Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: verok    05/09/2016    0 recensioni
All'inizio tutto era perfetto, ma all'improvviso la situazione degenerò.
"non fidatevi di quelli come me"
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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I




 
“Questo non è un semplice addio,
ma una prova di fiducia”
 
 
 
 
"Adesso basta!"
 Mio padre picchiò i pugni sul tavolo "stammi a sentire piccolo incosciente che non sei altro" mi guardò sprigionando rabbia da ogni poro della pelle "sono stanco di essere chiamato dalla preside per tutte le cavolate che combini, sono stanco di vederti tornare a casa ubriaco marcio, lasciandoti dietro puzza di fumo, sono stanco di vederti scappare dalla finestra tutte le sere, sono stanco di avere un figlio come te!" Urla tutto d'un fiato
"Se ti do fastidio basta dirlo che me ne vado subito" ribatto alzando la voce di qualche nota in più
"Kim Taehyung!" sussurra, quasi supplicandomi
Lo guardo di sbieco, infastidito
“non puoi solamente comportarti da studente, concentrandoti sui tuoi studi ed a passare l’anno, al posto di vagare per i corridoi infastidendo innocenti? Per non dire di peggio… senti... non devi prenderla così alla leggera la scuola, serve per offrirti un futuro e non per essere costantemente nell’ufficio della preside, portare a casa multe per tutte le volte che ti beccano a fumare… aish” fece una pausa sospirando. Si passò la lingua sulle labbra secche e una mano tra i capelli, muovendo quelle piccole ciocche
"ci ho pensato su molto e da domani te ne vai in collegio" annuncia con espressione seria.
Spalanco gli occhi e lo fisso incredulo
"Domani alle sette si parte e non voglio storie" detto questo ritorna a sedersi sul divano, riprendendo a leggere il giornale dal punto in cui si era interrotto.
Rimango ancora qualche minuto su quella sedia, cercando di riassumere quello che era appena successo. Seriamente sarei andato in collegio? Non era un pesce d’aprile un po’ in ritardo? Solo che pensandoci bene, mio padre non è mai stato un uomo da grandi battute.
Sorrisi aspramente e raggiunsi camera mia, chiudendomi dentro. 
Mi sdraiai sul letto, con le mani sotto la testa e le gambe incrociate a guardare il soffitto. La mia mente iniziò ad analizzarlo: bianco, con al centro un piccolo lampadario nero. Infondo era solo un pezzo che copriva le quattro mura della mia stanza, non doveva essere elaborato, come quelli che si vedono nelle ville, ricoperti di dipinti di artisti con nomi famosi, come Raffaello, Leonardo…  in camera avevo un letto, un armadio e una scrivania.
Mi alzai di colpo, scacciando quei pensieri insensati e ponendomi il vero problema;

Come l’avrei detto a Namjoon? Come l’avrebbe presa? E Jimin e Kookie?

 Entrai momentaneamente nel panico, non sapendo come fare… In più mio padre si trovava in salotto e sicuramente mi avrebbe impedito di uscire, anche per salutare i miei amici. Decisi di agire d’istinto, la finestra sarebbe stata mia alleata, per l’ultima volta.
Aprii il cassetto, cercando la pistola, indeciso se portarla con me domani o riconsegnarla a Namjoon. Scelsi la seconda opzione. La misi tra l'elastico dei pantaloni e la mia pelle, mentre nelle tasche infilai i vari proiettili. Scavalcai la finestra, richiudendola alle mie spalle e percorsi il vialetto di corsa. Misi in moto il motorino e andai velocemente al quartier generale. Si trattava di un prefabbricato destinato ad essere una fabbrica, ma mai usato perché non rispettava le norme poste dalla legge. Si trovava fuori città, lontano dalla vita e immerso nei campi. Difatti avevamo utilizzato una porzione di terra asfaltata, che era nata per essere il parcheggio per gli operai, come campo da basket. Alle estremità era posto un canestro, legato a dei pali di metallo, il campo lo avevamo tracciato con una bomboletta spray bianca e sul tetto dell'edificio si trovava un faro che illuminava il campo la notte. Spesso lo utilizzavamo durante i raduni, dopo una pizza, e la squadra che perdeva il piccolo torneo offriva da bere; così ci ritrovavamo in un bar a bere soju fino a notte inoltrata e fumare una sigaretta dietro l'altra. In questo modo tornavamo a casa ubriachi marci. Se qualcuno aveva casa libera ci ospitava fino al mattino. Nel peggiore dei casi ci addormentavamo per strada, nascosti in qualche vicolo, in modo che la gente non ci potesse vedere ed evitare qualche poliziotto in servizio. Ultimamente erano aumentate le pattuglie di notte anche in periferia, probabilmente per qualche denuncia, quindi Namjoon decise di porre regole, per essere più prudenti di quanto lo eravamo. 
Parcheggiai il mezzo e salii le scale dell'edificio, percorrendo due gradini alla volta.
Salutai Yongguk con un cenno di capo, mentre si affrettava ad andare nella direzione opposta alla mia. Entrai nell'ufficio di Namjoon. Era intento a schiacciare i pulsanti della calcolatrice, con una penna portata alla bocca e un dito seguiva dei numeri stampati su dei fogli posti di fronte a lui. 
Tolsi la pistola e le cartucce, e le appoggiai sulla scrivania attirando la sua attenzione. Mi guardò perplesso, chiedendomi silenziosamente il perché' di quel gesto
"Me ne vado" risposi semplicemente.
A quel punto interruppe quello che stava facendo, fissandomi come se non avesse capito quello che avevo appena detto
"Me ne vado, mio padre mi manda in collegio... Domani" 
"Non prendermi per il culo, Kim Taehyung" mi puntò la penna come minaccia, serrando la mascella
"Cosa sta succedendo?" Jungkook mi salvò da quella situazione entrando nella stanza, seguito da Jimin. Videro la pistola che avevo restituito e mi fissarono preoccupati
"Tae..." Sussurrò Jimin
"Hyung cosa significa..." 
"Il vostro amico lascia" Namjoon fissò gli occhi nei miei. Le sue iridi rispecchiavano rabbia e delusione
"Scusa io..." Mi passai la mano tra i capelli frustrato " l'ho saputo stasera. Mio padre mi ha tenuto allo scuro di tutto, se lo sapevo avrei cercato di fargli cambiare idea, ma mi ha solo sbattuto sotto al naso la lettera di ammissione. Non voglio lasciarvi così credetemi, ma non so cosa fare"
"Non importa" Namjoon si alzò dalla sedia e si affacciò alla finestra "Seokjin sta diventando un problema, tra poco dovremo cambiare base e fornitore d'armi. Stavo per chiamarti chiedendoti un consiglio su Zico, ma forse è meglio così... E adesso vai" 
"Hyung" lo chiamai con voce dispiaciuta
"Non sono più hyung, Taehyung, questo è un addio"
Sospirai e mi rivolsi a Jimin e Kookie
"Ragazzi -" mi abbracciarono improvvisamente. Erano i miei migliori amici, avrei fatto di tutto per averli a fianco e stesso ero disposto a fare, per riacquistare la fiducia di Namjoon; non volevo lasciare così la gang, soprattutto dopo tutti i momenti passati assieme, lo consideravo un fratello maggiore.
Ricambiai la stretta e restammo alcuni minuti in quella posizione. Ci staccammo e mi appoggiarono un braccio attorno alle spalle, trascinandomi fuori dalla stanza. Rivolsi un'ultima occhiata a Namjoon, che continuava a fissare fuori, perso nei suoi pensieri
"Questo non è un addio hyung" 

***
 
"Ora te ci spieghi tutto" Jimin mi prese per le spalle e mi fece cadere sulla sedia del nostro locale preferito. 
STREET LIGHT; era così che si chiamava. Si trovava all'interno di una casa vecchia, difatti a vederlo dall'esterno era una catapecchia, ma è l'interno quello che conta: tavolini, divanetti, ballerine, ballerini, cameriere da sballo. Luci puntate addosso, che cambiavano dal rosso all'azzurro, dal verde al viola. 
"Vi posso portare qualcosa?" Jessy si avvicinò a noi, appoggiando le braccia sul tavolo, sporgendosi in avanti e mettendo in mostra la sua ottima corporatura, che era semi coperta da un paio di short e camicetta legata sopra la vita. 
"Il solito" Jimin la dileguò con un cenno di mano
"Arrivano subito" la ragazza si allontanò, andando a riempire il vassoio.
Nel frattempo Jungkook ci offrì una sigaretta, che accettammo volentieri.
La portai alle labbra, afferrando successivamente l'accendino. Feci un tiro e la tenni tra l'indice e il medio, per qualche minuto, per poi aspirare di nuovo il fumo e soffiarlo fuori.
"Ecco a voi" Jessy tornò a portare l'ordinazione. Tre bottigliette di soju e una ciotola di patatine.
Pagammo la rispettiva parte e poi si immerse nella folla, andando a prendere altre ordinazioni.
"Allora Tae" Jungkook riempì i bicchierini con quel liquido. Li facemmo tintinnare e buttammo giù d'un colpo il contenuto
"Racconta nei dettagli" 
Sbuffai
"Ve l'ho già detto. Sono entrato in casa, mio padre stava leggendo il giornale, mi ha detto che mi doveva parlare e poi, dopo avermi fatto la ramanzina, se n’è uscito con sta storia del collegio" sbottai. Riempii i bicchieri e facemmo un altro giro. 
"Però che sfiga" finì la sigaretta "ma ci vedremo ancora?"
"Certo stupido, lui è Kim Taehyung, pensi che ci lascia così?" Jimin che se n'era stato zitto per tutto il tempo, diede un pacca in testa al maknae e successivamente, prese alcune patatine
"Troverò sicuramente il modo per scappare" presi anch'io delle patatine
"Ragazzi" Jungkook si fece improvvisamente serio
"Mn?" Lo guardammo sorpresi da questo suo cambiamento d'umore
"Guardate lì”
 indicò un punto ben preciso, o meglio, una persona
"Cazzo cazzo" panico
"Manteniamo la calma" Jimin cercò di farci ragionare "oh oh" 
Ci stava guardando, creando un sorrisetto di sfida sul suo viso
"Em.. E adesso che facciamo squadra?" 
"Scappiamo" sussurrai
Ci alzammo di scatto e iniziammo a correre, schivando le persone che ballavano. Mi guardai indietro, ci stava seguendo. 
Scorsi un gruppo di ragazze e feci cenno di nasconderci lì in mezzo. Annuirono. 
Contemporaneamente afferrammo una tipa ciascuno, facendo scontare le nostre labbra. Questa intrufolò una mano nei miei capelli scompigliandoli e l'altra sotto la maglietta. Raggruppai tutto il mio auto controllo e mi staccai leggermente. La guardai negli occhi, osservando la sua espressione da gatta in calore. 
"Tae!"
Mi girai verso Jimin 
"Che facciamo?" Anche Jungkook si era ripreso
"Sicuramente ha bloccato tutte le uscite"
"E se chiamiamo Yongguk?" Propose
"No... "
"Che succede?" La tipa a caso parlò sussurrando sulle mie labbra
"Niente che t'interessi piccola" le pizzicai una guancia, facendola rimanere di sasso, per il gesto non aspettato. Nel frattempo le altre due avevano preso a strusciarsi sui miei amici
"Ragazzi non abbiamo tempo!!" 
"Scusa" 
"Yha!" Una voce alle nostre spalle ci colse di sorpresa. Ci scambiammo veloci occhiate, parlando silenziosamente. Afferrammo le tipe e gliele spinsimo addosso. Queste urlarono isteriche. 
Ricominciammo a correre, spintonammo tutti i ragazzi, che poi fecero strada al nostro inseguitore, vedendo che teneva una pistola impugnata verso il basso. 
Uscimmo da quel posto dalla porta sul retro. Corremmo per tutto il vicolo e scavalcammo una recinzione. Le sirene della polizia avevano iniziato a suonare, pronte all'inseguimento. 
Con il fiatone raggiungemmo la stazione della metropolitana. Scendemmo velocemente i gradini e saltammo sulla metro, che era appena arrivata. 
"Daii!!!" Imprecai
"E ora?" Jimin richiamò la nostra attenzione. 
Un gruppo di cinque poliziotti stava correndo verso di noi. 
"Sono la!" Urlò uno
Ricominciammo a correre su quei vagoni e alla prima uscita scendemmo, poco prima che le porte si chiudessero e la metro partisse. 
Sorridemmo soddisfatti, mentre i poliziotti erano rimasti bloccati su quel mezzo pubblico.
"Tae 1 Seokjin 0"
 
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WWWAAA *-* !!!!! ECCOMI DI NUOVO QUI…. LA PRIMA PARTE E’ UN PO’ NOIOSA, MA SPERO CHE IL RESTO VI SIA PIACIUTO. DICIAMO CHE IL TEMA PRINCIPALE DELLA STORIA SARA’ LA SFIDA TRA LA GANG DI NAMJOON E IL NOSTRO POLIZZIOTTO JIN. NELLA DESCRIZIONE HO MESSO COME TIPO DI COPPIA HET, ANCHE SE NON CI SARA’ UNA VERA COPPIA FISSA, MA COMPARIRANNO SPEZZETTONI DI SCENE HOT (?) E NON MANCHERANNO DI CERTO I COLPI DI SCENA KEKKEEE
BHE.. CREDO DI AVER DETTO TUTTO.. ALLA PROSSIMA

 
   
 
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