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Autore: YoungAvengersLover    23/08/2016    0 recensioni
Durante "Captain America: The Winter Soldier" la Vedova Nera è l'unica a sapere chi è il Soldato d'Inverno. Questo fatto è veramente legato alla storia del proiettile che le ha lasciato la cicatrice? Oppure è frutto di un loro incontro passato? Davvero Natasha Romanoff odia l'assassino dell'HYDRA perché le ha sparato oppure ha altri motivi e lo vede diversamente da un nemico?
-Presente anche su Wattpad con lo stesso nome-
Genere: Angst, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Sam Wilson/Falcon, Steve Rogers/Captain America, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
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Steve era migliorato durante la notte, Bucky poteva vederlo bene. Era rimasto con lui da quando tutti se n'erano andati, e lui è stato l'unico a vegliare su di lui, proprio come ai vecchi tempi. Se li ricorda bene, quei momenti. Steve si addormentava e lui rimaneva tutta la notte a casa sua per paura che avesse un attacco d'asma o si ammalasse.

Si trovava sullo sgabello di fianco al letto quando entrò Natasha, senza far rumore. Lui però, la sentì entrare. «Nat.» la salutò, senza scollare lo sguardo dal corpo dell'amico biondo e salutandola con la mano. «Cosa ci fai qui a quest'ora?» le chiese, voltando lentamente lo sguardo verso di lei.

Lei sospirò. «Sono le sette di mattina, James.» rispose lei, sorridendo. «Di solito mi sveglio alle sei, dovresti saperlo.» gli ricordò lei, spostando lo sguardo verso Steve. «Come sta?» chiese, avvicinandosi a James e appoggiandogli le mani sulle spalle.

Lui guardò malinconico l'amico. «Meglio di ieri,» rispose, corrucciando la fronte, «ma ancora non vuole svegliarsi.» aggiunse, alzando il capo per vedere il viso della donna. In quei momenti gli serviva lei vicino, altrimenti dubita ce l'avrebbe fatta.

«Tu come stai?» chiese lei, guardandolo dolcemente con i suoi occhi color pistacchio. I capelli rossi e mossi riflettevano una luce misteriosa, che non sapeva dire da dove potesse venire, e sorrise a quella vista.

Si ricordò poi di quello che gli chiese. «Come?» chiese lui, confuso. Non vedeva perché dovrebbe stare male, non era in coma lui.

Natasha rise divertita. «Credi che non sappia quando soffri e quando no?» chiese lei, guardandolo con fare accusatorio. «Siete migliori amici, dopotutto.» aggiunse, guardando anche Steve.

Bucky rivolse lo sguardo ai capelli biondi dell'amico. «Io...» iniziò lui, tentennante, «non credo di stare meglio di lui.» concluse, guardando Natasha preoccupato.

«Esagerato.» rispose lei, alzando gli occhi al cielo. James si alzò dalla sedia velocemente, turbato da quello che doveva dire a Natasha. La guardò quasi ansimante e tutto sudato in volto, con gli occhi che dal solito grigio si erano tramutati in cristallini.

Si mise una mano sul volto. «Perché non sai cos'ha detto a Stark poco prima di addormentarsi.» disse lui, passando la mano su tutto il viso per asciugarsi il sudore sulla fronte e ai lati della faccia. Quando si guardò la mano, sembrava che l'avesse immersa nell'acqua.

Natasha alzò un sopracciglio. Sapeva che c'era qualcosa di strano dietro quello che voleva dire il soldato. «Ah, sì?» chiese lei, sorridendo. Cercava di fargli coraggio, in modo che le dicesse la verità. Gliel'aveva insegnata lui quella mossa. «Che ha detto?» domandò, poggiando le mani sul tavolino dietro di lei e guardando l'uomo dritto negli occhi.

James scostò lo sguardo verso il pavimento. «Voleva che io fossi il suo successore.» rispose lui, sottovoce e in un mormorio quasi incomprensibile.

Natasha piegò la testa di lato. «Non è una buona cosa?» chiese la donna. «Significa che si fida ciecamente di te, come ai vecchi tempi.»

Bucky scosse la testa. «No, non è da Steve.» rispose, scostando i ciuffi mori ribelli dal viso. Anche se Natasha glieli aveva tagliati, non erano corti come quelli di Steve. Ormai, non poteva più essere il Sergente Barnes. Aveva scelto di essere una via di mezzo tra lui e il Soldato. «Anche se lui è il mio migliore amico, e darei la mia vita per la sua, non avrebbe senso darmi il mantello di Capitan America.» continuò, alzando lo sguardo e guardando gli occhi pistacchio della donna.

«Sarebbe un buon modo per dimostrare a tutto il mondo che sei cambiato.» disse lei dolcemente. Non era mai stata così con nessuno, solo con lui, e solo in quel momento. Era come se Steve voleva che accadesse e si era fatto sparare apposta. Forse era una cosa malvagia, ma Natasha sorrise a quel pensiero.

James non la notò. «Non mi interessa,» disse lui, distogliendo la donna dai suoi pensieri, «e lui lo sa benissimo.» concluse, guardando l'amico disteso sul lettino con tristezza.

Il sorriso della donna sparì. «Magari è per te.» suggerì lei, sollevandosi dal tavolino e incrociando  le braccia sull'addome.

L'uomo la guardò confuso, con un sopracciglio alzato. «Che vuol dire "è per me"?» chiese lui, poggiando le mani sui fianchi.

La rossa gli si avvicinò. «Che vuole farti ricredere sul tuo conto.» disse, continuando a guardarlo negli occhi, anch'essi fissi su di lei. «Tu credi ancora di essere il mostro che ha ucciso dozzine di persone a sangue freddo,» sospirò e fece una pausa, «quando quello era il Soldato.» concluse, continuando ad avvicinarsi. In pochi secondi furono l'uno di fronte all'altra, a pochi centimetri di distanza. «Assumere l'identità di Capitan America e salvare vite potrebbe aiutarti.» aggiunse, alzando lo sguardo verso di lui.

Il moro evitò prontamente lo sguardo di Natasha. «Forse.» sussurrò. «Ma sarò sempre la persona che ha ucciso brave persone.» disse, guardando ancora la donna. «Il lupo cattivo, il mostro sotto il letto, la bestia senza pietà.»

Natasha scosse la testa. «Non è vero.» disse. «James, non è vero.» ripeté, con tono preoccupato e triste. James scostò nuovamente lo sguardo, osservando il pavimento «Guardami.» ordinò lei, facendo in modo che lui la guardasse. «Non è colpa tua. Non sapevi quello che facevi, non eri capace di intendere e di volere.» lo rassicurò. Lui non si mosse. «Io lo so, ci sono passata anch'io.» aggiunse lei, facendo scontrare dolcemente le loro fronti.

Lui la lasciò fare. «Grazie, Nat, ma non lo sono.» ringraziò la donna, sorridendo. «Lo so bene.» aggiunse, accarezzandole una guancia.

Lei assunse un'espressione preoccupata. «Sei un brav'uomo, James.» disse, accarezzandogli la mano che era posizionata sulla sua guancia. Ancora non sapeva se innamorarsi di lui sarebbe stata una cosa positiva, ma voleva provarci.

«Non davvero, no.» rispose lui, cingendo la sua mano in quella della donna e continuando a guardarla. «Ma tu sei l'unica che lo capisce.» le prese l'altra mano e avvicinò il suo viso a quello della russa fino a quando sentì il suo respiro sul viso.

Lei lo guardò seria. «Non ti lascerò andare via adesso.» disse, facendolo sorridere. «Non come quel giorno.» aggiunse, scostando lo sguardo sulle labbra del moro. Decise che doveva agire in quel momento, così si poggiò le sue labbra su quelle del soldato. Poco dopo si staccarono e guardò James.

Lui sorrise. «Non me ne andrò, Natalia.» disse, guardandola negli occhi. Le baciò poi una guancia. «Te lo posso assicurare.» concluse, guadagnandosi un sorriso dalla donna.

«Sapevo che c'era qualcosa tra voi...» disse una voce dal retro della stanza, facendo voltare i due eroi, «buffo che non me ne sia mai accorto...»

Bucky spalancò gli occhi. «Steve!» gridò, correndo verso il lettino dell'uomo. «Steve, come stai?» chiese, inginocchiandosi per guardarlo negli occhi.

Il biondo lo guardò e sospirò. «Sto bene, Buck.» rispose, guardando la donna e il migliore amico. «Meglio adesso che so che cosa stavate nascondendo tu e Natasha.» aggiunse, accennando a una risata.

Natasha si avvicinò ai due uomini. «Steve, lascia perdere noi due.» disse, usando quel tono autoritario che tutti conoscevano molto bene. «Che vuol dire che vuoi James come successore?» chiese, volenterosa, di aiutare l'amico.

Steve sorrise. «Esattamente quello che ho detto.» rispose lui. «L'America non crede più in me, hanno bisogno di un nuovo Capitano che li guidi.» spostò il suo sguardo sul moro. «E tu, Buck, sei la scelta più appropriata.» disse, cercando di muoversi.

Bucky lo immobilizzò nuovamente. «Steve, che stai dicendo?» chiese lui, confuso.

«Buck, sei l'incarnazione di quello che l'America ha bisogno.» riprese lui, guardandolo con i suoi occhi blu. «Sei una brava persona, non hai problemi a fare scelte difficili, sei addestrato, forte d'animo e sono sicuro che saprai come gestire lo scudo.» continuò. «Il Paese è al sicuro nelle tue mani.» concluse lui, sorridendo.

James scosse la testa. «Steve, non credo.» gli rispose, sicuro. «Io-» venne interrotto dall'amico biondo.

«Tu sei perfetto.» disse, autoritario. «Io sono Capitan America e io scelgo il mio successore. Tu sarai quel successore.» ordinò. Non credeva di aver mai sentito Steve dare ordini. «Se vuoi aggiungi un po' di nero alla divisa, so quanto ti piace quel colore.» scherzò per un momento lui. «Ma, per favore, Buck, diventa Capitan America.» lo implorò lui, con gli occhi lucidi.

Il moro guardò il pavimento e sospirò. «Va bene.» disse, per poi alzare il capo. «Lo farò.» si convinse, facendo comparire un sorriso sul volto di Steve. «Ma solo perché hai quegli occhi da cucciolo abbandonato.» scherzò, sorridendo.

«Grazie, Buck.» disse il biondo, mentre i due se ne stavano per andare. «Mentre andate fuori, mi chiamate Tony e Shar?» chiese lui con gentilezza. «Saranno preoccupati a morte.»

«Certo, Soldato Rogers.» rispose James, voltandosi e guardandolo con un sorrisetto.

Steve scoppiò a ridere. «Sei già gasato, eh?» chiese, guardandolo contento. Intanto tentava di mettersi a sedere senza che tutti i fili attaccati al suo corpo si staccassero.

Bucky fece un sorrisetto divertito. «L'hai voluto tu.» gli rispose lui, aprendo la porta e lasciando passare Natasha.

«Non potrei essere più felice di così.» sorrise Steve. «Capitano Barnes.» disse, rispondendo alla provocazione del compagno. Bucky sorrise sotto i baffi e chiuse la porta alle sue spalle.

Fare Capitan America, eh? pensò lui, procedendo verso la stanza di Tony. Guarda un po' dove sei arrivato, James. Forse il siero di Zola ha i suoi lati positivi...

AN: E sono arrivata dove volevo arrivare! BuckyCap! Tra pochi giorni (o ore, dipende) pubblicherò anche l'altro capitolo...

   
 
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