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Autore: Irish_Dreamer    28/08/2016    0 recensioni
“Ho sempre cercato un po' di te negli altri, come se fosse naturale sentirmi attratto da qualcuno che ti somigli. Ho amato volti diversi rivelatisi poi nient'altro che tuoi inutili riflessi. Non credo in un per sempre che non sia tu.”
Mark è un normale sedicenne liceale, conduce una vita normale con la sua famiglia, i suoi amici e il suo ragazzo. Sembra andare tutto noiosamente bene fino a che un giorno non fa un incontro che stravolgerà la sua vita per sempre.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mark si era sempre sentito un adolescente sfigato, o almeno fino al secondo anno di liceo. Proprio in quel periodo con l'aiuto degli amici giusti era riuscito a inserirsi, aveva cominciato ad uscire e aveva anche preso una cottarella per un ragazzo. Non che fosse stato facile ammettere di essere omosessuale, ma il suo amico Jackson era stato un ottimo aiuto. Incredibilmente il suo interesse era stato ricambiato ed erano ormai quasi quattro mesi che aveva questa specie di relazione fissa con Taehyung, la più lunga tra le sue storie, o meglio l'unica tranne le prime imbarazzanti esperienze con il mondo maschile.
Nonostante abitassero praticamente a mezz'ora di macchina di distanza, Mark riusciva a vedere il suo ragazzo solo il sabato sera. Certo una settimana non è molto tempo da attendere, ma quando si hanno quindici anni e gli ormoni a mille è anche troppo.
Una mattina come tante altre stava camminando nel cortile del liceo prima delle lezioni insieme al suo gruppo di amici, voleva bene a tutti ma segretamente i suoi preferiti erano Jackson e Jaebum. Nonostante fosse più grande di loro di un anno frequentavano la stessa classe perchè Mark per problemi di salute aveva iniziato la scuola con un anno di ritardo, per anni si era vergognato di questa cosa ma a pensarci bene non avrebbe mai conosciuto i suoi angeli custodi se non fosse successo.
Proprio quella mattina come tante altre Jackson doveva incontrarsi con una delle sue conquiste e i ragazzi lo accompagnarono al luogo dell'incontro: l'entrata della palestra nascosta dal sottoscala dei gradoni principali del cortile.
Il freddo di fine Gennaio faceva tremare i loro corpi mentre nuvole di vapore bianco si alzavano a ogni respiro del gruppo, non c'era stranamente nessuno ad attenderli. Di solito Joo Heon non era il tipo da fare ritardo, anche perchè sapeva benissimo quanto Jackson odiasse aspettare. Mark afferrò il pacchetto di sigarette dal fondo dello zaino e ne accese velocemente una anche ai suoi due amici che lo guardarono riconoscenti. Non c'era niente che non avrebbe fatto per quei due, così come loro si sarebbero buttati nel fuoco per lui.
Un rumore sordo proveniente dall'interno della palestra li fece sobbalzare, poi la porta si aprì quel poco che bastava per permettere a una testa di spuntare. - Che ci fate lì fuori a congelare? Vi aspetto da venti minuti!- esclamò Joo Heon come se fosse normale entrare di nascosto in palestra. Nonostante l'ansia di essere scoperti il tepore che li accolse li fece sospirare di sollievo, salutarono con un cenno il nuovo fidanzatino di Jackson e si appoggiarono al muro ancora mezzi addormentati. Mancava ancora mezz'ora all'inizio delle lezioni ma Mark era ormai abituato ad arrivare a scuola un'ora prima per facilitare gli incontri clandestini tra il suo amico e quello che Jb chiamava “La puttanella”.
Inizialmente Joo Heon era sembrato un tipo tranquillo, ma con il passare delle settimane si rese conto che c'era qualcosa di strano in quegli occhi da topo che aveva, a Jb non piaceva per nulla mentre lui guidato dall'ingenuità provava a dargli occasione di dimostrarsi diverso.
Proprio mentre Mark si appoggiava al muro con gli occhi socchiusi si rese conto che c'era qualcuno nell'angolo di fronte a lui. Quell'ombra attaccata al termosifone lo fece trasalire, gli altri dovettero notare qualcosa perchè iniziarono a ridere del suo spavento. - Mark dimenticavo che oltre a Jimin oggi c'è un nuovo amico. Trattatelo bene mentre sono impegnato- gli disse divertito Joo Heon allontanandosi negli spogliatoi con Jackson.
L'ombra nell'angolo si spostò alla luce e sorrise timidamente dicendo: -Ciao, io... sono Jinyoung-.
Qualcosa in Mark scattò all'istante, fissò gli occhi neri e magnetici del nuovo arrivato con una voglia irrefrenabile di avvicinarglisi. Per un attimo dimenticò l'esistenza di Taehyung, dei suoi amici, della palestra. In quel secondo tutto gravitava immobile intorno a quel piccoletto dall'aria così confusa. Il suono della campanella lo riportò alla realtà e si ricordò che alla prima ora avrebbe dovuto affrontare la terribile professoressa di matematica. -Jackson! Sbrigati o arriveremo in ritardo!- esclamò. In realtà aveva bisogno di riprendersi da quello strano momento, ben poco gli importava della matematica. Appena vide i capelli biondi dell'amico spuntare dallo spogliatoio spinse la mano contro la porta e corse fuori per prendere fiato.
Nel giro di qualche secondo tutto sembrò tornare normale. -Dovrei dormire di più- pensò Mark ridendo di se stesso convinto che fosse colpa del sonno.
Ma non immaginava quanto si stesse sbagliando.


Erano passati giorni dall'episodio in palestra e Mark non ci aveva più pensato. Stava camminando distrattamente per il cortile mandando messaggi al suo ragazzo da mezz'ora ma quel pigro di prima categoria non si degnava di alzare il culo dal letto per rispondere.
La sua voglia di non fare niente era quello che Mark odiava di più di Taehyung, gli sembrava sempre di dovergli fare da baby sitter e per di più senza essere nemmeno calcolato.
Sbuffò un po' di vapore dalle labbra tirandosi indietro il ciuffo che gli copriva gli occhi, era sveglio da poco più di un'ora e il suo umore era già compromesso. Si avviò in classe molto prima degli altri perchè non aveva voglia di interagire con il mondo, continuò a calciare una pallina di carta fino all'entrata quando la lanciò erroneamente contro i piedi di qualcuno. Alzò velocemente la testa -Scus...- ma le sue scuse vennero interrotte dal sorriso del piccoletto della palestra. -Tranquillo, buona giornata- gli rispose quello continuando a sorridere.
La sensazione di innegabile attrazione si impadronì di nuovo di Mark che senza accorgersene aveva già afferrato il braccio dell'altro. Jinyoung si voltò a guardarlo calmo, come se si aspettasse una reazione simile dal più grande. -Ti va di accompagnarmi in classe?- gli chiese senza vergogna Mark, senza rispondere neanche l'altro si era accostato a lui e aveva continuato a camminare al suo fianco in silenzio.
Con sorpresa Mark si accorse che la classe del ragazzino era di fronte la sua, una strana felicità lo pervase senza rendersene conto. -Non ti ho mai notato qui fuori, come mai?- -Mi nascondo bene- fu la risposta disarmante di Jinyoung, -Ora vado in classe hyung, ci vediamo -.
Non appena fu rimasto solo nel corridoio Mark riprese a respirare normalmente, qualcosa di confuso accadeva nella sua mente ogni volta che Jinyoung appariva ma non riusciva a spiegarsi cosa. Non era il semplice batticuore che lo assaliva mentre baciava Taehyung, appena scontrava i suoi occhi con quelli luccicanti del piccolino smetteva di pensare, gli sembrava quasi che il mondo si fermasse intorno a loro due.
Doveva allontanarsi prima che succedesse ancora qualcosa di simile, era un bravo ragazzo e non aveva intenzione di rovinare la sua storia per il capriccio di un momento.


Tornato a casa il pomeriggio Mark si lanciò di peso sul letto e accese il suo smartphone, non c'era ancora nessuna risposta da Taehyung e la cosa iniziava a innervosirlo, tra l'altro non si vedevano da settimana a causa della grande quantità di compiti da fare per la fine del quadrimestre.
Una notifica gli fece sperare che finalmente il suo “amorevole” fidanzato si fosse ricordato di lui ma si era illuso inutilmente perchè era solo una richiesta d'amicizia.
Se avesse letto prima il nome del nuovo contatto avrebbe capito che non era “una” richiesta d'amicizia, era LA richiesta di amicizia. Infatti non appena lesse Park Jinyoung lasciò cadere il telefono sul materasso incredulo, dalla foto riuscì a riconoscere il sorriso allargarsi sull'adorabile viso del suo nuovo conoscente. Accettò la richiesta auto convincendosi che non c'era nulla di male nell'avere un amico in più sui social. Tempo un minuto e il telefono squillò di nuovo tra le sue inquiete mani. -Ehi :) - il suo cuore mancò un battito quando lesse il mittente, -Ehi Jinyoung, come va?- -Ehm... bene. Tu?-. Mark si era ripromesso di scambiare solo qualche parola di cortesia con il ragazzo e poi liquidarlo, mai si sarebbe aspettato di passare la notte in bianco a parlare di mille cose con la causa della sua inquietudine.
Era incredibilmente facile dialogare con lui, nel giro di cinque minuti avevano già trovato come prendere in giro Joo Heon e Jackson in almeno cinque modi diversi, sarebbero potuti diventare ottimi amici se solo Mark non desiderasse costantemente testare la morbidezza di quelle labbra sporgenti. Non avrebbe detto a nessuno di questa cosa, sarebbe passata da sola come era arrivata. Aveva solo bisogno di calmarsi e chiarirsi le idee.


- Mark si può sapere a che pensi? Sono ore che fissi il muro – gli disse Jackson confuso.
Non poteva confessare, se lo avesse ammesso sarebbe diventato reale e non sarebbe stato un bene. Continuò a fissare il muro per un tempo interminabile ignorando le continue domande di Jackson, solo quando lo sentì dire: - Dovremmo uscire tutti insieme qualche volta, sai noi, Joo Heon, Jimin e quel cosino dell'altra classe che non parla mai. Quello che ti ha spaventato in palestra... Come si chiamava? - si girò a guardare l'amico. - Jinyoung -.
Già, Jinyoung, lo stesso che non vedeva né sentiva da giorni. Quel distacco lo logorava in un modo che non credeva fosse possibile data la situazione. - Jackson, credo mi piaccia Jinyoung – ammise a voce bassa nel bel mezzo della lezione di matematica. - Finalmente lo ammetti -.
Non si chiese nemmeno come facesse a saperlo, tra di loro era sempre andata così. Si limitò a dire: - Ho bisogno di aria, non riesco a rimanere qui dentro – e a chiedere il permesso per uscire.
Uscito dalla classe si appoggiò al muro con le mani tra i capelli, cosa stava succedendo? Si girò per entrare in bagno ma nel bel mezzo del corridoio si trovò davanti alla causa di tutto questo, quel buco nero che stava risucchiando tutte le sue attenzioni. - Mark hyung! - esclamò l'altro sorridendogli. Le gambe di Mark gli suggerivano di correre via ma era già stato visto, e poi dove credeva di scappare in un liceo? Si fece forza respirando e camminò indifferente verso Jinyoung, stava per agitare la mano per salutarlo quando si sentì avvolto dall'abbraccio dell'altro.
La testa di Jinyoung nell'incavo del suo collo lo fece sudare freddo, si staccarono dopo un secondo che fu fin troppo lungo per il suo povero cuore. - Oh, scusa hyung. E' che non ti vedo da tanto, mi sei mancato! - La frase non fece che peggiorare la già traballante condizione mentale di Mark che senza nemmeno conoscere i gusti dell'altro si trovò a biascicare: -Tu... mi interessi Jinyoung – per poi correre via imbarazzato. - Anche tu mi interessi Mark hyung! - gli urlò il piccoletto fermo ancora dove lo aveva abbracciato.
Le guance di Mark iniziarono a diventare di fuoco mentre si girava a guardare colui che gli aveva appena fatto perdere il controllo. Intanto Jinyoung si era avvicinato, - Mi piace come suona “mi interessi”, è più profondo. Mi interessi...- ripeté mormorando.
Fissò di nuovo Mark negli occhi con quello sguardo magnetico - Potresti ripeterlo? - - Mi... interessi.- rispose Mark con la gola secca.
Le guance del più piccolo divennero rosee e si alzarono per mostrare un sorriso timido, era adorabile. - Non vedo l'ora di sentirti hyung, vado in classe! - esclamò esaltato prima di appoggiare lievemente le labbra sulla guancia del più grande che rimase immobile.
Jinyoung non riusciva a crederci, quel ragazzo che guardava da lontano da Dicembre finalmente lo aveva notato. E lo trovava interessante!
Restava sempre il fatto che fosse fidanzato con uno stuzzicadenti spocchioso, ma si sarebbe fatto valere, avrebbe dimostrato al suo hyung che era degno della sua attenzione.

Il weekend era stata una lunga agonia per Mark, era uscito con Taehyung ma la sua voglia di stare dietro alle solite chiacchierate era pari a zero. Non che non volesse bene al ragazzo, anzi, abbracciarlo dopo tanto tempo era stato liberatorio. Sentiva solo una strana smania di tornare a casa e infilarsi sotto le coperte, era il momento che preferiva della giornata, poteva tranquillamente mettersi a fantasticare su come sarebbe stato baciare Jinyoung. La cosa che lo rendeva più triste era che le sue fantasie non si sarebbero mai avverate, non poteva lasciare il suo ignaro ragazzo per un tipo appena conosciuto, anche se quel tipo gli faceva dimenticare come camminare il linea retta.
Finalmente il giorno dopo sarebbe stato lunedì, avrebbe potuto chiacchierare con lui, ridere con lui. Si ritrovò sul letto a rileggere le conversazioni con un filo di nostalgia, premette per sbaglio un tasto inviando una faccina sorridente.
La risposta di Jinyoung fu fulminea – Ti stavo proprio pensando hyung! Ho preso la febbre e dovrò stare a casa per qualche giorno, mi mancherai -. Immaginare di passare altri giorni senza quella risata cristallina nelle orecchie rattristò infinitamente Mark, che deciso a mettere fine a questa sua dipendenza da Jinyoung non rispose.

La tentazione di mandargli messaggi fu forte per tutti i cinque giorni in cui si sforzò di ignorare qualsiasi tentativo del ragazzo di mettersi in contatto con lui. Cinque giorni in cui Jinyoung lo aveva riempito di messaggi di scuse per qualsiasi cosa avesse spinto Mark a non rispondergli, cinque giorni di messaggi imploranti che massacravano le sue buone intenzioni. Fu il messaggio di venerdì mattina che fece capitolare definitivamente Mark.

- Hyung, non so perchè sei arrabbiato con me. Se non vuoi più parlarmi ti prego di dirmelo, almeno mi metto l'anima in pace.-
Immaginarlo triste per la sua indifferenza gli procurò una fitta allo stomaco, decise che era finalmente il momento di rispondere. - Jinyoung, ho solo molto da fare. Ci vediamo quando tornerai a scuola-. La risposta fu istantanea, come se l'altro non stesse aspettando che questo. - Tornerò la settimana prossima, speravo di vederti prima-.
Mark rimase interdetto a fissare lo schermo fino a che una chiamata non illuminò l'aggeggio che aveva tra le mani. - Pronto?- rispose titubante. - Mark hyung...- sospirò la voce dall'altro lato. Quel suono gli fece venire i brividi lungo tutta la schiena, come potevano due parole ridurlo in un tale stato? Jinyoung continuò a parlare senza attendere la sua risposta: - Mi chiedevo se volessi venire a trovarmi oggi pomeriggio, magari con Jackson e Jb - - Non credo sia il caso - - Mark, ti prego. Ho voglia di vederti-.
Non solo Jinyoung aveva parlato in modo informale, ma era stato molto più esplicito del solito.
Quel momento di intimità rubata fece cedere i muri che Mark si era costruito intorno per difendersi da lui, finalmente si convinse a dire si.

Alle cinque e mezza puntuale come un orologio svizzero era sotto il portone indicatogli da Jinyoung, fissava il telefono indeciso sul contattarlo o meno, al suo fianco Jb e Jackson lo osservavano in silenzio. - Andiamo, premi quel cazzo di bottone – gli sbuffò in faccia Jb gentile come sempre. Mark seguì il consiglio e per poco non si affogò con la sua stessa saliva quando il cancello elettrico si aprì davanti a loro.
Avanzarono per qualche metro poi alzando la testa vide quel faccino sorridente alla finestra dell'ultimo piano. Tre piani di scale più tardi si trovarono tutti e quattro imbarazzati a morte. Jinyoung li fece accomodare sul divano mentre prendeva qualcosa da bere, Mark invece rimase immobile seduto senza fiatare.
Non aveva il coraggio di parlare ma di guardare si, e quel sedere in quella tuta era senza dubbio illegale. - Che diamine sto pensando?- farfugliò tra sé tentando di ricomporsi. - Hai detto qualcosa hyung?- Jinyoung seduto accanto a lui lo prese di sorpresa. - Come ti senti?- -Oh... molto meglio oggi-. Per un bel po' quel concentrato di bellezza si dedicò alle chiacchiere con gli altri due dimostrandosi stranamente socievole, un velo di gelosia ricopriva Mark che invece rimase zitto a fissarlo.
Quei capelli castani tutti scompigliati, gli occhi magnetici come sempre ma sta volta contornati da profonde occhiaie, la pelle più diafana del solito, tutto in lui suggeriva che in realtà stesse poco bene, ma quel sorriso e quella voce squillante non lasciavano trapelare nemmeno un minimo di sofferenza. - Jinyoung, io e Jb dovremmo.. beh... andare via per altri impegni. Spero vorrai scusarci – disse con voce ferma Jackson.
Di colpo lo sguardo del padrone di casa si fece cupo, - Devi già andare via Mark?- . Quegli occhi fissi e quell'informalità lo stesero ancora una volta. Invece di trovare snervante e poco educata la cosa, la adorava. Sentiva di desiderare quella confidenza che non aveva però il coraggio di concedergli. - No, posso rimanere un'altra mezz'ora se non vuoi rimanere da solo- si trovò a rispondergli senza pensarci.
Un luccichio attraversò lo sguardo di Jinyoung rendendolo ancora più attraente agli occhi di Mark che respirò profondamente per rimanere calmo. Una volta accompagnati i due amici alla porta si trovarono entrambi soli seduti sul divano, Jinyoung faceva evidentemente di tutto per non incrociare il suo sguardo e lui si attaccava al bracciolo per non permettere alle sue mani di agire da sole.
In un momento di scarsa lucidità dovuta al momento Mark appoggiò la testa sulla spalla di Jinyoung, sentiva il cuore battere così forte da assordarlo eppure la sensazione era molto piacevole. L'altro sembrava come congelato, per un attimo Mark ebbe il timore di aver esagerato, alzò la testa e trovò quei due laghi neri a inchiodarlo al divano. Senza pensarci più di tanto appoggiò le labbra su quelle di Jinyoung che reagì immediatamente afferrandogli il viso.
Era la sensazione più forte che Mark avesse mai provato, il cuore sembrava volergli uscire dal petto mentre Jinyoung sfiorava i bordi delle sue labbra con la lingua. Si staccò con il fiatone e gli occhi spalancati. - Hyung, hai dimenticato come si respira? - gli chiese scherzando l'altro con l'espressione ancora languida. - Si... E non chiamarmi più hyung per favore.- - Pensi di poter sopportare un altro bacio senza morire soffocato?- ridacchiò il più piccolo, Mark non se lo fece ripetere due volte e affondò le mani in quei capelli morbidi tirandolo a se. - Sarà anche sbagliato ma è tremendamente bello- pensò prima di perdersi totalmente.


La cosa più difficile fu doverne parlare con Taehyung, aveva sbagliato baciando Jinyoung e non intendeva continuare a fare del male al suo ragazzo. Faticava ancora a credere di averlo fatto, una parte di sé si sentiva tremendamente in colpa, l'altra camminava a un metro da terra. Non era mai stato così felice come in quella mezz'ora abbracciato a Jinyoung. Era stato tutto molto tenero... I baci che si alternavano ai sorrisi imbarazzati, le dita intrecciate e lo sguardo magnetico di cui era ormai prigioniero. Non avrebbe potuto rinunciarvi per nulla al mondo.
Taehyung era insolitamente in orario ad aspettarlo seduto su un muretto, lo stomaco gli si ribaltò al pensiero di dovergli dire chiaramente di aver baciato un altro ragazzo.
- Sei stranamente silenzioso stasera, cosa ho fatto? - gli chiese Taehyung preoccupato. Mark si stava tradendo con le sue espressioni facciali, riusciva a trattenere a stento le lacrime mentre stava appollaiato sullo schienale della loro solita panchina. - Mi dici cosa hai per favore? Mi fai preoccupare così.-
Vedere Taehyung preoccupato per lui nonostante non lo meritasse lo straziava, non aveva mai voluto ferirlo, non aveva fatto nulla di male.
Appoggiò la testa sul petto dell'altro che stava in piedi a fissarlo aspettando una risposta, - Tee, non possiamo stare più insieme.- Invece di allontanarsi Taehyung lo strinse più forte, - Perchè?- gli chiese con la voce tremante. - Perchè sono un verme, ho baciato un altro.- rispose singhiozzando Mark.
Si staccò dal petto del suo ormai ex ragazzo per guardarlo, piccole lacrime imperlavano le sue guance incorniciando un sorriso che non si sarebbe mai aspettato di vedere. - Non fa nulla, potrei perdonarti, ti giuro posso cambiare. Posso essere il ragazzo che desideri, non mi lasciare.- gli implorava piagnucolando. - Mi dispiace, non sarebbe giusto. Ora è meglio che vada – rispose Mark abbracciandolo per un'ultima volta.
Voleva infinitamente bene a Taehyung ma non era nemmeno minimamente paragonabile al senso di impotenza che provava quando fissava Jinyoung negli occhi, niente poteva competere con la tranquillità che quel ragazzino gli infondeva.
Prese il telefono per mandargli un messaggio, - Jinyoung, ho parlato con Tee, sa tutto - - Cosa è successo?- -Abbiamo chiuso- -Come ti senti al riguardo? Mi dispiace aver forzato la cosa.- -Sto bene, ora voglio solo stare con te.-

L'ultimo messaggio fece sorridere Jinyoung avvolto nelle coperte del suo letto, sarebbe stato molto più bello d'ora in avanti andare a scuola.

  
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