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Autore: Iry00    19/08/2016    1 recensioni
Alcuni dicono che niente dura per sempre, che tutto finisce; altri sanno vedere l'infinito in ogni cosa.
Peter, Susan, Edmund e Lucy credevano che niente sarebbe cambiato, non pensavano di aver solamente sognato per tanto tempo...
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edmund Pevensie, Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno il sole sembrava abbracciare tutto il cielo e i suoi raggi coloravano d’oro la spuma del mare. L’aria profumava d’estate e la brezza del mattino accarezzava dolcemente i petali dei fiori e le chiome dei grandi alberi vicino al castello di Cair Paravel.
Peter, Susan, Edmund e Lucy stavano facendo colazione nella Sala Grande rischiarata dalla calda luce del giorno assieme ai loro più cari amici, intenti a raccontarsi le ultime novità con la bocca piena di burro, marmellata, toast e soffici dolci alla panna e fragole.
-Signor Tunmus- chiese il Signor Castoro al fauno che gli sedeva difronte, con un pasticcino alla crema nella zampa destra – come sta andando con il tuo orto? L’altro giorno sono dovuto andare a Calormen per comprare altre reti da pesca e ho trovato delle strane piante che potrebbero interessarti… –
- Oh- gli rispose il fauno con la voce velata di tristezza e rabbia – Ti ringrazio molto per il pensiero caro Signor Castoro ma mi vedo costretto a declinare la tua offerta. –
- E posso sapere perché, se non sono indiscreto? Pensavo andassi molto fiero delle tue piante… -
- Oh sì certo. Però…ho capito che i fauni non sono molto bravi con cose del genere. E poi… be’ se devo dirla tutta i piccoli satiri e i fauni dispettosi nelle notti di luna piena, durante le loro danze di mezzanotte, mi hanno calpestato tutto quanto e quindi… -
Intorno alla tavola nessuno riuscì a reprimere un sorriso a quella storia e Lucy, per non ferire i sentimenti del suo amico, nascose il volto nel bicchiere di succo d’arancia ghiacciato.
- Avete saputo della festa che le ninfe vogliono organizzare per la fine dell’estate? –
Domandò in fretta la Signora Castoro a nessuno in particolare per togliere dall’imbarazzo il fauno, rivolgendo un’occhiata omicida al marito che non tentava neppure di nascondere il suo divertimento.
- Oh sì – fece Susan battendo le mani – Non vedo l’ora. Ci saranno i migliori musicisti di tutto il regno e Peter ha chiesto a Bacco litri e litri del suo ottimo vino. –
- Ma sorella – si intromise Edmund divertito -  Non è un po’ presto? Siamo solo a metà luglio! –
Susan per tutta risposta lo ignorò e continuò a parlare in tono entusiasta con la Signora Castoro che l’ascoltava con interesse.
- Speriamo solo che il tempo si mantenga sereno altrimenti i centauri non potranno leggerci il destino nelle scie delle stelle più luminose e io non potrò indossare l’abito di seta turchese! –
- Eh sì, sarebbe proprio una catastrofe – disse ironicamente Peter e mentre tutti ridevano Susan gli lanciò una manciata di finissimo zucchero in faccia, sorridendo soddisfatta.
Quando, a volte, arrivavano al castello messaggeri di ricchi sovrani di terre lontane o i re delle provincie vicine si sorprendevano sempre dell’atmosfera a Cair Paravel.
La storia dei quattro re che avevano sconfitto la Strega Bianca garantendosi il favore di Aslan, delle loro numerose battaglie vinte per stabilire la pace nel regno e la serenità che vi era ora a Narnia non era un mistero per nessuno e chissà perché, vedendoli per la prima volta, tutti rimanevano un po’ delusi da Re Peter il Magnifico, Re Edmund il Giusto, la Regina Susan la Dolce e la Regina Lucy la Valorosa.
Forse perché si lanciavano lo zucchero a colazione o giocavano a palle di neve a Natale.
Forse perché prima di essere re e regine erano Peter, Su, Ed e Lu, quattro fratelli che in un altro mondo, in un lontano anno di guerra, avevano scoperto la magia di un posto chiamato Narnia in un grande armadio tra morbide pellicce.
Era ancora presto quando un giovane cavallo nero giunse al castello, tanto emozionato da non riuscire a restare fermo.
- Benvenuto a corte, giovane… -
- Mi chiamo Bor­ –
- Che cosa sei venuto a riferisci? – lo salutò Peter, comodamente seduto sul suo trono di marmo.
- Maestà, sono venuto a darvi una grande notizia: io e i miei compagni abbiamo visto il cervo bianco a nord del bosco di lanterna perduta. –
- Sei sicuro, giovane cavallo? – gli chiese Edmund mettendosi seduto un po’ più dritto e prestando maggiore attenzione.
- Si Sire, ne sono certo. –
Non erano trascorsi che pochi minuti che i quattro sovrani, in sella ai loro fidati destrieri e seguiti da un’ingente scorta, si stavano già dirigendo verso la foresta indicata dal cavallo nero. Erano emozionati e cavalcavano veloci nella calda mattina di luglio sperando di catturare quel leggendario animale che, secondo le leggende, era capace di esaudire i desideri.
Ad un certo punto Peter, Susan, Edmund e Lucy superarono il folto gruppo di fauni, satiri, centauri, cani e molti altri animali parlanti ritrovandosi in una radura, senza alcuna traccia del cervo.
- Conviene procedere a piedi. La vegetazione è troppo fitta. - propose Peter e gli altri, acconsentendo, smontarono da cavallo.
- Fratelli, non vi sembra che tutto, dagli alberi al lampione, abbia un’aria familiare? – fece Susan.
- Hai ragione sorella, ho come la sensazione di essere già stata in questa foresta molto tempo fa, come in un’altra vita o in un altro tempo. Ma non è possibile e… -
- Lucy? Tutto bene? –
La regina si era fermata, le morbide labbra aperte in un’espressione confusa e sorpresa.
- Sorella stai bene? Qualcosa non va? –
Ma Lucy, ignorando le domande di Peter, iniziò a correre in direzione del lampione, spostando con le mani i rami degli alberi.
All’improvviso i quattro sovrani si trovarono a camminare tra morbidi cappotti respirando l’odore di naftalina e canfora che, come aveva spiegato Susan tanto tempo prima, servivano per allontanare le tarme.
- Non spingere! –
- Mi stai pestando il piede! –
- Eh spostati! –
- Vai più dietro! –
Poi, tutto finì.
Le porte dell’armadio di spalancarono e guardandosi l’un l’altro videro soltanto Peter, Susan, Edmund e Lucy stesi a terra, con la pioggia che picchiettava sulle finestre della Grande Stanza Vuota.
 Le spade dall’elsa d’oro e pietre preziose di Peter e Edmund erano scomparse, così come l’arco di Susan e il cordiale di Lucy. Le corone, i mantelli e gli abiti  regali erano stati sostituiti dai loro vestiti di sempre.
- Non è possibile. Sto sognando, vero? –
Lucy si guardò attorno ma non riuscì a vedere i fiori, l’erba e l’azzurro dell’infinito cielo di Narnia.
- No, siamo tornati indietro Lu, in Inghilterra. Siamo solo di nuovo noi e… basta… -
***
- Vorrei proprio sapere dove sono andati a finire i nostri re e regine! Insomma, è ora di pranzo! – si lamentò il Signor Castoro nel giardino del castello, scrutando l’orizzonte in attesa dei quattro sovrani.
- Oh Signor Castoro l’età ti rende sempre più insopportabile.
La caccia al cervo bianco è più importante del tuo stomaco! – ribatté spazientita la moglie.
Quando il sole si tuffò nel mare e in cielo iniziarono ad apparire l’ombra delle prime stelle, a Cair Paravel tutti erano preoccupati.
La cena si raffreddava nei piatti della Sala Grande e dei sovrani ancora nessuna notizia.
- Se ne sono andati. – disse infine il Signor Tunmus con gli occhi scintillanti di lacrime.
- No non è possibile, non avrebbero mai abbandonato il loro regno in questo modo, mai! –
Eppure tutti sapevano che il fauno aveva ragione.
Quella notte tutta Narnia pianse come non aveva mai fatto, sentendosi abbandonata da chi l’aveva amata più di ogni altro, da quei re e quelle regine che, ne era certa, non avrebbe mai dimenticato.
Quella notte, mentre la luna rischiarava il blu del cielo, nessun fauno uscì per danzare nella sua morbida luce, nessuno parlava o rideva, tutti erano tristi.
Quella notte d’estate Narnia giurò che avrebbe ricordato per sempre il coraggio e la lealtà di Re Peter il Magnifico, la saggezza e l’audacia di Re Edmund il Giusto, la gentilezza e l’amore della Regina Susan la Dolce e gli occhi luminosi e il suono della risata spensierata della regina Lucy la Valorosa.
Sì, non avrebbe dimenticato perché “quando si è re e regine di Narnia si è sempre re e regine di Narnia.”
   
 
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