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Autore: white phoenix    29/08/2016    0 recensioni
STORIA IN RISCRITTURA
Eva, figlia di un compositore di successo, riceve una proposta di lavoro troppo allettante per poter essere rifiutata, anche se il suo datore di lavoro è l'arrogante e prepotente Seto Kaiba, che non perde occasione per testare le sue capacità e proporle sfide che sembrano impossibili, forse per tenerla lontana da un segreto che, se diventasse di dominio pubblico, potrebbe rovinarlo per sempre...
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mokuba Kaiba, Nuovo personaggio, Seto Kaiba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Uno



Gozaburo Kaiba, in Giappone, era un gran pezzo grosso. Del perché uno così avesse voluto assumere lui come docente di musica per il figlio adottivo, per James Nelson era un mistero: in Giappone vivevano pianisti eccellenti, e sicuramente Kaiba avrebbe potuto trovare un ottimo insegnante adatto alle sue esigenze. E poi, (questa era la cosa che lo preoccupava di più) non capiva perché lui fosse tanto interessato a sua figlia Eva, al punto da obbligarlo nel contratto a portarla con sé… ad ogni modo, non gli rimaneva che accettare: quei soldi (tanti soldi, più di quanti avrebbe potuto farne in Europa lavorando tutta la vita) erano per loro, perché Eva e Jonathan potessero frequentare le scuole migliori, e perché non mancasse loro mai nulla.
-Allora, signor Nelson, abbiamo un accordo?
James si chinò sul contratto, e firmò.
 

 
 

James Nelson non vedeva Seto Kaiba da… beh, da quando il ragazzo aveva quindici anni, eppure, quando al cancello della sua villa si presentò un ragazzo alto, con i capelli scuri e gli occhi glaciali, James capì che Seto si sarebbe anche potuto risparmiare la telefonata che gli aveva fatto: non era cambiato per niente.
Lo fece entrare e accomodare su quella poltrona su cui molti anni prima si era seduto Gozaburo, e i due ricordarono, in tono placato e cordiale, i tempi in cui erano studente e allievo.
-I tuoi figli?- chiese Kaiba, a un certo punto della conversazione, -Jonathan ed Eva, se non ricordo male.
James annuì.
-Esatto. Jonathan suona in un gruppo rock da quando ha diciotto anni, ha combinato vari guai in giro per il mondo, poi ha messo la testa a posto, si è sposato e ora ha una figlia. Eva sta per laurearsi, ha scelto economia, come sua madre, ma ha preso un diploma al conservatorio per arpa e pianoforte, e ha completato gli studi di danza mentre frequentava ancora il collegio.
-Interessante, e dimmi, tra i due chi metteresti a capo di un teatro?
James sorrise.
-Eva, necessariamente: Jonathan è un bravissimo esecutore e ha cultura musicale, ma è poco portato a essere responsabile, mentre a Eva manca solo il titolo di studio giusto, ma conto che entro la fine del mese lo abbia ottenuto, perché?
-Perché sto costruendo un teatro a Domino,- rispose Seto Kaiba, -È un progetto ambizioso, e mi serve qualcuno di giovane, europeo e disposto a spostarsi. 
-E avevi pensato ai miei figli?
James era sorpreso: la prima volta che aveva avuto a che fare con un Kaiba era per ottenere un lavoro, e a distanza di tanti anni, stava per accadere la stessa cosa a uno dei suoi figli.
-Tendo a non fidarmi di nessuno,- disse il ragazzo, -Ma tu mi hai insegnato a suonare, e hai fatto lo stesso con i tuoi figli. Voglio che uno di loro scelga un team qui in Europa, un team di professionisti giovani e desiderosi di mettersi alla prova in un teatro e come insegnanti in un’Accademia.
Un progetto ambizioso, ma allo stesso tempo allettante
James assunse un’aria pensosa, dopodiché si piegò verso Seto.
-Potrei chiedere a John, ma so già che mi dirà di no: è sposato, ha una bambina piccola che dopo essere stata tre anni in Sud America sta iniziando ad ambientarsi a Londra, e di sicuro le vuole evitare un altro trauma facendola trasferire.
Seto strinse gli occhi e James continuò: 
- In compenso, potrei chiedere a Eva, che penso sia la più adatta tra i due: ha tante conoscenze nell’ambiente, e in questi anni sono sempre riuscito a procurarle stage e lavoretti accanto ai direttori di teatri prestigiosi, senza contare il suo titolo di studio… sì, come ho detto prima, Eva è perfetta per questo lavoro.
Le labbra di Kaiba si incresparono in un sorrisino sarcastico.
-E come mai se è così qualificata come dici non ha ancora firmato un contratto? Di solito le aziende li inviano ancor prima che i ragazzi si laureino quando questi sono così talentuosi. 
James sospirò: si aspettava quella domanda, ma sperava di avere ancora un po’ di tempo prima di rispondere.
-Le offerte non mancano, ma Eva… è una testa dura,- fu costretto ad ammettere con un altro sospiro, -Vuole un lavoro lontano da qui, dall’Inghilterra. Ha mandato qualche richiesta per lavorare fuori dai confini nazionali, è in attesa di risposta. 
Kaiba alzò un sopracciglio.
-Quindi, a rigor di logica, accetterebbe un lavoro in Giappone?
-Se il ruolo e lo stipendio la soddisfano, è probabile di sì, ma per essere sicuro dovresti parlarci.
-Quando pensi che potrei incontrarla?
-Anche subito, è al piano di sopra. 
 
 
 
 
 
James chiamò Eva Nelson attraverso l’interfono, chiedendole di scendere. La ragazza bussò alla porta dello studio di suo padre poco dopo, e Seto poté constatare che Eva Nelson non era cambiata rispetto a quando era solo una ragazzina: i suoi capelli erano sempre scuri, la sua pelle sempre chiara, e appariva sempre esile e minuta. James Nelson li lasciò soli, ed Eva si sedette sulla sua poltrona, mentre Seto sfogliava distrattamente il curriculum che gli aveva dato James. Conosceva quelle tre pagine a memoria (le aveva lette nel suo ufficio qualche tempo prima), ma non voleva che la figlia di James Nelson si sentisse troppo importante a sapere che Seto Kaiba la voleva come direttrice del teatro. Rimasero in silenzio per più di un quarto d’ora, in cui Seto sollevava lo sguardo dai fogli solo per controllare l’espressione della ragazza: non dava segni di nervosismo, e la cosa, da un certo punto di vista, non gli dispiaceva
-Ha delle referenze?
Chiese a bruciapelo, sperando di prenderla in contropiede: non era da lui fare colloqui di lavoro ordinari, e in ogni caso preferiva sempre mettere alla prova le persone piuttosto che leggere le loro abilità su un curriculum.
-Per iscritto no,- rispose lei, -Ma sul curriculum sono segnate tutte le strutture in cui ho lavorato.
Nomi famosi, Seto doveva ammetterlo: a parte i più importanti teatri londinesi, Eva Nelson aveva lavorato anche in America, e aveva uno stage come assistente personale del direttore dell’Opera di Parigi.
-Sa chi sono io?
Eva Nelson annuì.
-Seto Kaiba, Chairman On The Board, Chief Executive e mente geniale dietro il successo del gruppo societario Kaiba Corporation.
Seto rimase in silenzio per un attimo, scrutando la ragazza nei suoi occhi verdi, come se non fosse soddisfatto della risposta.
-È stato un caso che ho affrontato all’università.
Aggiunse lei, abbassando lo sguardo.
-E sa perché sono qui?
La ragazza alzò lo sguardo, socchiudendo leggermente gli occhi.
-Penso voglia offrirmi un lavoro.
-È disposta a trasferirsi in Giappone subito dopo la laurea?   
-È una possibilità che posso prendere in considerazione. 
-La sua possibilità da cosa dipende?
-Dal lavoro che mi offrirà.
-Voglio che lei diventi la direttrice di un teatro, di un’accademia di danza e un conservatorio, signorina Nelson.
Gli occhi verdi della ragazza si illuminarono.
-Ma prima, voglio metterla alla prova: le do una settimana per scegliere dieci insegnamenti con cui cominciare i corsi e trovare il personale che lavorerà con lei sia al teatro che alla scuola. Si assicuri che siano persone disposte a trasferirsi, e che possano restare in Giappone per almeno un anno. Pensa di potercela fare?
Eva Nelson sbiancò ma poi la sua espressione si fece decisa.
-Sì, posso riuscirci.
Non sai ancora cosa ti aspetta…
Seto si alzò in piedi con aria soddisfatta.
-La aspetto all’hotel Hilton di Londra tra una settimana con una lista di nomi e curriculum. Per i dettagli economici sarà affiancata da mio fratello, le tariffe le deciderà con lui. Verrà a prenderla domattina verso le dieci, e potrete cominciare. Se non riesce in questo compito, cercherò qualcun altro.






Capitolo revisionato e corretto il 18/02/18

 
   
 
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