"Light-kun, I'm sick"
 

"Light-kun, sono malato"


E pensare che quel giorno tutto sembrava andare per il verso giusto: non aveva corsi all'università, Misa non l'aveva ancora stressato coi suoi soliti messaggini petulanti e Ryuk lo aveva lasciato dormire più del solito, prima di cominciare, giustamente, a richiedere della sua abituale colazione: mele rosse e succosissime.


Stava, appunto, giusto per aprire il Death Note e scrivere un paio di nomi: gli ultimi criminali apparsi in TV quella mattina stessa.
Quando un leggero bussare alla porta lo destò da suo operato. 
Un Ryuzaki abbastanza malconcio era apparso all'uscio della sua stanza affermando di essere malato.


"Si, Ryukazi, sei malato. Dov'è la novità esattamente?"


Tentò di buttarla sullo scherzo, sperando, in qualche modo, di levarselo di torno abbastanza presto.
Ma, questo si sedette per terra, nella sua tipica posizione, portandosi un pollice tra le labbra.
Gli uscì quello che fu la simulazione di un colpo di tosse.


"Light-kun, sono malato." ripeté come un bambino cocciuto. 
"Non è forse il tuo compito prenderti cura di me? In fondo sei l'unico amico che ho"


Lo guardò dal basso con i suoi occhioni enormi e neri, apatici come sempre, Elle non tradiva mai nessuna emozione.


Un altro colpo di tosse, più finto del precedente.


"E va bene, e va bene" disse seccato.


Si alzò dalla sua solita postazione alla scrivania, la postazione Kira.
Si chinò il necessario per caricarsi Elle tra le braccia e posarlo delicatamente sopra il suo letto.


"Ora ti porto del thè, va bene? Stai buono qui"


Si raddrizzò e cominciò ad avviarsi verso la porta.


"Light-kun, nel mio.."


"Sei zollette di zucchero, lo so, ora stai buono"


Ed uscì dalla stanza.


Ritornò dopo qualche minuto con una tazza fumante di thè, rigorosamente dolcificato con sei zollette di zucchero, così come piaceva a lui.
Sorrise al pensiero di vederlo lì, tutto felice e malaticcio a sorseggiare il suo thè.


Non era poi così tanto male prendersi cura di lui dopotutto, sempre meglio di Misa che lo assillava praticamente in ogni momento della giornata.
Finì il suo thè e lo vide sdraiarsi per accingersi, molto probabilmente, a fare un sonnellino.


Allora Elle dorme, qualche volta


Tirò un sospiro di sollievo, se si fosse addormentato avrebbe potuto continuare con il lavoro che aveva lasciato a metà, almeno fino a quando lui non si fosse risvegliato.


Fece per alzarsi, quindi, ma non appena ci anche solo ci provò, due esili braccia gli circondarono la vita tirandolo verso il basso.


"Light-kun, sono malato. I malati hanno bisogno di coccole"


E certamente, in quel momento le reazioni avrebbero potuto essere tre: quella in cui si sarebbe sciolto come una fottuta ragazzina scout, quella in cui si sarebbe volentieri alzato per andare a vomitare e quella in cui si disperava per non poter finalmente finire il lavoro di Kira.
Ma poi lo vide appisolarsi adagiando dolcemente il capo nell' incavo del suo collo e non ebbe dubbi.


Sorrise involontariamente e con la mano non impegnata a tenerlo stretto a se, prese ad accarezzargli i lunghi capelli color pece.
Continuò fino a quando non sentì il suo respiro leggero e regolare contro il proprio collo, si era finalmente addormentato.
Ma, mentre pensava ad appisolarsi anche lui per donarsi qualche ora di meritato riposo di fianco a quell' orsacchiotto gigante, quest'ultimo parlò.


"Grazie Light, sei davvero un migliore amico"


Poi alzò di poco la testa schioccando un veloce bacio sulle labbra di un più che sorpreso ed incredulo Light, per poi riabbassare la testa e continuare a dormire come nulla fosse.


Light si perse un attimo ad osservare la parete bianca di fronte al suo letto, ancora incredulo, col cuore che batteva come tamburo impazzito contro la cassa toracica.


Si destò dal suo stato di trance, però, e si accorse che la sua nemesi si era finalmente addormentata tranquillamente respirando a pieni polmoni, come per prendersi ogni goccia del suo profumo.


Sorrise di nuovo, stavolta volontariamente.
Si disse che, francamente, il Death Note e tutti i criminali annessi da giustiziare per quel giorno avrebbero potuto attendere, se quello era il prezzo da pagare.


Così, prima di chiudere gli occhi per dormire, vide un Ryuk più che divertito mimare qualcosa con le labbra, parole che non riuscì a captare, perché troppo stanco.


Si addormentò di sasso, stretto alla sua nemesi come una fottuta ragazzina scout e non gli dispiaceva per nulla.


"Questi umani sono proprio uno spasso"

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