Pairing: Charlie/Amita
Lunghezza: 400 parole (W)
Disclaimer: Charlie e Amita non sono roba mia perché se così fosse passerebbero molto più tempo insieme e la pianterebbero di mollarsi e rimettersi come i bambini delle elementari è__é
Note: scritta per il pimp fest di fanfic_italia e più precisamente per lamechante che aveva chiesto una Charlie/Amita con prompt la canzone Run degli Snow Patrol, da cui derivano sia il titolo che il verso iniziale.
Making up for all this mess
«To think I might not see those eyes
Makes
it so hard not to cry
And
as we say our long goodbye
I
nearly do»
Quando arriva la proposta di
trasferimento, la prima reazione di Amita è quella di
piangere.
È
una grande, grandissima opportunità, dice il rettore,
sorridendole
dolcemente. Forse pensa che quelle lacrime ancora sul punto di cadere
siano dovute all’emozione e alla gratitudine, ma non
è così. Quelle
lacrime sono per Charlie, per la loro relazione che sembra non poter
mai diventare qualcosa di più di un’ipotesi.
È solo per questo che
Amita sta piangendo.
Quando lei gli parla
dell’università di Harvard, Charlie non riesce
proprio a sorridere.
Una
parte della sua mente – quella logica, che si occupa di
calcoli ed
equazioni – gli impone di farle i complimenti ed augurarle
una
meravigliosa carriera.
L’altra parte
– quella che di solito viene ignorata perché
classificata come non razionale – urla a
gran voce di dire qualcosa, qualsiasi cosa, che le
impedisca di partire.
Ma
Charlie è un matematico quindi, alla fine, sorride e le
stringe la
mano. Però è dannatamente difficile trattenere le
lacrime.
Quando
pensa alla sua carriera, Amita vede Charlie. Così quella
decisione che
all’inizio sembrava talmente difficile da prendere, diventa
poi una
cosa molto semplice.
Quando Amita decide di rimanere,
Charlie non sa cosa pensare.
Resterà
alla CalSci, accanto a lui, e ciò lo rende immensamente
felice. Eppure
il prezzo gli sembra esageratamente alto, forse perché non
sa se, a
ruoli ribaltati, lui sarebbe capace di pagarlo. Ancora una volta logica
e sentimento si dichiarano battaglia, procurandogli sensi di colpa ed
un gran mal di testa.
All’inizio
non funziona. Charlie si sente troppo responsabile, Amita è
troppo
delusa da quella reazione che, davvero, non si aspettava.
Gli spiega che lui
è solo uno
dei fattori che l’hanno spinta a restare – il
più importante, certo, ma
comunque non il solo. Lui non sa rispondere: non sa mai cosa dire
quando non è la parte logica a parlare, e tutto sembra
diventare sempre
più confuso.