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Autore: Il_Genio_del_Male    22/08/2016    6 recensioni
In un mondo in cui il destino di ognuno è legato indissolubilmente alla propria anima gemella, Jongin rifiuta di sottostare alle regole. Ma quando l'amore arriva, il disastro è assicurato.
[Soulmates!AU]
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kai, Kai, Sehun, Sehun, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Quei fagiani maledetti'
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Il futuro di Jongin è racchiuso in una frase, tatuata nell’incavo interno del bicipite sinistro. E lo stesso vale per altri sette miliardi circa di individui. Al raggiungimento del decimo anno di età, ogni essere umano si ritrova una scritta impressa sulla tenera pelle infantile; inchiostro indelebile mescolato al sangue, che compare come per magia e abbandona il corpo al momento della morte. Quel tatuaggio, diverso per ognuno, ne segna il destino. In esso, infatti, sono riportate le parole che consentono di riconoscere la propria anima gemella.

Sul braccio di Jongin, ambrato e tonificato dai muscoli di un fisico ormai adulto, spicca una frase vergata in elegante corsivo. Ehi, bel faccino. Jongin odia il suo tatuaggio, e non solo per il penoso tentativo di rimorchio che lascia sottintendere. Lo odia perché lo considera un’imposizione, un marchio a fuoco che lo cataloga come un capo di bestiame. Jongin detesta sapere di avere un’anima gemella da qualche parte del mondo che lo sta aspettando, forse addirittura cercando. Il solo pensiero di appartenere a priori ad un perfetto estraneo, di doverci trascorrere insieme il resto della propria vita, lo disgusta e lo atterrisce. Non vuole essere una pecora o un vitello. Non vuole che sia il fato a decidere per lui. Non accetta che tutto sia già stato stabilito.

Durante l’adolescenza e la prima giovinezza ha tentato strenuamente di opporsi a quella che lui considera una maledizione bella e buona. Diversamente dai suoi coetanei, Jongin ha vissuto nel terrore di imbattersi nella persona a cui è stato assegnato da un capriccio del destino. Ogni giorno terminato senza traumatiche agnizioni, svenimenti o improvvise crisi di vomito è stato da lui accolto come una benedizione: ventiquattro ulteriori ore di libertà. E’ questo che Jongin ha sempre desiderato, in fondo. Poter scegliere di chi innamorarsi. Costruirsi la propria felicità. Decidere della sua vita. E così ha fatto, senza mai riuscirci.

Tra tutti gli amori che lo hanno accompagnato nell’accidentato percorso della crescita, non ve ne è uno che sia andato a buon fine. Chanyeol ha trovato l’altra metà della sua mela in Yifan, grazie ad uno scambio culturale in Cina. Zitao, conosciuto ad un corso di hip hop, è in procinto di sposarsi con Jongdae. Lu Han, l’ultimo in ordine cronologico, lo ha lasciato dopo appena un mese di frequentazione per un certo Minseok. Jongin è circondato da coppie felici, tra cui quella formata dal fratello maggiore Joonmyun e Kyungsoo. Tutte anime gemelle. Disgustosamente affiatate, gioiose. Jongin guarda con sospetto a simili ostentazioni di serenità. Gli sembrano tutti vittime di un lavaggio del cervello. A ventotto anni suonati, vergine nel cuore ma non nel corpo, non ha cambiato idea. Piuttosto che subire una simile lobotomia sentimentale, preferisce crogiolarsi nella solitudine. E’ una sua decisione. Morire completamente solo non lo spaventa, al contrario. Non doversi angosciare per la sofferenza di qualcun altro è una piccola rivincita egoistica, l’unica che può permettersi di prendere, sulla sorte avversa.

 

 

E’ al matrimonio di Jongdae e Zitao, dove è chiamato a fare da testimone al suo ex, che Jongin si pente della propria arroganza. Gli dèi puniscono sempre gli incauti mortali che osano sfidarli.

La cerimonia si svolge in una magnifica isola dell’arcipelago polinesiano. Gli sposi non hanno badato a spese, regalando ai loro invitati una settimana di vacanza e festeggiamenti nell’incantevole atollo lambito dal mare cristallino. L’altro testimone, Baekhyun, è accompagnato da un ragazzo della loro stessa età, che presenta agli altri come suo cugino Sehun. Appena i loro sguardi si incrociano, Jongin capisce -sa istintivamente, schiavo del richiamo più primordiale- che il tempo è scaduto. Tante volte in passato si è preso gioco degli avvertimenti rivoltigli da parenti e insegnanti, delle cosiddette Tre Fasi che precedono il riconoscimento tra anime gemelle.

La prima di queste, ovvero la nausea, lo coglie all’istante, ed è violenta. Tuttavia il suo volto ha soltanto incominciato a velarsi di una patina sudata e malsana quando Sehun, seduto a diversi tavoli di distanza, entra nella seconda fase e ha un mancamento. Il panico, unito ad una certa eccitazione, serpeggia in sala. I sintomi dell’agnizione sono ben noti a tutti, ma potrebbe comunque trattarsi di un semplice calo di pressione dovuto al caldo. Baekhyun ed un gruppetto di persone si affrettano a scortare il corpo esanime del ragazzo in una camera del resort, mentre qualcuno si offre di chiamare la guardia medica. I curiosi vengono esortati a restare dove si trovano. Jongin, obbedendo ad un impulso oscuro e misterioso, si infiltra tra i soccorritori. L’occasione di scoprire la verità si presenta tramite Baekhyun che, imputando lo svenimento del cugino al clima estivo, lo adagia con delicatezza su un divanetto e gli sbottona la camicia.

Il senso di nausea si acuisce, Jongin fatica a reprimerlo. Benché percepisca le proprie ginocchia farsi deboli, in preda a forti tremiti, resiste stoicamente. E nell’istante stesso in cui Baekhyun si allontana per domandare alla receptionist acqua fresca e asciugamani, subito ne approfitta. Si china fingendo di auscultare il battito di Sehun, mentre con le dita gli scosta il lembo sinistro della camicia. Quella che sta attuando è una violazione della privacy, che il codice etico condanna. Non è moralmente corretto sbirciare il tatuaggio di un’altra persona senza il suo esplicito consenso; in caso di flagranza di reato, si è sottoposti ad una pesante sanzione pecuniaria. A Jongin tuttavia non importa di infrangere una legge. Lui deve sapere. Deve.

Bel faccino lo dici a tua sorella, legge sulla carnagione innaturalmente chiara di Sehun. Il mondo sprofonda sotto ai suoi piedi. Vorrebbe non aver accettato l’invito al matrimonio. Vorrebbe non aver mai conosciuto Zitao. Soprattutto, anche se riconosce l’irrazionalità e la crudeltà del proprio desiderio, vorrebbe che Sehun non fosse mai nato.

Non sviene. Gli costa molto restare lucido e non gridare, però riesce a mantenere una parvenza di normalità fino a che l’altro, rendendo vano l’arrivo del medico, riprende i sensi. Jongin lo osserva frullare le ciglia, frastornato dalla luce splendente del giorno, e portarsi una mano alla fronte. Baekhyun è ancora lontano, del resto degli ospiti nessuna traccia. Il silenzio tiene loro compagnia, giusto una manciata di secondi.

“Ehi, bel faccino” la voce di Sehun risuona chiara, sebbene flebile. Il sorriso è timido, negli occhi brilla l’intero firmamento. Lo riconosce. Gli sta offrendo se stesso su un piatto d’argento.

Ma Jongin non sa che farsene. “Devi avermi confuso con un’altra persona. Scusami” con passo lieve e codardo, camminando sui cocci del proprio cuore spezzato, se ne va.

 

 

 

 

Anche questa volta per l’idea di base mi sono ispirata ad una fanfiction inglese che l’autrice ha rimosso dal web (tristezza infinita). Il pairing era TaoKai, non esattamente il mio genere, ma l’angst della storia mi aveva conquistata.

Una cliccatina è sempre gradita: https://www.facebook.com/IlGeniodelMaleEFP/.

 

   
 
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