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Autore: Jaredsveins    03/09/2016    6 recensioni
A causa di un brutto incidente, Castiel inizia a soffrire di attacchi di panico e il suo amico Dean Winchester sembra l'unico in grado di aiutarlo.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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PREMESSA: Non sapevo se pubblicare o meno questa OS, perché non mi soddisfa al 100% ma mi sono fatta convincere dalle mie amiche. Quindi spero con tutto il cuore (più del solito) che questa OS vi piaccia. E leggete le note finali, ho una cosa importante da dire.


Look around


Castiel stava camminando verso la propria aula, quando fu fermato dai soliti coglioni e idioti bulletti dell'istituto che non la piantavano di rompergli le palle. Solitamente riusciva ad ignorarli con grande successo, ma nell'ultimo periodo la situazione familiare non lo aiutava a tenere i nervi saldi: suo fratello Gabriel aveva avuto un incidente d'auto e aveva lottato tra la vita e la morte per due settimane ma, fortunatamente, era uscito dal coma e adesso era in fase di ripresa. Ed era fantastico, seriamente, se non fosse che Castiel era in macchina con lui quando tutto era successo. Si era salvato per poco, uscendone soltanto con un ematoma sul fianco dentro. Ma il dolore fisico non era quello che lo preoccupava, quello era già passato, il problema era tutto nella sua testa. Ogni volta che vedeva una macchina aveva i brividi e, da due settimane a quella parte, non riusciva più a salire su un veicolo. Motivo per cui preferiva farsi mezz'ora di strada a piedi, andata e ritorno, per andare a scuola. Perché ormai andava solo lì, si rifiutava di uscire a meno che non fosse davvero urgente.

E questo, i ragazzi della scuola, lo sapevano bene. Quindi lo avevano preso di mira e lo prendevano in giro, chiamandolo nei modi peggiori, ma a lui non importava. Non gli era mai importato in realtà, se non fosse che, ultimamente, tiravano in ballo l'incidente e riuscivano ad atterrarlo, senza alcuna chance di ribellione.

Fu per questo motivo che Castiel, venti minuti dopo esser arrivato a scuola, si ritrovò nel bagno dei ragazzi con un attacco di panico in corso.

Entrò in fretta e furia e si chiuse dentro, scivolando con la schiena contro il muro e prendendosi la testa tra le mani. Odiava quella sensazione di oppressione nel petto che non lo faceva respirare bene, era terribile e angosciante. Non era abituato a niente del genere, era un ragazzo forte lui. Non si era mai lasciato coinvolgere dai problemi ma quella volta ci si era trovato dentro e aveva quasi rischiato di perdere suo fratello.

I simpaticoni della scuola lo avevano sempre preso di mira per la sua omosessualità, ma a lui non fregava niente di quel che pensavano. Anzi, quando gli capitava di avere dei flirt con un ragazzo, faceva di tutto per baciarlo davanti a loro che distoglievano lo sguardo, disgustati. E Castiel godeva, perché sapeva di vincere ogni minima volta. Aveva tutto sotto controllo.

Quella volta, però, non fu così. Così come la volta precedente e quella precedente ancora, in cui per poco non svenne davanti a tutti nel sentire il rumore di una frenata brusca fatta da un tizio che non aveva nulla da fare quel giorno.

Ma come sempre, nel bel mezzo della bufera, c'era quello sprazzo di aria che dava del sollievo e, per Castiel, era sempre stato Dean Winchester. Si conoscevano da ormai cinque anni, erano grandi amici e non c'era nulla di cui non parlassero. Infatti Dean era stato il primo a sapere dell'incidente (degli amici, ovviamente). Ed era stato il primo ad essersi fiondato da Castiel per vedere se fosse tutto okay, stringendogli una spalla e sospirando quando lo vide con lo sguardo perso nel vuoto. E così facendo, era stato il primo ad assistere a un attacco di panico dell'amico.

Erano appena usciti dalla palestra e Zaccaria, uno dei coglioni più coglioni del regno dei coglioni, si era nascosto dietro il portone e uscì improvvisamente, tirando con tutta la forza una palla da basket vicino ai piedi di Castiel che, per la sorpresa, saltò indietro e si portò una mano al petto, impallidendo vistosamente.

Inutile dire che Dean lasciò andare quel bastardo e si fiondò da Castiel. Solo dopo averlo salutato, quando se ne andò a casa, si precipitò da Zaccaria per regalargli due ginocchiate ben assestate sulle palle.

E, come tante altre volte, fu proprio Dean ad aiutare Castiel, quel giorno. Perché il ragazzo fu avvisato da Kevin (il secchione della classe e che aveva visto tutto), e si precipitò nei bagni, sapeva che avrebbe trovato lì il suo amico. “Cas?”
Il moro non esitò ad aprire la porta e non disse nulla, e dopo aver aperto tre delle cinque porte del bagno, il biondo si inginocchiò davanti Castiel.

“Chi è stato questa volta? Di nuovo Zaccaria, vero?” Dean aiutò l'amico ad alzarsi e, sotto lo sguardo soddisfatto e preoccupato degli studenti della scuola, portò Cas nel retro, per evitare che si formasse una calca di gente. “Poggiati qui, forza.” Lo lasciò contro il muro e strinse i pugni, cercando di scaricare la rabbia perché sapeva quanto Castiel fosse contro la violenza. Peccato che lui avrebbe volentieri picchiato mezza scuola, anche chi non c'entrava un cazzo con quella storia.

Castiel tenne lo sguardo puntato sul pavimento e iniziò a rimuginare su quel che gli avevano detto.

Lo sai perché tuo fratello ha avuto l'incidente? Perché il mondo vuole punirti per quanto sporco sei. Sei uno scherzo della natura, ti piacciono cose contro natura! E' colpa tua.” Non erano mai scesi così in basso. Al massimo gli ricordavano dell'incidente, ma non si erano mai spinti al dare la colpa a Castiel per quel che era successo a Gabriel. E Cas, prima di odiare loro, odiava principalmente se stesso..perché gli dava ragione, anche se non per lo stesso motivo.

Il giorno dell'incidente, Gabe stava accompagnando il fratello minore al corso di piano, dato che ancora non aveva la patente. Quindi, se Cas non avesse avuto bisogno di lui, tutto ciò non sarebbe successo. E se ne incolpava, ogni singolo giorno. Si odiava perché, nonostante sapesse che in un modo o nell'altro sarebbe successo, era convinto che fosse tutta colpa sua.

E questo Dean riuscì a percepirlo. Percepì che quella volta era diverso perché, solitamente, riusciva a far calmare l'amico soltanto standogli accanto. Adesso invece, nonostante fossero fuori e da soli, il respiro affannoso di Cas sembrava non volerne sapere di tornare normale e la sua mano si stringeva sempre più al petto. “Cas, devi cercare di calmarti adesso.”

Ma Castiel non ce la faceva, quelle parole erano nella sua testa e non avevano intenzione di andarsene via.

Il mondo vuole punirti per quanto sporco sei..

lo sai perché tuo fratello ha avuto l'incidente?

E' colpa tua.

“Castiel!” Dean urlò e lo strattonò per le spalle, quando si rese conto che Cas era andato in uno stato di totale apnea. E Castiel sembrò riuscire a vederlo, finalmente. “Respira profondamente e sta' calmo.”

Il moro deglutì e si tenne la mano sul petto, puntando gli occhi su quelli preoccupati di Dean.

“Adesso fidati di me e fa' ciò che dico, okay?” Dean sapeva bene cosa fare. Aveva letto tempo prima un ottimo esercizio contro gli attacchi di panico e quello, senza dubbio, era un momento per vedere se funzionasse o meno.

Castiel si limitò ad annuire.

“Bene.” Dean annuì a se stesso. “Guardati attorno e cerca cinque cose che puoi vedere.”

Castiel aggrottò le sopracciglia ma non disse nulla, anche perché non riusciva ancora a parlare. Quindi si mise su dritto, per quanto possibile, e iniziò a fare ciò che Dean aveva detto. Così vide il muro sul quale era poggiato, il pavimento, i cespugli ai lati dell'edificio, il cancello della scuola..

“Bravo Cas.”

E spostò lo sguardo su Dean. Vide Dean. Lui fu la quinta cosa che vide. “H-ho fatto.” Gracchiò, sentendo il peso nel petto che si alleggeriva, ma non tanto da farlo stare bene.

“Benissimo, adesso cerca quattro cose che puoi toccare.”

E Castiel passò le mani sulla parete, si spostò di qualche passo per toccare la maniglia del portone, poi toccò la bacheca su cui attaccavano gli annunci e, infine, non si rese nemmeno conto di aver allungato le mani sui capelli di Dean, passandoci le dita in mezzo.

Il biondo si morse la guancia e cercò di restare lucido, perché doveva aiutare il suo amico ed era sicuro che Castiel avesse commesso quel gesto solo perché se lo era trovato di fronte, dato che lo aveva seguito.

E Cas giurò di riuscire a respirare meglio.

“Adesso cerca tre cose che puoi ascoltare.”

Quindi il moro chiuse gli occhi e si concentrò davvero, cercando di separare un rumore dall'altro. “Il vento..”

“Perfetto.” Dean annuì.

“Il portone che si chiude..”

E Dean ringraziò la professoressa Clary che proprio in quel momento era uscita fuori. E le fu ancora più grato quando la vide tirare dritto senza fare domande. “Bravo Cas, l'ultima cosa. Cosa puoi sentire adesso?”

“La tua voce.” Disse Castiel, aprendo gli occhi e trovandosi davanti un Dean sorridente.

“Come ti senti adesso?”

Il moro sbatté le palpebre. “Meglio, solo..ho ancora un peso nel petto.”

“E' normale, ma piano piano ti stai riprendendo. Adesso devi cercare due cose che puoi odorare.”

Castiel storse il naso e istintivamente portò la manica della giacca al viso, respirando profondamente e sentendo il profumo dell'ammorbidente che sua madre usava.

E Dean non poté fare a meno di pensare che fosse adorabile, ma non glielo avrebbe mai detto. E oddio, lo aveva pensato davvero? Era sicuramente colpa della situazione e del fatto che Cas avesse sentito proprio la sua voce con tanti rumori che c'erano lì intorno. Sì, per forza.

“Mi manca qualcosa..” Borbottò il moro, tirando poi Dean a sé senza vergogna e inalando il profumo del suo collo.

Oh. OH. Okay, quella era decisamente inaspettata e non era possibile che stesse accadendo davvero. Stava aiutando Castiel con un attacco di panico e adesso sembrava stare bene, era tutto okay. Già. Ma la cosa peggiore era che a lui non stavano dispiacendo per niente quei piccoli gesti. Perché distogliendo l'attenzione dalla parte fisica, era come se Cas gli stesse dicendo che aveva bisogno di lui per riprendersi del tutto.

Aveva sentito la sua voce, odorato e toccato i suoi capelli, aveva visto lui..

“Sto molto meglio, Dean. Grazie.” La voce roca del moro arrivò dritta nelle orecchie di Dean che si grattò la nuca, ridendo nervoso.

Ed era vero, adesso il peso nel petto era sopportabile e stava andando via.

“Non c'è di che, sai bene che ti aiuto quando hai bisogno!” Ribatté nervoso il biondo. “E adesso, per finire, devi trovare una cosa che puoi..assaggiare.” E non sapeva perché gli sembrava così fuori luogo o addirittura troppo, dire una cosa del genere. Tutto stava prendendo una piega inaspettata. E Dean si rese conto di cosa avrebbe voluto assaggiare Cas, se ne rese conto dello sguardo che l'amico lanciò alle sue labbra, ma non poteva essere vero. Non poteva star accadendo sul serio.

E Castiel, per fortuna (o sfortuna), tirò fuori dalla tasca una gomma da masticare, mettendosela in bocca e iniziando a masticarla nervosamente. “Grazie, Dean. E' tutto passato.”

“Prego” avrebbe voluto dire Dean, perché adesso era lui a non riuscire a parlare. Era convintissimo che Castiel lo avrebbe baciato di getto, senza nemmeno ragionarci. E invece..

“Oh, cazzo!” Il moro sgranò gli occhi. “La lezione di biologia sarà sicuramente iniziata!”
“Faremo il permesso per entrare a seconda ora, non ti preoccupare.” Gracchiò Dean, mettendosi a camminare verso il muretto e sedendosi sopra, facendo cenno a Castiel di raggiungerlo.

Avevano riso e scherzato (ma anche no), però adesso Dean voleva sapere cosa avevano detto a Castiel per farlo stare così male. Sapeva che sarebbe stato meglio evitare, ma aveva proprio bisogno di andare a sfogare la rabbia sulla faccia di qualcuno.

E Castiel lo capì, data l'espressione seria dell'amico. “Dai, non fare quella faccia. Va tutto bene adesso!”

“Cosa ti hanno detto?”

Il moro alzò gli occhi al cielo e non rispose, stringendo il bordo del muretto con le mani per evitare fare ciò che aveva in mente.

“Cas, rispondimi. Cosa ti hanno detto quel bastardi?”

E ancora, Castiel non rispose, ma guardò di sottecchi Dean, continuando a martoriare quella povera gomma con i denti, cercando di sfogare il nervosismo.

“Beh, fantastico!” Sbottò con sarcasmo Dean. “Io ti do una mano, mi prendo un infarto e tu non ti degni nemmeno di dirmi cosa diavolo ti hanno detto! Forza Cas, sono soltanto curioso di sap-”

E le labbra di Castiel furono su quelle di Dean.

Non seppe se per voglia di baciarlo o per voglia di farlo stare zitto, fu solo certo che voleva farlo e basta..e da tanto tempo. E se inizialmente Castiel aveva esitato, adesso col cavolo che lo avrebbe fatto. Perché, se Dean non avesse voluto, lo avrebbe già respinto..no?

Fu per questo motivo che Castiel schiuse le labbra e, senza tante cerimonie, infilò le dita tra i capelli di Dean per tirarselo contro.

Il biondo, in tutta risposta, mandò a fanculo i buoni propositi per una bella chiacchierata e continuò ad assaggiare le labbra del suo amico, sorridendo appena quando questi si staccò da lui e disse “devo confessare che questo esercizio è molto utile”.




NOTE: SIETE ARRIVATI QUI? MA GRAZIE! cwc Siete degli amori e tra poco vi lascio in pace, PERO' PRIMA devo dirvi questa cosa che per me è molto importante: sono una persona molto ansiosa e posso assicurarvi che questo esercizio è utilissimo (l'ho provato), perché guardandoci attorno distogliamo l'attenzione da ciò che ci fa stare male.
Detto ciò, mi dileguo e lasciate una recensione se volete!
-Feffe

  
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