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Autore: Generale Capo di Urano    31/08/2016    2 recensioni
[SpAus]
Di Spagna che vuole farsi insegnare il valzer, e Austria che è poco paziente.
Roderich afferrò la sua mano sinistra e fece in modo che lui gli cingesse la vita con il braccio destro, sollevando a sua volta il sinistro per poggiare una mano sulla sua spalla. Non piegò mai minimamente la schiena, stupendo l’iberico che non si capacitava del fatto che il vecchio compagno prendesse tanto seriamente una cosa simile.
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Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tanzen || Bailando


«Raddrizza quella maledetta schiena una volta per tutte!»
Antonio, d’istinto, si rizzò e rimase rigido come un palo, i piedi uniti e gli occhi che non nascondevano un certo timore. La sua era stata decisamente una pessima, pessima idea.
«Era anche ora» sbuffò Austria, che da qualche minuto pareva ormai aver perso la pazienza. «Stai dritto, o sembrerai una sorta di scimmia che crede di star ballando. Tieni la testa eretta, quando danzi devi sempre guardare oltre la spalla destra della tua dama.»
«È assurdo che per un semplice ballo ci siano tante regole!» si lamentò lo spagnolo, mentre osservava Roderich che guidava i suoi arti nelle giuste posizioni, con sguardo e mano ferma.
«Sei stato tu a chiedermi di insegnarti a ballare il valzer o sbaglio?»
«Sì, ma…» Spagna non trovò alcun modo per ribattere. Era vero, era stato lui –in un folle gesto suicida– a chiedere all’ormai ex-marito di insegnargli quella danza che si stava diffondendo in tutta Europa. E non gli sarebbe neanche dispiaciuto, se solo l’austriaco non fosse stato tanto rigido!
Roderich afferrò la sua mano sinistra e fece in modo che lui gli cingesse la vita con il braccio destro, sollevando a sua volta il sinistro per poggiare una mano sulla sua spalla. Non piegò mai minimamente la schiena, stupendo l’iberico che non si capacitava del fatto che il vecchio compagno prendesse tanto seriamente una cosa simile.
«Non piegare il polso» gli ordinò, serio. «Tieni la mano in modo comodo…alcuni tengono le dita della dama tra il pollice e l’indice e serrando le dita sul lato, così. Non te lo ripeto un’altra volta, raddrizza quella schiena. Devi cercare di tenere la dama verso la tua destra– leva quella mano da lì.»
Antonio tornò a sollevare il braccio destro a cingere il fianco dell’austriaco, allontanandosi dalle fin troppo invitanti natiche del suddetto.
«Scusa, forza dell’abitudine.» Quello lo fulminò con uno sguardo che gli fece rizzare i capelli sulla nuca.
«Ora segui i miei passi, vieni avanti… Un-due-tre, un-» Un gemito misto a un sospiro esasperato uscì dalla bocca di Austria, quando il povero spagnolo gli pestò ben poco elegantemente il piede.
«Scusa.»
«Ricominciamo.» Il tono di Roderich era risoluto. Oh, forse ci teneva davvero che lui imparasse! Dopotutto era solo all’inizio, era normale fare errori!
 
Non era per nulla normale continuare a pestare i piedi alla propria “dama” dopo più di mezz’ora di prove. Alla fine, Austria era esploso.
«Com’è possibile che tu non riesca a fare un paio di passi di seguito senza inciampare sui tuoi stessi piedi?!»
Spagna si lasciò sfuggire un gemito abbattuto simil-cane bastonato, abbassando gli occhi, incapace di sostenere lo sguardo assassino dell’altro. «Non è colpa mia! Pensavo fosse più facile!»
L’austriaco parve fare di tutto per non urlargli contro. Fallì miseramente.
«Che sei un incapace lo sapevo già, ma dopo mezz’ora! Qualcosa mi dici che non ci stai neppure provando! Mi stai ascoltando?»
Antonio però cercava di sfuggire alle occhiate furiose del damerino, tenendo il capo girato dall’altra parte. In effetti era distratto da altri pensieri, ma meglio tacere prima di essere sommerso di rimproveri da parte del ben poco paziente vecchio coniuge.
«Si può sapere che diavolo ti frulla in quella capoccia?»
Che diavolo gli frullava nella testa? L’iberico non lo sapeva.
Forse era convinto che dopo solo un paio di passi avrebbe imparato e avrebbe potuto sfoggiare le sue abilità da ballerino nelle corti di tutta Europa. Oppure, sperava soltanto di riuscire a stringere per un’altra volta le mani dell’austriaco e mostrargli con quale velocità imparava e quanto sarebbe stato bravo come cavaliere, durante una danza elegante.
Certo era che i commenti seccati di Roderich non erano stati molto d’aiuto.
Fu a quel punto che sentì Austria sospirare, a metà tra l’abbattuto e il frustrato. «Vuoi continuare?»
Era quasi sul punto di abbattersi, ma si riscosse in fretta; non era tipo da arrendersi. Gli fece capire di voler proseguire, risoluto.
Roderich annuì. «Cerca di seguirmi.»
«Forse con un po’ di musica sarebbe più facile…»
L’austriaco alzò un sopracciglio con aria di sufficienza. «Se cerco di insegnarti a ballare non posso anche suonare, ti pare?»
«Non puoi…canticchiare?» Antonio ridacchiò nervosamente, mentre Austria sgranava gli occhi e lo fissava a metà tra il perplesso e lo scandalizzato.
«Stai scherzando, spero.»
«Oh, ti prego! Potrebbe funzionare, non lo dirò a nessuno.»
Gli occhioni verdi e supplicanti di Spagna furono troppo anche per l’inflessibile nobile austriaco. Prese un bel respiro, come per auto-convincersi di agire per il bene comune (o, perlomeno, per il bene dell’iberico e della propria salute mentale).
«Come vuoi, ma impegnati.»
Antonio annuì vigorosamente. Roderich si morse un labbro, prima di sospirare nuovamente e cominciare a canticchiare un lento a fior di labbra.
In qualche modo, tutto gli sembrò più facile; riuscì a capire come muovere i piedi, e in poco tempo si ritrovarono a volteggiare per la stanza vuota come se fossero a un vero ballo di corte. Era estasiato.
 
Il rumore di una porta che si spalancava di colpo li interruppe.
Un “hmm” stonato uscì dalla bocca del padrone di casa, mentre entrambi si giravano verso la porta.
Sull’uscio, Romano teneva una mano sulla maniglia e un’altra a tenere quella del fratellino accanto a lui. All’espressione disgustata del maggiore si contrapponeva il visino confuso del piccolo Veneziano, che teneva la testa inclinata da un lato e con la manina libera stringeva l’orlo della gonna ancora troppo lunga per lui.
«Non voglio sapere nulla.» Il giovane italiano richiuse sbattendo la porta.
«Romano...»
«Non voglio sapere nulla!»








Angolino delle robeH

E niente, che il mondo mi perdoni. Però dai SPAUS-- non sono bellissimi? Ovvio che lo sono. Questo fandom ha bisogno di più SpAus, lo dice una che ha la AusHun come OTP.
Per Scottie che si diverte a tartassarmi di richieste per scriverle fic (ma te se ana comunque) e per la moglie perché sì <3 
Moi moi~
   
 
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