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Autore: milkobitch_giorgia    26/08/2016    1 recensioni
Allora, è la prima volta che scrivo qualcosa e lo pubblico qui. Volevo provare a buttare giù un testo sui miei amati Gallavich, ma roba diversa da quello che io - personalmente - vorrei succedesse e che tutti gli amanti di Shameless e della coppia vorrebbero. Mi andava di scrivere qualcosa di triste, insomma.
Infine: so di non essere tanto brava e di essere ripetitiva, ma devo migliorare e..niente, spero piaccia! ^^
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo esser stato messo in prigione, Mickey avrebbe dovuto scontare quindici anni..ma grazie al sovraffollamento previsto dal ragazzo, questo ve ne uscì dopo otto.
Otto fottutissimi anni senza né vedere né sentire nessuno, se non qualche volta Svetlana e Yevgeny. Una volta andò a trovarlo anche Ian, al quale fece promettere di aspettarlo e cosa che lui, ovviamente, non fece.
Dopo quegli otto anni, tornò finalmente a casa..una casa totalmente vuota con Mandy fuori città, Terry perennemente in prigione - per fortuna - e Svetlana e Yev trasferiti a casa dei Ball.
Era tutto fin troppo silenzioso in quell'abitazione, e di solito regnava il caos. Mickey una volta arrivato, andò in camera sua e si chiuse la porta alle spalle, poi si sedette sul letto e si accese una sigaretta, portandola così alle labbra e facendo infine un tiro. Dopo aver cacciato via il fumo, sospirò e spense quel piccolo bastoncino di nicotina contro al comodino. Ormai non aveva più nessuno lì con lui: né Ian, né suo figlio, al quale aveva iniziato a tenere dannatamente tanto.
Mentre ripensò a loro, sentì la porta di casa sbattere e sussultò, corrugando la fronte e alzando perciò le sopracciglia, assumendo così la sua solita espressione. Si alzò e andò vicino all'armadio: aprì il cassetto e tirò fuori una delle sue pistole, subito dopo si diresse verso la porta della camera e la aprì, puntando immediatamente la pistola davanti a sé ma, non appena riconobbe Ian, la abbassò.
«Che cazzo ci fai qui?»
«Mickey? Quando sei uscito?» chiese il rosso, stupito di rivederlo dopo tutti quegli anni.
«Non sono affari tuoi, Gallagher.»
«Invece sì che sono affari miei, Mickey. Da otto anni a 'sta parte sono passato di qui nella speranza di rivederti..e ogni volta non c'eri.», mormorò quest'ultima frase e abbassò lo sguardo.
«Beh, ora sono qui e te ne puoi anche andare.» rispose Milkovich, freddo come non mai.
«No, io voglio sistemare le cose. Quando ti ho lasciato non ero in me, Mickey, mi sono lasciato incantare dalle parole di Monica e ci sono cascato come un coglione. Ascoltami, io..io ti amo, cazzo. Ti amo.»
Il moro ascoltò le parole del rosso e lo guardò dritto in viso, mentre egli fece il contrario fino a quando non disse quel 'ti amo' con le lacrime agli occhi, quasi fosse sincero.
Dopodiché non ci fu altro che silenzio. Troppo silenzio.
«È tardi.» si limitò a dire Mickey e strinse così la pistola che aveva in mano.
«Non è mai tardi, Mickey, ricominciamo tutto da capo. Come se non fosse successo nulla. Ti va?»
«No, non mi va. Ti ho aspettato per anni, e adesso per me è davvero dura farlo, ma..ora sono io a lasciarti, Ian.»
«Mick..», sussurrò Gallagher, con gli occhi invasi dalle lacrime e le gambe che tremavano. Sentì il cuore spezzarsi in mille pezzi e la voglia di piangere sempre più forte. Ma Milkovich poi si avvicinò a lui e lo fece così indietreggiare, guardandolo con quei suoi meravigliosi occhi azzurri. Infine aprì la porta di casa e lo fece uscire.
«Addio, Gallagher.»
Dopodiché, chiuse la porta. E questa volta per sempre.
   
 
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