C’era vento quel giorno, così tanto vento che spesso che alcuni fiori si staccavano dai rametti fluttuando via leggeri e vasi sui tombini ai lati del prato cadevano, mentre le catenelle delle scale movibili tintinnavano.

I capelli gli si arruffavano tutti sulla testa, come una piccola criniera, di un piccolo leone.

Regulus guardava senza fiatare quel piccolo giardino che era il cimitero, era contento si trovasse lì, non avrebbe potuto chieder posto migliore per suo padre, ma del resto Sisifo, lo conosceva bene suo fratello.

Era immerso nei suoi pensieri da quando erano arrivati, da quando il vento di quella giornata indecisa tra il sole e la pioggia, lo aveva investito appena varcato il cancello.

Era immerso nei suoi pensieri mentre stava fermo a contemplare la terra che ora copriva le spoglie del genitore, e anche mentre sistemava insieme al giovane zio i fiori nuovi che dovevano essere piantati.  
Sisifo non faceva domande, non  lo richiamava alla realtà, si limitava a dargli indicazioni per spostare più in qua o in là i vasi che avevano portato.

Lo sapeva, lo conosceva, è figlio di Ilias, assaporava il contatto con la natura pura come faceva sempre anche lui.

E Regulus trovava magnifica la sensazioni di trovarsi lì, in mezzo a quel vento, che se fosse stato un po’ più leggero lo avrebbe fatto volare via, come una foglia d’autunno

“C’è proprio una bell’aria oggi -  sentì Sisifo dire – credo proprio che Ilias apprezzi”
“A lui piacciono giornate come questa?” sentì El Cid chiedere di rimando

Suo padre era sempre stato un tipo in un certo modo misterioso, non si poteva mai essere veramente certi di cosa gli piacesse, ma il ragazzino era abbastanza convinto che giornate come quelle facessero parte delle poche cose sicure.

Sorrise tra sé, sarebbe rimasto lì per un tempo infinito.

Aveva smesso di aver paura dei fantasmi e dei cimiteri, adesso luoghi come quello gli trasmettevano solo una sensazioni di infinita tranquillità e sarebbe rimasto volentieri a godersi ancora un po’ quel giorno lì accanto a suo padre.
Ma il sole stava tramontando velocemente e il freddo si stava facendo più intenso,  infatti Sisifo lo richiamò per andare a casa. Non avrebbe voluto, ma i brividi che sentiva lo convinsero che non era il caso di farsi venire un malanno.

Si avviò per seguire lo zio e l’amico quando con la coda dell’occhio vide una girandola. In realtà l’aveva notata già altre volte ma in quel giorno ventoso era stata particolarmente visibile mentre vorticava allegra e colorata in lontananza.

“Senti – disse avvicinandosi al ragazzo più grande – secondo te, se la prossima volta porto una girandola, a papà piacerà?”

Sisifo lo guardò un attimo, guardò quel ragazzino che si sforzava di essere grande, anche se non si è mai abbastanza grandi per perdere un genitore, e gli sorrise

“Certo Regulus, a lui piace qualsiasi cosa provenga da te”

Aveva usato il presente, tutto il tempo che erano  stati lì l’avevano fatto, come se Ilias fosse stato ancora con loro, ma cosa diceva, certo che c’era, solo che adesso avrebbe dovuto usare una vista diversa per vederlo.
 





Angolo dell'autrice:
dedicata ad una persona che per me è sempre stata molto importante, ma non ho mai capito quanto, finchè non l'ho più avuta accanto
I.LY.D.