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Autore: Exodus    28/04/2009    2 recensioni
Quando ad Halloween una serie di orrendi delitti getta nel panico Las Noches, tocca a Gin e Tosen improvvisarsi detective per investigare... riusciranno a scovare il colpevole?
Genere: Parodia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Espada, Gin Ichimaru, Sosuke Aizen, Tousen Kaname
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5 – Psicologia


Non se ne parla nemmeno” concluse serafico Szayel Aporro, fissando il volto corrucciato di Tosen sull’altro lato della scrivania, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

L’ufficio dell’Octava Espada era tenuto volutamente nel caos più totale: pile di scartoffie e libri dal titolo astruso occupavano ogni centimetro di spazio disponibile, formando piccoli mulinelli sotto l’effetto dell’aria condizionata, e le pareti metalliche emettevano un ronzio spiacevolmente simile ad una sega a motore.

L’Arrancar si sentiva frustrato: l’aver dipinto le pareti di verde acido e i numerosi cartelli “Pericolo di Morte” appesi a mo’ di quadri avrebbero dovuto rendere le visite sgradite le più brevi possibile… a Szayel Aporro non piaceva il contatto umano obbligato. Specialmente quando aveva così tanto da fare: ecco perché si stava sforzando di far capire a quei due, con il maggior tatto possibile, che ogni minuto che sottostava a quel ridicolo interrogatorio era un minuto sottratto al progresso e alla scienza…

Ma ci voleva tanto a capire che un’intelligenza superiore come la sua aveva altro a cui pensare che a trafugare cianfrusaglie?
Le sue labbra si irrigidirono: d’accordo, d’accordo… per amore di conversazione poteva magari fare due parole con una persona blandamente interessante come faccia di volpe: ma che quella specie di incrocio malriuscito tra un rappettone ed un testimone di geova proponesse una cosa del genere, era semplicemente inaudito. Il suo orgoglio di scienziato, dove sarebbe andato a finire?

“Gli occhi di Sua Eccellenza dovranno essere i primi a posarsi sul parto del mio genio.” ribadì, gonfiando il petto. “Un’invenzione rivoluzionaria, che cambierà per sempre la vita di tutti gli Arrancar…”

Tosen non pareva affatto impressionato: la sua espressione di disgusto non lasciava dubbi sull’opinione personale che aveva dell’indagato.

“Szayel Aporro… non è che, per caso, stai cercando di ostacolare le indagini, vero? Sarebbe per me un immenso dispiacere dover scalare Grimmjow dalla cima della lista dei sospetti…”

“Ha ragione, Numero 8” aggiunse Ichimaru, alzando le braccia in gesto sconsolato. “Abbiamo bisogno di prove che dimostrino la tua innocenza. Abbiamo perquisito le camere di tutti i tuoi colleghi…”

“E nulla vi impedisce di fare lo stesso con me.” ribattè l’Octava. “Posso persino, in omaggio all’augusta presenza del nobile Ichimaru, disattivare per qualche ora le trappole mortali, e prestarvi Lumina come guida… ho detto Lumina, inutile sacco di pulci!” aggiunse, scacciando con un calcio il piccolo Verona che si era messo a sbavargli sulle scarpe.
“Però me lo dovete riportare per le 17; dopo mi serve come cavia per sperimentare un nuovo, rivoluzionario tipo di trinciaunghie…”

Ichimaru inclinò la testa da un lato e fece un sorrisetto: “ Ah, per le 17! Magnifico! A quell’ora anche noi siamo soliti staccare per il tè delle cinque! Siamo stati proprio fortunati a trovare qualcuno che ci capisce al volo, eh, Kaname?”

L’Arrancar apparve sollevato: “Aah… è proprio una soddisfazione, constatare che la mia e quella di Sua Eccellenza non sono le uniche teste funzionanti a Las Noches… Le sono grato per la comprensione. Ora, se volete scusarmi…”

Non fece in tempo a voltarsi, che si ritrovò Tosen davanti, la Zanpakuto minacciosamente puntata in mezzo agli occhi.

“Szayel Aporro… sono un po’ di fretta, quindi per stavolta chiuderò un occhio sul fatto che tu abbia di nuovo allargato il tuo nido senza permesso…”

Prego!”protestò vivamente l’Espada, cercando di portarsi fuori tiro “Sua Eccellenza si era raccomandato che non estendessi questo tempio delle scienze oltre l’Ottava Torre, ed ho obbedito alla lettera! Non ha posto alcuna restrizione ad eventuali, piccoli scavi sottoterra.”

Sedici chilometri di tunnel sono qualcosa di più di un piccolo scavo; ecco spiegato perché la Torre di Yammy pende ancora come la Torre di Pisa, nonostante si sia messo a dieta… e noi dovremmo esplorare tutto questo entro sera… anzi, mi correggo… entro le 17?”

“Ovviamente no! Potreste fidarvi della mia parola… e poi i miei assistenti sanno che sono sempre stato qui! Possono testimoniarlo!”

I due Shinigami gettarono una breve occhiata alle due creature: Lumina era tutto preso da quello che sembrava un tentativo disperato di mordersi la coda (tentativo piuttosto inutile, dato che di coda non ne aveva nessuna), mentre Verona era ancora fermo dove il calcio lo aveva spedito, intento a contemplare un muro spoglio in una sorta di estasi mistica.

Gin inclinò la testa da un lato: “Temo che non siano il massimo dell’attendibilità, Szayel Aporro… se non accetti di mostrarci una prova convincente, temo che dovremo considerarti coinvolto, e comportarci di conseguenza.”

L’Octava si passò una mano tra i capelli e sorrise mellifluo: “Bene, se proprio bisognava arrivare a questo… fate pure come volete. Non mi interessa.”

Con mossa degna di un prestigiatore, carta e penna presero magicamente il posto della Zanpakuto nelle mani di Tosen: “Molto bene, allora… vediamo, Szayel Aporro non è in grado di fornire un alibi convincente… ha passato la notte a trafficare su macchinari non meglio identificati… è recidivo nella perversa espansione della sua lurida tana… sfoggia come sempre un taglio di capelli contrario alle più elementari norme di buon gusto…”
 
“Scrivi, scrivi, Kaname: si propone una punizione esemplare…” aggiunse Gin compiaciuto “vediamo… elettroshock? Privazione del sonno? Cinquanta frustate?”

Szayel Aporro sogghignò a sua volta, con aria saccente: “Prego! Avete forse dimenticato chi è il maggior esperto di tecniche di tortura dell’intero Hueco Mundo? Minacciatemi quanto volete, sono in grado di resistere a qualunque suppli…”
Ma la voce gli morì in gola; non esisteva, dopotutto, un solo Arrancar a Las Noches che non provasse un brivido quando il ghigno di Gin Ichimaru raggiungeva la sua massima estensione. L’Espada deglutì rumorosamente.

“Oh, sono così mortificato, Szayel Aporro…” proseguì Gin con tono vellutato. “ avrei dovuto prevedere che con un duro come te certi metodi volgari sono inefficaci… sono spiacente di averti offeso. No, per te ho in mente qualcosa di diverso…


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Nei dieci minuti successivi, un casuale visitatore che avesse origliato alla porta dell’ufficio avrebbe avuto il suo da fare per distinguere parole di senso compiuto nel coro di lamenti, piagnistei e suppliche isteriche che provenivano dal laboratorio; le urla erano così assordanti da sovrastare il rombo che esplose ad un certo punto, mentre una colonna di fumo invadeva la stanza.

Gin e Tosen cominciarono a tossire violentemente: un enorme macchinario era appena emerso dal terreno. Era un mostro di metallo alto più di sei metri, bizzarramente deforme e pieno di tubi e valvole che sparivano tra le pareti.
“Bleagh! Cos’è, un impianto fumogeno per la discoteca?” ansimò Gin, strofinandosi gli occhi.

Szayel Aporro era praticamente accasciato su di un’enorme leva, l’espressione sconvolta.
“A-allora, siamo d’accordo, giusto? Io vi faccio vedere que… questa cosa e… e Sua Eccellenza non verrà mai a sapere dei miei pasticci con la planimetria… ma soprattutto, vi prego, vi supplico… non permettete a quel… quel mostro di entrare qui!

“Chiamare mostro quell’angioletto… sei veramente un essere spregevole, Szayel Aporro” commentò Tosen rassettandosi l'abito.

“E’ vero, Numero 8… io pensavo di farti contento! Fare da baby-sitter a Wonderweiss per qualche mese dovrebbe essere un piacere… ci sono un mucchio di cose che potrebbe imparare da una persona erudita come te! Leggere, scrivere, far di conto…” ridacchiò malignamente l’altro.

“Aaah… non ditelo nemmeno per scherzo!” gridò l’Octava, prendendosi la testa tra le mani. “E’crudele, assolutamente inumano… le mie provette, i miei delicatissimi strumenti, a portata di mano di quel demonio!”

“Tagliamo corto, Szayel Aporro. A che serve questo trabiccolo, a parte a fare fumo?”

L’Espada parve ritrovare un minimo di contegno. Prese un bel respiro, si raddrizzò gli occhiali sul naso, e si schiarì la voce: “Questo meraviglioso congegno è, modestamente parlando… la più grande scoperta scientifica del secolo!
Aizen-sama me l’ha commissionata qualche mese fa, e ci ho lavorato giorno e notte, con passione ed abnegazione… oh, è così ingiusto che il suo regale sguardo non sia il primo a restarne deliziato! Sarei stato coperto di elogi ed onori, ed invece, per l’invidia e sfiducia di alcuni, per i quali non contano nulla anni di fedele servizio…”

Gin fece sporgere gli incisivi e (per quanto i suoi muscoli facciali lo permettevano) lo fissò con un paio di occhioni innocenti: “Auuu…”

L’Arrancar si irrigidì, e si voltò meccanicamente verso il pulsante: “Co… come stavo dicendo, Sua Eccellenza è venuto da me qualche tempo fa, e mi ha confidato di essere preoccupato per il welfare dei suoi servi. Dei recenti avvenimenti suggeriscono che tra gli Arrancar, e tra gli Espada in particolare, serpeggia una certa inquietudine… ora, potrei riportarvi per intero la discussione che abbiamo avuto sull’interpretazione dei sogni, i disordini comportamentali e gli archetipi junghiani…. ma vi annoierei e basta." si affrettò ad aggiungere, vedendo che Gin non cambiava espressione "In breve, le parole di Sua Eccellenza non hanno fatto altro che confermare le mie supposizioni sul fatto che tra i miei colleghi, non ce n’è uno che non sia fuori come un balcone.”

L’Espada fece una pausa, recuperando in un attimo l’atteggiamento compiaciuto: “Non che ci volesse un genio per arrivarci, comunque… la personalità schizoide di Aaroniero, la fame nervosa di Yammy e il delirio psicotico di Nnoitra fanno ormai parte del folklore locale, ma da quando Barragan ha cominciato a sbrodolarsi con il semolino ed Ulquiorra è stato sorpreso in bagno con delle lamette sospette… diciamo che la sua preoccupazione ha raggiunto l'apice.
Convinto che l’isterismo, la depressione e gli impulsi omicidi siano in realtà sintomo di aggressività repressa, mi ha chiesto di elaborare qualcosa per permettere agli Arrancar di sfogarsi in maniera costruttiva… et voilà!” ed alzò le braccia, indicando con orgoglio l’ammasso di metallo.

Gin si grattò la testa: “Una teiera gigante? D’accordo che Cap dice sempre che il tè calma i nervi, ma per Nnoitra avrei prescritto piuttosto una dose letale di camomilla…”

“Ma no!” gridò Szayel Aporro “Il punto è quello che la macchina produce! Qualsiasi manuale di psicologia afferma che l’occuparsi di un animaletto migliora sensibilmente le condizioni dei malati di mente… e nell’impossibilità di affidare un animale vero a quella banda di squilibrati senza che venga mangiato o squartato vivo dopo dieci minuti, questa è la migliore soluzione!” e schiacciò trionfante il bottone.

Fasci di luce colorata illuminarono il laboratorio come l’antro di uno stregone: la macchina cominciò a cigolare e rombare, mentre un’altra colonna di fumo si sprigionava dai tubi, rilasciando vapori soffocanti.
Si udirono gorgoglii, sibili e stantuffi: proprio quando Gin e Tosen erano preparati a vederla esplodere, il fumo si diradò ed aleggiarono trionfanti le note del Settimo Cavalleggeri, prima che il rumore si placasse e la macchina si spegnesse con un ronzio.

I due ex-Shinigami si ritrovarono ricoperti di fuliggine: tossendo e sputacchiando, lanciarono occhiate omicide all’Octava che sorrideva estatico: “Beh, che ve ne pare? Coreografico, no? Ho elaborato personalmente l’accompagnamento… ma no, non vi profondete in congratulazioni! Il bello deve ancora venire!”

Ci fu qualche attimo di silenzio: poi, si udì un minuscolo “click”.

Gin dovette sforzare gli occhi per capire da quale punto della struttura provenisse: individuò un minuscolo cassetto che si era aperto sul lato destro, appena grande a sufficienza per infilarci la mano. Si avvicinò e sbirciò all’interno, ma vide solo un piccolo dischetto grigio dall’aria inoffensiva.
“Tutto qui?” disse incredulo.

“Tutto qui!” replicò Szayel Aporro. “Ma non faccia il timido, lo prenda! L’ho personalizzato apposta per lei!”

Gin lo prese in mano diffidente, pronto a veder spuntare qualche ago avvelenato: ma l’affare non sembrava una trappola mortale. Aveva un minischermo e due pulsanti: non appena ne toccò uno, esplose dall’interno una musichetta assordante, mentre sullo schermo faceva la sua comparsa un minuscolo ma inconfondibile…

Tippi-tippi Tippi-tipi! Tippi-tippi-tippi-ti!

“Cucciolo di volpe!” gridò trionfante Szayel Aporro. Il pericolo atroce che avevano corso i suoi Bunsen aveva completamente abbandonato i suoi pensieri: pareva assolutamente commosso dalla genialità della sua invenzione.

Gin rimase un pezzo a fissare lo schermo, assorto… poi si lanciò il dischetto alle spalle con aria mesta, e cominciò ad allontanarsi seguito da Tosen.

L’Octava non li notò neppure, tutto preso dal magnificare la sua creazione: “Provate ad immaginare il successone! Se lo brevettassi, diventerei milionario! Ogni Arrancar, con il suo animaletto personale, che potrà nutrire, accarezzare, coccolare… ne ho già pronte diciassette versioni diverse, e altre ne usciranno nei prossimi giorni! Un tenero gattino per Grimmjow, un bradipo per Stark, uno scarabeo stercoraro per mio fratello… alla luce dei fatti di oggi, qualcuno si ritroverà invece un simpatico pipistrello… ehi, ma dove andate? Già che siete venuti a disturbare, potreste almeno aiutarmi a trovargli un nome… non so ancora come chiamarlo…”

Ma i due Shinigami erano già spariti oltre la porta del laboratorio.


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“E’ bello che abbia scoperto un lato così dolce della propria personalità, ma qualcuno prima o poi dovrà dirglielo, che il Tamagotchi è passato di moda sulla Terra più di dieci anni fa…”

“Non ti pare che al momento abbiamo problemi più urgenti di cui occuparci, Gin? Szayel Aporro è un idiota, ma la sua storia regge… sai che cosa significa questo?” gli ricordò Tosen, depennando l’ultimo nome dalla lista.

Un brivido fece irrigidire Ichimaru, mentre i suoi pensieri tornavano alla loro missione, clamorosamente fallita…

“Aaaah! Abbiamo finito i sospetti, e non abbiamo trovato né gel né colpevole! Il Capitano ci ucciderà… se saremo fortunati!” disse, prendendosi la testa tra le mani.

Tosen non sembrava scomposto; il suo viso manteneva un’espressione determinata.
“Attualmente, Gin, le cose non stanno proprio così... in realtà, io mi sono fatto un’idea abbastanza precisa di come si è svolta la vicenda…”

Gin spalancò gli occhi. Aveva sentito bene?

“Tu cosa?

“Già… è da un po’ che ci rifletto, e penso di avere ormai in mano la soluzione. Mi piacerebbe sentire cosa ne pensi, Gin, prima di andare a riferire tutto a Sua Eccellenza.”

Gin recuperò in un attimo il buonumore: “Ma è magnifico! Siamo salvi! Su, non tenermi sulle spine: chi è il colpevole?”

Tosen si aggiustò gli occhiali sul naso, ed attese un attimo prima di parlare: “Alla luce delle testimonianze che abbiamo raccolto, dovrebbe sembrare ovvio anche a te… Chiunque degli Espada sarebbe stato in grado di compiere materialmente i furti, d’accordo; ma sfidare così apertamente l’ira di Sua Eccellenza, senza un valido motivo… quanti tra di loro sarebbero così spudorati? La cosa mi lasciava perplesso…
Poi, abbiamo perquisito la camera di Stark, e tutto è diventato chiaro: gli altri furti sono avvenuti durante la notte, ma il portachiavi… quello, se ci pensi bene, è stato sottratto prima che calasse la notte e Stark rientrasse in camera… e visto che Stark passa lì dentro almeno venti ore al giorno, e che la sua Fraccìon non è affetta come lui da narcolessia, c’era un solo momento in cui il furto poteva essere perpetrato: durante la cena, quando tutti gli Espada erano riuniti con Sua Eccellenza nella Sala Grande.”

Gin apparve perplesso: “Ma se tutti gli Espada erano riuniti lì, come potevano…”

Tosen sorrise: “Vedo che ci stai arrivando anche tu… nessuno di loro poteva, e le ispezioni lo hanno confermato.
Questo restringe di molto il campo delle indagini, non trovi?
Il tizio che cerchiamo è subdolo, sfrontato, abile come un Espada, ma non è un Espada. Per quanto ne so, in tutta Las Noches esiste solo un tipo del genere.”

“E… chi sarebbe questo individuo spregevole?”

“ Ma tu, ovviamente.” rispose Tosen, estraendo la Zanpakuto e puntandogliela alla gola.



Capitolo 5 Up!!! La fredda logica di Tosen sembra avere finalmente inchiodato il colpevole… la soluzione del caso è vicina? La risposta nell’ultimo capitolo, in uscita… ehm… presto, si spera.

Mi scuso immensamente per il ritardo… sono stato preso da altre faccende. Prometto che sarò più rapido, con l’ultimo!

Grazie a tutti quelli che mi hanno seguito finora, ed un doppio grazie a chi ha lasciato recensioni!

 



  
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