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Autore: fefi97    30/08/2016    4 recensioni
"Disgusto non l'aveva mai spuntata contro John Watson e questo era a dir poco irritante. "
Dove anche Sherlock prova emozioni e la sua emozione preferita è Disgusto.
Almeno finché non c'è di mezzo John Watson, ovviamente.
[Johnlock/ Inside Out world ]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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INSIDE SHERLOCK

 

 

 

 

 

 

Un'altra giornata al quartier generale.

Un'altra giornata che si prevedeva incredibilmente e inevitabilmente noiosa.

Disgusto ne era sicuro, mentre osservava Sherlock aggirarsi con aria indolente in cucina.

In fondo, non poteva biasimarlo.

Insomma, nessuno era intelligente come loro, erano circondati da idioti, dopotutto. Era ovvio che le loro giornate passassero nella noia più totale.

Disgusto era sicuramente l'emozione che più si dava da fare al quartiere generale. Non come quella lavativa di Gioia, che se ne stava sempre ad oziare e si svegliava solo quando avevano un bel serial killer tra le mani, finalmente.

E poi ovviamente quando c'era quell'altro, ma questo era un altro discorso.

Per non parlare di Paura, lui non si vedeva quasi mai al quartiere generale.

-Ehi! - tuonò Rabbia dietro di lui, facendolo sobbalzare – I nostri occhi umani! Erano nel frigo fino a ieri! Chi diavolo li ha spostati?! -

Disgusto sospirò, osservando attraverso lo schermo Sherlock corrucciarsi mentre ispezionava con aria critica il frigo aperto.

-Deve essere stato John. E' sempre John. - osservò con aria rassegnata, scuotendo la testa.

-E il nostro esperimento? - intervenne Tristezza, avvicinandosi anche lei alla consolle – Ci tenevamo a quell'esperimento, era l'unica cosa che allontanasse un po' la noia! -

Disgusto la guardò con aria di sufficienza.

-Beh mi sembra ovvio che non sarà John a fermarci. Chiederemo altri occhi a Molly, semplice. - disse, nello stesso momento in cui Sherlock sbatteva forte l'anta del frigo, una luce risoluta negli occhi chiari.

-Ehi, il cellulare! Il cellulare ha squillato!- trillò Gioia, saltellando alle spalle di Disgusto, che sollevò gli occhi al cielo con una smorfia – Oh, è Lestrade con un bell'omicidio, ne sono sicura! -

-Basta che non sia di nuovo Mycroft.- fece Disgusto con una smorfia, osservando Sherlock aprire il messaggio.

Gli bastò vedere il sorriso sul volto di Sherlock per sentirsi soddisfatto.

-Oh si! Questo ha tutta l'aria di essere un caso da otto! - esclamò Gioia, speranzosa – Presto! Dobbiamo andare a dirlo a John! Dobbiamo andare subito a Scotland Yard. Dio solo sa se Anderson e Gavin non stanno facendo qualche casino inquinando la nostra scena del crimine. -

Disgusto guardò con disappunto Sherlock abbandonare la cucina di tutta fretta, la vestaglia azzurra che svolazzava intorno a lui, chiaramente diretto da John.

-Perché dovremmo rendere partecipi John della festa, quando lui non si è fatto problemi a buttare nella spazzatura il nostro esperimento? - polemizzò, risentito.

Sherlock si era fermato in mezzo al salotto, esitante.

-Giusto! - si associò Rabbia, incrociano le braccia al petto. Disgusto vide Sherlock fare lo stesso, imbronciato in volto, ma ancora incerto.

Gioia li guardò, incerta, poi riprese a sorridere.

-Oh, avremo tempo per architettare delle ritorsioni contro John. Non sarà difficile vendicarsi, la sua mente è così placida e scarsamente utilizzata... Ora dobbiamo assolutamente mettere le mani su questo caso pazzesco. Insomma, duplice omicidio a porte chiuse, non possiamo perdercelo. -

Disgusto sospirò, odiando ammettere che aveva ragione. Scrollò le spalle con un gesto elegante.

-E va bene. Ma lo umilieremo con una serie di riferimenti al suo scarso intelletto e alla sua altezza. - decretò, osservando soddisfatto il sorriso sghembo di Sherlock mentre si decideva ad andare a chiamare John.

-Oh adoro questi serial killer! - esclamò Gioia, improvvisando un'altra serie di saltelli – Riescono sempre a sorprenderti! -

 

 

 

 

Ogni persona aveva delle isole della personalità, che determinavano appunto quelle caratteristiche senza le quali per esempio Sherlock non sarebbe stato Sherlock.

L'isola preferita da lui e Disgusto era sicuramente quella del lavoro.

C'era poi l'isola degli esperimenti, anche quella molto apprezzata.

L'isola della famiglia era scarsamente utilizzata, ma ogni tanto erano pur costretti a vedere Mycroft e, okay, forse non era sempre così tremendo.

C'era l'isola della curiosità, quella del pericolo e ovviamente quella dell'intelligenza. C'era ancora l'isola del fumo, si erano liberati da tempo di quella della droga.

E poi, poi c'era l'isola che Disgusto disprezzava di più.

L'isola John.

Era un'isola di recente costruzione e, secondo il suo modesto parere, praticamente inutile.

Quello che lo infastidiva era che lui era l'emozione preferita di Sherlock in ogni circostanza, lo era sempre stata, ma quando si trattava di John, quando si trattava di lui, Sherlock lo rilegava in un angolo e Gioia diventava l'assoluta protagonista.

Disgusto non l'aveva mai spuntata contro John Watson e questo era a dir poco irritante.

Faceva di tutto per far notare a Sherlock l'evidente inferiorità di John Watson rispetto a loro, sotto ogni punto di vista, fisico e intellettuale, ma Gioia riusciva sempre a spuntarla, in qualche modo.

Per esempio, adesso stava facendo notare a Sherlock come John non sapesse dedurre nemmeno le cose più elementari, come il fatto che, chiaramente, le vittime venivano dall'Australia ed erano impegnati in una relazione adultera, ma Sherlock sembrava apprezzare solo il modo in cui John aveva risposto a Donovan, dopo che quella donna tremenda aveva provato a cacciarli dalla loro scena del crimine.

L'isola John era, come ogni santo giorno, in funzione.

 

 

 

Un'altra cosa che Disgusto rinfacciava apertamente a John era il fatto che le rare comparsate di Paura al quartiere generale fossero sempre colpa sua.

Sherlock non provava mai paura, se non paura per John Watson, ovviamente.

Stavano dando la caccia a un serial killer?

Paura era quello che faceva voltare Sherlock indietro per assicurarsi che John fosse ancora con lui.

Paura per John Watson era ciò che faceva sempre irrigidire Sherlock, quando sentiva il rumore di uno sparo.

E intanto l'isola John era sempre più luminosa.

Poi venne Moriarty, e con lui la caduta, la finta morte, l'addio a tutte le persone a cui Sherlock si era suo malgrado affezionato.

Due anni lontani da John Watson.

L'isola John si spense, ma non crollò.

In quei due anni Tristezza fu la protagonista assoluta, di Gioia neanche l'ombra.

 

 

 

Disgusto non la ebbe vinta neppure di fronte all'evidenza che John Watson era orribile, con quei baffi.

Gioia continuava a far sorridere silenziosamente Sherlock, di fronte alle immagini che Mycroft gli mostrava.

-Non posso farmi vedere in giro con un anziano.- era solamente riuscito a far dire a Sherlock a proposito dei baffi, ma ecco che subito dopo lo sentiva chiedere a Mycroft dove sarebbe stato John quella sera.

Paura aveva cominciato a bazzicare dalle parti della consolle, e non era un buon segno.

Tristezza invece non si vedeva più.

L'isola John era tornata a splendere.

 

 

 

Paura e Rabbia presero inevitabilmente il posto di Disgusto, quando venne fuori che John, si lo stesso John che Sherlock per anni aveva continuato ostinatamente a mettere quasi al suo stesso livello, li aveva dimenticati e si stava per sposare con una certa Mary Morstan.

Eppure l'isola John continuò a stare lì, non del tutto spenta, ancora insopportabilmente salda.

La sconfitta di Disgusto era stata definitivamente sancita quando, pochissimi giorni prima del matrimonio, John, come l'essere ottuso e scarsamente intelligente che era, gli aveva urlato una sottospecie di rabbiosa dichiarazione d'amore, carente sotto molto punti di vista, in particolare dal punto di vista formale.

Eppure non era stato Disgusto a prendere il controllo della situazione, ma una curiosa combinazione di Gioia e Paura.

E quando Sherlock aveva lasciato docilmente, docilmente! Loro!, che quella sottospecie di ex dottore militare li baciasse nella cucina del loro caotico appartamento, Disgusto non ci aveva più visto dall'indignazione.

Che fine ne era stata della loro profonda avversione al contatto fisico?

Aveva provato con ogni mezzo a far rinsavire Sherlock, ma niente, lui dava retta solo a quell'inutile di Gioia.

E lì aveva capito che non poteva combattere contro John Watson, solo rassegnarsi ad aiutare Sherlock in quella relazione folle in cui si era impelagato.

Perché poteva accettare che Sherlock fosse innamorato di un uomo a suo parere perfettamente nella media, con nessun segno particolare, ma era sua compito sottolineare giorno per giorno a Sherlock le differenze rilevanti tra loro.

Con scarso successo, purtroppo.

 

 

 

 

§

 

 

 

John Watson era sicuramente un uomo più semplice rispetto a Sherlock Holmes.

John poteva sentire ininterrottamente gli ingranaggi del magnifico e spaventoso cervello di Sherlock girare, in un turbine di emozioni e pensieri contrastanti.

John era più facile da leggere.

Era disgustato quando trovava un pezzo di corpo umano nel loro frigo.

Arrabbiato quando Sherlock faceva di testa sua e rischiava di lasciarci la pelle in qualche caso improbabile.

Impaurito quando Sherlock si metteva effettivamente nei guai. Una volta che il Governo Inglese aveva risolto la situazione e l'Idiota non era più in pericolo tornava incazzato, ovviamente.

Triste quando doveva lavorare all'ambulatorio e non vedeva Sherlock per tutto il giorno.

Felice, quando facevano l'amore e allora poteva sentirlo sospirare sotto di sé, finalmente fermo, finalmente al sicuro tra le sue braccia.

Era felice quando lo baciava, lo accarezzava e poi lentamente entrava dentro di lui, dentro quel corpo irrequieto e iperattivo, che lo faceva dannare, ma senza il quale tutto sarebbe stato spaventosamente vuoto e senza senso.

Era felice perché quelli gli sembravano gli unici momenti in cui anche Sherlock gli sembrava facile da leggere.

Era felice, e non c'era altro.

 

 

 

 

John sorrideva quieto mentre osservava Sherlock dormire coricato su un fianco, le sue braccia a circondarlo.

Decisamente, era felice anche quando Sherlock dormiva e stava zitto, una volta tanto.

-Lo sai che ogni volta che resti a fissarmi mentre credi che io stia dormendo, in realtà sono sveglio, vero John? - biascicò Sherlock, senza nemmeno degnarsi di aprire gli occhi e adoperando un tono annoiato e indolente.

John non poteva fare a meno di ridere, contro quei ricci neri.

-Amo la tua mente. - bisbigliava allora, baciandogli la fronte, perché era vero, adorava quella mente geniale e atipica, anche se la maggior parte del tempo lo faceva diventare pazzo.

Sherlock a quel punto sorrideva, ancora ad occhi chiusi.

-Sai John, vorrei poterti dire che la mia mente ricambia, ma temo sarebbe una bugia. Temo dovrai accontentarti del mio amore. - mormorò indolente, lasciando un pigro bacio sulla clavicola nuda di John.

John lo guardò, perplesso e disorientato.

-E questo che vorrebbe dire? -

Ma Sherlock si era già apparentemente riaddormentato, un sorrisetto enigmatico sul volto.

 

 

 

 

 

 

ANGOLINO

 

 

Ieri sera su sky hanno dato Inside Out e quindi è stato inevitabile partorire questa pazzia ^^

Quando mi è venuta questa idea di far parlare le emozioni di Sherlock, sono andata a controllare se ci fosse già una storia simile nel fandom, trovandone una ispirata sempre a Inside Out. Non l'ho letta proprio per non farmi influenzare, avendo già una mia idea in testa, quindi ci tengo a precisare che anche se l'idea di fondo è simile non ho affatto copiato la storia.

Detto questo, questa sciocchezza è solo un esperimento, sono nuova nel fandom, ma amo Sherlock e spero di non aver scritto una schifezza, ma ditemi voi ^^

Un bacione,

Fede <3

  
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