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Autore: tommobear    05/09/2016    2 recensioni
Un professore ed una studentessa, sanno che tutto dovrà finire.
L'amore non vince sempre su tutto.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
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Ritirata la posta sale in ascensore, quarto piano, le cuffiette suonano “Always”, (Blink182), arrivata, esce dall’ascensore e la porta di casa è socchiusa, entra e lui le va incontro, ha le mani bagnate e abbracciandola le fa venire i brividi alla schiena, si sorridono e si scambiano un bacio veloce, le cuffiette continuano a suonare “The gost of you and I” (Story of the Year) questa volta, gli passa la posta e si allontana, va in cucina a prendere un bicchiere d’acqua. Lui chiude la porta e resta a sfogliare le buste, scarta le bollette e apre una lettera, legge, attonito, viene dal rettorato, chiedono un colloqui privato per discutere della condotta etica, dovrà finire, dovrà finire tutto, lui perderà il posto, lei verrà espulsa, resta impietrito, perderanno tutto. Scosta la porta della cucina e lo vede impietrito, lo sguardo gelido, fissa il foglio perso nel vuoto, tira le cuffiette, la musica esce dalla sua testa ed si espande flebile nel silenzio della casa. Gli sfila il foglio dalle mani, sorride triste immaginando di tornare a cinque minuti prima, entrare dal portone e trovare l’ascensore al piano terra, non avrebbe avuto tempo di ritirare la posta , non avrebbe portato quella lettera in casa, non avrebbe rovinato tutto, per sempre. Un momento lunghissimo, agghiacciante, lui immobile, lo sguardo assente e le braccia inermi lungo i fianchi, lei stinge ancora il foglio, lo fissa e stinge i pugni accartocciandolo leggermente, le cuffiette dondolano dalla tasca lungo la gamba e la canzone è ancora quella, “The gost of you and I”, tragicamente perfetta.
Deglutisce, posa il foglio, mette in pausa il cellulare e lo lascia sulla lettera stropicciata, si alza sulle punte, stringe il viso di lui tra le mani e lo bacia.
Vorrebbe parlarle, dirle qualcosa, non è in grado di pensare a nulla di bello, boccheggia e lei lo bacia.
E’ un bacio pieno di dolore.
Vuole dirle quanto la ama, lei non riesce ad ascoltare, gli fa segno di rimanere in silenzio, non si sono detti nemmeno una parola. Lo prende per mano e lo porta in camera, lo spinge delicatamente sul letto. E’ seduto, lei sopra di lui in ginocchio sul letto, lo bacia, gli sbottona la camicia, gli poggia le mani sul petto e continua a baciarlo. Le sfila la maglietta e le slaccia i jeans, lo fa anche lei e lo spinge con la schiena sul materasso, le loro labbra continuano a cercarsi, a mordersi, non sono baci felici. Si girano e gli sfila la camicia, le passa un braccio sotto la schiena, la solleva e la sposta più in alto sul letto, ha la testa poggiata sul cuscino e  lui continua a baciarla, un braccio poggiato al cuscino per sostenersi, l’altra mano poggiata sul fianco di lei, le abbassa lentamente i pantaloni.
Fanno l’amore, è triste, è l’ultima volta che potranno stare così vicini, ancora neanche una parola, quando tutto ciò che puoi dire è addio e meglio non dire niente. Abbracciati nel letto, lei con la testa poggiata sul suo petto sente il cuore che batte.
Un cuore spezzato batte nello stesso modo di sempre?
Lo bacia e si alza, si riveste, lentamente, lui la guarda come a voler imprimere quel momento, quell’immagine nella memoria, un piccolo ricordo da conservare per sempre. E’ pronta e deve andare, lo guarda dai piedi del letto, chissà se anche il suo cuore batte come prima? Si alza anche lui, infila i boxer, vanno verso la porta, lei davanti e lui la segue, apre la porta, l’ascensore non è al piano, preme il pulsante, lui la raggiunge sul pianerottolo, l’abbraccia, un bacio sul collo, lei gli stringe forte le braccia, gli bacia il dorso della mano. Arriva l’ascensore, lei apre la porta ed entra, le chiude la porta alle spalle, non si gira ma vede il riflesso di lui nello specchio, sa che anche lui riesce a vedere il suo riflesso. L’ascensore scende. Arrivato al piano terra sobbalza, esce, tira la porta dietro di se, si accovaccia per terra, stringe le ginocchia al petto, comincia a piangere. L’androne del palazzo e le scale fanno riecheggiare quel suono privato, dal pianerottolo la sente singhiozzare, rientra in casa e chiude la porta; lei si ricompone e prende un taxy. 
  
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