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Autore: Dihanabi    21/08/2016    2 recensioni
Mi dispiace, hyung, non c’è spazio per l’amore nel nostro mondo.
E tutto quello che ci resta è sognare.
Siamo dei sognatori, dopotutto.
Rapline + Yoonseok
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Namjoon/ RapMonster, Min Yoongi/ Suga
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dreamers

 

 

Yoongi accarezzava le ciocche chiare con movimenti lenti, passandoci le dita in mezzo e sollevandoli, scoprendo la pelle sottostante. Era calmante ripetere quell'azione più volte, ed era sicuro che se avesse continuato così si sarebbe addormentato anche lui.

Hoseok invece era crollato già da un po'. Se ne stava con la testa sulle sue cosce e di tanto in tanto strofinava il naso contro il tessuto leggero della t-shirt di Yoongi. Sembrava quasi un gattino bisognoso di attenzioni e a Yoongi fece tenerezza. Nessun sorriso spuntò sul suo viso, però. Invece passò le dita sopra gli zigomi, poco sotto i segni scuri sotto i suoi occhi, che durante il giorno erano stati coperti con il trucco.

"Doveva tornare al dormitorio e riposare, non stare qui." sbottò Namjoon, fissando Yoongi e poi il ragazzo che dormiva sopra di lui.

"Lo sai com'è fatto, piange dallo stress ma lavora lo stesso."

"Si, si... Vi conosco bene."

Yoongi sorrise a quelle parole. Era vero. Non si può conoscere completamente una persona, ma Namjoon con loro due ci andava molto vicino e gli faceva piacere. Spesso non avevano bisogno di parole e anche per quello lavoravano così bene insieme.

Il loro rapporto era impressionante alle volte. Namjoon diceva che loro due fossero le persone di cui si fidava di più e Yoongi non aveva mai capito come facesse a credere così tanto in lui. Capiva in Hoseok ma non se stesso. Eppure gli altri due avevano sempre visto qualcosa in lui, qualcosa che lui stesso non vedeva.

Quel giorno il lavoro era stato abbandonato, così come la loro forza di volontà, sostituito da chiacchiere delle due di notte e una piccola e meritata pausa.

Namjoon era uscito a prendere il caffè, tornando dopo pochi minuti e trovando Yoongi nella stessa posizione in cui lo aveva lasciato, le dita sempre ad accarezzare le ciocche arancio.

Ne aveva presi tre nel caso Hoseok si fosse svegliato, ma a quanto pare era stato inutile.

"È come cinque anni fa." disse Namjoon. La voce profonda risuonava nel piccolo studio, anche perché non vi era nessun altro suono proveniente dall'esterno a quell'ora di notte.

Yoongi annuì, ma sembrava preso dal delineare il profilo delicato di Hoseok con il dito piuttosto cheascoltare veramente le sue parole.

"Noi tre in questo studio. Hoseok che crolla per lo stress, tu che ti prendi cura di lui e io che mi devo prendere cura di entrambi." rise.

Yoongi invece sbuffò, ma vi era l'accenno di un sorriso nel suo viso stanco.

"È tutto uguale ma è tutto diverso Nam."

Namjoon gli regalò un sorriso con tanto di fossette, dannatamente adorabile.

Yoongi lo fissava sbattendo le palpebre più volte, rapide, tanto da farlo sembrare un cerbiatto confuso.

"Ah, hyung non guardarmi così!" lo prese in giro, mettendosi una mano sul cuore in modo teatrale.

"Anche lo studio è diverso." lo ignorò Yoongi.

"Si, è tutto più grande ora. Lo studio, la band, noi."

"Forse non volevo crescere."

Namjoon sorrise, canticchiando un Forever Young a bassa voce, per non svegliare il ballerino, e posò la testa sulle proprie braccia.

Yoongi, come gli altri due, non aveva mai avuto vita facile, e forse crescere con quei ragazzi era stata una benedizione. Eppure aveva quella sensazione forte di voler fermare il tempo, di mettere tutto in pausa. Congelare l'attimo per quello che era: lui stanco su quel divano, Hoseok addormentato e Namjoon che beve un caffè. Solo quello. Per lui era abbastanza.

Parlava sempre di sogni, Yoongi. Di desideri e cose da realizzare. Eppure in quel momento voleva solo quello, per sempre. Voleva il calore del corpo di Hoseok e il suo profumo così vicino, così forte. Voleva la voce profonda di Namjoon a fare discorsi profondi alle ore più improponibili e vederlo impazzire per trovare la parola giusta, quella per lui con il suono perfetto per il testo di una canzone. Voleva l'odore di caffè.

"Già." rispose Yoongi, rivolgendo uno sguardo al ragazzo addormentato. "Anche il suo stress è più grande." disse con un tono amaro, preoccupato.

Yoongi odiava le persone, o meglio, non gli importava di loro. Questo se queste persone non erano Jung Hoseok o i suoi compagni.

Con loro era sempre stato diverso, c'era sempre stato quel legame. Hoseok in particolare poi, lo faceva sempre preoccupare.

"Anche il tuo hyung."

"Lo so ma..."

Non finì quella frase, Namjoon aveva capito.

Hoseok era diverso, era facile da ferire, da stressare. Eppure sorrideva sempre.

Li aveva aiutati così tanto, in quegli anni, con il suo sorriso.

"Non sei fatto per fare l'idol Yoongi, e neanche lui, o io."

"Si, lo so. Ma era l'unico modo."

Namjoon era intelligente, lo era sempre stato. Si era accorto subito che quei due ragazzi, infondo, erano come lui. Non erano fatti per essere un modello da seguire, un punto di riferimento al di fuori della loro musica.

Namjoon era note forti e basse, un rap dal testo elaborato. Yoongi era hiphop e note di un piano. Hoseok era il beat e i passi di danza. Erano parolacce urlate a squarciagola e verità sputate in faccia. Non erano fatti per la vita da idol e tutto quello che quel termine imponeva.

Namjoon spesso ne parlava con Yoongi, come sarebbe stato essere veri rapper. Erano entrambi d'accordo su questo punto di vista.

Però, in fondo, avevano i bts, no? Meglio di qualunque carriera.

E si erano incontrati. Si erano ritrovati insieme in quello studio, a inseguire un sogno non più loro, ma pur sempre un sogno.

"Però va bene, non lo cambierei. Per quanto non voglio essere un idol."

E Namjoon aveva sempre ragione, non per niente era il leader.

"Namjoon."

Il leader aspettava in silenzio, attendendo le sue parole.

Yoongi guardava Hosoek non lui, uno sguardo di pura adorazione sul viso. Quello sguardo che riservava solo al ballerino, solo al ragazzo che lo faceva sorridere sempre. Namjoon un po' li invidiava, in realtà, ma questo non lo avrebbe mai ammesso, soprattutto a loro. Eppure era impossibile non notare come gli occhi di Yoongi si illuminassero e quel sorriso spuntasse sul suo viso solo in presenza del ballerino. Era incredibile il modo in cui riescono a prendersi cura l'uno dell'altro, sempre, anche senza che nessuno se ne accorga.

"Voglio chiedergli di sposarmi." sussurrò, la voce roca, un mix perfetto di ansia e malinconia.

"Cosa!?" quasi gridò, e per un secondo temette di strozzarsi con il caffè.

"Abbassa la voce idiota."

Namjoon si zittì, sperando fosse Yoongi a parlare senza dover indagare oltre sulla questione.

Il rapper si apriva sempre con lui per primo, al di fuori di Hosoek. E Namjoon apprezzava questa cosa,

"Lo amo, lo sai. Mi ha aiutato così tanto. Io... gli devo così tanto."

"Lo so, ma..."

"So che non posso. So che è un desiderio impossibile che non si avverrà mai. Ma...voglio chiederglielo... tutto qui." lo interruppe in fretta, facendo uscire le parole così velocemente che se non fossero entrambi allenati ad un rap veloce non si sarebbe capito nulla.

"Se non puoi sposarlo perché vuoi chiederglielo?" chiese, e il suo tuono sembrava sinceramente curioso.

"È che..." esitò, ma ormai non c'era più spazio per sentirsi stupidi. Dopo tutto era solo Namjoon cazzo. "Il nostro rapporto è fermo da anni, e lui si merita di più, si merita di essere felice. Voglio solo fargli sapere che vorrei sposarlo, sai... per farglicapire che passerei il resto della vita con lui, sempre. Voglio solo sentigli dire di si."

Rispondere a quelle parole era difficile, così fottutamente difficile, che Namjoon si morse la lingua più volte per evitare di dire lacosa sbagliata, per non ferire i sentimenti di Yoongi.

"Mi dispiace, hyung, non c'è spazio per l'amore nel nostro mondo." parole taglienti come lame, eppure così vere. E la verità non può essere un male no?

"E tutto quello che ci resta è sognare."

Yoongi parlava di sogni, sognava di sogni e viveva sogni. E insieme scrivevano canzoni che parlavano di sogni.

"Siamo dei sognatori, dopotutto."

 

 

 

 

Nda

 

Che non volessero essere "idol" non me lo sono inventato. Come il fatto che Nam dice che loro due sono le persone di cui si fida di più e dello stress di Hoseok di cui è sempre Yoongi a occuparsi, facendo cose come portarlo in ospedale. Ma immagino molti sapevano già queste cose.

PS La RapLine è vita.

-Dihanabi 

  
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