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Autore: dramy96123    24/08/2016    4 recensioni
- Taegi -
“Taehyung sta esagerando. Controlla quel ragazzino, sei il leader, comportati da tale!” sbottò Yoongi, buttandosi sul letto di Namjoon.
Il ragazzo si tolse una cuffietta e gli rivolse uno sguardo annoiato.
“Che ha fatto? Non ha di nuovo cominciato a imitare una giraffa nel tuo studio, vero? Taehyung che imita gli animali è il peggior Taehyung.”
“Ha un atteggiamento indisponente nei miei confronti.”
Namjoon sospirò e si alzò dal letto di Jungkook, mettendosi a gambe incrociate.
“Un atteggiamento indisponente.” Ripeté lentamente, guardando il più grande.
“Esatto.”
“Dimmi che ha fatto, Hyung.”
“Beh, tanto per cominciare, respira.”
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Min Yoongi non aveva una cotta. Discorso chiuso.
 
 
Il problema era che quel ragazzino gli stava sempre appiccicato.
Sempre.
Non c’era giorno in cui non sentiva il familiare “Hyuuung!” dritto nel suo orecchio, seguito da un sorriso entusiasta e un paio di braccia intorno al suo collo.
E non c’era giorno in cui Min Yoongi non alzava gli occhi al cielo, borbottando un “è troppo presto per tutto questo, troppo troppo presto”, mentre staccava delicatamente le mani di Taehyung.
Davvero, Tae era letteralmente… troppo, da sopportare. Specialmente la mattina.
Ogni volta che lo vedeva avvicinarsi si preparava. Lo sapeva che non appena Tae lo avrebbe notato avrebbe cominciato a gridare, gioioso. E si preparava.
E non era mai abbastanza pronto.
 
La verità era che Yoongi non riusciva proprio a venire a patti con Taehyung.
Il suo sorriso era troppo, la sua voce era troppo, i suoi occhi, il corpo che si appoggiava a lui, i suoi abbracci, stretti come se avesse potuto abbracciarlo solo un’ultima volta, ecco cos’erano quegli abbracci, ecco, quelli soprattutto erano davvero troppo.
Quel ragazzo… Taehyung era troppo da sopportare per una persona sola.
Yoongi semplicemente non riusciva a reagire a Taehyung. Non sapeva come rispondere. Con gli altri… era fanservice, no? Qualcosa che faceva per le ARMY, certo, ma… un po’ innaturale, una cosa che non avrebbero fatto, in casa loro, lontano dalle telecamere. Non gli dava fastidio stare con i Bangtan, del fanservice non gli importava, non era semplicemente un cosa che cominciava da Yoongi. Lui non amava il contatto fisico.
Ma Taehyung era diverso. Tae aveva bisogno di appoggiarsi a lui, di toccargli la mano, di sfiorargli i capelli. Non era innaturale, era com’era fatto Tae. E Yoongi, ecco, lui riusciva a reggere il contatto fisico con gli altri. Ci riusciva, davvero. Il problema era lui.
 
 
Quando lo aveva conosciuto, aveva creduto fosse una persona falsa.
Non… Non poteva esistere una persona come V, no? Non aveva mai conosciuto una persona come lui. Doveva star fingendo. E a lui non piacevano le persone false.
Credeva che il largo sorriso che gli rivolgeva la mattina fosse falso, che il suo umore sempre così esplosivo fosse falso, che i suoi comportamenti così particolari fossero costruiti, studiati appositamente per il pubblico. Per l’industria KPOP, no? Non era raro.
Quindi lo aveva evitato, inizialmente. Mentre Tae gli saltellava intorno, pieno d’ammirazione per i suoi lavori, per le sue canzoni, Yoongi borbottava qualcosa, poi gli voltava le spalle e se ne andava.
Poi aveva capito. Nessuna persona può recitare così a lungo. Nessuno poteva fingere un sorriso così, per così tanto tempo. E allora aveva cominciato a parlargli. Aveva cominciato a rispondere ai suoi sorrisi, a comportarsi come un bravo Hyung.
 
E poi durante l’intervista, quella maledettissima intervista, quel… moccioso aveva esagerato. Oh, se aveva esagerato. Era successo prima che potesse capirci qualcosa, aveva solo sentito la mano di Tae che lo attirava a se’, le sue labbra troppo, troppo vicine a lui, e la sua voce che come diavolo era possibile fosse ancora più bassa, direttamente nel suo orecchio.
“Saranghae”.
Si era dimenticato di respirare per circa tre secondi.
E pregò, oh, se pregò di non arrossire e  non fare facce o qualunque altra cosa non socialmente accettabile.
Non incrociò neanche i suoi occhi, no, non ci pensava neanche, perché sapeva che se l’avesse fatto lo avrebbe ucciso. Lo avrebbe letteralmente preso a pugni.
Ma come diavolo gli era venuto in mente…?
 
E poi, durante quel concerto aveva esagerato di nuovo. Era stato durante il suo pezzo, e lui non stava pensando letteralmente a nulla, perché era sul palco, dove apparteneva e dove voleva stare ed era il suo maledetto pezzo e cosa aveva deciso di fare quel maledetto moccioso?
Aveva sentito delle braccia circondargli la vita e tirarlo all’indietro, e il petto di Tae aderire alla sua schiena, e il mento del ragazzo sulla sua spalla, e, cielo, poteva sentirlo, il suo sorriso. Poteva avvertirlo.
Non sapeva esattamente come aveva fatto a non sbagliare le parole, a non far tremare la voce, ma non ce l’aveva fatta a non divincolarsi. L’abbraccio era durato quattro secondi. Quattro.
Non gli si era avvicinato per il resto del concerto.
No, davvero, come gli venivano in mente certe idee?!
 
E dopo questi precedenti, ogni volta che Taehyung gli si avvicinava, lui si irrigidiva. Non riusciva a reggere il suo sguardo che per pochi secondi, poi doveva distoglierlo. Non riusciva a non scostarsi quando Tae gli si appoggiava o lo sfiorava. Si allontanava da lui prima ancora di sentire il viso farsi caldo.
Quel ragazzino doveva aver creduto che Suga lo odiasse, ma ciò non lo aveva fermato.
Oh, no.  Era andata peggio.
 
“Hyuung!” urlò Taehyung, saltellando. Lo raggiunse in un attimo, mettendosi accanto a lui, le spalle che si sfioravano. Yoongi si voltò verso il ragazzo, con un sospiro.
“Le sette del mattino.” Borbottò tra sé, stropicciandosi gli occhi.
“Ho sentito che faremo coppia, per lo shoot di oggi!” lo informò l’altro, ignorandolo completamente. Era già perfettamente vestito per gli scatti, i capelli erano scompigliati ad arte e gli occhi erano contornati dall’eyeliner. Suga invece era nei suoi abiti normali, con la faccia da persona appena alzata dal letto e l’espressione omicida. Taehyung non aveva evidentemente colto.
“Troppo presto.”
“Jiminie e Hobi Hyung si stanno addormentando sulle sedie. Andiamo insieme a fargli i baffi con il pennarello indelebile!”
“Troppo. Assolutamente troppo.” Ma si lasciò sfuggire un sorriso. Taehyung ignorò nuovamente le sue parole, ma ridacchiò e si avvicinò ulteriormente al più grande. Yoongi abbassò lo sguardo sulle loro mani.
Le loro mani che si stavano toccando.
Yoongi perse un battito.
 
 
“Taehyung sta esagerando. Controlla quel ragazzino, sei il leader, comportati da tale!” sbottò Yoongi, buttandosi sul letto di Namjoon.
Il ragazzo si tolse una cuffietta e gli rivolse uno sguardo annoiato.
“Che ha fatto? Non ha di nuovo cominciato a imitare una giraffa nel tuo studio, vero? Taehyung che imita gli animali è il peggior Taehyung.”
“Ha un atteggiamento indisponente nei miei confronti.”
Namjoon sospirò e si alzò dal letto di Jungkook, mettendosi a gambe incrociate.
“Un atteggiamento indisponente.” Ripeté lentamente, guardando il più grande.
“Esatto.”
“Dimmi che ha fatto, Hyung.”
“Beh, tanto per cominciare, respira.” Rispose piccato il ragazzo, non incrociando lo sguardo dell’amico.  “Secondo, respira vicino a me. Un sacco vicino a me. Troppo.”
“Oh. Capisco.” Il tono di Namjoon cambiò radicalmente. Si fece estremamente divertito. Yoongi decise di ignorarlo, per il bene del suo monologo.
“E mi sta sempre appiccicato. E mi sorride. Sono lo Hyung, varrà pur qualcosa! Joon-ah, agisci.”
Namjoon annuì, l’espressione seria. “Hai ragione.” Il volto di Yoongi si illuminò. “Davvero? Che farai? Lo sgriderai? Gli vieterai gli hamburgers? Cosa farai?”
“Ti chiamo Jin Hyung. Deve farti un discorsetto.”
“Cosa? Non è a me che deve fare un discorsetto, okay? E’ a lui! A quel demonio con il sorriso quadrato!”
Namjoon aveva già chiuso la porta dietro di sé, soffocando una risata.
 
“Yoongi, tu hai una cotta.”
“Cosa? No, non ho una…”
“Tu hai una cotta.”
“No.”
“Sì. Accettalo. Come io accetterò il fatto che tu non sia innamorato di me. Cosa incomprensibile, data la mia bellezza. Ma l’amore è cieco, e si vede.”
“Io non ho cotte.”
“Non fare quella faccia disgustata, se non riesci neanche a stare nella stessa stanza di Tehyung senza arrossire come una…”
“Non dirlo. Jin hyung, ti avverto.”
“…”
“Jin Hyung.”
“Scolaretta.”
“L’hai detto.”
“L’ho detto.”
“Come hai osato.”
“Mi dispiace. Ma essere il più grande vuol dire anche poter rischiare la morte più di una volta al mese. Già ti sveglio ogni mattina, e non mi hai ancora ucciso.”
“Mi stai tentando così tanto.”
 
 
Yoongi col tempo era diventato incredibilmente sensibile alla presenza di Taehyung. E aveva cominciato a notare come si trovassero sempre, sempre, sempre vicini. Ai fansigns, alle interviste, persino nelle coreografie, Taehyung era lì, a farsi vedere da lui, e lui ci cascava ogni volta.
E si incantava.
Come riuscisse ancora ad avere una reputazione era un mistero anche per lui.
 
Oh, ma ci provava davvero, a non cascarci, stavolta non lo guardo, stavolta mi lascio sfuggire la sua presenza, oh, Taehyung ha parlato? Non ci ho fatto caso.
E qualche volta, rarissima volta, aveva quasi funzionato. Perché imbrogliava.
Ma quando cantava V, oh, non ci provava nemmeno, a non guardarlo. Perché la sua voce era… era il motivo per cui, quando aveva scritto “Let me Know”, non ci aveva neanche pensato prima di dargli quella parte.
Voleva sentire il più possibile la sua voce, in quella canzone.
Ecco tutto.
 
Vederlo saltare e rappare quando si esibivano in Cypher 3 era uno dei momenti più belli. Il volto di V diventava rosso per l’eccitazione, urlava fino a sgolarsi, al diavolo se la voce gli serviva per cantare dopo, sapeva parola per parola – parola per parola – tutta la parte di Suga e la cantava con lui, o la cantava sotto la doccia, o la mormorava per i corridoi, o lo sentiva rapparla con le cuffie alle orecchie, sovrappensiero,  anche se doveva prendere il respiro due volte, per finirla – cute.
 
Quando lo vide con i suoi vestiti di quando si esibiva in Cypher, era a tanto così dall’urlare dalla frustrazione.
Vederlo con i suoi vestiti era… non era giusto. Non era giusto che ci stesse così bene.
E poi Taehyung gli aveva sorriso, entusiasta. E lì non ce la fece più.
“Taehyung-ah.” La voce di Yoongi era roca, controllata.
“Dimmi, Hyung! Oh, sei rosso, non è che stai male, vero? Tra un quarto d’ora dobbiamo salire sul palco…” l’espressione era così preoccupata, il sorriso era scemato subito, e la sua mano aveva fatto per avvicinarsi alla sua fronte.
Oh, no.
“Fermo lì. Non ci provare neanche.” Un passo all’indietro, tanto veloce che quasi inciampò. Mise le mani avanti, e guardò Taehyung con una smorfia e gli occhi socchiusi, mentre l’altro abbassava la mano, decisamente confuso.
“Senti, Tae, dobbiamo affrontare un discorso molto serio. Sei un bravo ragazzo, alle volte sei anche divertente, un essere umano decente, sì, ma mi stai rendendo la vita particolarmente difficile ultimamente. Anzi, no, da sempre. Non riesco neanche a stare vicino a te, mi stai sempre appiccicato e mi sorridi, no, è troppo, hai un atteggiamento che francamente non mi piace, non mi piace affatto, e ti sarei estremamente grato se tu non… ehi, aspetta, perché sorridi? Taehyung-ah!” la voce, inizialmente controllata, si fece estremamente offesa quando Yoongi vide Taehyung ridergli in faccia.
Seriamente, quel moccioso lo stava facendo impazzire.
E Taehyung continuava a ridere.
“Si può sapere perché stai ridendo? Io ti sto dicendo che sei un ragazzino appiccicoso e tu…”
“Hyung, tu sei un genio.” Lo interruppe Taehyung, riprendendosi dalle risa. Yoongi sbuffò. Anche quello era un atteggiamento esasperante del ragazzo. Lui aveva tanti atteggiamenti esasperanti. Come sorridere.  E parlare. E abbracciarlo. E sì, lo facevano anche gli altri Bangtan, ma lui era esasperante.
“Hyung, sei un genio.” Riprese Tae, avvicinandosi di un passo. “Sei un compositore fantastico, e le parole nei tuoi testi sono il motivo per cui amo tanto le tue canzoni, ma…” La voce si abbassò di un’ottava. “Hyung, sei imbarazzante, quando hai una cotta.”
“Io non ho una…”
“Hyung, non puoi negare di avere una cotta quando ci ho messo così tanto per fartene avere una. E’ ingiusto.” Un altro passo, poi Tae sorrise col suo sorriso speciale, e si sporse per dargli un bacio sulla guancia. “mi piaci tanto, Hyung. Quasi più di quanto mi piaccia Cypher.” Disse seriamente. “E’ un sacco.” Aggiunse, annuendo tra sé. Quindi si girò per saltellare via.
 
 “YA! Taehyung- ah! Io non ho una cotta!”
“Va bene, Hyung, non ce l’hai.”
“E quello di prima… quel… quello che mi hai dato…”
“Il bacio?”
“Non era un bacio. Quel coso lo dai a Hobi al Rookie King se ti costringono.”
“Ne vuoi un altro, Hyung?”
“... troppo. E’ troppo presto per tutto ciò.”
“Sono le cinque del pomeriggio.”
“Troppo presto.”
 
 
Il nuovo divertimento dei Bangtan Boys diventò vedere in quanto tempo Taehyung faceva arrossire l’inespressivo Suga.
 
Ogni volta che Taehyung si avvicinava a Yoongi, urlando il familiare “Hyuung”, il ragazzo alzava gli occhi al cielo, borbottando un qualcosa sul fatto che fosse troppo presto per tutto quello, ma adesso quando V gli buttava le braccia al collo non si divincolava più. Si limitava a rispondere all’abbraccio, a stringergli la mano, e a cercare di mantenere un briciolo di dignità.
 
 
Salve a tutti!
Grazie mille per aver letto, era la mia prima Taegi, quindi ci tengo tipo… tanto! Quindi ringrazio davvero tutte le persone che hanno aperto la pagina!
Un bacio
dram
   
 
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