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Autore: angelo_nero    24/08/2016    2 recensioni
[Attenzione! La storia può contenere spoiler per chi non è al passo con il manga e/o segue l'anime in italiano!]
Ho deciso di creare una raccolta sulla mia coppia preferita di questo fandom: Gajevy. Ma siccome sono a corto di fantasia, chiedo a voi, recensori, di fornirmi i prompt più disparati su cui vorresti leggere qualcosa di questa coppia :3
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Pantherlily
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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ATTENZIONE! STORIA A RATING ROSSO! PRESENZA DI CONTENUTI SESSUALI ESPLICI!


Prompt: Piercing
Personaggi: Gajeel e Levy
Rating: Rosso
Coppie: GaLe/Gajevy
Avvertimenti/Note: Prompt facente parte della Gajevy LOVE FEST.  Presenza di contenuti sessuali espliciti
 
L’idea malsana le era venuta in una calda sera di fine primavera, osservando con attenzione il volto spigoloso di Gajeel, seduto accanto a lei che fissava le stelle in silenzio.
Non era di certo la prima volta che si fermava a studiare il profilo del ragazzo accanto a sé, con cui condivideva molto più che le missioni e il simbolo della gilda.
Quella sera però non era rimasta calamitata dai penetranti occhi cremisi, né si era buttata sulle sue labbra fine perennemente piegate in quel ghigno sexy. Si era piuttosto fermata su quelle placche di metallo incastonate sul viso del ragazzo.
I numerosi orecchini metallici presenti lungo entrambi i lobi, i piercing sui lati del naso e persino quelli sotto il mento, chiedendosi se avesse sentito male quando se li era fatti da ragazzino. Aveva accuratamente evitato di allungare una mano per sfiorarli, sapendo già la fine che quel gesto avrebbe fatto. O provocato.
Quando il ragazzo l’aveva beccata assorta nella sua contemplazione, non le aveva fatto domande. Aveva incrociato il suo sguardo ed aveva ghignato, quando le labbra di Levy si erano dischiuse Lily aveva avuto la brillante idea di cambiare aria. Sapeva bene che quei due non si sarebbero fermati davanti a nulla.
Era proprio la paura di quel dolore fantasma il motivo per il quale Levy indugiava davanti la vetrina di quel negozio che di certo non somigliava a una libreria. Sembrava più che altro, ai suoi occhi, come il ritrovo di qualche mago appena uscito di galera o qualche brutto ceffo che, di certo, non moriva dalla voglia di incontrare.
Passò per l’ennesima volta le iridi nocciola sulla scritta cubitale attaccata al vetro, indecisa se farlo veramente o girare i tacchi dirigendosi, magari, in biblioteca. Un posto molto più adatto a lei.
Allungò una mano e la fermò appena prima di poggiarla sulla maniglia metallica della porta, anch’essa di vetro. Poteva veramente fare una cosa del genere?
Levy aggrottò le sopracciglia e con decisione spinse la porta, che si aprì con un leggero scampanellio segnalando la propria presenza al negoziante.
-Cosa ti serve, piccoletta?- le chiese con gentilezza l’omone di quasi due metri che sostava dietro il bancone, al quale lei arrivava a mala pena.
La Scripter sussultò al suono di quella voce così possente e gutturale. Strinse d’istinto la tracolla della sua borsa e puntò gli occhioni scuri in quelli piccoli e di uno strano azzurro dell’uomo di fronte a lei.
-Ecco, io…- iniziò spostando lo sguardo da qualsiasi altra parte che non fosse il viso del proprietario. –Ho preso un appuntamento, una settimana fa.-
L’uomo sollevò entrambe le folte sopracciglia, evidentemente sorpreso dalla presenza di una persona così piccola nel suo negozio. Si grattò la testa pelata, sulla quale spiccava un tribale nero, e prese un fascicolo da sotto il bancone rosso, sbattendolo su di esso con tanta forza da far sussultare Levy. Di nuovo.
Levy lo vide sfogliare con velocità le pagine, senza far particolarmente caso ai vari foglietti attaccati su di esse o infilati nel mezzo, rischiando di farli cadere a terra e perderli nel casino che era quel posto. La maga approfittò della momentanea distrazione dell’inquietante proprietario per darsi un’occhiata in giro: sulla destra vi erano un paio di divanetti rossi, accanto ai quali due mobiletti neri erano strapieni di riviste. Sulle pareti bianche una serie di quadri che non si fermò ad osservare e sulla sinistra la porta di quello che sembrava essere il bagno.
-Come ti chiami, ragazzina?- tuonò la voce dell’uomo.
-Levy McGarden.- disse la piccola maga, pregando che quella situazione finisse il prima possibile.
L’uomo tornò a concentrarsi sul fascicolo, tirando qualche bestemmia qua e là verso una non nominata assistente disordinata. Che a quanto pare si divertiva ad incasinargli l’agenda. Levy si chiese che tipo fosse la segretaria di un posto simile.
Di certo non una maga piccola e gracile, che vestiva prevalentemente d’arancione. Ad esclusione di quel giorno.
Levy aveva optato per un paio di short di jeans a vita alta e una canotta nera con la scritta bianca “i love a bad boy”. Ovviamente regalatale da Gajeel.
-Trovata! Levy McGarden! Appuntamento alle 11:20 per…- esclamò lasciando poi la frase in sospeso per tornare a concentrarsi sulle parole.
Levy lo osservò prende il fascicolo pieno di roba e portarselo ad un palmo dal naso. Per poi spostare lo sguardo su di lei ed ancora sulle pagine.
-Sei sicura di ciò che fai?- le chiese alzando un sopracciglio.
La maga annuì un po’ spaventata dalla presenza dell’uomo. Era almeno quattro volte lei, ancora più massiccio di Gajeel e i suoi occhi avevano uno strano colore. Le metteva i brividi.
L’uomo lasciò cadere il registro sul bancone e lo chiuse con una manata, mise l’altra sul fianco e si sporse verso Levy arrivandole così vicino che la ragazza potè avvertire distintamente l’odore di sudore e dopobarba che emanava.
-Sei almeno maggiorenne?- si accertò.
Levy gonfiò le guance indignata e gli sbattè sotto il naso il proprio documento di identità. L’uomo glielo strappò dalle mani e le diede le spalle.
-Siediti e aspetta qui. Ti chiamo tra due minuti.- le disse sparendo dietro una porta di fianco al bancone.
Levy si sedette sui divanetti rossi sospirando di sollievo. Il tipo inquietante si era finalmente dileguato.
Spostò lo sguardo sulle pareti bianche, tappezzate da quadri di disegni più o meno comprensibili ma tutti molto belli. Alla sua destra vi era un banchetto con una serie di riviste rovinate, impilate in un precario equilibrio. Ne prese una e la sfogliò, pregando che la lettura l’aiutasse a rilassarsi. Anche se le riviste di gossip non erano proprio la sua passione.
-Ragazzina!- la richiamò l’uomo facendola sobbalzare spaventata.
Levy riapparve da dietro la rivista e sbirciò l’uomo davanti a lei.
-È tutto pronto.- disse indicando la porta alle proprie spalle. -Vieni con me, ammesso che tu non abbia cambiato idea.- la prese in giro.
La maga si affrettò ad alzarsi e a recuperare la propria borsa, appoggiata sul divanetto scarlatto. Seguì l’uomo fino alla stanza dove era precedentemente sparito, dove un’altra persona girata di spalle l’attendeva. 
L’uomo le diede una spinta e Levy si accorse di essere rimasta ferma sulla soglia, imbambolata a fissare la stanza asettica e così diversa da quella appena oltre la porta.
-Ehi, Yuki. Lei è il tuo prossimo cliente.- disse l’omone rivolgendosi alla persona di spalle. –Ha tutto in regola, anche se non sembra. Buon lavoro!- sghignazzò prima di uscire e chiudersi la porta alle spalle con un tonfo.
Levy sobbalzò, per la terza volta in pochi minuti, e lanciò un’occhiata truce alla porta chiusa alle sue spalle. La prossima volta che quel tizio le si sarebbe rivolto in quel modo, avrebbe usato la sua magia per rimetterlo al proprio posto.
-Tu sei Levy, giusto?-
La dolce e delicata voce che le arrivò alle orecchie la fece voltare. La Scripter si scontrò con due occhi verdi incastonati in un viso di donna di non più di trent’anni. Osservò il sorriso rassicurante che la giovane donna le rivolgeva e smise di guardare in cagnesco la porta.
-Sì.- mormorò voltandosi completamente nella sua direzione.
-Io sono Yuki.- le disse l’altra appoggiandosi allo schienale della poltrona al centro della stanza. –Puoi sederti qui, Levy? Prima iniziamo prima finiamo.-
La Scripter fece come le era stato chiesto e si sedette sulla morbida poltrona, abbandonando la borsa in angolo della stanza. Poggiò la testa all’indietro sullo schienale e rimase a studiare le luci al neon sul soffitto della stanza, mentre la donna tornò alla precedente postazione e si mise ad armeggiare con qualcosa che la ragazza preferì non sapere. Quando tornò da lei aveva una mascherina medica sul viso e i guanti in lattice a proteggere le mani.
-Bene, Levy. Gli strumenti sono tutti sterilizzati e monouso, come vedi. Quindi ora rilassati e lascia che faccia il mio lavoro. – le disse sedendosi accanto a lei e tirandola da un braccio per farla mettere seduta. –Prometto che non sentirai niente.-
 
Levy tirava fuori e dentro la lingua, ammirando allo specchio il nuovo gioiello apparso su di essa. Tentò di non farlo incastrate tra i denti e di ritirare la lingua come faceva di solito ma le risultò impossibile.
-Alzala e poi tirala dentro.- le suggerì la donna alle sue spalle. –Ci farai l’abitudine.-
Levy seguì il suggerimento e scese dalla poltrona, lasciandovi lo specchio sopra. Chiarì con la donna le cure da eseguire per far in modo che il piercing guarisca in fretta e che vada tutto per il meglio.
-Se vuoi un consiglio, mangia tanti gelati.- le suggerì. –Ed evita qualsiasi tipo di bacio per almeno ventiquattrore. Oh, naturalmente in sesso orale è proibito per almeno due settimane.-
La Scripter arrossì a quella raccomandazione ed annuì. Prese le sue cose e, dopo aver salutato il proprietario del negozio con un sorriso, corse fuori, diretta a casa. Nessuno sapeva di quel suo piccolo segreto, e non lo avrebbero saputo fino a completa guarigione.
Nel pomeriggio, mentre stava divorando con gli occhi il quarto libro di seguito rinchiusa nella sua camera a Fairy Hills, la porta della stanza venne aperta con malagrazia e le sue compagne di dormitorio spuntarono fuori. Cadendo poi malamente una sopra l’altra.
-È vero che ti sei fatta il piercing alla lingua?- esclamò Cana, unica rimasta in piedi, avvicinandosi al letto della ragazza che indietreggiò fino al muro spaventata.
Levy si schiacciò contro la parete alle proprie spalle, nascondendo il viso dietro al tomo di mille pagine che stava leggendo quando la maga delle carte salì sul materasso.
-Allora!?- urlò a due centimetri dalla sua faccia.
-Ehm, sì?- indugiò la maga con gli occhi spalancati, unica cosa visibile del suo volto.
-Davvero!?- squittì Lucy, spuntando da dietro il letto.
Levy annuì all’amica mantenendo lo sguardo sbarrato e il resto del viso nascosto dietro il libro. Cana glielo abbassò con una manata.
-Vedere. Ora.- ordinò.
La Scripter tirò appena fuori la lingua, che ormai aveva assunto le sembianze di un palloncino, quel tanto che bastasse per permettere alle ragazze di osservare la sua nuova pazzia.
-Wow.- commentò Wendy. –Ha fatto male?-
-Non più di un pizzico.-
Erza si buttò sul letto e passò un braccio attorno alle spalle della ragazza. –Io so perché lo ha fatto. Anzi,- disse spostando lo sguardo su Lucy, Wendy e Juvia rimaste a terra. – Lo sappiamo tutte.-
Levy passò lo sguardo su ognuna delle ragazze presenti nella sua stanza, chiedendo aiuto con gli occhi.
Lucy ridacchiò appena. –Non mi dire che il motivo è un ragazzo.-
Levy diventò del colore dei pomodori maturi ed Erza aumentò la presa sul suo esile collo.
-E magari questo ragazzo è qualcuno che ne ha tanti, di piercing.- disse Erza cercando di non stritolare la ragazza tra le sue braccia.
Lo sguardo blu di Juvia si illuminò ed emise un versetto sorpreso. –Levy-san non l’avrai fatto per…-
Wendy passò lo sguardo da una compagna all’altra, non capendo un’acca di cosa si stessero dicendo.
Cana scoppiò a ridere di fronte alla faccia color peperone della ragazza seduta sul letto. Le diede un pugno sul braccio. Levy buttò fuori l’aria e trattenne a stento un gemito di dolore, Cana doveva imparare a dosare la propria forza con lei.
-Chi lo avrebbe mai detto! La tenera e dolce Levy che si spinge fino a questo punto per lui!- esclamò Cana ricadendo indietro sul letto, ridendo come una matta. Probabilmente era già ubriaca.
-Che ci vuoi fare. L’amore fa fare cose pazze.- disse Titania scrollando le spalle.
Wendy cercò di raccapezzarsi cercando lo sguardo di una delle amiche: Cana era praticamente in preda alle risate senza senso, Erza punzecchiava Levy con battute sconce, Juvia era nel suo mondo fatto di “Gray-sama” e i loro trenta bambini, Lucy cercava di tenere a bada Erza e Levy sembrava voler scomparire.
La piccola Dragon Slayer decise di smettere di indagare e magari aiutare Cana, che stava per soffocare dalle troppe risate.
***
Levy riuscì a sbarazzarsi dei commenti poco puri di Erza solo una settimana dopo. Settimana passata ad evitare come la peste qualsiasi persona che non fosse a conoscenza del suo piccolo segreto. Gajeel compreso.
Il povero Dragon Slayer non si spiegava il motivo per il quale la sua ragazza sembrava non voler alcun contatto con lui, neanche i suoi soliti scherzi sortivano l’effetto sperato. Levy si rifiutava di aprire bocca, letteralmente, a meno che non avesse qualcosa davanti il viso a coprirla. Che esso fosse un libro e il bicchiere di spremuta che era solita consumare, non aveva importanza.
L’unica magra consolazione era il fatto che i baci a stampo, leggeri come una piuma, di Levy non erano mai venuti a mancare. Aveva tentato di approfondire un paio di volte, per arrivare al livello successivo, ma la ragazza si era staccata da lui quasi subito, ammiccando poi nella sua direzione e muovendo sensualmente l’indice in segno negativo.
E diciamo che la cosa gli era andata bene, per la prima settimana. Ma quando essa si trasformò in un mese, Gajeel iniziò a dare segni di squilibrio dovuti alla mancanza di contatto fisico con la sua ragazza. Alla fine era esploso e, battendo con forza il palmo della mano guatata sul bancone davanti a Levy, aveva chiesto – o meglio, ringhiato – alla sua maga spiegazioni per quel comportamento.
Levy, per niente spaventata dal comportamento rude e brusco del fidanzato, aveva voltato la testa verso di lui per poterlo scrutare negli occhi. Gli aveva sorriso tenendo le labbra ben serrate ed era tornata a sorseggiare la sua spremuta come se niente fosse.
Quando però il drago stava per urlare tutta la sua indignazione per quel comportamento, Mirajane era arrivata in suo soccorso, piazzando al ragazzo la prima scusa che le passava per la testa.
-Levy ha un brutto mal di gola. È per questo che si comporta così! Non vuole contagiare nessuno, soprattutto te.- aveva buttato lì la maga mentre Levy annuiva con fermezza ad ogni sua parola. –Ma sta passando, quindi non devi preoccuparti! Ancora un paio di giorni e sarà come nuova! E potrete tornare a limonare come sempre.- concluse la Diavolessa.
Levy, che aveva continuato ad annuire ad ogni singola parola dell’amica, senza prestare particolarmente attenzione a ciò che diceva realmente, alla parola “limonare” si voltò di scatto verso la barista e la fissò sconvolta: ma che diavolo! Doveva accampargli una scusa,  non fare supposizioni sconce!
Gajeel però sembrò berla ed andò via fischiettando, probabilmente voleva sfogare la frustrazione prendendo a pugni Natsu e Gray.
-Che c’è?- chiese Mira con finta innocenza quando Levy le rivolse un’occhiata di fuoco.
La piccola maga si limitò a far sprofondare la faccia rossa come i capelli di Erza tra le braccia, mentre alle sue spalle Gajeel le dava di santa ragione a Salamander e al mago del ghiaccio.
 
-Levy-chan, puoi tradurmi questa frase? Non conosco questa lingua.- le chiese Jet un paio di giorni dopo, indicandole la frase misteriosa su un libro ugualmente sconosciuto.
Levy alzò lo sguardo dalla pagina che stava leggendo per posarlo sul viso dell’amico di vecchia data, e compagno di team. Gli sorrise prendendo il tomo dalle sue mani ed invitandolo a sedersi accanto a lei.
-Certo.- disse scandendo ogni sillaba.
Jet vide qualcosa sbrilluccicare tra le labbra dell’amica ma pensò di aver visto male e si sedette accanto a lei, ascoltando la traduzione attentamente.
-Ho capito. Grazie, Levy-chan! Sei un genio!- l’osannò il mago della velocità.
Levy tirò fuori la lingua in un gesto imbarazzato quasi senza rendersene conto.
Jet, accanto al quel vi era Droy che si era fermato dallo sgranocchiare patatine senza fine, la guardò come se la vedesse per la prima volta. I due amici si scambiarono uno sguardo sorpreso, prima di riposarlo sulla ragazza, che aveva ritirato la lingua non appena lo sguardo dei due era cambiato.
-Che c’è?- chiese ingenuamente la Scripter.
Jet puntò l’indice contro la sua bocca e poi urlò in coro con Droy: -Tu hai un piercing sulla lingua!-
Levy posò prontamente la mano sulle loro bocche prima che il suono dell’ultima sillaba si propagasse per la stanza, attirando sguardi indiscreti. Si erano tutti fermati per un secondo all’urlo a pieni polmoni dei due, ma erano tornati alle loro precedenti occupazioni quello dopo, non interessati a ciò che nel tavolo nell’angolo si stesse dicendo.
-Sssh!!- sibilò Levy togliendo lentamente le mani.
-Quando…?- chiese Droy sottovoce.
Levy sospirò e gli raccontò tutto, subendosi il comportamento iper-protettivo dei due amici, che le chiesero se aveva sentito male e quanto ci avrebbe messo a guarire.
Nel frattempo, nel bel mezzo della rissa presente ad ogni ora in gilda, Natsu e Gajeel erano rimasti immobili cercando di capire se avessero capito male. Ma mentre il primo fu distratto dall’arrivo di un martello di ghiaccio sulla propria testa, l’altro sgusciò via dal marasma creato dai compagni, diretto al tavolino dal quale aveva sentito provenire l’urlo che aveva attirato la sua attenzione.
Gajeel attraversò la gilda a grandi falcate, ignorando l’invito di Mira a prendersi qualcosa da bere per rinfrescarsi e i vari oggetti volanti. Doveva sapere se era stato frutto della sua immaginazione o aveva capito bene.
Arrestò il suo passo alle spalle di Levy e se la caricò su una spalla ancor prima che la ragazza potesse rendersi conto di cosa stesse succedendo. Uscì a passo svelto dalla Gilda ignorando le urla di lei e gli sguardi attoniti dei due “cagnolini” che seguivano la sua ragazza ovunque. dirigendosi a casa propria. Non si era preoccupato neanche di recuperare l’Exceed suo fedele amico che, sapeva, avrebbe capito e non li avrebbe disturbati.
Lasciò andare Levy solo quando si ebbe chiuso la porta di casa alle spalle. A quel punto la mise giù e, prendendola per mano, la trascinò in camera da letto.
La ragazza continuò ad urlare di darle spiegazioni per quel comportamento persino quando Gajeel si sedette sul letto a gambe incrociate, dopo essersi tolto gli stivali.
Puntò il suo sguardo corrucciato su di lei.
-Si può sapere che ti è pres…- iniziò la maga.
-Apri la bocca.- la interruppe lui.
-Eh?- chiese Levy battendo le palpebre, non avendo ben capito la richiesta.
-Apri la bocca, Levy. E tira fuori la lingua.- specificò senza staccare gli occhi da lei.
La maga sussultò appena, comprendendo la natura di quella richiesta. Probabilmente aveva sentito quegli idioti dei suoi amici gridare. Si ritrovò ad inveire sottovoce contro l’udito di drago.
-Ti sento. Apri la bocca, Shorty, se non vuoi che lo faccia io.- minacciò.
La piccola maga alzò gli occhi al cielo, ma invece di fare ciò che le era stato chiesto, si sfilò le scarpe e salì in grembo al suo ragazzo.
-Prometti di non fare domande?-
Il drago annuì e Levy sapeva che non avrebbe mantenuto la sua promessa, cocciuto com’era. Prese un respiro profondo e tirò fuori la lingua, non più gonfia, sulla quale un piercing faceva mostra di sé.
Gajeel rimase per interminabili secondi a fissare la lingua della ragazza, incredulo. Lei aveva veramente…fatto quello che pensava avesse fatto? Cioè, sul serio?
-Che diavolo hai combinato, Shorty!?- chiese.
La ragazza ritirò la lingua. –Avevi promesso di non fare domande!-
-Come faccio a non fare domane davanti a una cosa del genere?-
Levy gonfiò una guancia e incrociò le braccia sotto il seno, mettendolo in risalto sotto lo striminzito top nero con scritto “iron” che portava. Non poteva certo dargli torno, per quanto le costasse ammetterlo.
-Che materiale è? Argento? Titanio?- chiese incuriosito il ragazzo andando a prendere il mento di lei con delicatezza, come a volerle aprire la bocca per rivedere il gioiello.
Levy gonfiò anche l’altra guancia, aumentando così la propria indignazione e l’eccitazione del ragazzo sotto di lei, che amava vederla imbronciata.
-Acciaio, ovviamente.- gli disse.
Gajeel ghignò e si leccò le labbra. –Immaginavo.-
Levy spostò il proprio sguardo nocciola in quello cremisi di lui: i suoi occhi erano famelici, brillanti d’eccitazione. Il rosso sembrava essere ancora più intenso quando si eccitava. E Levy sapeva a che livello di eccitazione corrispondesse quella sfumatura così intensa negli occhi del suo drago.
Dischiuse involontariamente le labbra, ammaliata e contagiata da quello sguardo che sembrava spogliarla.
Gajeel ne approfittò e catturò le labbra della maga in un bacio che non aveva nulla di dolce. Infilò la lingua tra le due labbra, andando ad accarezzare quella di lei e il gioiello nel mezzo. Giocò con esso, saggiandone il gusto ferroso che tanto gli piaceva mischiato con quello alla ciliegia di lei. Le succhiò la lingua a lungo, per poi lasciarla andare e riservare lo stesso trattamento al labbro inferiore. Tornò a baciarla di nuovo, con più intensità di prima, mentre le sue mani si infilavano sotto il top che indossava.
Levy si lasciò sfuggire un gemito quando il ragazzo si mise a giocare con il piercing sulla sua lingua. Ricambiò il bacio con la stessa intensità avvertendo le sue mani correrle sulla pelle.
Gajeel ribaltò velocemente la situazione, posizionando la ragazza sotto di sé. Continuò a baciarla, giocando con la sua lingua. Con una mano andò a stuzzicare un seno, infilandosi  sotto la maglietta, senza lasciare le sue labbra.
Levy si dimenava sotto di lui, che le lasciava a mala pena il tempo di respirare tra un bacio bollente e l’altro.
Il ragazzo le tolse la maglietta, lasciando liberi i piccoli seni privi di reggiseno. Si leccò le labbra alla vista dei due piccoli boccioli rosa che si erigevano su di essi. Si piegò su di lei e prese un capezzolo tra le labbra, succhiandolo e mordendolo. Ci passò la lingua intorno infinite volte prima di riprenderlo ancora una volta tra i denti. Riservò lo stesso trattamento all’altro capezzolo, il sinistro, mentre stuzzicava il destro con una mano.
Scese poi a baciarle il ventre piatto, affondando la lingua nell’ombelico e baciando la pelle sensibile tutta attorno, fino all’orlo dei pantaloncini. Con maestria li slacciò e li tolse, facendo rimanere la ragazza con i soli slip addosso. Ghignò fiondandosi sull’interno coscia.
Levy sospirò avvertendo le labbra del mago sulla propria pelle. Sentì la sua bocca percorrere l’interno coscia di entrambe le gambe, su e giù, più volte. Si fermò sull’inguine con più attenzione, ancorando le dita all’orlo delle mutandine mentre la ragazza si inarcava alla ricerca di più contatto, che l’altro sembrava volerle negare.
-Gajeel…!- ansimò quanto le tolse anche l’ultimo indumento e le sue labbra entrarono in contatto con la propria intimità.
La maga affondò le mani tra i capelli lunghi del ragazzo che aveva il viso affondato tra le proprie gambe quando la sua lingua percorse la propria intimità per tutta la lunghezza. Strinse con forza le ciocche scure quando Gajeel andò a succhiare con forza il clitoride in cima.
Levy cominciò a sentire l’orgasmo montare e la risatina tipica di Gajeel rimbombò nel suo cervello annebbiato dal piacere.
Il ragazzo continuò imperterrito a passare la lingua attorno al centro del suo piacere, fin quando non avvertì Levy irrigidirsi sotto di lui e cercare di reprimere un gemito estasiato.
Ridacchiò mettendosi in ginocchio davanti a lei. Passò il pollice sull’angolo della bocca e leccò via la saliva mista agli umori della ragazza.
-Hai un buon sapore, Shorty.- le disse guardandola dall’alto in basso.
La Scripter, ancora non totalmente ripresa dall’orgasmo travolgente, si tirò su a sedere di scatto e gli sorrise lasciva. Posò una mano sul suo petto d’acciaio e lo fece sedere sul bordo del letto, mentre lei scendeva da esso e si andava a posizionare tra le sue gambe.
Gajeel osservò i movimenti della sua ragazza non capendo bene cosa volesse fare. Rimase in silenzio e ghignò leggermente quando Levy, con mosse veloci, gli slacciò la cintura dei pantaloni e li tirò giù assieme ai boxer quel tanto che bastava per liberare la sua erezione. Il ragazzo appoggiò i palmi dietro di sé, e rimase a guardarla, in attesa di un suo movimento.
-Cosa vuoi fare?-
-Ricambiare il favore.- gli rispose Levy facendo sparire l’erezione del ragazzo tra le proprie labbra.
Il drago tirò indietro la testa sospirando il proprio piacere tra le labbra dischiuse. Levy ci sapeva fare con la bocca quando voleva, e non solo a spiegare scritture incomprensibili.
La ragazza si divertì ad osservare la facce del fidanzato ad ogni suo schiocco di lingua. La passò sulla punta ed intorno ad essa, stuzzicandolo con l’ausilio del piercing.
-Cazzo, Levy!- imprecò il ragazzo.
Levy fece volteggiare la lingua e spinse l’erezione in fondo fino a dove potesse. La lingua schioccò ancora una volta prima che un fiotto caldo di sperma le inondasse la bocca. Ingoiò senza pensarci, stupita dalla velocità con cui era riuscita a far raggiungere il limite al suo ragazzo, ignorando il sapore amaro. Si staccò da lui e tornò sul letto a quattro zampe, sdraiandosi al suo fianco.
Gajeel la sovrastò in un attimo e le bloccò i polsi sopra la testa. La baciò, mischiando i rispettivi sapori rimasti sulle labbra. Intrecciò di nuovo la lingua con la sua, godendosi il sapore metallico dell’oggetto su quella di lei che si andò a mischiare con il proprio. Si lasciò togliere gli ultimi indumenti da lei, che sembrava impaziente di sentirlo. Poi entrò in lei, con estrema lentezza.
Levy gemette sulle labbra di lui, alzando istintivamente il bacino per andargli incontro. Ci stava impiegando troppo tempo.
Gajeel rise nel suo solito modo, prima di uscire velocemente e rientrare, strappando un gemito alla ragazza sotto si sé. Rimase fermo ad osservare le sue espressioni contrariate, mentre cercava in ogni modo di spingersi contro di lui per approfondire il contatto.
-Gajee… ti prego.- mormorò aprendo gli occhi appannati dalla lussuria.
Il drago l’accontentò, finalmente, ed iniziò a muoversi. Sentì le unghie di lei conficcarsi nella schiena ad ogni affondo, le succhiò la pelle del collo come risposta lasciando piccoli segni rossi al suo passaggio. Succhiò con avidità l’incavo tra la spalla e il collo, lasciandoci un succhiotto bello grande, che la ragazza avrebbe dovuto nascondere in qualche modo il giorno successivo. 
Il contatto sembrava però non bastare e Gajeel decise di cambiare posizione, mettendosi seduto sul letto e trascinando Levy con sé.
La ragazza si ancorò alle sue spalle e iniziò a muoversi su e giù su di lui, regalando ad entrambi una penetrazione più profonda.
Levy si morse le labbra, nel vano tentativo di non emettere suoni quando Gajeel si appropriò dei suoi capezzoli, lasciando su ognuno un succhiotto più viola che rosso. Sentì le sue labbra martoriare anche la pelle delicate del seno, lasciando marchi di proprietà che non sarebbero spariti facilmente.
Avvertì le mani del ragazzo tra i capelli regalarle un massaggio rilassante ed erotico allo stesso tempo. Trovò il coraggio di aprire gli occhi e puntarli in quelli del Dragon Slayer sotto di sé. Scorse sul suo viso un’espressione di piacere e di contemplazione. Abbandonò  la fronte contro la sua senza smettere di muoversi su di lui.
Gajeel la baciò e le soffiò un “ti amo” a pochi millimetri dalle labbra. Levy sorrise e lo baciò con più enfasi, tornando ad intrecciare le lingue.
Cambiarono di nuovo posizione, tornando sdraiati l’uno sull’altra, occhi negli occhi.  Levy infilò le dita tra i capelli di lui, scompigliandoglieli più di quanto già non fossero, e buttò la testa all’indietro ansimando con forza ad ogni suo affondo. Si morse le labbra, ci passò sopra la lingua facendo brillare il piercing alla tenue luce che proveniva dalle tende tirate. Graffiò la sua schiena e si lasciò mordere ovunque lui volesse.
L’orgasmo la colse ancora, facendola tremare da capo a piedi mentre l’ondata di piacere l’attraversava. 
Gajeel venne poco dopo di lei, abbandonandosi poi al suo fianco. Stanchi ma soddisfatti si scambiarono un sorriso e Levy si andò a rifugiare tra le braccia di lui, per godersi le coccole che di lì a poco il Dragon Slayer le avrebbe regalato.
 
-Perché questa pazzia?- chiese Gajeel giocando con i capelli azzurri della ragazza sdraiata al suo fianco.
Levy alzò lo sguardo su di lui. –Perché la definisci pazzia?-
Il ragazzo alzò le spalle e continuò ad attorcigliarsi una ciocca dei suoi capelli attorno al dito. –Non è una cosa da te.- le disse posando il viso sulla mano, il gomito puntellato contro il cuscino.
Levy sembrò pensarci su, sbirciando di sottecchi l’espressione rilassata del ragazzo di fianco. Scivolò sotto le coperte, andando a mettersi a cavalcioni su di lui.
Gajeel si mise supino, per permettere a Levy di sedersi comodamente sul proprio corpo. Posò una mano sul fianco della ragazza, sfiorandole la pelle chiara.
Levy si chinò su di lui, unendo le labbra in un bacio delicato. La mano di lui si spostò sulla nuca di lei, invitandola ad approfondire il contatto. La ragazza fece scivolare la lingua tra le labbra dischiuse dell’altro.
Il drago si leccò le labbra quando lei si staccò.
-Cosa ne pensi, però?- chiese timidamente Levy.
-Di cosa?-
-Di questo.- rispose la ragazza tirando fuori per un secondo la lingua.
Gajeel si tirò su a sedere e cercò di nuovo le sue labbra, per riprendere il contatto da dove era stato interrotto. La fece scivolare sotto di sé senza staccarsi e le braccia di lei andarono a circondargli il collo.
-Penso che sia un piacevole cambiamento.- le disse malizioso.
Levy rise e baciò di nuovo il suo ragazzo, pregustando già ciò che sarebbe successo nell’immediato futuro.
 
 
 
 
Angolo autrice:
Buon salve gente!
Non ho saputo resistere a questo prompt! Dovevo scriverci qualcosa (soprattutto dopo che Rboz ha dato il meglio di sè eheh)!
E' la mia prima GaLe a rating rosso e boh mi sembra sia uscita un po' incasinata xD 
Vabbè come primo esperimento non è male -3-
Spero non ci siano errori ;3;
Alla prossima!
ange_nero

 
  
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