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Autore: padme83    06/09/2016    15 recensioni
"Tatooine. Jakku. I nomi non hanno significato per i Figli del Deserto, per i piccoli Muad'Dib. In fondo è questo che noi siamo, Rey, Hikaru, Bambina Splendente: nient'altro che insignificanti topi delle sabbie, braccati da un Destino che non abbiamo scelto, ma che incombe su di noi, come un cobra sulla preda, più grande, antico e insondabile dell'Universo Infinito che ci ha creati."
***
Capitolo aggiuntivo di "A song for heart and soul"
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Luke Skywalker, Rey
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Music of the Force - A Star Wars Symphony'
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Dedicata a Velia, senza la quale queste storie non avrebbero mai potuto vedere la luce.

 

 

 

- The Jedi Steps -

 

 

 

Beyond the horizon of the place
we lived when we were young,

in a world of magnets and miracles,
our thoughts strayed constantly
and without boundary.
The ringing of the division bell
had begun.”

 

 

 

  

Luminosa, come il sole[1] che sorge dal mare, la ragazza scende dal Falcon con un unico, rapido balzo.
Dalla sommità del Tempio, il vecchio percepisce, sopra il mugghiare costante delle onde, il lieve scricchiolio dei suoi stivali a contatto con il basalto sdrucciolevole della proda.
Questa volta non sei una visione. Sei qui, sei davvero qui.
Una gelida raffica di vento – il solo, indiscusso, signore di Ahch'To – sferza l'eremita in pieno viso, costringendolo a ripararsi più a fondo tra le falde del suo ampio mantello. L'odore di salso, di cui è imbevuta la tela grezza e pesante del cappuccio, gli invade le narici, acre, pungente, e così intenso da provocargli quasi un senso di vertigine. Non ci ha mai fatto l'abitudine – non ha mai voluto farci l'abitudine.
La ragazza avanza svelta sull'impervia scalinata di ciottoli, e le sue falcate sicure sembrano smuovere le fondamenta stesse dell'Isola che, simile alla mano mostruosa di un gigante, emerge dalle acque argentee dell'oceano e squarcia il cielo rigonfio di nubi con i suoi svettanti artigli di arenaria scura e calcare.
Più in basso, lo sciabordio dei marosi è accompagnato soltanto dal garrito stridulo dei gabbiani, che volteggiano leggiadri attorno alle falesie, indomiti e liberi, padroni assoluti dell'orizzonte.
Avevano ragione, ragazza, sei un canale aperto verso la Forza. L'asceta ne avverte il potere acerbo propagarsi nella roccia in un susseguirsi aritmico di vibrazioni acute e convulse; la mente della giovane è una piana riarsa, dai contorni slavati e confusi, percorsa da contorte cattedrali di rena e acciaio che si stagliano minacciose contro un tetro cielo color ardesia.
Tatooine. Jakku. I nomi non hanno significato per i Figli del Deserto, per i piccoli Muad'Dib. In fondo è questo che noi siamo, Rey, Hikaru, Bambina Splendente: nient'altro che insignificanti topi delle sabbie, braccati da un Destino che non abbiamo scelto, ma che incombe su di noi, come un cobra sulla preda, più grande, antico e insondabile dell'Universo Infinito che ci ha creati.
Luke Skywalker – Maestro Jedi, Cavaliere in esilio, ultimo della sua stirpe – per anni ha atteso questo momento, ma, allo stesso tempo, ne ha sempre temuto l'avvento.
Perché – lo sa, lo sente – non c'è – non ci può essere – solo Luce, fra i pensieri della fanciulla che, a fatica, si inerpica lungo il Cammino che fu dei Primi Jedi. C'è anche paura, e rabbia, e odio, e sofferenza in lei. Il Lato Oscuro si è già insinuato fra le pieghe più nascoste della sua anima. Luke non gliene fa certo una colpa: il seme del rancore ha cominciato ad attecchire tempo addietro, nutrito dalle lacrime di una bambina abbandonata a se stessa fra le squallide dune di Jakku, e cullato nella solitudine di indistinti giorni gemelli seguiti da notti crudeli e desolate, trascorse a scrutare le stelle nella vana speranza che, prima o poi, uno solo fra quegli astri lontani rispondesse pietoso al suo richiamo.
E alla fine, Sihaya[2], quando ormai avevi smesso di illuderti, le tue preghiere sono state esaudite, ma soltanto ora cominci a comprenderne la ragione – cominci a intuirne il prezzo.
Laggiù, nelle viscere adamantine e sterili del Pianeta-Arma, un'inflorescenza maligna ha schiuso la sua turpe corolla, dimenandosi con ferocia nel petto della ragazza, disgregando i muri che ne proteggevano il cuore; rinvigorito dalla violenza, reso audace dal terrore, il fiore ha proteso i suoi petali velenosi verso la stretta passerella sopra la quale due uomini, padre e figlio – quel padre, quel figlio! Ancora un padre, ancora un figlio –, si fronteggiavano, avvinti in un estremo, mortale abbraccio, l'uno per il potere dell'amore, l'altro per l'amore del potere.
Han, fratello mio. Ben, figlio della mia anima, sangue del mio sangue.
Nel contrarsi, la mano bionica irradia sull'osso monco potenti scariche nervose, che dal polso si espandono alle spalle e alla base del collo, scendono rapide lungo la colonna vertebrale, raggiungono il bacino, le anche, le falangi dei piedi. Esposta al chiarore azzurrino del meriggio, la protesi emana attorno a sé brevi barbagli, foschi, come ossidiana bagnata, e ardenti, simili a rivoli magmatici sui fianchi di un vulcano.
Su una cosa Kylo Ren aveva ragione, Rey: hai bisogno di un Maestro. Se non impari in fretta a placare la mente, e ad affinarne le percezioni, finirai con l'impazzire, e trascinerai con te chiunque avrà l'incoscienza di restarti accanto – lo so bene io, chiya, e lo sapeva bene, molto bene, il Guerriero-Drago che hai costretto alla resa nella tempesta di lava e ghiaccio che ha infuriato sulla Starkiller, poco prima che la base spaziale deflagrasse in un ultimo, terrificante rombo di tuono.
Rapita dalla forma insolita dell'Antico Monastero, e attratta dal fascino atavico che esso sprigiona – un flusso di energia instabile e occulta, in grado di attraversare incolume la pelle dura e scorticata dei palmi –, la ragazza si attarda per quale istante a osservare le celle basse e circolari, costruite in pietra viva, nelle quali i Primi Jedi si ritiravano per praticare la Meditazione; sospesi fra acqua, terra e aria, in perfetta comunione con la Forza, Allievi e Maestri varcavano i confini dello spazio e del tempo, plasmando con il solo impulso del pensiero l'essenza profonda della natura e dei suoi elementi, sfidandosi l'un l'altro in una corsa sempre più spasmodica verso l'Alam Al-Mithal[3], oltre i limiti stessi del corpo e della mente umani.
Adesso, la storia si ripete, ancora una volta, ancora in questo luogo mistico, nell'eterno ritorno dell'uguale che domina con le sue leggi aritmetiche ogni minuscolo granello di polvere che vortica nel Cosmo. Un Allievo, un Maestro. Un Traditore, un Tradito. Così deve essere; così è sempre stato.
Allora anche tu mi tradirai, cuore di fiamma? Perderò anche te, come ho perso tutti gli altri?
Luke increspa le labbra in una smorfia irrisoria; recriminare non ha più senso ormai. La ragazza sta raggiungendo l'apice del crinale, e il Cavaliere può quasi avvertire lo sguardo penetrante di lei pizzicargli con insistenza la nuca, a malapena coperta dalla cappa e da un umido ciuffo di radi capelli grigi.
Un sottile raggio di sole tinge di giada l'apogeo della scogliera, facendosi strada dolcemente attraverso uno spesso strato di nuvole violacee, gravide di pioggia; qui e là, timidi fiori gialli e blu punteggiano il manto erboso del promontorio, ingentilendone un poco l'aspetto austero, mitigandone la maestosità.
Il futuro non è inciso con il fuoco, Luke, Maestro. Possiamo – dobbiamo – ancora combattere.
Il Maestro china appena il capo, e un sospiro arrendevole gli sfugge dalle labbra; piano, senza alcuna impazienza – avremo tempo, più tardi, per tutto, chiylla –, si volta verso gli occhi sfolgoranti della piccola scavatrice di Jakku. Tra le mani, l'Allieva – ma, se potesse, lui non la considererebbe tale – tiene un oggetto che non si sarebbe mai aspettato di poter rivedere.
Eccolo qui, l'omphalos[4] della nostra speranza. La spada laser dello Jedi, e di suo padre prima di lui. Ora spetta ai miei figli brandirla, e, per suo tramite, elargire morte o giustizia. Che la Forza permetta loro di portarla con onore. Che la Forza conceda a me di rimediare, almeno in parte, agli errori che non ho potuto fare a meno di commettere.

 


 

Fremente per l'attesa, ritta su lastroni di mica brillante e granito, Rey si perde nelle iridi turchine del vecchio – e questa volta non è l'inganno beffardo di un sogno. Sotto la leggera pressione delle dita, l'arma trovata su Takodana emette tremolii continui, sordi, simili al ronzio cupo e famigliare del motore di uno speeder. Immobile, in saldo equilibrio sul ciglio del precipizio, lo Jedi non sembra avere nessuna intenzione di afferrarla.
Specchiandosi nelle trasparenze liquide che ne adornano il volto, velandolo di ombre malinconiche, la ragazza comprende, in uno sprazzo di rassegnata consapevolezza, di aver lei stessa segnato, per sé, per Luke, forse per la Galassia intera, l'inevitabile principio della fine.

 

 


 

Encumbered forever by desire and ambition,
there's a hunger still unsatisfied.
Our weary eyes still stray to the horizon,
though down this road we've been so many times.”

(Pink Floyd – High Hopes)

 

 

 

 

[1] Omaggio doveroso a Noruard e alla sua splendida “Ragazza-sole”, che potete trovare qui → http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=880312

[2] Primavera del deserto;

[3] Il mistico mondo delle similitudini, dove non esistono limitazioni fisiche;

[4] "Ombelico" in greco, pietra od oggetto dal valore mistico e religioso.

 

 

 


 


 

Nota:

Ben ritrovati!
Cosa volete che vi dica? Evidentemente "A song for heart and soul" aveva ancora qualcosina da dire. In effetti, che fra i personaggi della raccolta non ci fosse proprio Luke, da sempre uno dei miei favoriti, era un oltraggio che esigeva vendetta (dei Sith?). Per cui, ecco questo quarto capitolo – chiamiamolo così, anche se è distaccato dal nucleo principale – interamente dedicato a lui ^_^
Se devo essere sincera, non sono molto convinta di quello che ho scritto, ma, come al solito, sarete voi a giudicare. Naturalmente - dato che, anche se non riesco mai a buttare giù niente che superi le 1500 parole, queste minuscole fic su Star Wars sono tutte più o meno legate fra loro - se, leggendo, trovate qualcosa che vi lascia perplessi, la risposta alle vostre domande la troverete proprio in "A song for heart and soul" e in "Sound of Silence" (sono subdola, lo so, e anche un po' perfida) XD
Intanto vi ringrazio sin d'ora se avrete voglia di scrivermi cosa pensate di questa piccola OS, e se vorrete aggiungerla in una delle liste messe a disposizione da EFP.
Ringrazio anche i lettori silenziosi che verrano a dare un occhio da queste parti ;-)
La mia pagina fb, Lost Fantasy, è aperta a tutti, e vi aspetta numerosi! Venghino, signori, venghino! (per raggiungermi in fretta, basta cliccare sull'icona con i due gioppini vicino all'immagine del profilo).

A presto? E chi lo sa?

#decideilPiccoloPadawan

Che la Forza sia con voi!
 

padme


 

P.S: ovviamente, anche questa storia è piena zeppa di citazioni e riferimenti vari ed eventuali, principalmente a "Dune" (sono monotona, lo so, ma faccio un po' di fatica a considerare l'opera di Frank Herbert completamente slegata da Star Wars), e alla saga di Darkover (chiya, chiylla = piccola, piccolina in Darkovano) di M.Z.Bradley.

   
 
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