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Autore: bemydaemonblack    19/08/2016    0 recensioni
Un matrimonio, un funerale e un trasferimento le hanno sconvolto la vita. Le hanno spezzato il cuore in mille pezzettini sparsi.
Dylan, Tyler, Silvia, Samantha.
Luke.
Riuscirà a rimettere insieme i pezzi? Riuscirà a trovare finalmente quel sentimento che ha tanto desiderato? Quello di cui ha letto, sognato.
Una storia semplice di una vita complicata.La storia di come ho trovato e perso una parte di me.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ti auguro solo la metà del male

che ho provato io, perché tutto, no,

non riusciresti mai a reggerlo.”

 

Quando ero piccola ero una bambina aperta, solare. Adoravo mio padre, adoravo passare del tempo con lui. Ricordo che quando avevo circa cinque anni, lui faceva finta di truccarmi con i pastelli. Con lui mi divertivo, era lui che mi portava al cinema, era lui che mi spronava a dare il massimo senza pretendere nulla. La mia vita era perfetta con lui in casa. Poi le cose hanno cominciato a precipitare, i miei hanno divorziato, mio padre ha sempre avuto un reddito basso e ha avuto qualche difficoltà all'inizio. Mi ricordo che ogni tanto era triste o arrabbiato con il mondo, perché pensava di non potermi dare quello che meritavo. In realtà tutto quello che volevo ce l'avevo già. Pochi anni dopo mio papà ha conosciuto la sua fidanzata, avevano intenzione di sposarsi. Inizialmente non mi andava proprio a genio l'idea di condividere mio papà con qualcun altro, poi però ho conosciuto lei e sua figlia e ho pensato che, se lui era felice, allora io dovevo essere felice per lui. Contro le mie aspettative le cose non erano cambiate più di tanto, andavo da lui due week-end al mese e lui mi veniva a trovare ogni pomeriggio. Il resto del tempo lo passavo con mia mamma o a scuola. Mia mamma. Probabilmente lei era la persona che mi capiva meno sulla faccia della terra. Ogni giorno era rovinato dalle nostre discussioni, ogni singolo giorno. Fino a ridurmi al non voler più tornare a casa. Ma dovevo. Spesso prendevo in considerazione l'idea di trasferirmi da mio padre, poi però pensavo a lei, questa cosa l'avrebbe distrutta, sapere e sentirsi dire che io preferivo mio padre a lei, l'avrebbe distrutta. Pensavo di poter sopportare il disagio che provavo, di potermi tenere dentro tutta la rabbia, solo per non distruggerla. Ne ero convinta. Fino all'incidente.

Era un pomeriggio come gli altri,quel giorno ero tornata a casa alle 15.00 dopo sei estenuanti ore di scuola, avevo mangiato, come sempre, e mi ero messa a fare i compiti .Papà di solito smontava dal lavoro alle 16.00 ed era a casa mia perle 16.30/17.00 circa. Quel giorno non era venuto. Mi ero preoccupata perché mi diceva sempre quando non riusciva a venire. Era anche vero che spesso io mi dimenticavo, così gli avevo mandato un messaggio. Senza risposta. Avevo provato con la sua fidanzata. Senza risposta. Avevo provato con la mia sorellastra. L'unica risposta che avevo ottenuto era 'non ne ho idea non sono ancora tornati'. Ero davvero preoccupata. Così avevo provato a chiamare mio padre, nulla, non squillava nemmeno. Ero terrorizzata, certo, poteva essere che entrambi i telefoni fossero scarichi, ma allora perché non avvisarmi prima? Pensavo al peggio. Ma non avrei mai creduto così tanto.

Il giorno dopo ho scoperto il tutto grazie ad una mia amica. Buffo vero? Una ragazza viene a scoprire della morte del proprio padre dalla sua compagna di classe. Pioveva. Ricordo di essere arrivata alla fermata prima di Chiara, come al solito del resto. Ricordo di averla vista scendere dalla corriera allegra e rabbuiarsi non appena mi aveva vista. Come al solito io avevo lasciato che lei si avvicinasse a me. 'Mi dispiace per tuo padre Chiara'. Non avevo bisogno di chiedere per cosa, penso che lo sapessi già dal giorno prima infondo. Ma è stato comunque orribile. Il dolore provato era talmente tanto, le gambe non mi reggevano più, e, lasciando andare l'ombrello, caddi a terra, incurante della gente che mi guardava. Ricordo vagamente Chiara che cercava di aiutarmi ad alzarmi, ma invano, ricadevo sempre. Senza la mia roccia, come facevo a stare in piedi? Lui era la mia roccia, sempre pronto a sostenermi, sempre lì quando avevo bisogno. Come avrei fatto a stare in piedi? Tutte domande che mi facevo mentre decine di ricordi mi sommergevano, come la pioggia che mi stava inzuppando. Lui che mi truccava con i pastelli, che mi rimboccava le coperte, che mi accompagnava in sede, lui con la nostra gatta in braccio. Come avrebbe fatto lei? È un pensiero stupido, me ne ero resa conto anche io, eppure in quel momento tutto mi sembrava meglio di stare lì, all'angolo tra due strade, accasciata per terra, a piangere con la pioggia. Così mi ero alzata, ed ero andata a scuola, cercando di non pensare a niente, cercando di far finta di niente, come se lui in quel momento fosse in macchina, sulla strada per andare al lavoro. Dovevo resistere, almeno finché potevo,dovevo farcela. Finché non sarei crollata.

Da quel momento la mia vita è andata a catafascio. Pochi mesi dopo, mia mamma, ritenendo che mi occorresse una figura paterna, mi presentò il suo fidanzato, fino ad allora segreto. Già, mia madre frequentava un uomo senza che io lo sapessi, e quando decide di dirmelo? Quando muore mio padre. Penso di non averla mai odiata tanto. O almeno lo pensavo.

Un mese dopo mi diedero due 'belle' notizie, la prima è che si sarebbero sposati, la seconda che avrei avuto un fratellino o una sorellina. Quello per me fu il colmo. Ricordo di essere uscita di casa sbattendo la porta, ricordo la faccia delusa di mia madre, forse per lei era davvero una bella notizia. Quel giorno avevo cominciato a fumare. Avevo 15 anni, quando ci fu l'incidente, e 16 quando nacque mio fratello, Matteo, e mia mamma si sposò. Non volevo andare alle nozze, ma infondo, mia mamma meritava di essere felice, e poi io ero la sua damigella, non potevo darle buca all'ultimo.

Poco dopo il matrimonio il mio patrigno aveva ottenuto un lavoro in Inghilterra.

'Amore, vedrai che ti abituerai,questo lavoro ci permetterà di avere un sacco di soldi, e tu potrai prenderti quello che vorrai.' continuava a ripetere. Ma non potevo riprendermi mio padre.

   
 
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