Disclaimer:
i personaggi
citati nella storia non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro.
“YOU’RE
KILLING ME”
Ricordo
ancora la prima volta che lo vidi.
Era
un giorno d’estate.
Stavo
passeggiando per le strade della città assieme alla mia migliore amica.
Ci
avevano parlato dell’apertura di un nuovo negozio di fumetti ed entrambe
avevamo deciso di approfittare della fine degli esami per andarci a dare
un’occhiata.
Considerato
il mio pessimo senso dell’orientamento sarebbe in ogni caso stato impossibile che
ci andassi da sola.
Fu
proprio quando giungemmo a destinazione che lo incontrai.
Era
seduto dietro la cassa e teneva gli occhi fissi sullo schermo del portatile che
stava usando.
La
pelle bianchissima, quasi quanto la mia.
I
capelli neri decisamente più scompigliati di quelli di una persona normale.
La
prima cosa che pensai fu “carino”… di certo non avrei mai potuto immaginare che
avrei perso irrimediabilmente la testa per lui. Invece accadde. E quando me ne
accorsi era ormai troppo tardi per sperare di trovare una qualsiasi via di fuga.
Fu
all’incirca dopo 6 mesi che ebbi l’occasione di avere con lui un dialogo un po’
meno da “cliente/proprietario del negozio”.
Ero
stata in fumetteria parecchie volte prima di allora, ma essendo sempre stata un
tipo devastantemente emotivo non mi ero mai lanciata in grandi conversazioni
con lui.
Quel
giorno invece le cose cambiarono.
Quando
entrai in negozio, sempre seguita a ruota dalla mia fedele compagna, ci trovai Mikey,
il mio insegnante di chitarra. Fu così che scoprii che i due erano fratelli. E
sempre in quell’occasione, riuscii finalmente a sapere il suo nome. Gerard.
“Bizzarro”
pensai. Ma sicuramente adattissimo ad un tipo come lui.
Iniziai
a frequentare regolarmente il suo negozio di fumetti. Due giorni a settimana. I
giorni in cui avevo lezione col fratello.
Da
quando aveva saputo che ero una delle allieve di Mikey, aveva iniziato a
comportarsi in maniera un po’ più confidenziale con me. La cosa mi rese
stranamente felice. Ancora non ne intuivo il reale motivo.
Tuttavia,
più passavano i giorni, più sentivo il bisogno di andare là. Anche solo per un saluto.
Solo
per vederlo.
Questo
mi bastava per rallegrarmi la giornata. VEDERLO.
E
giorno dopo giorno, l’approfondirsi del nostro rapporto mi rendeva sempre più
felice.
Parlavamo
di tutto. Mi raccontava di come aveva passato il week end. Dei disastri che
combinava suo fratello. Di come era nata la sua passione per i fumetti. Ricordo
che una volta mi aveva persino mostrato gli schizzi di alcuni suoi disegni.
Bellissimi.
Più
di ogni altra cosa però, assieme a lui, adoravo parlare di MUSICA.
Il
giorno in cui feci visita al suo negozio per la prima volta, la cosa che mi
colpì maggiormente, oltre al suo aspetto un po’ fuori dal comune, fu la musica
che sentii in sottofondo.
“It’s
Hard To Say”.
La
mia canzone preferita.
Sin
da quell’istante avevo capito che su quel frangente saremmo andati
d’accordissimo.
E
non mi sbagliavo.
Ascoltavamo
praticamente le stesse band. Gli stessi cantanti.
Confrontarmi
con lui era davvero uno spasso.
Aveva
commenti acidi per chiunque. Persino per i suoi artisti preferiti!
Mi
divertivo davvero un mondo.
Non
so dire con certezza il momento esatto in cui realizzai di essermi innamorata
di lui.
Me
ne accorsi e basta.
Sentivo
che per lui avrei davvero potuto fare di tutto.
Ero
disposta a dargli tutta me stessa.
Ero
pronta a consegnargli il mio cuore. Così come lui era pronto a distruggerlo.
Accadde
poco più di un mese fa.
Ero
passata in fumetteria prima di andare alla mia classica lezione di chitarra,
come da routine.
Mi
aspettavo che le cose andassero come al solito. Quattro chiacchere e tanti
saluti.
Invece
quel giorno Gerard mi prese di sorpresa, dicendomi forse l’unica cosa che mai
avrei pensato, o meglio, mai avrei VOLUTO sentirmi dire da lui.
“Mi
piace la tua amica”
Già.
Mi
disse di essere interessato alla persona che mi portavo sempre dietro.
La
persona che più di chiunque altro consideravo speciale.
Sentii
il mondo crollarmi addosso.
Tra
tutte le persone che esistono al mondo proprio lei.
Perché?
Non
riuscivo a darmi pace.
Quando
credevo che peggio di così non potessi stare, ecco arrivare la batosta :
Stava
scherzando.
Inizialmente
non riuscii a capire. O forse NON VOLEVO capire.
“Volevo
vedere la tua reazione” disse.
Non
riuscivo a crederci. Mi aveva presa in giro.
Perché?
La
risposta che ottenni, forse, col senno di poi, non l’avrei mai cercata.
Perché,
la ragione di tutto era semplice.
Gerard
Arthur Way era incredibilmente egocentrico.
Le
mie amiche l’avevano notato. Tutte.
Ma
io no.
Io
che avevo perso la testa per lui, mai avrei immaginato nascondesse un tale
aspetto dentro di se.
Invece
era così.
Voleva
semplicemente aggiungere una nuova pedina alla sua collezione di “conquiste”.
Voleva
sentirsi dire per l’ennesima volta “Mi piaci” per poter per l’ennesima volta
rispondere “Mi spiace. Non sei il mio tipo”.
Lui
era fatto così. Incredibilmente vanitoso e insensibile.
Già.
Allora
perché non riuscivo ad odiarlo?
Perché
nonostante tutto sentivo che potevamo davvero “essere amici” come aveva detto
lui?
Soffrivo
come mai avrei pensato di soffrire.
Eppure…
Potevo
farcela? Potevo davvero superare tutto e continuare come se nulla fosse
accaduto?
NO.
E
lo capii a mie spese.
Lo
capii nell’esatto momento in cui lo vidi, Gerard, baciarsi in modo decisamente
troppo appassionato con lui.
LUI.
Frank.
Sentii
la terra crollarmi sotto i piedi per la seconda volta.
Frank.
Il ragazzo della mia migliore amica.
Era
stato in fumetteria con me alcune volte, ma mai, MAI avrei potuto immaginare
che tra lui e Gerard potesse essere nata una storia.
Invece
era così.
Dovevo
crederci.
E
così, con il cuore infranto e senza un’anima a riempire il mio corpo, presi una
decisione.
Volevo
fargliela pagare. DOVEVO fargliela pagare.
Già.
Ma come?
Dopo
varie riflessioni sono finalmente riuscita a trovare il modo perfetto.
Il
modo perfetto per farlo soffrire almeno la metà di quanto ho sofferto io.
Ed
è per questo che ora mi trovo qui.
Per
mettere la parola FINE ad una storia che ormai aveva perso ogni significato.
Una
storia che mi stava riducendo in fin di vita.
Una
storia malata.
Adesso
avrò la mia rivincita.
Gerard
Arthur Way.
VIVI.
Vivi
con tutta la forza di cui sei capace.
VIVI.
Se
il fardello che da oggi dovrai portare sulle tue spalle non riuscirà a
schiacciarti.
Se
la tua anima sarà abbastanza forte da sopportare.
Vivi,
una vita macchiata di SANGUE.
THE
END
BEX: ok sory tranquilla…non mi
voglio uccidere XD però ispirarmi alla mia story mi è servito per “scaricare”
direi XD eh eh ok è una shot un po’ malata..vabbè…tanto non sono mica normale
io! XD besos!! E GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE