceva lunga, ma se poteva esercitare davvero, avrebbe potuto comunque risolvere il loro problema.
- Senti, risparmiaci le tue pessime battute e passaci i fogli che li firmiamo. Così poi ce ne possiamo andare.
Il tono di Daryl era tornato ad essere spazientito, come anche lo sguardo. Prima di entrare si era tolto gli occhiali da sole, così era potuta tornare a guardarlo bene in viso.
- Caro Daryl, è ovvio che tu ti fidi di me. Ma in quanto legale anche della signorina... ops, signora, lei ha il diritto di controllare, vista la nostra, e reciproca, non conoscenza.
Un'altra cosa che aveva capito di lui, era che amasse fare battute pungenti, e soprattutto che facessero innervosire ulteriormente Daryl.
- Derek, piantala!
Infatti, proprio lui era stato con un mezzo ringhio che si era sporto sulla scrivania, strappandogli i fogli di mano.
- Che modi, Mr. Dixon! Dovrei aumentarle la parcella solo per questo.
Le aveva strizzato l'occhio, mentre un "fanculo" smozzicato era uscito dalla bocca dell'interessato, che aveva afferrato una penna come se fosse un'arma da poter usare contro di lui.
- Devi firmare dove ci sono le croci. Possibilmente senza un'altra croce, se no poi le cose si confondono.
Ad accompagnare la battuta, e le firme, c'era stata una sequenza di minacce tutte poco amichevoli rivolte all'avvocato, dopodichè Daryl le aveva teso i fogli.
- Fallo in fretta, ti prego, così poi ce ne andiamo di qui.
Il "ti prego" era risuonato più come un ordine che non una preghiera, e l'avvocato non si era fatto scappare l'occasione per punzecchiarlo ancora.
- E' anche prepotente, il nostro Daryl. Fai bene a divorziare, mia cara, non avresti fatto un buon affare tenendoti uno come lui.
Dentro di lei, in realtà qualcosa si era smosso a quell'affermazione, ma lo aveva ignorato, perchè davvero ne aveva combinati abbastanza di guai lì a Las Vegas, quindi era ora di tornare ad essere l'assennata Beth Greene che era sempre stata, chiudendo quella parentesi alla svelta!
Così, non appena aveva apposto l'ultima firma, pregando in cuor suo che quella pratica fosse valida sul serio, si era sentita afferrare per un polso e sollevare in piedi.
- Okay, Derek, ora hai tutto quello che ti serve, giusto? Nel caso, sai dove trovarmi.
Praticamente l'aveva trascinata verso la porta, senza quasi darle il tempo di salutare quello che era diventato anche il suo di avvocato.
- Ehi, fammela almeno salutare, la mia nuova cliente! E poi, mica te ne puoi andare così. Ho bisogno di parlarti due minuti riguardo a stasera.
Essendosi bloccato di colpo, gli era andata a sbattere contro, ottenendo che lui l'afferrasse per la vita per sostenerla.
- E' anche rozzo nei modi, come vedi.
Probabilmente a Daryl stavano per saltargli i nervi definitivamente, però a trattenerlo era stato uno sguardo d'intesa che gli aveva lanciato il gigante e che lui aveva ricambiato.
- Non puoi chiamarmi dopo?
- No, dobbiamo farlo ora.
Daryl aveva accolto quell'insistenza con un verso di disappunto, tanto per cambiare, però pareva essersi rassegnato a dargli retta.
- Okay, Beth. Devo parlare un attimo con lui... in privato. Dovresti aspettarmi fuori dalla porta, per favore.
Stava per dirgli che non c'era problema, ma Derek l'aveva anticipata.
- Non è mica il tuo cane, Daryl, che ti deve aspettare fuori dalla porta! Tesoro, vai pure al bar e prendi quello che vuoi. Dì a Shelly di metterlo pure sul mio conto.
Lo sguardo che gli aveva lanciato questa volta Daryl, avrebbe potuto davvero ucciderlo tanto era stato micidiale. Solo che poi era tornato a guardare lei e in parte si era ammorbidito.
- Non dargli retta, è meglio se mi aspetti qua fuori, okay?
Sinceramente, se anche non glielo avesse detto, lei lo avrebbe aspettato comunque subito lì fuori. Non le pareva proprio il caso di avventurarsi in quel locale da sola, in effetti.
- Okay.
Poi aveva guardato Derek e gli aveva rivolto un cenno di saluto.
- Allora, arrivederci e per il momento, grazie.
- Arrivederci, Beth.
Daryl le aveva aperto la porta e mentre stava uscendo, tanto per cambiare aveva sentito Derek aprire bocca per stuzzicarlo di nuovo.
- Certo che sei proprio un maritino geloso. Sei sposato solo da...
Il resto della frase era stato inghiottito dalla musica e dal fatto che la spessa porta si era richiusa dietro di lei.




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A Derek aveva concesso non più di cinque minuti, massimo sette. Il tempo di dirgli che quella sera, e nemmeno la successiva, avrebbe gareggiato e che non doveva insistere sulla cosa.
Eppure era stato un tempo sufficiente perchè riaprisse quella cazzo di porta e non ci trovasse fuori la ragazzina! Dannazione, gli era parso che avesse recepito bene il messaggio che era meglio se se ne restava lì, piuttosto che andarsene in giro da sola!
Era davvero un marito geloso?
Bè, a parte la stronzata del marito... che fosse geloso, forse dopotutto era vero! Aveva fatto credere a Derek che non volesse farle fare brutti incontri per una questione di responsabilità, ma con se stesso doveva ammettere che era più l'idea che qualcuno l'avvicinasse per abbordarla che lo faceva incazzare!
Così aveva iniziato a perlustrare il locale in cerca della sua figura minuta, ma ben accessoriata nei punti giusti, per andare a recuperarla. Aveva cominciato da dove c'erano i bagni, che non erano distanti da lì, ma non l'aveva incrociata. Aveva guardato allora al bar, ma non era nemmeno lì. Gli era scappato l'occhio sulla zona dei divanetti, e sarebbe stato un delirio trovarla proprio lì, ma fortunatamente non c'era.
Poi lo sguardo gli era scivolato sulla pista da ballo e lì aveva fatto centro: Beth stava ballando di fianco a quel coglione di Hill!
Il modo in cui aveva iniziato a farsi largo tra la gente gli era valso qualche insulto, che però aveva ignorato, troppo concentrato su quello che avrebbe fatto alla sua ancora ignara vittima. Era certo che quel bastardo, con quella sua faccia da finto bravo ragazzo, fosse riuscito ad avvicinarla e a convincerla ad andare con lui!
Ci avrebbe scommesso anche le mutande, che si era magari pure finto suo amico, pur di convincerla! Ma se soltanto le aveva detto qualcosa di troppo su come si conoscevano in realtà... stavolta lo ammazzava davvero!
Quando era comparso sul radar di Hill, lo stronzo glielo aveva fatto capire avvicinandosi ancora di più a Beth e chinandosi a dirle qualcosa nell'orecchio, ottenendo che lei si voltasse e gli facesse cenno che si trovava proprio lì, accanto a lui.
Certo non avrebbe mancato di dirle che la prossima volta avrebbe fatto meglio a seguire i suoi consigli, ma prima era intenzionato a spaccare seriamente la faccia a chi, invece, sapeva benissimo quello che stava facendo.
- Che cazzo stai facendo?
Praticamente era piombato su di lui pronto a stenderlo con un diretto, ma Hill non era stato impreparato, perchè afferrando Beth per le spalle, l'aveva messa tra loro due.
- Ehi, amico! Le stavo facendo compagnia al posto tuo proprio come mi hai chiesto!
Ovviamente le loro voci erano state più alte della musica e qualcuno intorno aveva capito che stava succedendo qualcosa, perchè avevano iniziato a fissarli.
- Sei proprio uno stronzo.
E gli avrebbe tolto presto quel sorrisetto dalla faccia, non appena avesse spostato Beth. Solo che lei sembrava stare realizzando che doveva essersi persa qualche passaggio importante, perchè sulla sua faccia era comparsa un'espressione sorpresa e confusa.
- E' vero! Mi ha fatto vedere il messaggio che gli hai mandato!
- Ah, sì? Eccolo il messaggio che gli ho mandato.
Non ci aveva visto davvero più dalla rabbia, e spingendola leggermente di lato, aveva sferrato un pugno bello tosto a quel coglione, che aveva anche cercato di pararlo, senza però riuscirci.
Vederlo volare lungo disteso gli aveva procurato una gioia immensa e sperava che si rialzasse presto per potergliene dare un altro. Quasi quasi poteva andare lui ad aiutarlo, ma solo per ributtarlo giù ancora!
- Ma che razza di persona sei? Possibile che sai solo prendere a pugni la gente?
Quello che non si era aspettato era stato proprio questo, la reazione arrabbiata della ragazzina, che gli si era parata dinnanzi, spintonandolo all'indietro.
- Ho fatto una cazzata nel fidarmi di te.
Dirglielo e metterlo in pratica era stato immediato, perchè gli aveva dato le spalle e aveva iniziato a farsi strada tra la piccola folla che si era radunata intorno a loro. In quel momento aveva dovuto prendere una decisione: finire quello che aveva iniziato con Hill, e Dio sapeva quanto gli prudevano ancora le mani, oppure inseguire Beth prima che si dileguasse.
- E' la tua giornata fortunata, coglione. Fossi in te non ci riproverei un'altra volta, capito?
Con quell'avvertimento aveva lasciato che si rialzasse senza ulteriori danni e si era fiondato verso l'uscita. Nonostante non avesse perso tempo, quando era sbucato fuori sul marciapiede, lei era già stata quasi all'angolo della strada, così aveva dovuto correre per raggiungerla.
- Ehi, aspetta un attimo.
L'aveva afferrata per un braccio e voltata verso di lui.
- Non te ne puoi andare in giro qua, da sola.
- Ah no? Stà a vedere, Mr. Dixon.
Con uno strattone si era liberata dalla sua mano che ancora le stringeva il braccio e aveva ripreso a camminare a passo sostenuto.
Era decisamente incazzata, ma a lui era sembrata ancora più bella. Probabilmente aveva il cervello in acqua per pensare ad una cosa del genere, piuttosto che esserne preoccupato. Perchè sembrava davvero intenzionata ad andarsene per la sua strada.
- Ehi, guarda che non sto scherzando, ragazzina. Questo non è un bel quartiere.
L'aveva di nuovo trattenuta e lei era scattata come una furia.
- Primo, non sono una ragazzina! Ho vent'anni compiuti per tua informazione!
Gli aveva puntato un dito contro, come se potesse essere una terribile minaccia.
- Secondo, non sei nessuno per dirmi cosa posso o non posso fare!
E su questo avrebbe avuto da dire, perchè a conti fatti, al momento, era suo marito dopotutto!
- E terzo, non credo di essere più al sicuro con te, che non qua in giro da sola, Mr. Prendo-a-pugni-tutti-quanti.
Il terzo punto, aveva dovuto ammetterlo, gli aveva procurato una fastidiossisima sensazione proprio alla bocca dello stomaco.
Colpito e affondato.
Già, perchè se c'era una cosa che lo aveva fatto stare proprio bene, era stato quando lei aveva deciso di fidarsi lui, nonostante tutta la situazione avesse dovuto portarla a fare l'esatto contrario.



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Adesso era veramente arrabbiata! Nemmeno spaventata, proprio arrabbiata!

Se c'era una cosa che non aveva mai sopportato, quella era la violenza! E Mr. Dixon sembrava proprio uno che la praticasse con troppa facilità! Prima con il suo avvocato, e poi con quel suo amico!
- Okay, diamoci una calmata tutti e due.
Nel dirlo, lo aveva visto passarsi una mano sul viso, proprio come se stesse cercando di togliersi dalla faccia l'espressione minacciosa che gli aveva irrigidito i lineamenti del viso.
- Se no, cosa fai, rifili un diretto anche a me?
Da come era scattato all'indietro, veramente sembrava che fosse stata lei a rifilargliene uno.
- Ehi, ragazzina, io non ho mai picchiato una donna in vita mia, chiaro!
Il tono di voce era stato... indignato! E anche sincero, doveva ammetterlo. Sembrava davvero aver pronunciato la peggiore accusa possibile da rivolgergli.
- Okay, sarà anche vero. Ma resta il fatto che nel giro di soli dieci minuti hai picchiato il tuo presunto avvocato e un tuo amico a cui avevi chiesto di farti un favore! 
- Hill non è un mio amico! E non gli avevo chiesto di fare proprio un cazzo!
Sulla sua faccia era ricomparsa un'espressione truce e la cosa l'aveva spinta nella stessa direzione di prima.
- Vai al diavolo, Mr. Dixon!
Dopodichè aveva fatto dietrofront con l'intenzione di piantarlo lì, solo che pareva proprio intenzionato ad averla vinta lui, perchè si era sentita riafferrare per un braccio.
- Levami le mani di dosso!
Di certo non gliel'avrebbe data vinta, anche a costo di beccarsi un pugno in faccia! Se pensava che la violenza risolvesse ogni cosa, non era certo un tipo adatto a lei, anche se rimaneva il miglior baciatore che avesse mai incontrato sinora! E anche l'uomo più sexy, ovviamente.
- Okay, okay! Però stammi a sentire.
L'aveva lasciata andare subito e la cosa gli aveva fatto riacquistare almeno un punto ai suoi occhi.
- Non so cosa ti abbia fatto credere Hill, ma ti garantisco che io e lui non siamo amici, perciò non gli ho chiesto di fare proprio un bel niente con te! Anzi, lo ha fatto proprio perchè sapeva che mi avrebbe fatto incazzare a morte!
Ed eccola di nuovo davanti al dilemma se credergli o meno! Perchè quel tipo che l'aveva avvicinata, dicendosi amico suo, le aveva fatto vedere un messaggio sul cellulare per convincerla che le stava dicendo la verità.
"Fai in modo che non le succeda niente, oppure ne risponderai a me direttamente".
In effetti, le era apparsa un pò minacciosa come richiesta, ma considerato quello che aveva visto di Daryl, le era sembrato possibile che si rivolgesse così ad un amico. Poi, quell'Hill era stato veramente gentile nell'avvicinarla, le era sembrato molto amichevole, così aveva accettato di andare a ballare con lui. Certo, la vecchia Beth non l'avrebbe mai fatto, ma quella che si trovava lì a Las Vegas, sembrava prendere delle decisioni molto più impulsive e avventate.
- Mi ha fatto vedere un messaggio sul cellulare e arrivava da te. Diceva che non doveva succedermi niente, se no ne rispondeva direttamente a te!
- Che figlio di puttana!
Sembrava davvero incavolato, ma anche sorpreso, per quello che era successo.
- Gli ho mandato sì, quel messaggio, ma non oggi!
- Però, in ogni caso, vi conoscete! Potevi anche reagire diversamente con lui!
- Ragazzina, tu non hai idea di quanto sia viscido quel tipo!
Okay, la situazione attuale era questa: una parte di lei voleva credergli e dargli un'altra possibilità, l'altra voleva troncare con lui ogni tipo di contatto, se non quello necessario ad uscire dal loro "matrimonio".
- Prova a spiegarmelo, magari allora ti crederò!
Ecco, la parte che voleva dargli un'altra possibilità sembrava prevalere sulla parte, sicuramente più assennata, che voleva piantarlo lì.
- C'è poco da spiegare, è viscido e basta.
- Okay, il mio numero ce l'hai. Chiamami se devo firmare qualcos'altro, io me ne torno in albergo.
La parte assennata aveva gridato talmente forte nella sua testa, che non aveva potuto ignorarla. Quella storia finiva lì, per lei.
- Okay, va bene. Ti accompagno.
Quindi anche per lui! Bene, meglio così. Almeno stava cercando di convincersi che fosse così.
- Non ti disturbare, prendo un taxi.
E grazie al cielo, alla fortuna, al destino, insomma a qualsiasi cosa fosse stata, si era buttata giù dal marciapiede per fermarne uno che stava passando proprio da lì. E c'era pure saltata su al volo, per non lasciare che la parte di lei completamente presa da Mr. Dixon avesse il tempo di protestare.



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Era rimasto letteralmente come un coglione, su quell'angolo di marciapiede. Aveva visto Beth schizzare a bordo del taxi, e prima che potesse imprecare sulla sfiga che ne passasse proprio uno di lì in quel momento, lei si era dileguata davvero.
- Oh, sveglia fratellino!
La mano di Merle gli era passata davanti agli occhi, riscuotendolo dal rivivere per l'ennesima volta la discussione che aveva avuto con Beth, ridandosi per l'ennesima volta dello stronzo da solo.
Primo perchè non riusciva a superarla, secondo perchè ci stava male da cani.
Quando mai era stato così male per una donna?
Donna, Beth era davvero una ragazzina al suo confronto! Solo per quello avrebbe dovuto tirarci una riga sopra e passare oltre.
Solo che non ci riusciva, dannazione!
- Dove gareggi stasera? Black Hill o Tornado Valley?
Che cavolo gli aveva fatto quella ragazzina?
- Daryl, penso proprio che andrò a farmi un giro con la tua bambina e darò fondo al contachilometri.
- Provaci e non ti riconosceranno nemmeno dai denti, perchè sono i primi che ti romperò, uno ad uno.
Aveva guardato negli occhi suo fratello, trovandoci una cazzo di espressione troppo divertita.
- Ah, allora non sei del tutto partito sul pianeta "amore".
Bè, era lui ad essere un coglione, perchè da quando aveva messo piede nel suo studio, aveva passato praticamente tutto il tempo perso nei suoi pensieri. E siccome Merle, per quanto fosse stronzo, rimaneva comunque la persona che meglio lo conosceva al mondo, non aveva fatto fatica a capire cosa ci fosse nella sua testa.
- Coglione.
- Potresti farti un nuovo tatuaggio. Un bel cuore trafitto da una freccia di nome... Beth!
Ovviamente era stato pronto a schivare il posacenere che gli aveva lanciato addosso e che si era frantumato sulla parete opposta.
- Mi devi due dollari, fratellino.
- Te li do, certo, arrotolati su per il buco del culo.
Merle se l'era ghignata ancora, e forse la cosa migliore che poteva fare era andarsene da lì.
- Ora che sei sposato, dovresti moderare il linguaggio. La bambolina non mi sembra tipo da apprezzare certe cose...
Fanculo!
Tra tutte le cose che poteva dirgli Merle, quella era stata la peggiore. Lo aveva punto proprio sul vivo, maledizione!
Mr. Prendo -a-pugni-tutti-quanti era un'accusa che gli bruciava come se fosse stata una scottatura permanente! Aveva persino insinuato che lui potesse arrivare a colpirla!
- Ah, fratellino, stai proprio messo male! A quest'ora avresti dovuto già tentare di colpirmi un'altra volta!
"E terzo, non credo di essere più al sicuro con te, che non qua in giro da sola."
Quella era decisamente stata la cosa che lo aveva steso più di tutte! Perchè lui, che fosse dannato, voleva invece che lei pensasse esattamente l'opposto!
- Me ne vado.
Detto fatto, si era alzato e aveva afferrato il casco abbandonato sulla poltrona accanto.
- Vai in chiesa a confessarti? Ripulirti dei tuoi peccati mi sembra una buona idea prima di ripresentarti da lei!
Merle si stava proprio divertendo un mondo, e forse gliel'avrebbe anche fatta pagare, ma dopo che fosse riuscito a rimettere a posto le cose con Beth.
- Forse lo farò... oggi, però, inizia tu. Credo che la tua lista sia più lunga della mia, fratellone!
Il dito medio che gli aveva mostrato Merle era stato il saluto meno violento che potesse ricevere, visto che gli aveva spiattellato in faccia la verità. Tra loro due, era stato lui a farsi sei anni di galera, dopotutto.
Okay, lui non era proprio uno stinco di santo, certo aveva l'abitudine di menare un pò troppo spesso chi gli stava intorno, però non era il criminale che forse adesso lei pensava che fosse.
Avrebbe fatto cambiare idea a quella ragazzina.
Voleva riuscirci sul serio, perchè non voleva che tra loro le cose finissero così.
Era inutile girarci intorno, la verità era che non voleva affatto che le cose tra loro finissero, almeno non ancora.



*Angolino autrice che è crudele*

Ah, Mr. Dixon mi sta dando delle grandi soddisfazioni! E' figo, è sexy, certo un pò diavoletto lo è... però, è anche tanto geloso della sua ragazzina, per cui come si fa a non perdonarlo?
Vedrò di mettere una buona parola per lui con Beth, che di certo sta dimostrando di essere un bel tipetto anche lei! Per la prima volta, infatti, la immagino proprio come un bel peperino che saprà tenere testa a Mr.-prendo-a-pugni-tutti-quanti. XD
Sapete che questa è la mia storia leggera, per cui... divertiamoci insieme, se vi va!
Ancora baci.
Serena

  
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