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Autore: Loving Oerba    08/09/2016    0 recensioni
Quando cammino mantengo sempre lo sguardo basso, per evitare buche o spiacevoli incontri che le mie scarpe non gradirebbero.
Allo stesso modo mi dirigo verso scuola, quello spiacevole ammasso di cemento e vernice che noi alunni siamo costretti a frequentare già da tre lunghissimi mesi.
E se la magia delle vacanze natalizie portasse qualcosa di buono?
Si dovrà scegliere fra una torta salata e una crostata: io, purtroppo o per fortuna, le amo entrambe e voglio che anche tu possa imparare ad amarle.
Genere: Fluff, Poesia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Crack Pairing
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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 Capitolo I: - Le domande dell'inverno -

“Perciò le anime nostre, che una sono, non subiscono, se io devo partire, una frattura,
ma un'espansione, come oro ad eterea lievità battuto.

Se sono due, sono due a quel modo che sono due le gambe del compasso;
l'anima tua, il piede fisso, non sembra muoversi, ma lo fa, se lo fa l'altra.
E sebbene rimanga fissa al centro, però, mentre quell'altra erra lontano, s'inclina
e si protende verso quella, e si raddrizza quando quella torna.
Tale sarai tu per me, poiché devo, come quell'altro piede, andare in giro;

la tua fermezza rende il mio cerchio perfetto,
e mi fa finire, dove io ho avuto inizio.”

Terza superiore, 3C, ora di inglese, autore: John Donne. Perchè questo scemo di un poeta deve paragonarsi alla gamba di un compasso? Non aveva nient'altro da fare a quell'epoca?

Eccomi al secondo banco, due occhi verdi assonnati, capelli corti castani e un caldo maglioncino che mi prepara all'imminente pisolino. Io sono Nicole e non so per quanto ancora resisterò a questa noia.
Fortunatamente oggi è l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie e questa sera ci sarà una festa a scuola, il classico ballo scolastico fino a mezzanotte, chissà se vedrò qualche Cenerentola perdere la scarpetta.
Ovviamente io non vi prenderò parte, magari passerò a dare un' occhiata, ma niente di più.
Da notare che io sto formulando tutti questi pensieri, piuttosto che ascoltare la spiegazione del dannato poeta metafisico. Metafisico, quindi che va oltre... ma oltre dove? Ma a chi pensi che servano le tue poesie, Mr. Donne?

5,...4,....3,...2,....1, driiin! Oh, grazie, la fine delle sofferenze, ciao ciao scuola e benvenute vacanze.
All'uscita dal carcere mi compare davanti il rappresentante d'Istituto con l'ennesimo volantino per il ballo scolastico. Ringrazio e lo metto in tasca (lui non saprà mai che lo userò per spegnerci la mia sigaretta!)
Solita strada a testa bassa, accompagnata dalla più bella della scuola, Silvia, mi sento un re, perché la regina è già lei.
Arrivo al piazzale dei pullman, la saluto e trascorro il mio solito quarto d'ora sulla mia poltroncina di fianco al finestrino, con le cuffie nelle orecchie e tanta voglia di riposare.
Vado a casa della zia, che mi prepara delle profumate lasagne e di secondo branzino alle olive, il mio preferito.

Riposino, televisione, cena, fino a che non arrivano le 21 ed è nuovamente l'ora di andare a scuola. Questa volta sarà una scuola di piacere, chissà quante donzelle in vestitino, streghe e principesse, ci sarà da divertirsi.
Che bello, fra l'altro sta anche nevicando. Bene, almeno sarò di buon umore.
E allora andiamo. Entro in palestra e mi accoglie Silvia con il suo solito sorrisetto furbo, io le sorrido a mia volta e vado a prendere qualcosa da bere.
Le 21:30, le 22 e vado a ballare, le 23:00, mezzanotte.
Ovviamente mio fratello è in ritardo, è già l'una di notte e se ne sono già andati tutti. La bidella mi chiede se voglio ancora compagnia, ma io la ringrazio ed esco da scuola. Cammino verso il parcheggio, magari mio fratello sta lì.

Senza neanche accorgermene all'improvviso mi viene fuori dalla bocca un “MA SEI MATTA?”
Vedo cadere a terra Ylenia, una della 3B. Non ho mai avuto una considerazione molto positiva di lei, ai miei occhi era dipinta come la classica sfigatella goffa, ma nonostante tutto l'ho sempre salutata con gentilezza.
Cammino velocemente verso di lei e la trovo con le ginocchia a terra, in mezzo alla neve. Trema e io non so che fare.
Ad un tratto ricordo le parole di Silvia di chissà che spiegazione scientifica “due corpi freddi se si incontrano ne formano uno caldo”, così senza pensarci su due volte appoggio delicatamente le mie mani sulle sue in modo tale da imprigionarle e scaldarle.
In me si compie rapidamente, come i battiti del mio cuore, una rivoluzione e per la prima volta i miei occhi timidi non guardano più l'asfalto, ma si incrociano con lo sguardo di Ylenia.
Dopo un paio di minuti ecco la magia, le nostre mani sono calde e io le sto sorridendo.
Mi alzo in piedi e sento la voce di mio fratello che mi chiama. E' ora di andare, a presto Ylenia.
Corro via senza dire nulla e mi infilo in macchina. Cosa ci faceva a terra? Stava forse piangendo e non me ne sono accorta? Ci sarà qualcuno a riportarla a casa?
Il tragitto non sarà lunghissimo da scuola a casa, ma Ylenia, io ti penserò. 

   
 
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