Fare
l’amore
Ian
e Mickey non si sono mai soffermati più di tanto a dare un
peso al lato fisico
del loro rapporto, sarà perché il sesso
è il modo in cui hanno cominciato,
quando ancora si prendevano a pugni ma poi finivano contro una
qualsiasi parete
a spingersi l’uno contro l’altro per avere un
po’ di piacere. Sarà perché nel
South Side ci si è abituati a non darsi peso, a non darsi
importanza e allora
ci si concede come se niente fosse, come se il mondo potesse finire
giusto il
minuto dopo. Magari è perché è
così, tra alcol, droghe e reati vari ogni cosa
può cambiare in così poco tempo che ci si sente
in dovere di non risparmiarsi,
di darsi, di prendere ciò che il mondo ti offre senza
pensare che poi ci sarà
un futuro.
Sarà
perché lì, nel fottuto South Side, il futuro non
sanno nemmeno che cosa sia,
gliel’hanno tolto quando hanno avuto la sfiga di nascere in
quel posto di
merda, da quei genitori di merda, perché se sei del South
Side ci resti per
tutta la vita, la merda di quella piccola comunità te la
porti sempre nella testa.
Il
South Side vi ha macchiati tutti quanti, niente cambierà
questa regola di ferro.
Così
anche quando lo stringe a sé, brusco, per niente cauto, dopo
quegli otto
lunghissimi anni in cui è sopravvissuto grazie a una bugia
mormorata dietro a
un vetro, Mickey non dà peso al fatto che sarebbe meglio
chiedergli ancora una
volta quelle spiegazioni che di certo si merita, quello che lui non gli
ha mai
dato.
Lo
bacia arrabbiato, come se volesse fargli male, e forse lo vuole
davvero, allora
gli morde le labbra.
Lo senti quanto
male mi hai fatto? Sembra
volergli urlare, mentre gli stringe le braccia fino a lasciargli
lividi, mentre
Ian gli serra le mani sulla nuca per non farlo allontanare.
Quando
si staccano per riprendere fiato e Ian appoggia la fronte alla sua,
affannato e
con quegli occhi verdi che lo fissano socchiusi, Micky si sente come
tramortito
da una valanga di sensazioni che gli sono scoppiate nel cervello tutte
insieme.
Odio
e amore.
Dolore e
piacere.
Tristezza e
infinita felicità.
Mickey
non ha mai saputo dire a parole ciò che lo tormentava, ha
sempre e solo saputo
fare sesso, ha sempre e solo saputo usare le mani per comunicare, a
volte per
fare a pugni, a volte per procurare piacere. Ed è quello che
riesce a fare
anche in quel momento, lo spinge fino al muro, lo mette
all’angolo, gli tappa
la bocca con la propria e qualcosa gli incrina il petto, gli distrugge
ogni
briciola di autocontrollo che gli è rimasto.
Lo ama e lo
odia, fottuto Gallagher.
Non
ci vuole molto e finiscono per terra, privi di vestiti con Ian bloccato
sul
pavimento e Mickey arrabbiato più che mai. È la
prima volta in cui invertono i
ruoli, è la prima volta in cui Mickey entra dentro Ian e
senza guardarlo negli
occhi sembra dirgli, tramite le spinte più forti e le sue
mani che gli
stringono i polsi, che lo ama, che lo ha amato per tutto quel tempo
senza mai
vacillare, che lo amerà sempre, ma che gli ha fatto un male
del diavolo vederlo
andare via, che gli fa male adesso, vederlo lì arrendevole,
ansimante e supplicante.
Quando
Mickey rallenta e lascia liberi i polsi di Ian, lui si affretta a
circondargli
il volto con le mani, è una presa forte, lo costringe a
guardarlo negli occhi,
a respirare il suo respiro, a sentirlo fin dentro le ossa.
«Perdonami»
sussurra Ian strizzando gli occhi.
Mickey
lo bacia e stavolta non riesce a fargli male, stavolta sa solo dirgli
che va
bene così, anche con gli otto anni di dolore alle spalle.
Mi sei mancato.
E
Ian gli sussurra una litania di scuse che lo uccidono lentamente.
Ti amo. Dio,
quanto ti amo.
Pensa
mentre Ian lo stringe ancora a sé, come se volesse tenerlo
sempre lì, tra le
sue braccia, sempre lì per non lasciarlo andare mai.
Non te ne
andare.
Ed
è un singhiozzo sussurrato e urlato, sentito e rinnegato,
una supplica efficace
e logorante all’interno degli occhi chiari di Mickey.
È
la prima volta che Mickey è dentro Ian ed è la
prima volta che fanno l’amore.
E niente, tutto qui,
spero vi piaccia.
A presto, Cinzia N.^^