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Autore: RedStar12    01/05/2009    3 recensioni
Fanfic liberamente ispirata al film "Nella mente del serial killer" (regia di Renny Harlin), con i Gold Saint come protagonisti.
Un equipe di studenti di criminologia, accompagnata dai mentori e da alcuni laureati, trascorre tre giorni su un'isoletta sperduta nel mar della Grecia per esercitarsi sul campo.
Ma quella che doveva essere una tranquilla simulazione si trasforma in una terrificante corsa contro il tempo quando gli studenti iniziano a scomparire misteriosamente uno dopo l'altro. Chi è rimasto deve valutare bene di chi fidarsi e di chi non fidarsi, in un crescendo di tensione e terrore.
Tra amori segreti, paure nascoste e sospetti insospettabili, solo una cosa è certa: l'autore di tutto ciò... conosce le sue prede... le spia... non si fa vedere... ma sarà uno degli studenti superstiti o uno di quelli scomparsi?
Avvertenze: titolo provvisorio
Genere: Thriller, Suspence, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 2 - Professione: profiler Professione profiler

-Che ti ha detto l'informatore?- domandò piattamente Camus, fogliando pigramente un fascicolo rilegato, con fogli fitti fitti di scritte al computer, intervallati ogni tanto da copie di foto a dir poco raccapriccianti. Rivolse una breve occhiata fuori dal finestrino della macchina, osservando il cielo notturno punteggiato da qualche sparuta stellina e su cui splendeva una falce di luna che illuminava cupamente la stradina. Deglutì silenziosamente, cercando di soffocare il brividino che gli era salito lungo la schiena.

Presentazione: Camus Valère Fortesque; 20 anni, nazionalità francese; alto, fisico statuario e longilineo, viso ovale; capelli indaco, lisci e lunghi, occhi blu zaffiro. Carattere: freddo, metodico, riflessivo, diplomatico. Professione: studente di criminologia, specializzato in fisica e chimica.

-Mai visto le vittime, mai visti i presunti killer. Però ha notato delle macchine che corrispondono alla descrizione del testimone del primo rapimento stazionare davanti alla casa dove ci stiamo dirigendo- rispose in modo leggermente piccato Milo, alla guida del veicolo, stringendo gli occhi per mettere meglio a fuoco la strada strerrata che stava percorrendo, illuminata a malapena dai fari dell'auto, la cui luce fendeva a malapena l'oscurità notturna, talmente fitta che si sarebbe potuta tagliare con un coltello. Le mani strette convulsamente sul volante, gli occhi socchiusi tanto da formare due fessure e la smorfia simile ad un ringhio lasciavano trasparire tutta la sua agitazione e la sua furia.

Presentazione: Milo Achilleas Portokalos; 21 anni, nazionalità greca; alto, fisico statuario, profilo da statua greca; capelli viola, ribelli e lunghi, occhi azzurri e luminosi. Carattere: estroverso, impulsivo, testardo, carismatico. Professione: studente di criminologia, specializzato in tossicologia (=studio di veleni, droghe e farmaci) e virologia (=studio di virus e batteri).

-Siamo arrivati- affermò pochi minuti dopo Milo, fermando il motore dell'auto a pochi passi da una casa isolata su un piccolo promontorio greco. L'atmosfera era inquietante. La casa era in parte diroccata, le finestre sbarrate da assi di legno semi mangiato dalle tarme, le pareti ormai completamente ricoperte d'edera. Da una delle finestre sbarrate filtrava una debole luce, segno che qualcuno era in casa.
Camus socchiuse i limpidi occhi blu, portando una mano alla fondina della sua pistola -Esco e vado a controllare. Tu resta qui, se ho bisogno di supporto vengo a chiamarti- ordinò con fare perentorio il francese, scendendo dalla macchina, lasciandovi dentro un Milo alquanto seccato, che sbuffò e s'appoggiò al volante dell'auto. Intanto i passi di Camus s'infrangevano sulla ghiaia del terreno, passi lenti, passi misurati. Quando giunse davanti alla casa, bussò lievemente alla porta, ma non ottenne risposta. Cercò di bussare nuovamente, ma proprio in quel momento un urlo femminile invase la zona.
-Cazzo!- imprecò Milo ad alta voce, sobbalzando e afferrando di scatto la radio dell'auto, urlandovi dentro poche frasi concitate -Alpha 1 a Alpha 2. Richiendo rinforzi al n° 9 di Via delle Rose. Forse abbiamo scoperto il killer dell'Acropoli. Ripeto, richiedo rinforzi. Passo-. Dopo aver rimesso a posto (si fa per dire) la radio, il greco afferrò la pistola e raggiunse il francese, che era con la schiena praticamente incollata alla parete e la pistola sfoderata. I due si scambiaro uno sguardo d'intesa, poi Milo buttò giù la porta con un calcio secco ed entrò nella casa puntando la pistola davanti a sè.
-Libero- affermò, osservando la stanza semibuia. Camus lo raggiunse -Va avanti tu, ti copro le spalle- gli sussurrò, procedendo dietro di lui, con la pistola sempre sfoderata. Il pavimento era macchiato di sangue, che formava una sorta di scia che portò i due ragazzi fino ad una porta semichiusa, da cui filtrava un filo di luce. I due ragazzi avanzarono quatti quatti fino a raggingere la porta e si appoggiarono delicatamente al muro, ai lati della porta, respirando affannosamente. L'adrenalina aveva iniziato a scorrere nelle loro vene, mescolandosi al loro sangue in un miscuglio che pareva poter esplodere da un momento all'altro.
Un'altro sguardo d'intesa, poi Camus allungò cautamente la mano destra verso la porta, aprendola con circospezione, per poi entrare in punta di piedi, seguito da Milo, tenendo la pistola davanti a sè. Inutilmente. Perchè in quella stanza che un tempo doveva essere stata una camera da letto (come testimoniavano il letto dalle coperte consunte, i mobili tarlati e la specchiera spaccata) c'erano solo cadaveri. Il cadavere di un'adolescente dai capelli biondi giaceva in una posa scomposta ai piedi del letto, uno squarcio che le tagliava il collo candido e un rivolo di sangue che le colava dalle labbra rosse; poco più in là sul cassettone ormai completamente rosso giaceva il corpo senza vita di una ragazza identica all'altra, i capelli biondi macchiati di sangue e gli occhi grigi spalancati dal terrore; infine sul letto giaceva  il cadavere di un uomo sulla quarantina, capelli castani e occhi neri, con un foro di proiettile sulla fronte. Le due ragazze scomparse e uno dei loro rapitori.
-Merda...- imprecò a bassa voce Milo, abbassando per metà la pistola, imitato da Camus, che squadrò i cadaveri delle ragazze -Il nostro killer deve aver ucciso la prima ragazza (quella ai piedi del letto), ma è stato freddato dall'altra sua preda, che deve essere riuscita ad impossessarsi della sua pistola- osservò, notando la pistola ancora fumante sul cassettone, a pochi centimetri dalla mano del cadavere. Nei suoi occhi si leggeva l'ansia di un'antico ricordo ormai quasi sepolto.
-Il killer che diventa vittima. Ma chi ha ucciso la seconda ragazza?- si chiese il greco, compiendo un giro a 270° su sè stesso, trovandosi faccia a faccia con il francese, ma i suoi occhi si posarono dietro di lui, sulla porta che dovava condurre al bagno, semichiusa. Strinse leggermente l'occhi sinistro mentre Camus ruotava le pupille per poter osservare dietro di sè.
Fu un attimo. La porta si spalancò all'improvviso e una figura scura ne emerse, gettandosi su Camus con tutto il peso del suo massiccio corpaccione, ma il francese, messo in guardia dal linguaggio muto del compagno, fu rapido a scansarsi lateralmente, sbilanciando in questo modo il killer, che cadde riverso sul pavimento di legno tarlato. Prima che potesse rialzarsi, Milo gli puntò la pistola alla testa -Non muoverti se non vuoi che ti faccia saltare il cervello- lo minacciò, togliando la sicura della pistola.
E proprio in quel momento...
-STOP!- trillò una voce registrata proveniente da qualche altoparlante nascosto, mentre le luci si accendevano, illuminando le stanze fino a quel momento immerse nell'oscurità. Rivelando in questo modo che i presunti cadaveri delle ragazze e del killer altri non erano che manichini abilmente fabbricati in modo da sembrare quasi indistinguibili dalle persone in carne e ossa. Camus e Milo rinfoderarono le rispettive pistole, mantre il "secondo killer" si rialzava da terra con un'agile mossa, rimettendosi in piedi e spolverandosi gli abiti dalla polvere. -Ma come cavolo hai fatto a beccarmi così in fretta? Eppure ero certo di essermi nascosto bene...- esclamò il poliziotto, guardando in basso per non pestare le macchie di vernice rosso sangue che chiazzava il pavimento mentre avanzava verso il cassettone, afferrando la pistola e rimettendosela nella fondina. Milo ghignò, indicando la porta dietro la quale l'agente si era nascosto -La prossima volta chiudila meglio, è stato fin troppo facile indovinare dove ti eri nascosto- ridacchiò, dando una gomitata a Camus, che sembrava in trance -Camus, sei ancora con noi?- lo chiamò, scuotendolo leggermente. Il francese sbattè le palpebre, come se si fosse appena svegliato, e fissò il partner -Sì, va tutto bene- si affrettò a dire, cercando di nascondere il lieve tremito che gli increspav la voce.
Mentre altri agenti di polizia raccattavano i manichini e altri oggetti sparsi per la casa, Milo e Camus uscirono dalla stanza per lasciare più liberta agli agenti, e si diressero in salotto, dove Sion, il loro mentore numero uno, era intento a prendere appunti sulla sua cartelletta.

Presentazione: Sion Gyatso; 40 anni, nazionalità tibetana; alto, fisico asciutto ma robusto, volto ovale con un accenno di barba, due nei sulla fronte; capelli biondo-verdi, lunghi e lisci, occhi violetti, con un paio di occhiali da vista(1). Carattere: severo, accorto, comprensivo. Professione: criminologo, insegnante di criminologia all'università di Atene, specializzato in serial killer.

-I miei complimenti, ragazzi- si complimentò il mentore, rivolgendo una sguardo orgoglioso ai due studenti -Siete riusciti ad individuare il secondo killer e a catturarlo in meno di un minuto. Il vostro record personale- commentò poi, finendo di scrivere sulla cartelletta e aggiustandosi gli occhiali sul naso. Milo sorrise compiaciuto mentre Camus rimaneva indifferente, il volto chino. Non esprimeva mai le sue emozioni.
In quel momento nella stanza entrò, con un improponibile scivolata, Dohko, il secondo mentore dei ragazzi, che si fermò con una frenata fluida proprio davanti ai ragazzi -Ho seguito la vostra performance dalla sala macchine, siete stati fantastici!- si complimentò, raggiante.

Presentazione: Dohko Liu-Wang; 40 anni, nazionalità cinese; un pò basso e tarchiato, mento leggermente quadrato, pelle abbronzata; capelli castano-rossicci, corti e ribelli, occhi verdi. Carattere: giovale, saggio, comprensivo. Professione: criminologo, insegnate di criminologia e braccio destro di Sion, specializzato nell'informatica.

Sion alzò gli occhi al cielo davanti alla performance del suo assistente -Non esagerare Dohko- lo rimproverò pacatamente, le labbra strette a formare una linea sottile. Dohko si voltò verso di lui -Non sono io ad esagerare, ma tu a minimizzare- ribattè, allargando le braccia -Hanno agito come dei veri profiler provetti, Sion, ammettilo-
Sion si morse l'interno delle guancia, picchettando nervosamente la penna sulla cartelletta -Non hanno fatto nè meglio nè paggio degli altri- si limitò a dire, voltandosi ad osservare la notte fuori dalla finestra. Dohko sorrise furbescamente -Qui qualcuno è deluso e incavolato perchè il suo allievo preferito è stato "ammazzato" dal killer...- lo prese in giro, alludendo alla disastrosa prova della precedente coppia di studenti. Sion si irrigidì. Dohko aveva fatto centro. Delle volte odiava avere uno dei migliori profiler del globo come assistente, nonchè migliore amico. Milo ridacchiò senza farsi sentire, Camus rimase silenzioso, lo sguardo fisso sul cielo notturno fuori della finestra, le mani in tasca e gli occhi lontani degli anni.
-Voi due!- esclamò improvvisamente Sion, voltandosi verso i due studenti e puntando verso di loro la penna come se fosse una spada. Entrambi, colti di sorpresa, scattarono sull'attenti come dei perfetti marines ben addestrati. -Tornate al campus e andate subito a dormire. Domani vi voglio freschi e riposati alla mia prima lezione, guai se ritardate anche solo di cinque minuti!- ordinò loro con voce ferma, indicando con l'onnipresente penna la porta d'uscita, quasi subit imboccata da entrambi gli studenti.
Poco prima che uscissero, i due studenti videro un sorriso disegnarsi sulle labbra di Sion. -Domani ci sarà una sorpresa per tutti-

(1) *RedStar12 rotola dalle risate* Oddei... scusatemi... ma non ho saputo resistere... Sion ce lo vedevo troppo bene con gli occhialetti sul naso e l'aria da prof delle superiori... mpf...

Scrittoio dell'autrice

Ed ecco presentati i primi personaggi. Finalmente sono riuscita a finire 'sto chap, dopo aver visto e rivisto "Nella mente del serial killer" per almeno dieci volte. Altro che psicopatici, io sono malata di mente più di loro. Muahahahah!
Ahem... *tossicchia* Dunque, come avete notato, ho dato ai Gold una specializzazione, oltre alla criminologia: Camus ce lo vedevo troppo bene come fisico e perito chimico (azoto liquido, ghiaccio secco e legge dello Zero Assoluto vi dicono niente?) e Milo sembrava tagliato per la parte del tossicologo (velenì, velenò... *RedStar12 conticchia come una deficente*). Ora lancio un appello a chiunque sia appassionato di CSI, Criminal Minds et similia: ho bisogno che mi suggeriate le specializzazione per gli altri Gold, in base al loro carattere o al loro potere nell'anime originale. Se avete anche un briciolo di mezza idea, ditemela tramite le recensioni o la mia e-mail: valefurl94@libero.it
Scusate se non rispondo alle recensioni del chap precedente, ma mi limito a ringraziare calorosamente chi ha commentato la fic (Gem, Love_in_indleness, antote, Mymoon96 e miloxcamus), chi l'ha messa già tra i preferiti (leyda e Tikal) e infine chi l'ha aggiunta alle storie seguite (antote, Gem, leyda, Love_in_indleness e Mymoon96), vi voglio bene (SMACK!), ma è tardissimo e se non vado a dormire mamma mi uccide e domani non mi sveglio in tempo per andare da papi. Prometto che vi rispondo nel prossimo chap!
Un bacione, RedStar12
  
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