James e la ragazza entrarono nell’edificio. Lei continuava a guardare per terra.
«C’è qualcosa che non va?» chiese lui.
«Tutto non va. Te l’ho già detto.»
«Sembri ancora più pensierosa del solito.»
«Non so… è come se qualcosa mi stesse dicendo di aiutarli…»
«Chi? I partecipanti?»
Lei non sapeva spiegarlo bene… però sentiva una voce, una forza, che la spingeva ad unirsi al Progetto. Era sicura che dovesse farlo.
«Esatto. Devo entrare anche io.»
«Sai bene che è rischioso. Non sappiamo cosa potrebbe succedere se inseriamo pure te. Il tuo arrivo non è programmato.»
«Lo so. Magari sarà proprio questo a salvarli. Devo entrare. Me lo sento.»
«Sai quello che Hey Icy potrebbe fare. Non è un semplice conduttore.»
«Ho fatto la mia decisione. Te l’ho ripetuto anche la settimana scorsa. Devo. Entrare. E devo farlo in questo modo. Forse si ricollega alle mie memorie perdute…»
Purtroppo aveva perso i suoi ricordi. Tutte quelle pillole le avevano fatto scordare cosa le fosse successo durante la sua infanzia, la sua adolescenza… però qualche cosa rimaneva, e questo Progetto l’avrebbe aiutata.
«Va bene. Io però ti ho avvertito.» disse James. «Meglio che facciamo una revisione dei concorrenti. Una cosa veloce, meglio non ritardare sulla scaletta. Se vuoi possiamo scommettere sul vincente.»
«Non è il momento. Questi ragazzi sono qui contro la loro volontà. E poi, cosa scommetteremmo, di questi tempi?»
James fece spallucce.
I due si spostarono verso un’altra porta, questa si apriva su un corridoio, per nulla decorato e strettissimo. L’unico modo per procedere era in fila indiana. Sulle pareti si trovavano diciotto tablet, ciascuno dei quali conteneva il profilo di uno dei ragazzi che avrebbero partecipato al reality. Alla fine si trovava una seconda porta, che l’avrebbe condotta, alla fine, da loro.
Loro non avevano idea di quello che stava per accadere. Non avevano idea di quello che gli era accaduto.
Il primo era un certo Damerae. Aveva diciannove anni, proveniva dalla Giamaica. I suoi capelli erano neri, tirati indietro e avvolti in treccine che gli arrivavano alle spalle. Qualcuna di esse era rosa. Anche la sua carnagione era scurissima, era molto muscoloso e alto un metro e novantacinque. Alla ragazza non piaceva la sua capigliatura, ma chi era lei per giudicare?
«La sua altezza ha dato problemi.» sospirò James. «Ma niente che non riusciamo a gestire.»
Poi c’era Santos, diciassettenne. Capelli neri, folti, e carnagione olivastra. Era scritto che era alto 1.70. A dire la verità il suo rapimento non era nei piani, ma si era nascosto nella casa di Damerae. Perché? Chi lo sa. Ma lasciarlo libero avrebbe comportato troppi rischi. Era vestito con una maglia bianca a maniche corte, jeans strappati e scarpe da ginnastica. Da quanto era riportato, sapeva drogare le persone a loro insaputa. Inusuale, ma non era il soggetto più strano del gruppo.
C’era una ragazza sedicenne, Darcy, che era vestita in modo… originale, a dir poco. Portava un bracciale di pelle borchiato al polso destro, un giubbotto di pelle nero corto, delle parigine nere, un vestitino senza spalline di tartan con stampa fucsia, verde militare, viola e giallo fluo, orecchini lunghi d'argento a cerchio e degli stivaletti neri con il tacco alto. Capelli color castano le scendevano per la schiena, occhi dorati e pelle color luna. Aveva anche un tatuaggio, ma non era distinguibile dalla foto che avevano recuperato. La sua storia era un mistero.
Vicino al suo profilo, quello di un certo Daniel. Aveva un volto rotondo e capelli corti e biondi. I suoi occhi verdi però spiccavano su tutto. Fortunatamente era vestito in modo normale –almeno secondo lei-, con camicia bianca, giacca nera e jeans.
Poi c’era Nicole. Bassina, con capelli rossi e lunghi e occhi blu cobalto. Anche il suo vestiario era costituito da colori accesi: ballerine rosse, polo gialla e degli short blu chiaro.
«Lei è una di quelle che se l’è passata meglio durante la sua vita.» fece James.
«Sì, forse. Almeno è sopravvissuta.»
«Beh, hai letto cosa è successo a Melody? Quella con i capelli castani, pelle chiara, occhi azzurri..? E pensare che ha solo sedici anni.»
Quella ragazza vestita con le calze giapponesi e la magliettina rosa? Sì, l’aveva letta.
«Dovevamo rapire proprio loro? Tra tutta la popolazione esistente?»
«C’è un motivo se loro sono stati scelti, ricordalo.»
Davanti ai suoi occhi adesso c’era il profilo di Alice. Un’altra ragazza con capelli mossi color fuoco e carnagione mulatta. Un occhio di colore viola, l’altro verde chiaro. Era molto magra e snella, tant’è che James si chiedeva come fosse possibile mantenersi così in forma.
Dall’altra parte della parete c’era il profilo di Erick. Un basso sedicenne vestito con una maglietta bianca e jeans lunghi, capelli castani, arruffati. Non si sapeva molto nemmeno di lui.
Charlie invece era appena diventato adulto. I suoi capelli erano neri e lunghi, e sul braccio destro aveva tatuato il viso di una ragazza, probabilmente di un anime. Portava una t-shirt viola e un pantalone grigio.
«Io punto su Aisha.» disse inaspettatamente James. «Secondo me arriverà lontano.»
Aisha era una ragazza molto alta, di pelle scura. Aveva dei bellissimi occhi color nocciola, un po' a mandorla, il naso a patata e le labbra pronunciate. I suoi capelli ricci e neri erano legati accuratamente in delle trecce africane. Al collo portava una collana di diamanti. Non erano riusciti a capire come l’avesse ottenuta. Una dei partecipanti più grandi, aveva venti anni.
«Secondo me… invece….» la ragazza non voleva scommettere, ma per far contento James, indicò lo stesso un tablet. «vincerà lei!»
«Il suo nome completo è Sabi Tennax. A quanto leggo è alta un metro e sessantasei. Ha capelli rossi lunghi e scompigliati e occhi marrone chiari. Cosa ti fa pensare che potrebbe vincere?»
«Non so… l’ho scelta a caso, a dire la verità… non ho nemmeno letto il suo profilo.»
«Beh, Aisha per me ce la potrebbe fare. Oppure anche Jill.»
Jill aveva diciotto anni, capelli biondi raccolti in una treccia e occhi azzurri. Nella foto che si trovava sul suo profilo indossava una camicia azzurra e dei jeans e delle converse blu notte. Pareva una ragazza molto tranquilla, e sembrava avere una passione per i film. Aveva anche una gemella… James avrebbe trovato il modo di inserire anche lei nel reality.
«E dei ragazzi?» chiese lei. «Secondo te non hanno speranze?»
«No, no… anche loro hanno degli elementi validi. Ma come sai, l’importante non è chi vince. Perché sai che poi, non vincerà nulla…»
«Anche se gli prometterai un premio cospicuo, lo so… gli diremo mai la verità?» domandò la ragazza, mentre sbirciava il profilo di Keegan, un ventenne abbastanza alto, con capelli biondi a moicano. I suoi occhi, grigi, le piacevano molto, ma l’attirava in particolar modo la t-shirt blu, con sopra stampato l’occhio di Sauron e sotto di esso una scritta: I see you. Oltre ad esso aveva anche una collanina d’argento con appesa una riproduzione dell’Unico Anello, e il profilo riportava anche un tatuaggio dell’occhio di Sauron (di nuovo) sul pettorale sinistro. Un vero fan.
«Quando sarà il momento la scopriranno da soli. Comunque non preoccuparti troppo, eh. Ce la faranno… probabilmente.»
L’ultima ragazza si chiamava Elizabeth: pelle bianca, capelli arancioni mossi, occhi verdi, diciassette anni e alta un metro e settanta, con lentiggini su tutto il corpo. Sotto alle informazioni relative alla sua vita si trovava una scritta: Esterna
«Hai deciso che lei non parteciperà direttamente, vedo.»
«Non serve, non dovremo analizzarla. Però ricoprirà ugualmente un ruolo importante per il resto dei concorrenti. Intervisterà gli eliminati, ed eventualmente entrerà in contatto con gli altri.»
«Il cosiddetto, doposhow, giusto?»
«Se così vuoi chiamarlo… anche William e Jason non saranno concorrenti.»
«Potevo aspettarmelo.»
Il tablet successivo era spento; i dati non erano accessibili.
«James, questo profilo non funziona.» gli fece notare.
«Credo sia per… Philip. Arriverà più tardi nel reality, ma dubito che farà grandi cose. Strano che sia così diverso dagli altri.»
Prima di arrivare osservò il profilo dell’ultimo concorrente: il suo nome era Nadir. Aveva i capelli blu, color mare, occhi eterocromatici; il destro rosso e il sinistro verde acqua. Possedeva un fisico abbastanza allenato e non era né troppo alto né troppo basso. La sua pelle era diafana, se la ragazza s’impegnava, riusciva a vedere i capillari sotto ad essa…
«Ehi, questo ti dice qualcosa?» le chiese James.
Non riusciva a rispondere. Sentiva che, in qualche modo, questo Nadir era connesso alla sua vita.
Eppure non voleva dire nulla al suo compagno di ricerche. Se fosse stato proprio James il motivo per cui non ricordava nulla?
«Nah… giusto, ero interessata ai suoi… capelli…»
«Comunque, se sei pronta… devi aprire questa porta. Vuoi che ti accompagni?»
«No, da qui so cosa devo fare. Grazie, comunque. Non è che non mi fidi di te, ma… preferisco fare a modo mio. Se mi perdo puoi sempre venire a cercarmi.»
«Beh, diciamo che puoi dire così.»
«Allora comunicherò ad Hey Icy che ci sei anche tu.»
«Mi raccomando, faglielo sapere. Non vorrei creare ancora più problemi.»
«Cercherò di fare il mio meglio… ci vediamo dopo, Erika.»