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Autore: Irish_Dreamer    25/08/2016    1 recensioni
JB & JACKSON
One shot collegata alla mia Fanfiction My Heart beating (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3429466&i=1)
“Non c'è niente di male nel voler essere felici con qualcuno, anche se quel qualcuno è un ragazzo.”
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Come avevo promesso ecco la Oneshot su Jb e Jackson collegata a "My Heart beating", spero vi piaccia!


Non posso negare di aver sempre avuto un debole per Jackson, i nostri momenti di intesa mi sono sempre piaciuti molto e tra tutti è quello con cui preferisco passare il tempo. Nonostante l'affetto per tutti gli altri, il nostro rapporto ha qualcosa di speciale. Quando sono triste, quando succede qualcosa o semplicemente se mi sveglio allegro, la prima cosa che faccio è parlarne con lui.
La cosa che ammiro di più di Jackson è il suo carattere solare totalmente opposto al mio, ma per qualche assurda ragione non potrei reggere un giorno senza il nostro rapporto. Non avrei mai immaginato che il solo pensiero di lui che fa amicizia con qualcuno avrebbe potuto rendermi così nervoso.
Quando stasera è tornato tutto felice di aver parlato con la cameriera che lo ha preso a testate avrei voluto tirargli un pugno su quel sorriso da idiota che si ritrova. Non so nemmeno perchè questa cosa mi abbia disturbato così tanto. E' vero che siamo amici ma non posso pretendere che stia sempre e solo con me, no? Eppure una strana sensazione di rabbia mi ha spinto a rintanarmi in silenzio qui in camera e a rimuginare.
Se dovesse fidanzarsi con quella “cosa” non so se accetterei la situazione di buon grado. Ma quali diritti ho su Jackson? E' il mio migliore amico. Dovrei smetterla di fare strani pensieri e dormire.


Sappiamo tutti quanto il bisogno di affetto di Jackson sia di gran lunga superiore a quello di tutto il gruppo messo insieme. E' alla costante ricerca di attenzioni, coccole e quant'altro, ma ultimamente è peggiorato. Da quando conosce quella “cosa” è diventato praticamente un bambino di tre anni. Conosco bene i suoi atteggiamenti, so che fa così quando si sente insicuro. E' già così tanto preso da quella ragazza da sentirsi insicuro? Quella strana rabbia si impossessa di me ancora una volta mentre lo guardo sbagliare i passi di una coreografia che di solito esegue alla perfezione. “Scusami Jb hyung, oggi non riesco a concentrarmi”. L'idea che Jackson sia così distratto per pensare a una ragazza mi fa infuriare, “NON MI IMPORTA A COSA PENSI! CONCENTRATI SU QUESTI CAZZO DI PASSI”. Il mio urlo lo fa tremare come mi aspettavo, non gli è mai piaciuto vedermi arrabbiato. Con la faccia da cane bastonato si rimette a provare i passi fino allo sfinimento mentre io e gli altri prendiamo fiato. Tutto felice di esserci riuscito si ferma per asciugarsi il sudore e lo vedo avviarsi verso la porta.
“Dove credi di andare?” “A lavarmi, ho promesso a Mi Sun che sarei passato a salutarla” mi dice con la faccia interdetta. Fisso quegli occhi innocenti con tutto lo sdegno di cui sono capace, oggi Jackson mi sta proprio snervando. “Tu non ti muovi da qui. Gli altri sono liberi di andare dove vogliono, tu resti con me a provare.”
Senza ribattere torna verso la sala e si siede sul pavimento lucido, non sembra molto deluso dalla cosa. In realtà sembra quasi felice, lo osservo fare un mezzo sorrisino a Mark che sta uscendo e non riesco a spiegarmene il motivo.

Essere riuscito a trattenere Jackson oggi mi ha calmato abbastanza, ma a quanto pare la mia calma non è destinata a durare perchè poco dopo essere tornati a casa è venuto a dirmi con la solita faccia da schiaffi che sarebbe uscito con quella tipa stasera. Non gli ho nemmeno risposto, l'ho solo fulminato con lo sguardo prima di chiudergli la porta della mia stanza in faccia. E' un'ora che provo a formulare un pensiero di senso compiuto abbastanza tagliente da fargli sparire quel sorrisino dalla faccia.
Lo sento parlare al piano di sotto con Mark a proposito di qualcosa da dire a quella cameriera, che carino è già arrivato al punto in cui è innamorato di lei e non riesce a dichiararsi, da vomito. Tiro un pugno al cuscino sul letto per trattenermi dal pestarlo a sangue davanti agli occhi sconvolti di Mark. “Perchè te la prendi con il cuscino ora?”. Mi volto a fissare quella snervante faccina che per una volta sembra preoccupata e non desiderosa di attenzioni. “Cazzi miei” “Jaebum, non essere così sgarbato”. Dio che rabbia quando mi chiama per nome, lo sa che lo odio ma è ovviamente troppo distratto dalla sciacquetta del bar per parlare decentemente.
Mi infilo le cuffie nelle orecchie mentre mi stendo sul letto nella speranza di vederlo sparire, chiudo gli occhi per abbandonarmi alla musica ma una mano mi tocca il braccio costringendomi a tornare alla realtà. “Jb hyung, devo dirti una cosa importante”.
L'ultimo briciolo di pazienza sta per abbandonarmi lo sento, mi siedo staccando le cuffie dal telefono. “Cosa vuoi? Non puoi aspettare domani? Devi disturbarmi mentre dovrei dormire?” “No. Ho un problema che non riesco a risolvere... E potrebbe diventare un problema anche per il gruppo.” L'espressione afflitta mi intenerisce per un attimo ma poi ricordo quale è il problema, la ragazza per cui Jackson sta rischiando anni di sacrifici. Immaginarne le conseguenze mi fa saltare l'ultimo nervo saldo e lancio il telefono contro la parete. “Cazzo Jackson, conosci questa tipa da quanto? Un mese? E sei già pronto a mettere tutto in pericolo? Perchè non cresci una volta e buona?”.
Invece di mettere il muso come fa sempre quando gli urlo contro, la sua faccia diventa seria. “Il problema non è Mi Sun, sei tu” “Io sarei il problema? Perchè sono troppo severo e non ti permetto di farti la fidanzatina nel tempo libero? Scusami tanto allora.” “No Jb, il problema è che mi piaci tu.”
La rabbia lascia spazio a una confusione improvvisa, “Ti piaccio io?” gli dico ridendo, “Ma Jackson... non sei mica gay! Che diamine stai dicendo?” Smetto di ridere non appena noto il suo sguardo abbassarsi per la delusione. “Jackie insomma... sei serio?” “Si. E non riuscivo proprio più a tenerlo dentro, mi sono stancato di fingere che tu sia il mio migliore amico.” Esce dalla stanza prima che possa controbattere ma a pensarci bene non saprei nemmeno cosa dire.
Cosa si dice a un ragazzo che si dichiara? Insomma non ho mai pensato a Jackson in quel modo, o a qualsiasi altro ragazzo. Una parte di me è scioccata all'idea di poter avere un rapporto di quel genere con lui, l'altra parte è stranamente calma e libera dalla bile che mi aveva reso nevrotico per tutto questo tempo. Dopo ore a rigirarmi nel letto riesco a decidere solo che la cosa giusta da fare adesso è tornare a casa e stare lontano da questa situazione per un paio di giorni. Appena suona la sveglia chiamo il manager e riesco a strappargli una settimana per tornare a casa per problemi personali, fortunatamente mi crede e in mezz'ora sono fuori dal dormitorio.
Cammino stanco con la borsa sulla spalla mentre raggiungo la stazione dei taxi, la notte insonne mi ha regalato la faccia di un cadavere e un mare di pensieri confusi. Cosa dovrei fare ora con Jackson? Sarebbe stato quasi meglio vederlo con la cameriera che essere costretto a ferirlo come dovrò fare adesso.
Mia madre mi apre la porta ancora in pigiama e mi osserva con lo sguardo confuso, “Jaebum! Che ci fai tu qui?” “Avevo bisogno di un poco di riposo” le rispondo abbracciandola. Inspiro forte il suo profumo, lo stesso che ha da quando ho memoria, odore di casa. “Beh non potevi riposare in dormitorio? E' successo qualcosa?” mi chiede accarezzandomi la testa mentre la stringo ancora. “No mamma, avevo solo bisogno di stare in pace per un paio di giorni”.
Vado a stendermi sul letto godendomi il silenzio e la familiarità, so già che massimo mezz'ora e mia madre sarà qui e non potrò più fingere. Vivendo con me si è abituata ai miei silenzi e al fatto che non parlo mai, con gli anni ha sviluppato la straordinaria capacità di scoprire quale problema mi affligge senza che io apra bocca. Come mi aspettavo entra in camera e mi poggia una tazza di the al latte sul comodino. “Jaebummie, con chi hai litigato sta volta?” “Con nessuno” le rispondo dandole le spalle, come potrei mai spiegare quello che sta accadendo? “Quando fai così è sempre colpa di Jackson, andiamo che ha combinato?” “Niente, lui non ha fatto niente” “Cosa hai fatto tu allora?” “NIENTE” tuono nascondendo la testa sotto il cuscino sperando vada via.
Purtroppo le mie speranze sono vane, mi accarezza la schiena dolcemente come quando da piccolo mi arrabbiavo. Sento gli occhi bruciare per le lacrime ma non ho un motivo vero e proprio per piangere. “Andiamo Jb, è normale litigare con il tuo ragazzo, qualunque cosa sia si risolverà!” Mi giro a fissarla incredulo “IL MIO CHE?!” “Oh andiamo vuoi farmi credere che tu e Jackson siate solo amici?” “E' quello che siamo, smettila di dire idiozie” “E' il modo di rispondere a tua madre questo?” Ha ragione, mi arrabbio con lei solo perchè non posso farlo con me stesso. “No mamma, mi dispiace” le dico appoggiando la testa sulle sue gambe.
Rimaniamo in silenzio per un poco, io con gli occhi chiusi e lei ad accarezzarmi i capelli senza dire nulla. “Mamma, devo dirti una cosa...” “Mmm” “Jackson è innamorato di me” le dico sussurrando appena. “Lo immaginavo”. Non so cosa risponderle, ho solo la testa che scoppia di pensieri e dubbi. “E tu?” “Io... cosa?” “Tu sei innamorato di lui?” mi chiede con calma. “NO! Che dici, sarebbe orribile. E' un uomo! Ed è mio amico!” “Ed è Jackson” mi dice come a voler annullare tutte le mie giustificazioni. “Già.” E' l'unica cosa che riesco a dirle.”Dovresti farti meno problemi, cosa ci sarebbe di sbagliato nello stare con lui?” “Tutto! Dovremmo stare insieme di nascosto da tutti e non farci scoprire nemmeno dai ragazzi, e potremmo vederci da soli praticamente pochi minuti al giorno, e se ci scoprissero sarebbe la fine.” “Allora ammetti di averci pensato!” mi dice ridendo scompigliandomi i capelli proprio come odio. “Si...” “Non c'è niente di male nel voler essere felici con qualcuno, anche se quel qualcuno è un ragazzo.” Dopo pochi secondi di silenzio che mi sembrano infiniti mi scocca un bacio sulla fronte e mi lascia riposare, o almeno vorrei riuscirci ma una marea di pensieri confusi mi attanagliano la mente rendendolo impossibile.

 

Non sono gay, mi sono sempre piaciute le ragazze. Me lo ripeto da giorni per convincermi che sia solo una fase ma alla fine continuo a pensare a Jackson. La sua fronte sudata che si appoggia alla mia spalla dopo gli allenamenti, la curva delle sue labbra mentre sorride imbarazzato, il modo spavaldo di esibire il suo fisico scolpito girando per casa seminudo. Una serie di immagini mi passano per la mente provocandomi fitte al petto e, soprattutto, reazioni corporee che non dovrei avere. Sono costretto ad ammettere a me stesso di essere attratto da Jackson Wang ma fino a che nessuno viene a saperlo sarà come se non fosse reale. Ho bisogno solo di un altro paio di giorni di tranquillità e poi sarò libero di tornare con gli altri, scusarmi con lui per averlo trattato male e continuare a vivere normalmente come se non fosse mai accaduto niente.
Il telefono che vibra mi distrae dal tentativo di auto convincimento, è lui. “Pronto” rispondo con la voce più ferma che riesco ad emettere. “Jb hyung, sono io” “Mmm” mormoro senza sapere cosa dire, è più imbarazzante di quanto immaginassi. Dopo alcuni secondi di silenzio si decide di nuovo a parlare “Volevo solo avvertirti che non saremo a casa, nel caso tornassi oggi”. Questa freddezza mi lascia un po' deluso, sembra quasi che abbia dimenticato tutto, cosa che invece io non riesco a fare, non riesco a trattenere la tachicardia nemmeno adesso che sta zitto. “Uhm, okay” “Va tutto bene?”. Riuscire a percepire la sua solita premura mi fa sentire sollevato e finalmente mi do un contegno. “Si Jackie, torno tra qualche giorno”. La risatina che fa prima di salutarmi tradisce l'imbarazzo che aveva provato a mascherare fino ad ora.
Provo a rifugiarmi nella musica ma oggi sembra non bastare, mi infilo la felpa nera e il cappellino e mi fiondo per le strade di Seoul.
Eccolo lì il mio ristorante preferito, finalmente posso affogare i miei dispiaceri nel pollo fritto. Niente può competere con l'untuosissimo pollo di questo locale e soprattutto nessuno può osare toccare il mio piatto quando mangiamo insieme. Nessuno tranne Jackson, che puntualmente mi ruba il cibo anche dalle bacchette se mi distraggo, ma ormai glielo lascio fare senza problemi, come se fosse un rituale solo nostro in cui lui mi frega il mio amato pollo e io fingo di arrabbiarmi per vederlo ridacchiare e implorare stupide scuse. Scena che probabilmente smetterà di accadere quando liquiderò la faccenda tra di noi.
Finito il pollo mi trovo a vagare per strada senza meta, mi godo il vento serale che mi colpisce in pieno viso e per un attimo mi sembra di avere il cervello completamente sgombro dai pensieri.
Una macchina si avvicina rallentando e dal finestrino spunta una faccia conosciuta. “L'avevo detto che era lui, chi altro ha le gambe così storte a Seoul?” Fisso Yugyeom con aria disturbata, che razza di ragazzino idiota. “Ripetilo se hai il coraggio” “No hyung, scherzavo” risponde ridendo e facendo spazio a un'altra testa. “Jb, vieni qui un momento”. Mi avvicino a Mark mentre guardo in macchina, non riesco a vedere Jackson.
“Non c'è, inutile che tenti di guardare di nascosto. Le tue intenzioni sono palesi” mi sussurra senza farsi sentire dagli altri. Lo fisso incredulo, preso con le mani nel sacco. “Se hai bisogno di parlargli in privato approfittane, è a casa”. Decido di fingere di non sapere nulla. “Chi è a casa?”. “Andiamo, sei un pessimo attore, e poi so tutto” mi risponde rientrando in macchina.
Li osservo andare via fino a che i fanali sono visibili nel traffico poi decido di essere finalmente coraggioso e torno sui miei passi.
Nel giro di cinque minuti sono fuori la porta del dormitorio, affannato a causa della corsa. Non che avessi motivo di correre ma non riuscivo a smettere di farlo, volevo solo arrivare il prima possibile e chiudere questa cosa.
La signora Kim mi apre la porta gentile come sempre, la congedo sorridendole e mi chiudo la porta alle spalle. Getto la giacca sul divano e mi fiondo per le scale, sarà facile, basterà dire: - Jackson, mi piaci anche tu ma non possiamo -. E potrò finalmente tornare ad avere pensieri normali che non includano per forza lui.
Ed eccolo, immobile appoggiato contro la porta con la mia felpa addosso e lo sguardo sconvolto. “Che ci fai tu qui?” mi sussurra come se non avesse voce. Mi avvicino per guardarlo negli occhi e non resisto. Gli appoggio una mano sulla nuca e lo attiro a me, il primo contatto tra le nostre labbra è lieve, involontario, poi lui mi prende il viso tra le mani e perdo totalmente il controllo. Jackson è dannatamente sexy, mi guarda negli occhi mentre si lascia spogliare senza muoversi. Lo è ancora di più quando mi spoglia a sua volta, di nuovo non resisto e lo sbatto sul letto. Le mie mani si muovono su di lui con naturalezza, lo esplorano, lo eccitano, sento chiaramente il suo corpo rispondere ad ogni tocco.
“Tu sei mio” gli dico con espressione seria, mi ansima un leggero “Si” nell'orecchio che mi fa perdere l'ultimo briciolo di lucidità e mi porta a spingermi sempre più oltre, a camminare sul limite di ciò che è lecito e ciò che non lo è e alla fine a rompere del tutto quel limite, a cancellare tutti gli stupidi pensieri degli ultimi giorni perchè qualcosa di così bello non può che essere giusto.

Mi stacco dalle sue labbra e ancora tutto sudato mi stendo vicino a lui. Per un attimo ho il terrore di aver esagerato, di avergli fatto male o chi sa che altro. “Ehi, va tutto bene Jackie?” Si gira verso di me con l'aria preoccupata “Ora che succederà?” “Quello che succede a tutte le persone che si vogliono bene” gli rispondo stringendolo. Non ho il coraggio di parlare di stare insieme, non sono il tipo che fa queste cose.
Appoggia leggermente la testa sul mio petto senza dire nulla. Ha capito cosa intendo, mi conosce fin troppo bene.
Nel giro di qualche minuto si addormenta e io resto immobile lì a fissarlo. “Mmm... hhhhhi hhhmo” farfuglia incomprensibilmente nel sonno. “Che hai detto Jackie?” gli sussurro senza svegliarlo. “Che ti amo” mi risponde in modo molto più comprensibile.
Se sapesse di averlo detto nel sonno si fustigherebbe, ma la cosa mi lusinga in un certo senso. Affondo il naso nei suoi capelli e mi rilasso, finalmente felice.


Svegliarmi accanto a lui, riscaldarlo con il mio corpo come se fossimo una normale coppia quando di normale non abbiamo niente, siamo idol che stanno insieme di nascosto. Gli altri sono tornati senza fare domande, abituati alle mie nottate con Jackson a guardare film. Se solo sapessero chi sa cosa succederebbe, potrebbe essere la fine del gruppo eppure non mi va di rinunciare più a questo. Non ora che ho avuto il coraggio di far evolvere la situazione con Jackson in quello che desideravo senza dovermi convincere che sia sbagliato.
Meno bello è stato vederlo partire per andare a registrare in Cina un paio di giorni, sento già salire l'astinenza in una casa piena di gente che non sa e che non può sapere. Ho evitato chiunque per tutto il giorno fingendo di essere ancora nervoso per quei presunti problemi personali.
All'arrivo di Junior ho iniziato a preoccuparmi, in un modo o nell'altro riesce a ottenere le informazioni che vuole, e vederlo parlare con Mark che in parte sa di noi mi preoccupa non poco.
“Hyung, sembri preoccupato, è tutto okay?” “Si, Youngjae, sono solo leggermente stanco” “Stai mentendo!” esclama Junior dalla cucina come se nulla fosse. “Andiamo, a noi puoi dirlo! Siamo una famiglia.” incalza Mark. “Dirvi cosa?” “Della relazione di Jackson” mi risponde tranquillamente Junior confermando le mie paure. “Con chi ha una relazione Jackson? Con Mi Sun?” “No Bam Bam, è più complicato” tento di chiudere la discussione ma Yugyeom continua, “Passa il tempo solo con noi e Mi Sun, o è lei o è uno di noi!” e scoppia a ridere. Smetto di rispondere e fisso il pavimento. “Jaebum hyung?” “Si” “Allora?” Respiro profondamente per prendere coraggio “Sta con me” dico con un filo di voce. “Cosa hai detto?” “STA CON ME, IO E JACKSON! CAPITO?”
Cala il silenzio, sento i loro sguardi su di me ma un urlo interrompe l'imbarazzo. “HO VINTO! Avevo ragione io, ora devi offrirmi una cena!” esclama Junior a Mark. “Avevi ragione?” gli chiedo confuso. “Oh si, sono mesi che scommettiamo su te e Jackson, io dicevo entro l'anno e Mark puntava sul 2016”.
La notizia mi lascia scioccato per un attimo, sembra tutto così assurdo. “Quindi... per voi va bene?” li fisso interrogativi e li vedo annuire tutti, come se avessi appena chiesto loro di andare a cena fuori e non di essere fidanzato con Jackson. Inizio a pensare che non abbiano capito nulla fino a che Mark non mi chiede:“Questo vuol dire che ho perso la mia stanza vero?” “Perchè vuoi partecipare anche tu?” lo punzecchia Junior, e continuano a scherzare tutti insieme prendendosi in giro.
Non riesco a smettere di sorridere pensando alla ingiustificata paura che provavo ad ammetterlo davanti a loro, a cui in realtà ben poco è importato. “Jb hyung... vuoi venire con noi alla festa di Mi Sun?” “No ragazzi, preferisco restare a casa con Jinyoung” “Andate a una festa?” chiede Junior sentendosi preso in causa. “Si, della nostra amica del bar, vuoi venire?” “Beh Jb, la seratina si rimanda se non ti dispiace. Mi va di divertirmi un poco” “Certo, va pure” gli rispondo calmo.
In realtà non riesco a capire cosa trovino di carino in Mi Sun, ci mancava solo che anche Junior ci facesse amicizia così dovrò subirmi quella sciroccata notte e giorno davanti agli occhi.

 

Il ritorno a sorpresa di Jackson mi ha scombussolato totalmente, dopo il suo momento di panico e la cena con gli altri siamo finalmente a casa.
E' imbarazzante stare seduto sul divano con tutti che ci fissano e tentare di darci un contegno. Rimaniamo immobili e in silenzio con gli altri che chiacchierano e ci fissano ogni tanto, vorrei salire di sopra ma inizierebbero a pensare chi sa quali cose sconce e sarebbe anche peggio. All'improvviso Jackson mi appoggia il mento sulla spalla e mi stringe la mano. Deglutisco nel sentirlo così vicino, mi aspetto sguardi scioccati da un momento all'altro invece si limitano a sorridere leggermente e tornano a chiacchierare tra loro come se nulla fosse. Riesco finalmente a sciogliermi e restituisco la stretta a Jackson mentre ci infiliamo nei discorsi del gruppo.

Finita ormai la serata saliamo uno dopo l'altro le scale per infilarci nei letti e Jackson mi trascina verso la sua stanza. Chiusa la porta diventa all'improvviso timido, arrossisce e resta imbambolato a giocare con i lacci della felpa come se fosse un dodicenne. Gli alzo il viso e lo sguardo scioccato misto alle guance stritolate dalle mie mani formano una combinazione troppo buffa per non ridere.
“Sono così brutto da farti ridere?” “No sei adorabile” gli rispondo riprendendo fiato.
Mi stendo sul letto e allargo le braccia per fargli segno di raggiungermi, prende alla lettera la cosa e si tuffa di peso sul mio petto per poi affondare quel naso gelido nel mio collo. Lo avvolgo completamente in un abbraccio godendomi quella vicinanza tenera e priva di malizia, quelle coccole rassicuranti da bambini. La cosa prende una piega meno innocente quando sento una lingua sfiorarmi sotto l'orecchio provocandomi brividi ovunque. “Ehi Jackie. Calmati dai.” “Cosa ho fatto di male?” “Niente, solo non voglio forzare le cose” “Avresti dovuto pensarci prima, non c'è decisamente più niente da forzare” mi dice ridendo sarcasticamente.
Lo bacio con impeto ma più consapevolmente della prima volta. Non ho bisogno di seguire l'istinto sperando vada bene, so perfettamente cosa fa effetto a Jackson.
Si lascia sfilare la felpa mostrando quegli addominali scolpiti che mi fiondo a baciare non appena mi stacco dalle sue labbra. Lo vedo leccarsele, cosa che mi fa impazzire come ben sa. Continuo a torturarlo con piccoli baci accanto all'orlo dei jeans senza andare oltre né sfilandoli.
“Ti prego” mi sussurra, lo ignoro e continuo a lasciare scie umide sui fianchi e sulla pancia tastando chiaramente l'effetto che ho provocato. “Jaebum, non ce la faccio più, ti prego” sussurra più sofferente di prima.
Finalmente decido di mettere fine alla piacevole tortura liberandolo dai jeans e dagli slip, il respiro gli si arresta per un istante e lo stesso anche a me. Senza pensarci troppo mi avvicino ma Jackson mi interrompe con una vocina preoccupata “Jb... se non te la senti non devi. Cioè andava bene anche come l'altra sera”.
Senza rispondere mi avvicino definitivamente ad assaggiarlo, la cosa sembra piacergli perchè inizia a sospirare pian piano sempre più forte fino a doversi coprirsi la bocca con il cuscino per non far sentire all'intero dormitorio i versi di un imminente piacere. Mi tira su per la maglietta qualche attimo prima di finire lasciandomi interdetto. “Ti voglio” mi sospira praticamente a fior di labbra per poi baciarmi. Non me lo faccio ripetere due volte ed è lui sta volta a far impazzire me.

 

A svegliarmi non è la solita suoneria del telefono bensì un sospiro di Jackson, alzo gli occhi giusto in tempo per vederlo alzarsi dolorante con una mano sulla schiena.
“Ehi, ti senti bene?” “Si, si, scusa se ti ho svegliato” “E' stata colpa mia vero? Ho esagerato e ti ho fatto male?” “No Jb, ti prego. Non puoi fare così ogni volta che facciamo qualcosa, non sono così fragile” “Mi preoccupo solo per te” gli rispondo sbuffando.
Mi alzo con la voglia di vivere pari a zero, e sono anche riusciti a farmi incazzare nei primi cinque minuti della giornata, sarà di sicuro fantastica.
Mi rimetto i pantaloni del pigiama per scendere di sotto a fare colazione seguito da Jackson stranamente silenzioso.
Affogo il nervoso nel caffè caldo, proprio quando sento di essere di nuovo rilassato Jackson urla agli altri “Oggi è il primo giorno di lavoro di Mi Sun alla JYP! Finalmente possiamo vederla sempre” “Yeee” gli rispondo con finto entusiasmo mentre mi alzo per andare in bagno. Ora mi tocca vederla anche a lavoro, vuole per caso venire a vivere qua? Così me la trovo davanti anche quando mi sento stitico.
Mi lavo la faccia ma la negatività resta stampata sul mio viso fino a che non arriviamo davanti alla compagnia e Jackson mi lascia un bacio leggero sulla guancia prima di scendere dall'auto. Il momento di calma viene di nuovo interrotto dalla presenza di quella cosa all'entrata a cui strappo Jackson dalle braccia non senza guardarla come se la volessi morta.

La giornata è andata avanti più o meno così per tutto il tempo, lei arriva in sala prove e io la fulmino con lo sguardo, lei viene a pranzo con noi e chiacchiera attaccata a Jackson e la mia sete di sangue aumenta, lei si siede a ristorante accanto a me e sono tentato dall'infilzarla con la bacchetta perchè col cavolo che ti siedi vicino al mio ragazzo stronzetta. Il massimo della voglia di omicidio mi viene quando lei e Jackson decidono di andarsi a prendere un gelato per parlare un poco da soli. Sento i miei denti digrignare rumorosamente mentre li osservo allontanarsi.
“Perchè voi che siete amici di quella cosa le permettere di essere così... così... una cozza attaccata a lui?” urlo nervoso a Mark contando i minuti che mancano per poterli andare a cercare e mettere quella cameriera del cavolo al suo posto. “Dai non essere così nervoso, magari le sta raccontando di te”.
Scattati i 29 minuti trascino Mark per il polso fuori dal parco in direzione della gelateria. Quello che vedo dopo pochi metri mi gela il sangue nelle vene, quella cosa insopportabile ha le braccia intorno al collo di Jackson che non sembra poi così dispiaciuto. “Oh cazzo...” si lascia sfuggire Mark. “Sta decisamente parlando di me, lo capisco anche da qui guarda”.
Cammino verso di loro con Mark attaccato al braccio che tenta di calmarmi. Quando Jackson mi vede è troppo tardi, sono a pochi metri dalla vomitevole scenetta.
Urlo in faccia a entrambi. Lei, insopportabile come sempre, e Jackson mi fissano tentando di giustificarsi in qualche modo.
Quando Mark mi dice che non sa niente capisco, inizio a trovarla anche meno antipatica, è solo vittima degli eventi.
Mi allontano ignorando la stretta di Jackson, vado diretto alla sala prove e resto seduto fino a che non ci siamo tutti.
“Ora che ci siamo tutti proviamo” dico evitando lo sguardo di Jackson che è appena entrato. Proviamo una volta, due, tre, perdo il conto. Continuo a ballare sui crampi, sui dolori alle gambe. Ci fermiamo solo quando gli altri sono stremati e sono costretto a smettere. Lo ignoro per tutto il tragitto fino al dormitorio e mi siedo sul divano a guardare la TV pur di occupare la testa e non pensare.
Spunta con espressione affranta dalla cucina e inizio a salire le scale sperando non mi segua. Entro nella mia camera e dopo pochi secondi arriva e si siede accanto a me sul letto. “Jb... mi dispiace” mi dice accarezzandomi il braccio. Sposto la mano e sento tutta la rabbia non sfogata tramutarsi in lacrime che mi offuscano la vista. “Jb, ti prego dimmi qualcosa” “Dimmi solo perchè?” gli rispondo piangendo.
Continuiamo a parlare fino a che non si calma la crisi di pianto e prova a baciarmi, lo lascio fare senza oppormi e gli faccio spazio nel mio letto appoggiandomi a lui.
Nel cuore della notte vengo svegliato da uno dei suoi soliti discorsi da addormentato. “Jb, mmm io non mmm volevo. Tu sei mmm importante per me”.
Questo lato sonnambulo e demente di Jackson mi fa ridere, lo stringo un poco in più a me e ritorno a dormire con la consapevolezza di essere il suo unico pensiero anche di notte.

 

Passato il putiferio con Mi Sun degli ultimi mesi siamo finalmente di nuovo tutti uniti, potrei quasi azzardare a dire che la trovo simpatica ma non lo saprà mai. Sembra anche ci sia qualcosa in atto tra lei e Jinyoung ma guai a ipotizzarlo ad alta voce, l'ultima volta che lo abbiamo fatto non si sono parlati per settimane.


“Jackson ne hai per molto in quella doccia?” siamo in ritardo di 10 minuti e non si muove a uscire. “No ho quasi fatto.... Se vuoi puoi fartela con me”. Addio ai 10 minuti di ritardo che diventeranno 30, mi sfilo il pigiama e gli slip e entro nella doccia. Lo osservo e noto i boxer neri,“Jackson perchè ti fai la doccia in mutande?” “Perchè ci sei tu e mi vergogno, a quanto pare tu no” Mi dice coprendosi d'istinto. “Andiamo ti ho visto nudo altre volte”. “Si.. lo so” mi riponde ancora imbarazzato.
Infilo un dito nell'elastico del boxer per attirarlo a me ma all'improvviso mi trovo con le spalle al muro e le sue mani sulle spalle. “Ehi, da uomo in mutande a violentatore? Calma” “Calma un cazzo” mi dice prima di baciarmi.
Questa presa di posizione mi eccita particolarmente e inizio a toccargli il corpo bagnato dall'acqua calda, con una mano dietro la schiena mi avvicina a lui e sento di poter esplodere da un momento all'altro. “Jaebum... prendimi”.
In tre secondi mi giro e lo sbatto contro il muro, la guancia contro il freddo delle mattonelle, le sue dita lasciano righe sulla condensa delle pareti. Con gli occhi chiusi si lascia baciare la schiena senza muovere un muscolo, gli mordicchio un orecchio e di risposta spinge il suo bacino contro il mio.
E' un attimo e siamo una cosa sola, io, lui, l'acqua, le mattonelle.
E' un attimo e mi rendo conto che nonostante la posizione quello fottuto sono io, irrimediabilmente innamorato di Jackson a un punto tale da non potermi immaginare senza lui.

Usciti dalla doccia torna ad essere il tenero cucciolo timido, lo spingo sul letto e lo sovrasto. Mi fissa con quegli occhi innocenti e profondi, bello come sempre o forse di più. “Jackson” “Si?” Vorrei trattenermi per paura di sbagliare qualcosa ma non ci riesco. “Ti amo”. 

  
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