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Autore: Redferne    24/08/2016    11 recensioni
Tra Nick e Judy sta accadendo qualcosa di totalmente nuovo ed inaspettato.
E mentre Nick cerca di comprendere i suoi veri sentimenti nei confronti della sua collega ed amica, fa una promessa a lei e a sé stesso: proteggerla, a qualunque costo.
Ma fare il poliziotto a Zootropolis sta diventando sempre piu' pericoloso...
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 12

 

 

 

LA LUNA, COME UNICA COMPAGNA

 

 

 

 

“Perché?! Perché sono stato così idiota?!”

 

 

Nick se lo stava ripetendo in continuazione, sulla via del ritorno.

Si trovava sul treno in direzione Savana Central: era passata poco più di mezz’ora da quando aveva salutato Judy.

Ed ora, man mano che sia avvicinava al capolinea, iniziava suo malgrado a rendersi conto di ciò che era realmente accaduto.

 

Perché non glielo hai detto?

 

Da attore consumato qual’era, aveva retto la parte fino all’ultimo, recitando alla perfezione. Non voleva che Judy si preoccupasse per lui o potesse rimanerci male: voleva che si salutassero con un sorriso e qualche allegro scambio di battute. E cosa c’era di meglio di trasformare tutto quanto in una classica scena d’addio degna di quei drammoni sentimentali in bianco e nero tanto cari ai bei tempi andati?

Come nel più classico e collaudato dei copioni: lei ritrova lui a sorpresa sul treno dopo che quest’ultimo si é fatto misteriosamente negare per tutto il giorno; i due percorrono insieme una parte di tragitto ridendo, scherzando e dicendo scemenze; lui e lei si abbracciano e rimangono avvinghiati sino ad un istante prima della partenza; un ultimo sguardo, fugace ma intenso, tra i due, condito da una frasuccia ad effetto da quattro soldi; lei, dopo essere ripartita, legge il biglietto di lui con le sue ultime parole di commiato e, molto probabilmente, si commuove; ed infine, lui rimane immobile a guardare il treno allontanarsi fino a scomparire all’orizzonte, per poi fare ritorno a casa sorridendo tra sé.

Dissolvenza in nero, titoli di coda, FINE.

Applausi del pubblico, si riaccendono le luci.

 

 

 

 

Ma adesso che Judy era partita, ed era rimasto di nuovo solo, la maschera che era solito indossare in occasioni come questa aveva iniziato a crollare miseramente, sotto gli spietati colpi dei rimorsi e dei rimpianti. E soprattutto, cominciava ad emergere la consapevolezza del danno fatto, in tutta la sua gravità.

 

Perché non glielo hai detto?

 

Maledì sé stesso. Per il suo vizio di mettersi sempre a fare il comico da strapazzo ogni volta che doveva affrontare un discorso serio. In situazioni simili gli si innescava il pilota automatico e partiva lo show. Era una sorta di riflesso condizionato, ormai. Dettato dall’abitudine ad occultare le proprie emozioni di fronte a chicchessia, sempre e comunque.

 

Perché non glielo hai detto?

 

Non aveva avuto il coraggio di dire a Judy la verità. Cosa pensava realmente.

L’aveva lasciata andare via.

E l’aveva perduta.

 

Perché non glielo hai detto?

 

 

 

 

 

Il treno, nel frattempo, era giunto alla stazione di Savana Central. Ma Nick non aveva la benché minima voglia di fare ritorno al suo appartamento. Non ora, perlomeno.

Prese quindi la metropolitana in direzione Sahara Square.

Il vagone era gremito: dovette rimanere in piedi fino a che non iniziò a svuotarsi, man mano che il convoglio si allontanava dal centro. A quel punto, rimediò il primo posto a sedere disponibile e lì rimase, sino al capolinea.

Uscì all’esterno ed un vento secco lo investì. Era già buio.

Si trovava alla periferia di nord-est del distretto, dove le case ed i quartieri cominciavano a lasciare spazio al tratto di deserto confinante con l’impervio territorio delle Canyonlands, con le sue gole ed i suoi crepacci. Si inoltrò in quella direzione.

La strada non era illuminata ma per una volpe come lui, dotato di un’eccellente vista notturna, la cosa non costituiva certo un problema. Inoltre in quella zona, e a quell’ora, il traffico era scarsissimo, per non dire inesistente.

Percorse circa un miglio, poi uscì dalla carreggiata, addentrandosi in pieno deserto. Dopo circa cinquecento metri, si fermò e si sedette su di una nuda roccia, appoggiando le braccia sulle ginocchia.

Era in mezzo al nulla.

Guardò la luna. Era gigantesca. Quasi si scorgevano per intero i suoi crateri.

Aveva intenzione di rimanere lì per tutto il tempo necessario a cercare una risposta alla domanda che continuava a girovagare senza pace nella sua mente.

 

Perché non glielo hai detto?

 

E non sarebbe tornato a casa finché non l’avesse trovata, quella risposta.

 

 

 

 

 

Nick lo aveva già capito da allora.

Gli era bastato guardarla negli occhi, quel pomeriggio al caffè, quando gli aveva comunicato la notizia del trasferimento a Wyndham City, per comprendere le sue reali intenzioni.

In quel momento gli occhi di Judy avevano tradito euforia ed eccitazione, per la nuova sfida che si profilava all’orizzonte. La nuova sfida che era chiamata ad affrontare, e da cui non si sarebbe mai tirata indietro, per nessun motivo.

Del resto, Nick la conosceva fin troppo bene.

Judy non lo faceva certo per un aumento di stipendio. O per ambizione. O per carriera. Per lei, questo nuovo incarico altro non era che un modo, un fine per poter svolgere ancora meglio il proprio lavoro. La propria missione.

Cambiare il mondo e renderlo un posto migliore.

Era quello il suo unico scopo. La sua fissa, da sempre.

Tutto ciò costituiva la vera natura di Judy, e lui non avrebbe potuto fare nulla per fermarla.

Non possiamo andare contro la nostra vera natura, la parte più intima ed autentica di noi.

Possiamo cercare di adattarla, forzandone i meccanismi. E ci sembrerà di riuscire ad assecondarla al nostro volere. Ma é solo ciò che essa ci fa credere. Alla prima occasione, abbatterà completamente gli argini che le abbiamo eretto intorno, tornando a reclamare il suo spazio. E noi tutti, nel profondo, siamo consapevoli che ciò accadrà, prima o poi, anche se facciamo finta di nulla. E LEI LO SA.

Solo che...Nick aveva giurato di aiutarla, quella notte. Di proteggerla ad ogni costo.

Avrebbe voluto dirgli di non andarsene, di rimanere sempre al suo fianco: perché solo restando insieme, nel lavoro e nella vita, Judy avrebbe potuto rimanere al sicuro.

Se si fossero separati, le sarebbe senz’altro accaduto qualcosa di brutto, ne era certo.

Avrebbe voluto parlargli del terribile presentimento che covava dentro di sé.

Settanta miglia sono già un’enormità di per sé. Uniti alla routine quotidiana e alle incombenze di ogni giorno, diventavano come la distanza tra la terra su cui era seduto e la luna sopra la sua testa.

Come avrebbe fatto a mantenere il giuramento, ora?

Come avrebbe potuto proteggerla, ora? In che modo?

 

Smettila con le stupidaggini, Nick. Almeno questa volta.

 

Un fulmine a ciel sereno.

Una voce improvvisa, spiazzante, proveniente da qualche angolo remoto dentro di lui.

 

Quella di proteggerla é sempre stata una scusa, vero? Il comodo pretesto per giustificarti. Per giustificare a te stesso ciò che provi veramente per lei.

Abbi il coraggio finalmente di guardare in faccia la realtà. La realtà che fino ad ora ti sei ostinato a voler negare con tutte le tue forze.

Te lo ricordi, quella notte? Dicesti che per te l’amore non poteva essere altro che una parola priva di significato. Non é vero. Lo sai bene cosa vuol dire, quella parola. E lo hai scoperto proprio grazie a Judy, per la prima volta nella tua vita.

 

TU LA AMI, VERO?

 

PERCHE’ NON GLIELO HAI DETTO?

 

Ma certo: confessarle il suo amore. La genialata del secolo.

Cosa accidenti avrebbe dovuto fare? Prenderla per le mani e dirle: “Judy, ti prego, non andartene. Voglio che tu rimanga perché...la verità é che questa VOLPE si é innamorata di te. QUESTA VOLPE TI AMA”?

Come può una volpe come lui dire una cosa simile ad una coniglietta?

Le reazioni avrebbero potuto essere inimmaginabili.

Gli avrebbe riso in faccia, come minimo. O peggio ancora, sarebbe rimasta talmente sconvolta al punto di fuggire a zampe levate. O da intimargli di andarsene e di non farsi vedere mai più.

No, no, questo mai. Era ingiusto anche il solo pensarlo. Judy non lo avrebbe mai potuto ferire in questo modo.

Semplicemente, di fronte a quelle parole, sarebbe rimasta chiusa in un imbarazzato silenzio per qualche istante; magari persino arrossita, sotto il suo manto bianco e grigio. Nel frattempo, la sua testolina avrebbe già cominciato ad elaborare un apposito discorso per controbattere in maniera convincente quella dichiarazione.

Avrebbe senz’altro risposto: “Nick, sono felice che tu abbia voluto rivelarmi ciò che provi veramente nei miei confronti, credimi. Ma guardiamo in faccia la realtà: apparteniamo a due specie diverse e per giunta, tu sei un predatore, ed io una preda. Siamo come il giorno e la notte, Nick. Credi davvero che potrebbe mai funzionare, tra noi due? Possiamo essere solo amici, niente di più.”

Ma anche così, metterla al corrente dei suoi veri sentimenti avrebbe cambiato comunque tutto, da quel momento in poi. Avrebbe rotto gli equilibri. Non avrebbero più potuto continuare a vedersi con gli stessi occhi di prima. Ed anche lo splendido rapporto che avevano costruito finora avrebbe finito con il deteriorarsi.

Nick doveva tutto, a Judy. Era stata l’unica a credere in lui, e ad offrirgli una seconda opportunità, un’occasione di riscatto. E teneva a lei più di qualunque altra cosa al mondo. Non poteva costringerla ad una simile scelta. Né voleva correre il rischio di dover rinunciare per sempre al suo affetto.

Si sarebbe accontentato di starle accanto come collega in polizia, come amico; come un...un fratello, persino. Era comunque meglio di niente, giunti a quel punto.

Ma ormai, anche quell’opportunità gli era stata preclusa. E quel che era peggio, adesso che Judy se n’era andata, si era reso conto di amarla e di non poter più fare a meno di lei.

 

Se solo Judy mi avesse mai fatto intendere qualcosa, a riguardo. Forse…

 

Si ricordò del registratore. Che stupido. Perché non ci aveva pensato, prima?

Lo estrasse dalla tasca e lo guardò.

Vi era memorizzato un messaggio.

Esitò per un istante, temendo ciò che avrebbe potuto sentire. Poi premette il pulsante.

CLICK.

“Nick, é stato un onore lavorare con te. Sei il miglior amico che potessi mai sperare di incontrare. Ti voglio bene.”

CLICK.

Come immaginava.

Un amico. Questo era, e nient’altro.

Si può decidere di accantonare i propri sogni per chi si ama, forse. Ma mai per un amico, per quanto caro possa essere.

Certi amori nascono per non venire corrisposti, purtroppo. Ma se le cose stanno davvero così, non si dovrebbe provare il sentimento in maniera così forte...e soffrire così tanto...é ingiusto.

Ripensò istintivamente a tutti i momenti felici trascorsi insieme a lei: le immagini gli scorrevano a ripetizione nella mente.

“Judy...” mormorò tra sé.

Poi, all’improvviso, qualcosa dentro di lui si ruppe definitivamente e Nick scoppiò in un pianto a dirotto.

Come QUELLA VOLTA, da cucciolo.

Passarono i minuti, e le mezz’ore. Piangeva e singhiozzava. Non riusciva più a smettere.

Alzò il muso e lanciò un lungo ululato alla luna, unica e muta testimone della sua disperazione.

 

 

 

 





 

 

Salve a tutti!!

SOONO TORNATOOO!!

Innanzitutto, scusate per l’attesa.

Rieccomi di nuovo alle prese con la mia long: eravamo rimasti che i nostri due eroi si erano lasciati, apparentemente bene…

Ma, giusto per mettere le cose in chiaro, dopo la parentesi spensierata di IT’S A BEAUTIFUL DAY, ecco un bel re-inizio “lacrimogeno” per cominciare con il piede giusto.

A proposito della storia precedente: mentre pubblicavo questo nuovo capitolo, ho notato due piccoli errori di battitura ed una fastidiosa ripetizione, ed ho provveduto a correggere (come sempre, niente di trascendentale: nella scena dove Flash incontra il parroco, e tira fuori il biglietto, ho messo NEL PALMO al posto di AL SUO INTERNO, visto che l’avevo già scritta una riga prima).

Angolo di Quark: anche le volpi, a quanto pare, ululano. In realtà, si tratta di un verso più breve e squillante, molto simile all’ululato dei lupi. Inoltre, a differenza di questi ultimi, che lo usano per una questione soprattutto territoriale (manifestare la propria presenza e scoprire se ci sono altri lupi nei paraggi) le volpi utilizzano questo richiamo prevalentemente nella stagione degli amori. E, visto che di amore si tratta, ho pensato calzasse a pennello.

Colonna sonora (Potevo forse esimermi? Noo): dal momento in cui Nick si addentra nel deserto ed inizia il suo monologo interiore, provate a sentire la bellissima e commovente SAILING di Christopher Cross.

Lasciatemi dire, prima di concludere, che é bello essere tornati.

Come sempre, un grazie a tutti quelli che leggeranno la storia e vorranno lasciare un parere (anche due righe, ragazzi: fa sempre piacere!).

 

Alla prossima,

 

See ya!!

 

 

   
 
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