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Autore: MadLucy    20/08/2016    1 recensioni
{Harley Quinn - Nightwing | contest!fic}
Harley sorride ancora, diplomatica. «Sono un soldato, esattamente come te. Ciascuno milita per ciò in cui crede. Ogni recluta è sacrificabile ai fini della guerra, nessuno di noi due verrà ricordato. Solo che io non ci ho mai sperato, tu sì.»
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harley Quinn
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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how dare you speak of grace





«Avanti, dimmi il codice.» Dick ha imparato in età piuttosto tenera a disattivare le bombe, ma si risparmierebbe volentieri una responsabilità così ingente, se fosse possibile, tenendo conto che non si sente per nulla infallibile e che il tempo scorre. A quest'ora Bruce dovrebbe aver già individuato il capannone. Non resta che fare il proprio e attendere. «Tagliamola corta per tutti e due.»
Harley Quinn si abbandona a peso morto, lasciando che le corde che le segano il busto dal bacino alle spalle la sorreggano. Ha un pezzo di maschera incollato allo zigomo, l'altra metà consunta e frastagliata sul bordo, a pencolare sotto l'occhio. Un grosso squarcio, incatramato di cenere, le ha aperto la tuta traslucida sul braccio. Sul suo volto c'è una mattanza di mascara amaranto. Dalle punte del copricapo da giullare spunta un paglierino di capelli essiccati di scuro. Fa un sorriso largo e onesto, con un grumo di trucco nella spaccatura del labbro superiore.
«Ormai ci conosciamo da un po'. Non insultarmi, per favore.»
Lui dovrebbe essere a Blüdhaven, non ancora impantanato tra i mostri del suo vecchio armadio, questa ancestralità della solfa. A volte ha davvero ritenuto possibile tirare avanti, dopo la fauna di Gotham, ma un po' dispera.
«È anche nel tuo interesse disattivarla. Non verrà a salvarti prima che la bomba esploda, lo sappiamo entrambi.»
«Allora faremo un bel botto, io e te» sentenzia Harley, ilare. «Ho sempre sospettato di piacerti.»
Dick sospira pesantemente, si siede su un gradino di ferro poco distante dal palo di piombo dove lei è legata. Quante volte lo ha fatto?
«Piaci più a me che a lui, su questo non ci piove.» Se ne va in giro fra quei tetti da abbastanza anni da ricordare anche com'era tutto prima di lei. E dopo di lei. La sua ambasciatrice, il tramite di comunicazione tra Joker e il mondo delle convenzioni, abbastanza consapevole da sapere quando è inutile tentare di capire, quando tacere. Con un piede da lui e un piede ancora tra i comuni assennati, o perlomeno ancora detentrice di un'identità. Un'alunna della società naturalizzata entropica. Una spalla sfarzosa, scenografica, diigente nelle sue prese d'iniziativa, tacita nella sua parlantina. «Non ti sei stancata?»
Harley si stringe nelle spalle. «Potrei chiederti lo stesso.»
«Sì, beh, io da parte mia non me la passo poi male. Vengo, come dire, amato. Non è così dura da sopportare.»
«Se avessi voluto un fesso che mi ama, me lo sarei andato a cercare, non trovi?» Il suo sguardo graffiato di polvere è adagiato sulla cassa della bomba, quietamente. «Io non ho mai preteso da lui niente che non potesse darmi.»
«Penso che tu abbia finito col raccontarti un mucchio di menzogne» commenta Dick. «E che sia un peccato, perchè in fondo non sei cattiva. La passione che dedichi alle imprese di questo essere merita un oggetto che non sia un buco nero.» Non riesce a fare a meno di impietosirsi per lei. Sarà la conoscenza di lunga data che striglia via un po' di rancore, sarà l'ostinazione infantile con cui picchia la testa sempre sullo stesso muro.
«La mia è la passione di una persona, ma è da tempo che non cerca più altre persone come oggetti» replica Harley, quasi dolcemente. Gli fa spalancare le braccia in un gesto scettico.
«E cosa cerca, la distruzione indiscriminata?»
«Una visione. Voi la chiamate etica
Quell'allusione irrita Dick. «L'etica salva vite. Tu vuoi morire per una filosofia che condanna persino la tua.»
Harley lo punta dalla sua angolazione obliqua, il mento basso, gli occhi in alto, oltre il margine della maschera, dal recesso del proprio agguato.
«Sai cos'è la fregatura? Che se mister J per capriccio volesse, sarebbe disposto a mandare in malora una città, un continente, per salvare me. Il tuo mister B lo prenderebbe in considerazione?» gongola. Nightwing non batte ciglio.
«Per me è un pensiero consolante. Non vorrei mai che lo prendesse in considerazione. È una fortuna per tutti noi che ci sia qualcuno in grado di prendere queste decisioni.»
Lei canticchia in falsetto, trionfante, come se avesse concluso una confutazione schiacciante. «Penso che tu abbia finito col raccontarti un mucchio di menzogne.»
«Ah, sì, molto divertente» grugnisce Dick. «Da ginnasta a ginnasta. Ma tu non otterrai un bel niente alla fine di tutto questo.»
Harley sorride ancora, diplomatica. «Sono un soldato, esattamente come te. Ciascuno milita per ciò in cui crede. Ogni recluta è sacrificabile ai fini della guerra, nessuno di noi due verrà ricordato. Solo che io non ci ho mai sperato, tu sì.»
Con il torace sporto fieramente contro le funi, il viso scolpito e ammaccato, sembra la polena di un relitto deteriorato dall'acqua salata. Dick si domanda se sia davvero facile, se ti arruolino così, che, quando sei lì che brancoli in latenza, qualcuno accende la luce, ti innesca, e allora appartieni a una fazione.
«La gloria non è l'unica commemorazione possibile» obietta. «Non quella su cui conto.»
Harley scuote il capo, beffarda. «Se oggi moriremo, tu lo farai deluso e io ridendo.»
«Se oggi vivremo, io so dove tornerò» ribatte Dick. «E tu?»
«Anch'io.»
«Perfetto.»
«Allora siamo a posto.»
«Certamente.»
Fra i due, si dice tra sè, ritiene comunque di essere il più ridotto male. Adesso che si ritrova a fare confessionali con Harley Quinn, ha definitivamente bisogno di una vacanza. Nel frattempo, senza nessuna ragione apparente, il timer della bomba s'interrompe e la luce rossa lampeggiante si spegne. Ah, fantastico. Rimane solo da capire perchè diavolo volesse metterci sulle tracce di questo diversivo e quale sia il reale obiettivo.
«Sembra ci ci sia andata bene» sbuffa. Harley, dal momento dello spegnimento della bomba in poi, ha iniziato a sghignazzare sguaiata, dondolandosi così forte da strappare una corda.
«Oggi il timballo di pettirossi manca dal menù» trilla. «Raccontami, chi si ricorda di Jason?»
È convinta che questo sia lo scacco della sua verità a quella di Dick. Lui s'irrigidisce, per un istante non c'è riparo. Poi sopraggiunge la compassione.
«Eppure, se mister J per capriccio volesse, avresti potuto esserci tu al suo posto.»
«È questo» biascica Harley, il collo piegato come una campanula, «è questo il tuo scacco, ragazzino!»
Esce prima di poterla sentire. 
  
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