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Autore: wearesotogether    06/09/2016    3 recensioni
Sei stupido, ed egoista, e ancora una volta ti ritrovi sotto casa sua, ad aspettare che lui ti apra la porta, ad aspettare che stringa le dita sul tessuto della tua camicia e ti trascini dentro, ad aspettare di essere messo con le spalle al muro mentre lui si prende tutto di te, tutto e anche di più, mentre con le labbra disegna confini sulla tua pelle, confini che nessun altro al mondo potrà mai superare, perché ormai è troppo tardi. Perché tu sei suo. Irrimediabilmente, prepotentemente, disastrosamente suo.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un anno di silenzio dopo, e siamo ancora qua. Dopo gli errori, i pianti, le urle, le lacrime, l'odio, la frustrazione. Wow. Questa si che è vera follia.




 
A chi continua a non arrendersi.
Anche se non ne capisce più bene il perché.


 



 
Tu sei suo.
Irrimediabilmente, prepotentemente, disastrosamente suo.
 
Tu non lo sapevi quando lo hai conosciuto, ma i suoi occhi sono armi letali. Ti lasciano lì, in ginocchio, debole, impotente, senza possibilità di resa.
 
Ti senti sporco, sbagliato, giudicato. Non sei all’altezza. Poi lui ti guarda di nuovo, e nell’azzurro vedi la salvezza. Lui è la malattia e la cura. Lui sa abbatterti, e tenderti la mano. Lui ti lascia nudo, scoperto, e poi ti porta un ombrello sotto la tempesta.
 
Lui non lo sa quante volte tu ti sei ritrovato sotto le coperte ad aspettare che l’uragano ti passasse addosso senza fare troppi danni. Non lo sa quante notti hai passato sveglio a scrivere musica e parole che parlavano di lui, con una matita dietro l’orecchio perché una volta ti ha detto “Sembri quasi serio, così”.
 
Lui non lo sa, che se ti sfiora la mano per sbaglio, a te vengono i brividi ed è sempre più difficile smettere di tremare. Non lo sa quante città vorresti visitare con lui, quanti alberi vorresti incidere con le vostre inziali, quante volte hai cancellato il suo numero dalla rubrica per poi scoprire di ricordarlo sempre a memoria.
 
Tu hai tentato, hai tentato di essere forte e di lasciarlo andare, e invece sei solo egoista. Sei stupido, ed egoista, e ancora una volta ti ritrovi sotto casa sua, ad aspettare che lui ti apra la porta, ad aspettare che stringa le dita sul tessuto della tua camicia e ti trascini dentro, ad aspettare di essere messo con le spalle al muro mentre lui si prende tutto di te, tutto e anche di più, mentre con le labbra disegna confini sulla tua pelle, confini che nessun altro al mondo potrà mai superare, perché ormai è troppo tardi.
 
Perché tu sei suo.
Irrimediabilmente, prepotentemente, disastrosamente suo.
 
Non come una proprietà, volgare e possessivo, ma come un lascito. Il lascito di altre vite, un diritto di secoli, un’anima affine. Non c’è altra possibilità. Tu non hai deciso di essere suo, tu lo sei. Gli appartieni.
 
Ce l’hai scritto tra le imperfezioni della pelle che lui ama baciare, tra le dita che si stringono rabbiose ai suoi capelli, tra le pieghe dei suoi occhi sorridenti, tra le lentiggini che ha sulle guance, tra le cosce tremanti che si stringono a te e ti tengono fermo, bloccato. Non puoi andare avanti, non puoi tornare indietro.
 
Lui ti consuma e poi ti risana, dieci, centro, mille volte e anche più. È come un continuo gioco d’azzardo. Lui ti bacia, e tu non sai se è la volta in cui ti toglierà tutto o ti regalerà l’universo. Lui ti bacia, e tu non sai se essere forte o mostrarti fragile. Lui ti bacia, lui comanda, e tu obbedisci perché non puoi fare altro. Lui non ti lascia andare, ti tiene stretto anche in mezzo alla tempesta, e tu non sai se essergli grato o se chiedergli di lasciarti affogare. Ma non ha importanza, perché lui non lo permetterebbe comunque.
 
Lui sa sorprenderti. Quando chiude gli occhi e sussurra sulle tue labbra “Prendimi”, e ti concede qualcosa che non potrebbe mai concedere a nessun altro. Quando sorride a denti scoperti e lascia che la luce filtri attraverso le pieghe del mondo. Quando si allontana dalle tue mani calde e ti lascia lì, sospeso a metà tra qualcosa che non potrai mai controllare.
 
Quante volte avresti voluto urlargli che non era giusto. Che non era così che avresti voluto amarlo, che avresti potuto essere di più, dargli di più, stringerlo di più. E invece sei rimasto in silenzio, ad aspettare ancora una volta che lui decidesse per te.
 
Perché tu sei suo.
Irrimediabilmente, prepotentemente, disastrosamente suo.
 
E di questo hai paura. Hai paura di perdere, di perderti, di osare, di fare troppo, di dare troppo poco, di sbagliare. Hai paura di avere troppo e poi non avere più niente. Lui è una continua scommessa. Lui c’è. Lui non c’è. Lui ha bisogno di te. Lui non ti vuole intorno.
 
Eppure lui ti ama, e a questo non esiste replica. Questo non è mai stato un dubbio, un azzardo, una scommessa. Questa è una certezza, ed è quello che ti tiene a galla anche quando sembra non esserci niente. È quello che ti salva anche quando sei in mezzo alla tempesta, senza riparo, senza aiuto, senza speranza.
 
Lui
ti
ama.
 
E questo ti basta, senza domande e senza risposte, senza egoismo e senza paura, senza azzardi e senza scommesse.
 
Lui ti basta.
 
Così quando lui ti stringe le cosce con le dita e affonda dentro di te, una, due, tre, dieci volte, con gli occhi azzurri spalancati d’orgoglio e eccitati per la caccia, tu gli occhi li chiudi. E ti fidi di lui.
 
Perché lui può farti male e poi può medicarti le ferite. Perché lui è uragano e calma dopo la tempesta. Perché tu sei la sua malattia e la sua cura, i suoi errori e i suoi successi, le sue paure e la sua forza. Perché lui può ucciderti e riportarti alla vita, e non importa quanto male può fare ogni volta. La luce del suo sorriso riuscirà sempre a riportarti indietro.
 
Perché lui è tuo.
Irrimediabilmente, prepotentemente, disastrosamente tuo.


 
  
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