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Autore: beat    30/04/2009    5 recensioni
E dire che lui cercava sempre di risolvere le situazioni senza causare troppi danni! Dannazione, non era certo colpa sua se la gente non voleva mai collaborare e non aveva il minimo rispetto delle cose altrui!
E, ciliegina sulla torta, ogni volta che succedeva qualche cosa del genere, immancabilmente, spuntava qualche maledetto poliziotto che lo portava dritto dritto alla sede della Shinsengumi.

[GintokiXHijikata]
{Dedicata a Gintokina}
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gintoki Sakata, Toushiro Hijikata
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopo di lucro.

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Capitolo II


Il mattino dopo, Hijikata venne svegliato da una voce famigliare.
Ci mise qualche secondo per rendersi conto di chi era lui. Quando finalmente ebbe completamente ripreso conoscenza, si rese conto che la voce che aveva sentito era quella di Sogo.

“Buongiorno Hijikata!” ripeté il ragazzo, per almeno la quarta volta.

“Sogo? Che succede?”

“È mattina Hijikata!” lo informò, solerte, Okita.

“Oh, cavolo! Sono in ritardo per la riunione!”

“Oh, non ti preoccupare, Hijikata. Non devi più partecipare!”

“Come? L'hanno annullata?” chiese, leggermente confuso.

“No, Hijikata. Un Vicecomandante che passa la notte in cella, e si comporta in tal maniera non è più degno di essere Vicecomandante. Quindi, ti sostituisco io!” esclamò l'altro con un sorriso a trentadue denti.

“Cosa?! Ma che scempiaggini stai dicendo, Sogo?!”

“Buona giornata, Hijikata! Spero che tu possa passare una giornata bella come la scorsa notte. Di sicuro ieri sera ti devi essere
molto divertito!” disse Okita, ridendo sadicamente, per poi allontanarsi.

“Cosa?! Sogo! Torna immediatamente qui!” ma ormai il ragazzo era troppo lontano.

Hijikata non aveva capito a che cosa si era riferito Sogo con l'ultima frase: era ancora parecchio confuso.
Cercò di rimettersi seduto – in tutta quella discussione, era rimasto sdraiato, perché la testa gli doleva parecchio e non voleva rischiare di collassare a terra – e solo in quel momento si accorse che il peso che sentiva che lo stava opprimendo non era solo un peso figurato causato dalla sbronza. No, era anche un peso fisico.
Con sua somma sorpresa, si era infatti reso conto che era disteso sotto Sakata.
Un'esclamazione sorpresa gli sfuggì dalle labbra.
A quel rumore, anche l'altro occupante della cella diede segni di ripresa di coscienza.
Facendo sfoggio di una potenza che non era sicuro di avere in quelle condizioni, Hijikata afferrò per le spalle Gintoki e se lo scrollò di dosso.
Con gesti nervosi, si rimise seduto, il fiato corto e uno sguardo omicida negli occhi.
Gintoki non sembrava ancora in grado di aver capito bene di essere sveglio, per cui Hijikata attese prima di cominciare a tartassarlo di domande.
E intanto lui ne approfittava per cercare di schiarirsi le idee e ricordare quello che era successo la sera prima.

Ricordava Yamazaki e il suo penoso tentativo di danza del ventre; ricordava di averlo riportato in camera, e di essere passato dalle celle. Poi gli tornò in mente la bottiglia di sakè che si erano scolati insieme.
E infine, con suo somma sorpresa, si ricordò anche di quello che era successo dopo.
Con un gesto istintivo, si portò una mano sulle labbra.
Oddio...che aveva fatto?!
Aveva...baciato Gintoki. Aveva baciato Gintoki Sakata!
E non poteva nemmeno dare la colpa all'altro. Purtroppo ricordava chiaramente di essere stato lui quello che aveva preso l'iniziativa.
Lui stesso!
Cercò velocemente lo sguardo di Gintoki.
Il ragazzo pareva tranquillo.

“Tu...tu...”

“Ti ricordi anche tu questa volta?”

Hijikata deglutì, anche se a vuoto.

“Come sarebbe a dire -questa volta-?!”

Gintoki si passò una mano tra i capelli, sorridendo.

“Dopo la festa per la fioritura dei ciliegi ti eri dimenticato tutto!”

Hijikata sbiancò.
Ricordava la festa, e ricordava anche che lui e Gintoki si erano ubriacati.
Solo che non ricordava altro. Si era svegliato la mattina dopo, sdraiato in cima ad un distributore di bibite, con Gintoki con la testa infilata nel distributore stesso.

“Ma...ma...” Hijikata non sembrava in grado di articolare una sola parola.

“Tranquillo” lo rincuorò Gin “Non è successo molto. Come vedi, anche questa volta siamo entrambi vestiti!”

Hijikata spostò freneticamente con lo sguardo il proprio abbigliamento. In effetti aveva indosso ancora tutti i suoi indumenti. Anche se, a onor del vero, il kimono era allentato, e anche la veste di Sakata non era totalmente allacciata.
Hijikata fece un respiro profondo. Doveva riprendere il controllo.
E soprattutto doveva sapere.

“Che...diavolo...è...successo?”

“Siamo crollati entrambi prima di fare qualunque cosa...a parte baciarci...”

Hijikata rabbrividì a quella parola.

“E...l'altra volta?”

“Più o meno la stessa cosa...”

“E tu...ti ricordi anche della scorsa volta...?!”

Gintoki annuì, scrollando poi le spalle.

“E perché non me lo hai detto?!?!” esplose alla fine Hijikata.

“Perché non mi hai dato l'impressione di volerlo sapere...” ammise Gin, un'ombra di tristezza che gli passò per un attimo sul volto.

Hijikata sgranò ancora di più gli occhi.
Era confuso.
Era dannatamente confuso.
Si prese la testa tra le mani, e cercò di rimettere ordine tra i suoi pensieri.
Aveva baciato Gintoki Sakata.
Anzi, lo aveva fatto in ben due diverse occasioni.
Non era possibile! Era ubriaco!
Hijikata cercò di convincersene, ma in fondo alla sua testa c'era una vocina che gli stava ricordando che la sera precedente era ancora lucido quando aveva baciato Gintoki.
E, dannazione, era stato proprio lui a cominciare!
E come se non bastasse, ricordava anche in maniera più che nitida quello che aveva provato, non solo quando lo aveva baciato, ma anche quando lo aveva solo guardato. Aveva sentito una specie di scossa che gli aveva attraversato tutto il corpo. In certe zone più che in altre, oltretutto.
Hijikata rabbrividì di nuovo.
Che gli stava succedendo?

“Ehi” lo richiamò Gintoki “Non risolverai nulla a stare lì a rimuginarci su.”

“...”

“Tanto quello che è stato è stato. Inutile piangerci sopra!”

“Mi sembra che tu non ci pianga affatto, invece!”

Hijikata vide che Gintoki gli stava rivolgendo un sorriso furbetto.

“Mai detto di volerlo fare!”

Hijikata perse un paio di battiti.
Era ancora stordito dai fumi dell'alcool, o aveva capito bene il sottinteso?
Gintoki...lui....!

“Pensi davvero che io sia così idiota da farmi portare alla Shinsengumi tutte queste volte, quando in tutti questi anni non mi sono mai fatto beccare?!”

Hijikata boccheggiò.
Aveva capito bene allora.
Aveva capito più che bene!

“Stai...stai dicendo sul serio...?”

Gintoki gli sorrise di nuovo.
Hijikata sentì il cuore che aveva accelerato di nuovo.
Ed era quasi certo che gli fosse schizzato il gola quando aveva visto Gintoki avvicinarsi a lui. Erano vicini. Troppo vicini. Le ginocchia praticamente si sfioravano.

“Mi spiace solo che mi debba accontentare di quando sei ubriaco..!”

Si, decisamente quel giorno Gintoki voleva farlo morire per tachicardia.
Solo che non aveva potuto non notare l'ennesima ombra triste passare sul volto del ragazzo.
Proprio un bel volto.
Hijikata si morse l'interno di una guancia.
Ci mancavano solo i pensieri in libertà adesso! Cercò di scacciare dalla mente tutto ciò di inopportuno che gli galleggiava in testa.
Solo che c'erano davvero troppo elementi quantomeno strani.
Hijikata chiuse un attimo gli occhi. Fece un respiro profondo e poi puntò il proprio sguardo sul ragazzo di fronte a lui.

“Tu” disse, indicandolo severamente “Non ti muovere!”

Gin annuì serio, anche se gli passò un lampo divertito negli occhi.
Hijikata prese un respiro profondo e velocemente si sporse verso Gintoki.
Come promesso, Gin non si mosse. Lasciò che Hijikata gli baciasse le labbra senza reagire.
Toshi indugiò per un attimo, un lungo, lunghissimo attimo.
E non appena si fu ritirato, non poté non passarsi la lingua sulle labbra.
Sapevano di sakè, come era ovvio, ma percepì anche un vago sentore di fragola.
Invitante. Anche troppo. Decisamente troppo!

Hijikata mandò al diavolo il suo maledetto orgoglio e si sporse di nuovo verso le labbra di Gintoki, intrappolandogliele tra le sue, questa volta con maggior enfasi. Si appoggiò con mani alle ginocchia dell'altro ragazzo e questi, per non sbilanciarsi troppo, passò le braccia attorno la vita di Toshi.
Come sempre tra di loro, fu una gara per la supremazia. Anche in quella situazione.
Dopo qualche minuto, ai due fu necessario riprendere fiato, e lentamente Hijikata si scostò, ripristinando una sorta di distanza di sicurezza.
Gintoki, invece, stava sorridendo sfacciatamente.

“Che hai da ridere, bastardo?” lo canzonò, senza cattiveria, Hijikata.

“Niente. Allora? Che mi dici?” domandò, come per schernirle l'altro.

Hijikata rispose al ghigno divertito.

“Che baci da schifo, Sakata!”

Gin scoppiò a ridere.

“Tu non sei certo meglio, non credere!”

I due non dissero più nulla.
Solo dopo un po', Hijikata domandò un'altra cosa a Gintoki.

“Ehi, hai intenzione di continuare a farti arrestare?”

Gintoki sorrise sornione.

“Perché no?”

“Allora mi sa che ti metterò in cella più spesso, d'ora in avanti!”

“Oh, in questo caso allora è meglio preparare un cella matrimoniale!”

Hijikata sbiancò.
E vide che anche Gintoki era diventato più pallido di un gesso.
Lentamente, si voltò verso l'esterno della cella.

“Sogo...da quando sei lì...?” domandò, una nota di terrore nella voce del Vicecomandante.

“Abbastanza, Hijikata. Anzi, a dire il vero prima avevo solo fatto finta di andarmene!” ripose lui, come sempre con il suo finto candido sorriso stampato in faccia.

Hijikata non ci vide più.
Con un balzo prodigioso era saltato in piedi, premendosi contro le sbarre, allungando un braccio per tentare di acchiappare Okita.
E ci sarebbe anche riuscito, se il ragazzino non avesse previsto la mossa e non si fosse scansato in tempo.

“Io ti ammazzo! Ti faccio a fette! Sogo, vieni immediatamente qui e lasciati ammazzare!”

“Mi spiace Hijikata! Oggi sono molto impegnato!”

“Ti ammazzo!!”

“Oh, ma guarda! È proprio il momento di dare a tutti la sveglia. Penso che lo farò con l'altoparlante!”

“Non osare! Dannato piccolo sadico bastardo, non osare!”

“Ci vediamo dopo Hijikata!” e si allontanò ridacchiando.

“Sogo! Ti ammazzo! Sogoooo!!!”

Gin non osò riferire a Hijikata che, qualunque cosa avesse fatto, non avrebbe risolto nulla.
Si limitò a posargli una mano sulla spalla, tirandoselo un po' più vicino.
Hijikata era ancora furioso, ma il tocco della mano di Gintoki sembrò quasi calmarlo.

“Lo devo ammazzare! La mia reputazione sarà rovinata!”

“Oh, la mia è rovinata da sempre. E, fidati, non si sta poi così tanto male!” e gli sorrise, speranzoso quantomeno di farlo sbollire.

Toshi fece un respiro profondo.
Ma sembrava più calmo.

“Se mi aiuti a farlo fuori, cercherò di ignorare il fatto che tutto...questo è una completa assurdità..!”

Gintoki lo strinse ancor di più a sé, sorridendo.
Che inizio problematico!




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Angolo dell'Autrice:

E con questo concludo la storia! ^^
Eheh!
Povero Hijikata...gli verrà un esaurimento nervoso per tutta questa storia! XD

Ringrazio tantissimo Gintokina e Lusty, che hanno commentato lo scorso capitolo!
Grazie davvero, sono felice che vi sia piaciuta la mia storia! ^__^



Per favore, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat



   
 
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