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Autore: Bad Devil    18/08/2016    0 recensioni
Il sole era già alto, gli uccellini canticchiavano fastidiosamente fuori dalla finestra e dalla cucina proveniva un odore insolitamente dolciastro di biscotti.
Ancora, però, non aveva idea di come fosse finito in quel letto.
[Scriddler / RiddleCrow]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: L'Enigmista, Scarecrow
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: “Cinnamon”
Autore: Cadaveria Ragnarsson
Fandom: Batman
Personaggi: Jonathan "Scarecrow" Crane; Edward "Riddler" Nygma
Pairing: Scriddler / RiddleCrow
Genere: Fluff
Avvertimenti: Accenni di slash e violenza
Rating: PG
Disclaimer: I personaggi presenti in questa storia non sono reali, né di mia proprietà. Inoltre sono maggiorenni. Non ho nessun diritto legale su di loro a differenza degli autori e, dalla pubblicazione di questo scritto, non vi ricavo un benché minimo centesimo.




Cinnamon

Era insolito per Jonathan svegliarsi così tardi, la mattina.

Come evidente dalle profonde occhiaie presenti sul suo viso, si poteva quasi dire che l’ex professore non dormisse affatto, abituato a lavorare a ritmi disumani nel proprio laboratorio e mantenendosi in forze con il solo ausilio di saltuari pasti calorici, integratori e fin troppo caffè.

Quella mattina, però, Jon si era risvegliato nel letto dell'appartamento di Edward, svestito della maglietta e con un gran mal di testa. Non sapeva spiegarsi cosa fosse successo, né come fosse arrivato all’appartamento del compagno, o che ora fosse, ma il sole era già alto, gli uccellini canticchiavano fastidiosamente fuori dalla finestra e dalla cucina proveniva un odore insolitamente dolciastro di biscotti.

Biscotti.

Ancora, però, non aveva idea di come fosse finito in quel letto.
L'ultima cosa che ricordava era di aver iniziato produrre fiale su fiale della propria tossina, poi il buio più totale.

Si alzò con fatica dal letto, realizzando solo in quel momento di aver una mano fasciata, dolorante al punto da impedirgli di far leva su di essa e sostenersi. Lentamente si avviò verso la porta della camera, andando poi oltre il corridoio e verso la cucina.

"Edward...?" chiamò, cercando con lo sguardo la figura del compagno.
Questi era piegato a terra a raccoglier qualcosa e, nella sorpresa di trovare Jonathan in cucina, rialzandosi aveva battuto la testa contro il tavolo. Imprecò e si massaggiò la parte lesa, volgendo poi uno sguardo di apprensione e rimprovero all’altro.

"Cosa fai in piedi, torna subito a letto."

Jonathan aprì la bocca per replicare, ma nessuna risposta sembrò essere adeguata al contesto.

"Perché?" chiese infine, ovvio.

"Come sarebbe a dire perché?", replicò l'altro, quasi oltraggiato.
“Sei stato incosciente per due giorni.”

Jonathan inclinò il capo di lato, incerto se credergli o meno, notando solo ora che sul collo dell’Enigmista spiccavano dei segni violacei e simmetrici.
La presa sulla sua gola doveva esser stata forte e, chiunque l’avesse causata, doveva aver avuto seria intenzione di strangolarlo.

Il rosso sbuffò annoiato, appoggiandosi al tavolo dietro di sé ed incrociando le braccia al petto.

"Due giorni fa sono passato al tuo laboratorio e ti ho trovato per terra. Devi essere svenuto."

Jonathan però sembrava non voler comprendere.
Aveva avuto un blackout di due giorni? Non ricordava di aver avuto un qualche incidente in laboratorio... qualunque cose fosse successa, doveva esser stata causata dalla mancanza di sonno.
Oltretutto, non spiegava i segni sul collo di Edward.

"Torna a letto, Jon." ripeté ancora il rosso, spingendolo verso il corridoio, ma il chimico rimase immobile, posando ancora lo sguardo sui lividi dell’altro.

"Cosa ti è successo?" Domandò.

Edward abbassò lo sguardo e tacque un istante, prima di mostrare al compagno entrambe le mani, ricoperte di cerotti qua e là.

"Niente di grave, solo un piccolo incidente ai fornelli."

Era più che evidente che quello fosse nulla più di un debole espediente per cambiare argomento, ma Jon decise di reggergli il gioco e assecondarlo, iniziando a immaginare ipotesi su ipotesi che potessero giustificare quell’atteggiamento.

"E da quando ti diletti in cucina?"

Ed non rispose immediatamente, valutando quanto fosse il caso di dare spiegazioni. Sapeva di essere un ottimo cuoco, lo sapevano entrambi, ma era comunque insolito che si mettesse ai fornelli.
Jonathan rimase in silenzio, in attesa; Edward avrebbe dovuto confessare.

"...volevo prepararti qualcosa. Chissà quando è stata l'ultima volta che hai mangiato decentemente."
Era preoccupato per lui, forse, ma continuava a nascondergli la verità.

"Cosa mi è successo alla mano?" Chiese infine, vedendo Ed irrigidirsi e distogliere lo sguardo.

“Niente, solo qualche graffio-”

Edward.

L’altro inspirò profondamente e chiuse gli occhi qualche istante, prima di accettare di dirgli la verità.

"Due fiale di Fear Toxin ti si sono rotte in mano quando sei crollato."

Jon deglutì a vuoto, pallido.
Ora tutto quanto iniziava ad avere un senso.
Se quel che Edward aveva detto era vero, l’assunzione della propria tossina doveva aver scatenato Scarecrow, facendogli perdere il controllo.
Questo spiegava il blackout, le ferite e i lividi di Edward, almeno.

"Quindi tu..."

L'altro, però, gli voltò le spalle, rifiutando persino di guardarlo.

"Ho dovuto metterti k.o. con taser. Non ne voglio parlare."

Jonathan allora lo abbracciò da dietro, chinandosi quanto sufficiente per appoggiare il mento sulla sua spalla.

“Mi dispiace...” Era già successo che Scarecrow avesse la meglio su di lui, sfuggendo al suo controllo, ma in passato Jon era stato presente per provare a gestire la situazione, mentre questa volta Edward aveva dovuto cavarsela da solo.

Crow avrebbe potuto, persino, ucciderlo...

Edward posò una mano sulla guancia dell’altro, provando a rassicurarlo.
Era stato un incidente, non ne faceva una colpa a Jonathan. Scarecrow era pericoloso e instabile, geloso di Jon al punto da essere disposto da fare a pezzi chiunque gli si avvicinasse, se intenzionato a nuocergli.

Data la natura del suo rapporto con Jon, Scarecrow lo odiava per essere riuscito ad avvicinarlo così tanto e avere la possibilità di spezzarlo, se solo lo avesse voluto. La sola idea che qualcuno avesse così tanto potere sul suo Jonathan, gli era insopportabile, alimentando quindi il suo odio nei confronti di Edward.
Crane gli cinse la vita con un braccio, mentre con l'altro, proteso verso il tavolo, rubò un biscotto. Diede un morso e assaporò lentamente, prima di dare al rosso un bacio sullo zigomo.

"Cannella... i miei preferiti" commentò, dando un altro morso e strofinando il volto contro quello di Edward che si agitava tra le sue braccia, impacciato dall'improvviso affetto ricevuto.

"N-non ero sicuro lo fossero, ho cercato di ricordare quando me ne avevi parlato, ma ero in dubbio tra questi e-"
Jonathan lo interruppe, voltandolo verso di sé per dargli un bacio.
Non approfondì il contatto, ma gli prese il volto tra le mani, riuscendo a tranquillizzarlo.
Quando si distanziarono, Jon gli regalò un sorriso stanco ma davvero grato.
Dopo tutto quello che era successo, era il minimo.

"Sono buonissimi, Ed."

L'espressione del rosso mutò con una velocità spaventosa, dapprima lieta e impacciata, ora sembrava piccata e furiosa.

"Si, beh, non abituartici." Sbottò, ancora tra le sue braccia.
"Se succede ancora una cosa del genere ti ammazzo."

Jonathan, però, non poté fare a meno di sorridere.





End
Cadaveria†Ragnarsson

  
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