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Autore: Artemide5775    29/08/2016    1 recensioni
-Hai visto chi c'é? É il tipo del Gin Lemon- mormorò Kinana lanciando uno sguardo a un ragazzo seduto a un tavolo alla loro sinistra vicino alla finestra.
Mira lo guardò, sorpresa di non averlo notato prima. Il biondino, anche soprannominato "il ragazzo del Gin Lemon" per via che ordinava sempre quel cocktail, frequentava quel locale fin da quando Mira aveva appena 16 anni e puliva i piatti per mettere dei soldi da parte. Allora il giovane passava ore e ore a quel tavolo, studiando chissà che e sorseggiando sempre la sopra citata bevanda.
Anche se erano passati cinque anni, quello stesso ragazzo stava sempre lì a bere un bicchiere di Gin Lemon e sfogliare un libro di scuola mentre teneva le cuffie nelle orecchie.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luxus Dreher, Mirajane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Gin Lemon and Angel Face

Miraxus


La ventunenne Mirajane Strauss era la maggiore di tre figli e, per predersi cura di suo fratello e sua sorella, portava avanti due lavori e occasionalmente si occupava anche di fare la babysitter. Appena finito il liceo si immerse nel mondo del lavoro completamente senza neanche fare domanda per qualche università. Anche se, a dire la verità, faceva dei piccoli lavoretti come portare giornali di porta in porta o la dog-sitter sin da quando aveva poco più di dieci anni.

Il motivo?

I suoi genitori abbandonaro lei e i fratelli da una loro lontana zia quando lei aveva appena nove anni. La zia Aisha era una donna di facili costumi che passava da un letto all'altro scomparendo per giorni, a volte pure per settimane. A ogni suo ritorno faceva finta di nulla, parlando del suo nuovo fidanzato di turno, sempre piuttosto ricco. Era praticamente una mantenuta che viveva con i soldi dei suoi tanti compagni.

Nella primavera dei diciotto anni di Mira, la zia tornò a casa dopo un mese in cui non era più vista e le annunciò, senza troppi, preamboli, che si stava per sposare e che dovevano sloggiare da casa sua perché aveva intenzione di venderla.

In poco più di tre ore i tre Strauss erano senza una casa e, se non fosse stato per uno dei datori di lavoro di Mira, avrebbero rischiato di non trovarne mai un'altra. Makarov Dreyar offrì loro un piccolo appartamento sopra la sua locanda senza chiedere in cambio nessun affitto e divenne il loro tutore ufficiale.

Era un normale pomeriggio di Agosto quando Mira arrivò alla locanda "Fairy Tail" e, dopo aver posato la spesa nel suo appartamento, si diresse verso il bancone per iniziare il suo turno da barista. -Dov'è Lisanna?- domandò di sua sorella a Kinana, la cameriera assunta da poco più di due mesi.

Lisanna, la più piccola degli Strauss, aveva comunicato ai fratelli che voleva continuare gli studi, dopo il liceo, per divenire in futuro una veterinaria. Per questo motivo aveva chiesto a Makarov se poteva assumerla in modo da mettere dei soldi da parte per quando avrebbe iniziato il college a Marigold. Ovviamente, il vecchio, affezionato ai tre, aveva accettato subito senza pensarci troppo.

Purtroppo la sua sorellina non era molto dedita al dovere e perciò Mira era preoccupata per quanto essa sarebbe andata al college. Miarigold era lontana almeno tre ore di macchina sa Magnolia. E se avesse avuto qualche problema?

Kinana alzò lo sguardo dalle varie ordinazioni, visibilmente in difficoltà. -Hm... mi pare che avesse un appuntamento- spiegò rapida per poi prendere i piatti appena usciti dalla cucina e andare a portarli ai tavoli.

Mira sospirò. Davvero aveva lasciato Kinana ad occuparsi dei tavoli e del bar da sola?

"Che devo fare con lei?" si chiese passandosi una mano sul volto. -Cameriera, ho ordinato mezz'ora fa un caffè, ci vuol davvero così tanto tempo?!- si lamentò una donna sulla quarantina.

-Mi scusi, arriverà subito- si affrettò Mira prendendo uno dei grembiuli rossi e gialli appesi e legandoselo alla vita esaminò i vari ordini del bar. Sorprendemente, c'erano ben venti ordinazioni in sospeso. Povera Kinana, era impossibile riuscire a fare due turni da sola. -Me ne occuperò io stessa.-

E come aveva promesso, meno di mezz'ora dopo, era tornato tutto tranquillo alla locanda che si era anche un po' sgombrata. -Grazie mille, Mira-san- ringraziò la viola sedendosi, su una sedia posta davanti al bancone del bar, mentre aspettava che i piatti fossero pronti. -Hai salvato la situazione, come sempre- sospirò, stremata.

-Ara ara, ho fatto solo il mio lavoro- dichiarò preparando un cocktail.

-Hai visto chi c'é? É il tipo del Gin Lemon- mormorò Kinana lanciando uno sguardo a un ragazzo seduto a un tavolo alla loro sinistra vicino alla finestra.

Mira lo guardò, sorpresa di non averlo notato prima. Il biondino, anche soprannominato "il ragazzo del Gin Lemon" per via che ordinava sempre quel cocktail, frequentava quel locale fin da quando Mira aveva appena 16 anni e puliva i piatti per mettere dei soldi da parte. Allora il giovane passava ore e ore a quel tavolo, studiando chissà che e sorseggiando sempre la sopra citata bevanda.

Anche se erano passati cinque anni, quello stesso ragazzo stava sempre lì a bere un bicchiere di Gin Lemon e sfogliare un libro di scuola mentre teneva le cuffie nelle orecchie.

Mira più volte aveva pensato di chiedergli qualcosa, tipo il nome, ma aveva lasciato stare. Non era educato farsi gli affari degli altri, oltre che non professionale. -É davvero curioso che passi tanto tempo qui...- mormorò incuriosita la viola.

-Kinana, le ordinazioni sono pronte!- la chiamò l'assistente cuoco: Wakaba.

Lei si affrettò ad andarle a prendere terminando così la conversazione. Mira, rimasta sola, si mise ad analizzare meglio il ragazzo del Gin Lemon, sorprendendosi di un dettaglio che prima le era passato inosservato: quella volta non aveva con sé alcun libro e le cuffie piuttosto grandi, con delle grosse borchie ai lati, erano poste intorno al suo collo.

Che stesse aspettando qualcuno?

Che avesse un appuntamento?

In tutti quegli anni non aveva visto nessuna ragazza con lui, non che intendesse veramente incontrare, almeno. Perché alcune tipe, all'interno della locanda, avevano provato ad attaccare bottone, ma erano state tutte respinte in modo glaciale.

-Ehi tu, vorrei ordinare- le disse una ragazza sulla ventina aggiustandosi gli occhiali dalla montatura argentata.

Mira fu così destata dai suoi pensieri e si affrettò a prestare attenzione alla cliente. -Certo, dica pure- sorrise cordiale.

-Una bottiglia di vino rosso lì- indicò con un cenno della testa il tavolo vicino alla finestra alla loro sinistra.

-Quel tavolo...?- domandò l'albina, sorpresa. Era quella donna che il biondo stava aspettando?

Era veramente bella. Seppur portasse gli occhiali, non sembrava un'intellettuale, ma una modella di qualche rivista visto il suo fisico prosperoso nei punti giusti e messo ancora più in mostra dal suo vestitino verde senza spalle visibilmente costoso. -Certo, signora- annuì Mira ricomponendosi.

-Signora?- innarcò un sopracciglio, la castana. -Ho vent'anni e non sono sposata- precisò. -Chiamami signorina.-

-Hm... scusi per l'errore, signorina- mormorò l'albina avviandosi a prendere la bottiglia di vino rosso e in seguito due bicchieri di vetro.

Quando andò per portare il vino, la castana era seduta davanti al biondo e stavano parlando. O almeno, lei parlava, lui non spiccava mezza parola. -Ecco qui- disse versando prima alla donna e poi fece per versarlo anche a lui, ma fu fermata dal biondo.

-A me porti un Gin Lemon- le disse serio.

-Oh Laxus- sbuffò la castana. -Sempre lo stesso cocktail da quando avevi 18 anni, non ti sei ancora stufato?- abottò traccannando subito tutto il suo bicchiere di vino.

Mira si voltò e si avviò verso il bancone per preparare un Gin Lemon. Sorrise soddisfatta. -Laxus, eh?- mormorò fra sé e sé. Dopo cinque anni finalmente sapeva come si chiamava.

-Il ragazzo del Gin Lemon... é in compagnia?- parve sorpresa Kinana una volta fermatasi un momento.

-Sì, é oltre mezzora che parlano- raccontò Mira. -Ah...- alzò lo sguardo dal Mojito che stava preparando, quando decise di tacere. Voleva dirle che quel ragazzo aveva un nome ed era Laxus, ma tacque. Era il suo piccolo segreto.

***

-Hai una ragazza?- mormorò Lisanna stupita, mentre Mira strabuzzò gli occhi, sorpresa anche lei.

Erano passate due settimane e la normale routine di Mira procedeva come di consueto. Laxus era stato altre quattro volte alla locanda, da solo, ordinando sempre la stessa bevanda. Non aveva appreso nulla di nuovo su di lui.

In quel momento il secondo Strauss aveva appena annunciato alle sorelle che stava frequentando una modella che aveva incontrato una volta quando era andato a prendere la sorella maggiore, che per l'appunto ogni tanto si occupava di fare foto per qualche rivista, perché era buio e non era adatto che tornasse così tardi da sola, a piedi per giunta.

-Hai fatto colpo su una modella, Elf-nii-chan!- esclamò impressionata la minore.

-Congratulazioni, fratellino- disse sorridendo Mira, pacata come sempre, non nascondendo però una certa scintilla demoniaca che gridava: -chi diavolo ha osato mettere le mani sul mio fratellino? Se lo farà soffrire la torturerò fino a farla morire!-

-Ce la presenterai?- domandò Lisanna.

-Oh, beh- Elfman si passò una mano tra i capelli bianchi, imbarazzato e preso in contropiede. -Glielo chiederò-

La conversazione andò avanti fino a che non finì su Lisanna e sulla notiziona che aveva sorpreso tutti appena qualche settimana prima. -Ho deciso di affittare un appartamento da sola, avere delle coinquiline é scomodo. Ho provato a trovarne qualcuna, ma nulla- spiegò.

Mira rimase zitta per una manciata di secondi. Vivere da sola significava che avrebbe dovuto pagare il prezzo pieno dell'affitto e lì gli appartamenti erano piuttosto cari. Fra le spese per il mantenimento e tutto il resto tutto quello che Lisanna sarebbe riuscita a mettere da parte prima del college lo avrebbe finito nel primo mese e mezzo, come minimo. -Forse mi troverò un lavoro lì, così che non mi dobbiate pagare tutto- raccontò la minore conscia che i propri risparmi sarebbero finiti subito.

-Non preoccuparti. Non spendo molto, posso mandarti i soldi io. Con i vari ingaggi da modella e il mio lavoro alla locanda, oltre le volte che mi occupo di fare da babysitter, posso farcela senza problemi a pagarti tutto- le assicurò. -Vai lì per studiare e ti devi concentrare a farlo- dal suo tono si poteva interpretare che era praticamente un dolce ordine.

La minore degli Strauss fece un urletto di gioia prima di buttarsi addosso la sorella per stringerla in un caloroso abbraccio. -Grazie Mira! Grazie di tutto-

-Anch'io posso mandarti qualche soldo con il lavoro alla cava. Non molto, vero, ma pur sempre qualcosa- le disse Elfman ricevendo anche lui abbraccio dalla sorellina. -É da vero uomo aiutare la propria sorellina!- urlò inseguito alzando un pugno, suscitando un sorriso su entrambi i volti delle sorelle.

Mira dovette sospirare. Erano già sfiancanti i ritrimi a lavoro, ma dopo quella notizia, avrebbe dovuto chiedere più turni alla locanda e anche qualche ingaggio come modella, peccato che quest'ultimi non fossero tanto facili da trovare.

Era così stanca... ma per sua sua sorella avrebbe lavorato anche il doppio, se fosse servito a renderla felice.

***

I diversi nuovi turni cominciarono a stremarla. Per di più, Kinana si ammalò e la barista che avrebbe dovuto sostituirla, Cana Alberona, si era presa una settimana di vacanze per andare a una fiera di vini col fidanzato.

Era praticamente sola a fare sia il turno di cameriera, sia quello da barista e la locanda era strapiena. Avrebbe voluto chiamare la sorellina per chiederla una mano, ma quel giorno aveva un appuntamento e le aveva detto, qualche giorno prima, che forse si sarebbe dichiarata presto. Di certo non poteva interrompere una sua possibile dichiarazione... l'avrebbe odiata per sempre.

-Signorina, la mia bevanda quando arriva?!-

-E la mia omelette?!-

I clienti, non curandosi del fatto che l'albina fosse sola e stanca, si lamentavano, facendole venire un gran mal di testa. -Arrivo sub...!- rischiò di rompere i quattro pitti che stava portando, ma qualcuno glieli prese a volo. Si rimise in equilibrio guardando dove fossero finite le portate dei clienti.

Laxus era di fronte a lei e teneva tutto tra le mani e le braccia come se fosse abituato. -Credo che tu abbia bisogno di una mano o finirai col far scappare tutti i clienti- le disse duro avviandosi fra i tavoli e chiedendo di chi erano quelle ordinazioni.

"Cos'è appena successo?" si chiese sconvolta. Laxus la stava aiutando? Perché?

Decise di non pensarci molto e si occupò delle altre ordinazioni. -Me la cavo al bar, tu pensa ai piatti- disse andando dietro al bancone.

Mira avrebbe voluto ribattere, ma appena vide che sapeva muoversi e come preparare i cocktail, lo lasciò fare. Era cosciente di non potercela fare da sola.

-Grazie- gli disse a fine serata quando ormai il locale era quasi sgombro. Si sedette su una sedia vicino al bancone. -Sei bravo. Dove hai imparato?-

-Lui si infilò la giacca. Non ha importanza- sbottò. -Ora vado.-

Mira non ne voleva saperne di lasciarlo già andare via. Non dopo quello che aveva fatto per lei. In qualche modo, il lavorare fianco a fianco le era sembrato familiare. -Dopo che mi hai aiutato così tanto, almeno fatti preparare un Gin Lemon. Chiudo la locanda e te ne preparo quanti bicchieri vuoi- disse con un sorrisetto che si ben differenziava da quello che la faceva sembrare un angelo.

In quel momento era più simile a un demone tentatore.

Lui si rimise seduto al bancone, vicino lei. Aveva accettato.

Dopo appena dieci minuti Mira aveva finito di sistemare e aveva chiuso la locanda. Le girava un po' la testa, ma non si poteva lasciar sfuggire quella possibilità.
Lisanna era come sempre da qualche compagna di classe, mentre suo fratello era dalla fidanzata. Ne approffitò per passare una serata diversamente con Laxus, nulla di strano, solo loro due, dei buoni cocktail e tante chiacchiere. -Come mai ti piace tanto il Gin Lemon?- domandò porgendogli un bicchiere della suddetta bevanda.

Lui fece spallucce. -É semplicemente buona.- La conversazione sembrava essere stata troncata sul nascere, ma, stranamente, fu lui a farle una domanda. -Come mai a te piace l'Angel face?-

Lei sorseggiò il cocktail che aveva appena finito di preparare: un Angel Face. Ci pensò un attimo. -Mi pare che sia stato primo cocktail che imparai a fare- rispose, incerta.

Il biondo non aggiunse altro. Era davvero un tipo sulle sue...

-La tua ragazza non sarà gelosa se bevi un drink con una sconosciuta?- chiese ripensando alla tipa che aveva visto con lui. Sembrava una persona abbastanza gelosa, ma che odiava ammetterlo.

Lui inarcò un sopracciglio. -Non ho una ragazza- rispose solamente.

Quella conversazione era davvero noiosa... -La ragazza del vino rosso non lo é?- continuò, imperterrita. -Vieni spesso qui e lei é l'unica che ti ha mai fatto compagnia- dire ciò che pensava era normalissimo per lei e di certo non si faceva tanti problemi a farlo.

-Andavamo allo stesso liceo e siamo rimasti in contatto- sorseggiò il suo Gin Lemon. -Gelosa, per caso?- domandò con una punta di malizia nella voce.

Mira spalancò gli occhi. Si stava prendendo gioco di lei. E perché no, lo avrebbe fatto pure lei. -E se fosse?- domandò provando ad avere un tono scaltro, ma le uscì simile a quello di una bambinetta durante la sua prima recita. Oh, le doleva tanto la testa.

Un cipiglio di confusione si creò sul volto del biondo. Notando, per la prima volta, il rossore sulle guance della ragazza e il suo strano sguardo, intuì qualcosa. Si alzò e le posò una mano sulla fronte. -Scotti- concluse.

-Non é nulla di che- provò a dire Mira, cercando di alzarsi, nel momento in lui aveva provato a dirle altro ma non lo aveva sentito, la sua vista si rabbuiò e i suoi sensi vennero a mancare. L'ultima cosa che sentì fu qualcosa di caldo che la stringeva a sé.

***

La Strauss cominciò a ricordare qualcosa che sembrava seppellito da tempo nella sua memoria: il giorno in cui era stata Fairy Tail per la prima volta.

Aveva appena 16 anni e, in cerca di un lavoro, aveva trovato un impiego come lavapiatti e cameriera per una piccola locanda al centro di Magnolia. Paga buona, vicino casa e poteva contrattare sull'orario in modo che non le capitassero turni quando era a scuola. Intendeva finire almeno il liceo.

La locanda era modesta e completamente in legno. Aveva un non so che di caloroso e che ti faceva sentire a proprio agio. Si avviò verso il bancone, a cui stava un ragazzo poco più grande di lei. Era biondo con un fisico magro ed era piuttosto alto, sopra la media. -Scusi, vorrei parlare col proprietario- iniziò, cortese, facendo alzare il suo sguardo dal caffè che stava preparando.

-Sei qui per il lavoro come cameriera- intuì il giovane squadrandola.

Lei annuì, sempre con un sorriso affabile. -Sì-

Ci fu un momento di silenzio, in cui credette che la stesse ignorando, quando improvvisamente la guardò di nuovo, con un certo sorrisetto di sfida. -Lo sai preparare un Angel Face?- le chiese.

Lei piegò leggermente la testa di lato. -No, perché?- chiese perplessa. -Non potrei neanche-aggiunse. Dai diciotto in poi, nel regno di Fiore, si potevano bere e servire alcolici.

-Mi pare il cocktail adatto a te. La sera é noiosa e non ho molto da fare. Vuoi provare a fare un Angel Face?- le propose.

L'albina rimase un momento interdetta da quella proposta, poi decise di accettare. A quei tempi non era esattamente la stessa, al contrario della faccia d'angelo che aveva il suo carattere era più simile a quello di un diavoletto. Anche se, a sedici anni, stava già cominciando a mettere la testa apposto.

Si mise dietro di lei e guidò ogni sua mossa con maestria. Dal momento in cui versò i vari ingredienti nel shaker fino a quando non mise il cocktail, ormai pronto, nella coppetta da cocktail. -É stato divertente- disse sinceramente sorseggiando appena un goccio di quello che aveva preparato. Più di quello, il biondo glielo vietò di bere. -Buono- commentò, realmente sorpresa. Era la prima volta che beveva qualcosa di alcolico.

-Hm... già, non male- fece un cenno affermativo con la testa.

-Non ti piace?- domandò Mira, inarcando un sopracciglio. Perché avevano preparato proprio quel drink se non era uno dei suoi preferiti?

Ogni tanto la cameriera lanciava loro delle occhiate, ma non disse nulla. Nessuno li stava infastidendo per aver qualche alcolico e Mira ne rimase contenta. Stando sempre dietro ai fratelli era raro che si divertisse per conti suoi.

-Non particolarmente- rispose l'altro, leggermente annoiato. -Non ho trovato ancora nessun cocktail che mi piaccia molto- aggiunse.

-E se provassi a fare un altro drink?- domandò, lasciandosi prendere dalla situazione, felice di sperimentare qualcos'altro di nuovo. In fondo avevano letto la ricetta dal ricettario con i vari ingredienti e tutto il resto, poteva seguire delle istruzioni.

Il diciottenne aggrottò la fronte. -Vediamo che sai fare- disse davvero divertito. Non c'entrava nulla con la sua assunzione lì, ma poteva approffitarne per fare qualcosa di diverso, ragionò la Strauss.

Esaminò alcune ricette fin quando il sul suo guardo cadde su un drink in particolare: Gin Lemon. In verità non sapeva che sapore avrebbe avuto, ma scelse quella fra tante per il "Lemon" che la faceva pensare al ragazzo davanti a lei. Miscelò la lemonsoda, il gin e il ghiaccio e poi mise tutto nella coppetta da cocktail, decorandola con del limone. -Com'è?- domandò quando gliela servì.

Analizzò ogni suo momento: dalla occhiata non molto fiduciosa che le mandò prima di bere, fino al leggero sussulto ebbe dopo appena un sorso. -Non male- commentò, con un leggero sorriso soddisfatto in volto.

-Evviva- squittì l'albina, felice.

Se ne era dimenticata, ma per mesi pensò a quel ragazzo che non aveva più rivisto. Doveva ammettere che l'aveva così colpita che aveva perfino temuto di aver preso una cotta per lui.

Quando era stata assunta, aveva chiesto di quel biondo e la risposta era stata: -Quello era Laxus, il nipote del proprietario. Ha deciso di iniziare l'Università per poi prendere il posto nel nonno. A quanto pare Makarov vuole che il nipote si faccia prima una istruzione completa per poi dargli Fairy Tail.-

Come aveva potuto dimenticarsi di lui?

Era tornato dopo appena qualche mese dopo la sua assunzione ma non lo aveva mai riconosciuto per via del taglio di capelli diverso e il fisico molto più sviluppato.

Aprì gli occhi di scattò notando con sorpresa che era in camera sua e nel suo letto. Laxus era al suo fianco e dormiva. Si scostò un panno umido dalla testa e si sedette. Guardò la bacinella piena d'acqua sul comodino vicino a lei.

Aveva avuto la febbre e lui l'aveva accudita per tutta la notte.

Nessuno si era mai preso cura di lei. E poi, si sentì un po' in colpa per non averlo riconosciuto. Era diventato così muscolo... Di certo non sembrava lo stesso ragazzino ossuto di cinque anni prima.

Gli toccò un braccio quasi a voler testare se fosse reale o meno, svegliandolo. -Mira...- mugugnò aprendo gli occhi di una tonalità di castano così particolare da far sembrare che fossero gialli.

Lo guardò sorridendo, rendendosi conto di qualcosa che aveva accantonato da tempo e che inconsciamente aveva sempre saputo. -Scusa se ti ho riconosciuto solo ora- sussurrò, prima di baciarlo di slancio, non dandogli neanche il tempo di capire.

Ma lei aveva capito.

A sedici anni si era presa una cotta per quel diciottenne di cui non sapeva neppure il nome.

A ventuno si era resa conto di averlo sempre amato in segreto, da lontano.

Vero, non sapeva nulla su di lui, ma restava sempre il "ragazzo del Gin Lemon": il suo primo amore e magari anche l'ultimo.
   
 
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