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Autore: Shari Deschain    01/05/2009    4 recensioni
C’è lui, la vetrata e poi Colby. Per la mente di David questo è un ordine profondamente sbagliato.
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Colby Granger, David Sinclair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pairing: Hints David/Colby se proprio volete vederle XD

Lunghezza: 424 parole (W)
Disclaimer: David, Colby e Numb3rs in generale, non sono roba mia. Non mi hanno dato nemmeno un centesimo per scrivere questa storia.

Note: Scritta per l’ormai concluso pimp fest di [info]fanfic_italia e più precisamente per [info]faechan . Il prompt era “vetrata” con riferimento all’episodio finale della season 3, ovvero “The Janus List”.


Look out across this glass wall



C’è lui, la vetrata e poi Colby. Per la mente di David questo è un ordine profondamente sbagliato. Quello esatto è: lui e Colby, poi la vetrata, e dietro la vetrata qualcun altro, chiunque. Forse è strano ma anche adesso, e nonostante la voce della segreteria che ancora gli risuona in testa, David non riesce a non pensare che Colby si trovi dalla parte sbagliata del vetro.

L’illusione travestita da speranza continua ad essere forte, ed attende solo che l’altro dica qualcosa, un qualcosa che possa discolparlo o giustificarlo, un qualcosa che metta fine a tutta quella situazione di merda.
Ma poi Don inizia ad urlare -non è mai stato molto bravo a controllare la rabbia- e Colby si decide a parlare. Ed ovviamente non c’è nessun frainteso, nessuna giustificazione. Solo un tradimento che fa troppo male per essere sopportato ancora in silenzio.
David si slancia verso l’ingresso della stanza degli interrogatori, senza curarsi né di Don né di Megan che gli urlano di stare indietro, di calmarsi – e come cazzo dovrebbe fare a calmarsi?
Sono faccia a faccia adesso, e la voglia di sapere da quanto tempo va avanti questa cosa, giusto per stabilire quanto di sé ha buttato via con un uomo di carta e bugie, è superiore perfino alla voglia di prenderlo a pugni.
David non riesce ad interpretare la smorfia di Colby – strano, visto che fino a quattro ore fa avrebbe detto di poter leggere quel volto come un libro aperto – ma percepisce il tono vagamente ironico delle sue parole, quando dice fin dall’inizio.
- È questo che fanno le spie, David.
Il pugno non va a segno solo perché Don lo afferra in tempo, trascinandolo quasi di peso fuori dalla stanza. Attraverso il vetro, David continua ad osservare Colby mentre china la testa, sposta gli occhi da un lato all’altro del tavolo, risponde a mezza bocca ad una domanda di Megan, si passa una mano sulla fronte sudata. Gesti che, nella loro semplicità, rivelano la verità su quello che considerava il suo migliore amico.
Quando Don esce dalla stanza è stanco, quasi svuotato. Nel fissare David negli occhi, esita un po’ troppo prima di comunicare i nuovi ordini, ma quando lo fa l’agente Sinclair si limita ad annuire in silenzio; sempre in silenzio ammanetta Colby e lo conduce all’auto su cui salirà anche Dwayne Carter.
Durante il tragitto i loro sguardi s’incontrano solo una volta e, anche se i suoi occhi sono inespressivi, David sa che Colby coglie perfettamente la battuta.
È questo che fanno gli agenti dell’FBI, Granger.

   
 
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