Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Nikki G    20/08/2016    2 recensioni
Quante volte vi è capitato di perdere un amico così da un momento all’altro? Di perderlo, crescendo?
Ci si smette di parlare, di salutarsi e da un giorno all’altro ci si ignora pure, senza alcun motivo. Succede e basta.
Prima amici e poi è come se non vi fosse mai conosciuti.
...
Inizialmente mi prefissavo dei giorni o delle scadenze per avvicinarmi e parlargli, ma ogni volta che mi avvicinavo al fatidico momento, mi tiravo indietro perdendo l’iniziale coraggio. Mi immaginavo possibili frasi che gli avrei potuto dire e parole che lui avrebbe potuto rispondere ma sentendomi sempre meno sicura di quello che sarebbe potuto succedere, decidevo di rinviare lo “scontro”, illudendomi di potermi preparare psicologicamente all’eventuale incontro, se fosse avvenuto qualche giorno più tardi. Ma i giorni che iniziai a rimandare divennero settimane, poi mesi finché non divennero anni.
Ed erano passati più o meno due anni dall’ultima volta che avevo avuto contatti con lui e ormai la mia vita aveva imparato ad andare avanti anche con la sua assenza. Più o meno.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quante volte vi è capitato di perdere un amico così da un momento all’altro? Di perderlo, crescendo?
Ci si smette di parlare, di salutarsi e da un giorno all’altro ci si ignora pure, senza alcun motivo. Succede e basta.
Prima amici e poi è come se non vi foste mai conosciuti.
Mi sono sempre chiesta e cercata una ragione valida per questo comportamento, senza riuscirmi a mai dare una risposta.
Il coraggio di andarlo a chiedere al diretto interessato cosa fosse successo, non riuscivo a trovarlo, sopratutto vedendo come colui che prima era il tuo più grande amico, improvvisamente, ti vede, ti guarda e si gira ignorandoti completamente, come se non fossi nessuno a cui dare importanza. Come se non avesse la più pallida idea di chi fossi. Come se non mi conoscesse.  Era successo una volta, poi una seconda, terza, fino a diventare una routine per cui non potevo far altro che adattarmi alla situazione. O forse.
Potevo far molto, in realtà, per risolvere la situazione, come ad esempio farmi avanti e chiedergli cosa fosse successo.
L’unico problema era che non ne avevo il coraggio. Vedevo come la mia mancanza non lo turbasse minimamente. Riusciva a stare con il suo gruppo di amici accanto al mio senza alcun problema mentre io mi impanicavo sentendolo dietro alle mie spalle. Mi passava accanto, consapevole della mia presenza, senza nemmeno volgere un minimo sguardo nei miei confronti mentre lo seguivo con gli occhi; e anche in fila nelle macchinette della scuola, nonostante gli stessi dietro, era come se non ci fossi per lui.
Avevo immaginato più volte come una possibile conversazione con lui potesse andare a finire ed ogni volta si concludeva con me che mi rendevo ridicola davanti a lui, che ridendo mi dava della stupida per essermi fatta avanti per una questione che per lui era finita. Perché lui non voleva più la mia amicizia. Un conto sarebbe stato immaginarsi la scena ma un altro era viverlo realmente, e non sarei mai riuscita a sopportare una situazione del genere.
Preferivo restarmene nella mia bolla di dubbi e allontanarmi da lui intatta, fingendo che la cosa non mi toccasse, piuttosto che soffrire realmente a causa sua.
 
 
Inizialmente mi prefissavo dei giorni o delle scadenze per avvicinarmi e parlargli, ma ogni volta che mi avvicinavo al fatidico momento, mi tiravo indietro perdendo l’iniziale coraggio. Mi immaginavo possibili frasi che gli avrei potuto dire e parole con cui lui mi avrebbe potuto rispondere ma sentendomi sempre meno sicura di quello che sarebbe potuto accadere, decidevo di rinviare lo “scontro”, illudendomi di potermi preparare psicologicamente all’eventuale incontro, se fosse avvenuto qualche giorno più tardi. Ma i giorni che iniziai a rimandare divennero settimane, poi mesi finché non divennero anni.
Ed erano passati più o meno due anni dall’ultima volta che avevo avuto contatti con lui e ormai la mia vita aveva imparato ad andare avanti anche con la sua assenza. Più o meno.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Nikki G