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Autore: I_Hate_Love    20/08/2016    0 recensioni
La storia parla di una ragazza che ha perso una persona a lei molto cara ma un giorno incontro un amico di vecchia data e nasce qualcosa ma si sa che i momenti belli durano poco.
Da quel giorno dovrà affrontare delle decisioni molto importanti sulla sua vita.
Farà delle decisioni giuste o sbagliate?
Chissà cosa accadrà...
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Tristezza e malinconia.

Sono gli unici sentimenti che sto provando da tre giorni, tre giorni da quando se n’è andata mia nonna, non mi piace dire che è morta mi da una sensazione di fine, invece lei è ancora con me e la mia famiglia solo che invece che esserci con il corpo ci guarda dall’alto, sono tre giorni che praticamente non parlo e non mangio, non che mi faccia male dato che dovrei veramente perdere un po di chili.
Oggi c’è stato il funerale, c’era la chiesa piena di persone, non me lo aspettavo però diciamo la verità, mia nonna era veramente una persona stupenda, tutti le volevano bene.
Ora sono al cimitero, da sola, non volevo nessuno con me, solo io e lei, come sempre.

  Antonietta Stella
24-09-1946 / 05-01-2015
Sarai sempre nei nostri cuori
Ti vogliamo bene

Questo è quello che c’è scritto sulla lapide, la sto fissando da almeno 10 minuti, non mi sembra ancora vero che tutto è finito, è accaduto tutto troppo in fretta che non me ne sono neanche resa conto.
Mi inginocchio per terra per vedere bene la foto, è stata una delle ultime foto che le abbiamo scattato, era alla cresima del figlio di un nostro parente sembrava cosi felice e tranquilla, negli ultimi mesi era tutto cambiato, la vedevo così triste e stanca come se non vesse più voglia di vivere.
Le metto le rose rosa insieme a dei fiorellini azzurri nel vaso che abbiamo messo apposta per i fiori con il gambo, non sono colori scelti a caso, da piccola le dicevo sempre che quando se ne sarebbe andata le avrei portato al cimitero dei fiorellini azzurri e rosa ed è così che farò come le avevo promesso fin da piccola, non so come mai che era venuto fuori questo discorso ma anche se ero piccola quando ne parlavo sapevo di cosa si trattava.
Fa molto male stare qua a guardare un pezzo di marmo, quando sai che tua nonna è sotto terra, è stata come una mia seconda mamma e se n’è andata per SEMPRE ed è la prima volta in quei tre giorni che realizzo veramente cosa è successo e non riesco nemmeno a reggermi in piedi che cado per terra con le ginocchia singhiozzando.
Mi sento tirare su da terra e abbracciare, non ho la più pallida idea di chi sia dato che ho gli occhi serrati, ma dal corpo sembra un uomo. Dopo qualche minuto di pianto isterico apro gli occhi e mi accorgo che il ragazzo davanti a me è Federico, il mio amichetto di quando ero piccola.
Mia nonna gli faceva da baby-sitter e quando eravamo piccoli giocavamo insieme, è stato come un secondo nipote per mia nonna e per lui sono quasi sicura che fosse stata come una seconda nonna.
Era da anni che non lo vedevo e prima in chiesa c’erano sua mamma e suo papà ma non lui, ed ora eccolo li che mi guardava preoccupato e cercava di capire se sarei riuscita a stare in piedi da sola, è esattamente come lo ricordavo, alto, moro, magro ma forse con qualche muscoletto in più e le fossette sulle guance, abbiamo 4 anni di differenza io 18 e lui 22.
Appena mi riprendo definitivamente mi stacco e mi asciugo le lacrime con il braccio, Federico mi passa un fazzoletto e mi soffio il naso, si inginocchia anche lui e mette dei fiori sulla lapide e osserva molto attentamente la foto, poi si rialza lentamente e mi guarda. 

«Ti va di andare a bere qualcosa?» mi chiede sottovoce come se avesse paura di spaventarmi. Annuisco soltanto, non riesco a parlare sto cercando di non mettermi a piangere di nuovo e ho tutto il magone in gola.
«Sono con la macchina» riesco a dire con un po’ di fatica.
«Perfetto io ero qua vicino da un mio amico e sono a piedi.»
«Hai la patente?» gli chiedo e lui annuisce.
«Potresti guidare tu io non ce la faccio in questo momento» gli dico con gli occhi lucidi pronti a far uscire altre lacrime.
«Certo> mi dice guardandomi teneramente «Bella cos’è un Audi A1?»
«Si, è stato l’ultimo regalo che è riuscita a farmi mia nonna beh prima che se ne andasse. L’abbiamo vista un giorno mentre stavamo facendo un giretto solo io e lei, era usata e in vendita e me ne sono subito innamorata, allora abbiamo chiamato il numero che c’era sopra il cartello e il proprietario ci ha raggiunte, ce l’ha fatta vedere all’interno, i kilomentri erano pochissimi per essere un’auto usata e aveva soltanto 4 anni» racconto tutto con un sorriso che mi incornicia le labbra ricordando uno degli ultimi ricordi legati a mia nonna «poi a natale tutti i miei parenti erano a casa mia e ho sentito suonare un clacson, subito non ci ho fatto più di tanto caso ma dopo un po che continuava a suonare mi sono affacciata alla finestra e appena ho visto quella macchina mi sono fiondata fuori casa con indosso soltanto un vestitino maniche corte e ho abbracciato fortissimo mia nonna, le ho detto che non doveva che potevo aspettare e che sarà costata un’occhio della testa e lei mi ha risposto che il prezzo era veramente basso per quella macchinina molto carina e messa molto bene e ha detto che quando l’avevo vista mi si erano illuminati gli occhi e non è riuscita a farne a meno di comprarmela per vedere di nuovo i miei occhi così contenti, in effetti quel giorno era stato davvero stupendo, avevo una macchina bellissima ancora prima di fare l’esame di pratica, anche se l’esame sarebbe stato due giorni dopo, ma comunque avevo già un’auto, e avevo tutta la mia famiglia insieme a me ed ero contentissima ma quel periodo è durato poco, come tutte le cose belle durano poco. Scusa non so perché ti sto raccontando questa cosa probabilmente non ti interesserà nemmeno.»
«No invece, mi interessa molto, era da un po di tempo che non vedevo la nonna e mi interessa sapere cos’ha combinato nell’ultimo periodo» gli faccio un sorriso triste mentre  Federico stava guidando in una direzione che non conoscevo molto bene.
«Dove stiamo andando?»
«Ti faccio vedere un posto dove la nonna mi portava spesso quando ero piccolo.»

Dopo 10 minuti di tragitto arriviamo davanti a una piccola pasticceria molto graziosa, entriamo e ci sediamo ad un tavolino, mi guardo intorno ed è veramente molto carino questo posto, stile antico e molto tranquillo.
«Sai mi portava sempre qua quando uscivo da scuola, io adoro la cioccolata e qua hanno la migliore del mondo, un giorno che mi venne a prendere fuori da scuola continuavo a insistere che volevo mangiare la cioccolata allora stufa di ascoltarmi mi portò qua e mangiai di tutto, mia mamma non prendeva mai la cioccolata a casa perché diceva che non fa bene, e lei non avrebbe dovuto farmi mangiare così tanta cioccolata, ma da li divenne un abitudine e quasi tutti i pomeriggi venivamo qua era il nostro piccolo segreto, io non lo dissi mai a mia mamma e lei non glielo disse mai facemmo tutto in segreto senno se lo avesse saputo si sarebbe arrabbiata con tutti e due» disse ridendo alle ultime parole, io lo ascolto molto attentamente e in silenzio, sembrava che anche lui avesse un po la voce incrinata a raccontare la storia.
«Non la sapevo questa cosa, non me l’aveva mai raccontato» gli dissi.
«Si un giorno le avevo chiesto di non dirlo a nessuno,mai,che volevo che restasse il nostro segreto sennò non sarebbe più stata la mia “nonna”, e a quanto pare veramente non l’ha mai detto a nessuno. Le volevo veramente molto bene anche se non era mia nonna di sangue.»

«Ciao ragazzi cosa prendete?»  ecco la cameriera a rompere la nostra bolla di malinconia che si era creata.
«Due cioccolate normali e due fette di torta che fate voi al cioccolato per piacere» dice Federico  ordinando anche per me.
«Io e la nonna ordinavamo sempre questo quindi spero non ti dia fastidio se ho ordinato anche per te, volevo farti vedere cosa mangiavamo quando venivamo qua.»
«Tranquillo, anzi mi fa molto piacere sapere cosa prendeva, è sempre qualcosa in più che so su mia nonna.»
La cameriera ci porta le nostre ordinazioni e appena assaggio la nostra merenda capisco il perché venivano qua quasi tutti i giorni, penso di avere gli occhi a cuoricino da quanto sono buone queste cose.
«Oddio è davvero buonissima sia la cioccolata e sia la torta.»
«Gia, a volte facevamo anche il bis.»
Continuammo a parlare di mia nonna e dei ricordi che ci venivano in mente, dopo un oretta ci alzammo dal tavolo e pagò Federico anche per me.
«Grazie mille, non dovevi.»
«E di che, siamo con la tua macchina è il minimo che ti offra la merenda.»
«Grazie ancora, ti porto a casa per sdebitarmi» gli dissi scherzando, wow la prima battuta da giorni ormai. 

Il tragitto fu molto silenzioso eravamo tutti e due avvolti nei nostro pensieri, appena arriviamo sotto casa sua, una palazzina gialla con i balconi grandi e pieni di vasi con fiori, esco dall’auto e lo accompagno al cancellato.
«Grazie mille Federico, mi ha fatto bene stare con te oggi, sono state le mie prime ore da giorni che non piangevo» mi sorride con quelle fossette adorabili e lo abbraccio di slancio.
«É stato un piacere per me. Sai quando ti ho vista prima non mi aspettavo di vederti così, mi ricordavo di te da più piccolina invece mi sono ritrovato davanti una donna ormai e per di più molto bella» arrossisco al suo discorso e cerco di sdrammatizzare per far andare via il mio imbarazzo, non sono abituata ai complimenti da parte di ragazzi.
«Che discorso da uomo» dissi scherzando «comunque grazie mille.»
«Ehi io sono un uomo» disse anche lui scherzando e ci mettemmo a ridere entrambi.
«Peccato che sia troppo tardi» mi disse accarezzandomi una guancia teneramente.
«Che vuoi dire?»
«Vorrei uscire ancora con te e farti sorridere come oggi ma domani devo partire.»
«Dove vai?»
«Vado a vivere a Londra, vado a terminare l’università la e ho gia trovato anche un lavoro.»
«Wow, non me lo aspettavo è davvero una bella cosa» gli dico davvero contenta per lui ma un po triste dato che oggi sono stata davvero bene con lui e pensavo che potessimo uscire ancora.
Mi abbraccia e mi da un bacio sulla fronte «Fai la brava e stammi bene, la prossima volta che ci vedremo voglio vederti felice» mi dice mentre sono stretta tra le sue braccia, mi mancava era da un po’ di anni che non lo vedevo e ora non lo vedrò per molto altro tempo.
«Se ci vedremo ancora» gli dico triste.
«Si vedrai che ci vedremo ancora, tornerò ogni tanto non starò sempre la e poi mia mamma chissà cosa farà se ogni tanto non mi vedrà diventerà pazza» mi dice accarezzandomi per l’ultima volta la guancia, lo guardo, lo saluto e salgo sulla mia macchina.

Gia i momenti belli durano veramente poco e ne ho le prove, sono stata bene con lui oggi mi ha fatto sentire bene ma lui deve partire e io non posso impedirglielo.

  
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