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Autore: Akune_Niives    09/09/2016    3 recensioni
Raccolta di flashfic, trasformate in OS, partecipante alla challenge "Chi, con chi, cosa facevano" trovata sul forum e della quale mi sono innamorata perdutamente!
Ogni OS contiene 3/4 flashfic poiché, essendo 30, non mi va di fare 30 capitoli di qualcosa o pubblicare 30 flashfic separatamente. Volete un'assaggio?
"E Liam aveva ragione.
Aveva provato talmente tante volte ad approcciarsi con Scott che ormai aveva perso il conto.
Ed era tutta colpa di Stiles.
Ci aveva provato dopo gli allenamenti di Lacrosse, ma Stiles aveva trascinato via Scott perché dovevano andare a giocare ad un nuovo gioco per Xbox a casa di Stiles.
Aveva tentato, allora, di parlarci prima degli allenamenti, ma arrivava sempre in ritardo per colpa di Stiles.
Aveva provato nei corridoi, a mensa, prima di entrare a scuola, quando uscivano da scuola, lo aveva seguito al centro commerciale nel tentativo di far passare il loro incontro per un caso ma ogni singola volta, spuntava fuori lui. Stiles."
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Derek Hale, Il branco, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Somewhere, in a world of love'
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Penso sappiate tutti come funzionano queste cose. In caso contrario, andate pure a leggere nel forum, alla sezione "challenge", in cosa consiste questa pazzia!
Avvertimenti: Non odiatemi! Ricordate, non ho scelto io queste coppie, è stato il caso!! Cercherò di aggiornare il prima possibile, circa ogni settimana.. Spero di farvi divertire, perché io sono esplosa dalle risate mentre controllavo i pairing..
Well.. Buona lettura :D



“Chi, con chi, cosa facevano”
PLOT BUNNIES
 


1) Stiles
2) Isaac
3) Liam
4) Jordan
5) Peter
6) Derek
7) Lydia
8) Scott
9) Allison
10) Kira










0) BONUS TRACK: 6 e 8 hanno una relazione clandestina. 1 li scopre.


Stiles corse via, con le lacrime incastrate fra le lunghe ciglia ed un principio di attacco di panico.

Era andato da Derek per confessargli tutto: i suoi sentimenti, le sue paure, le sue emozioni. Dopo 6 anni aveva deciso di non tenersi più niente dentro e di aprirsi con il licantropo. Aveva mandato a fanculo tutto, per lui. La sua famiglia, che non aveva ancora accettato la sua sessualità, la sua eterna cotta per Lydia, gli studi a New York. Tutto.

Ma mai si sarebbe aspettato di trovare quella scena una volta arrivato al loft.

Appena arrivato, non si era granché stupito della presenza della moto di Scott sotto al loft dell’ex-Alpha. Spesso il suo migliore amico andava a trovare Derek per avere consigli su cosa fare o come doversi comportare in determinate situazioni, sfruttando la maggior esperienza del moro.

Entrando nel complesso, però, si era stupito della musica talmente alta che si sentiva fin dall’ingresso. Pensò subito ad una festa ma il ricordo della reazione di Derek alla festa di Ethan e Danny qualche anno prima gli fece cambiare idea.

Così salì le scale fino al portone di Derek, lo aprì e… rimase pietrificato, come se in qualche angolo della stanza, nascosta, ci fosse Medusa circondata dai suoi letali serpenti.

Un brivido gli percorse la schiena e non riuscì nemmeno a dire qualcosa. Impossibile, per Stiles. Ma vedere Scott, suo fratello, che ballava insieme a Derek, entrambi in intimo e così stretti l’uno all’altro gli gelò il sangue. Sentì distintamente il rumore del suo cuore che si spezzava e non riuscì più a trattenere le lacrime, lasciandosi sfuggire anche un singhiozzo. La stanza si riempì di tristezza e delusione, tanto che l’odore arrivò dritto ai nasi dei due licantropi come uno schiaffo. Entrambi si voltarono di scatto verso Stiles ma non fecero in tempo a fare alcunché.

Stiles era corso via, lanciandosi giù dalle scale. Non si era accorto della musica che si interrompeva e di Scott che urlava il suo nome.

Voleva solo sparire. Sparire e non tornare mai più.

 
 
 

 


1) 1 e 7 sono ubriachi e 5 se ne approfitta.


«Ma che cazzo è successo qui?!» ringhiò a mezza voce Peter, rientrando nel loft.

Era sfuggito a quella festa subito prima che iniziassero a sparare musica a tutto volume. Derek era fuori città per delle commissioni, non sarebbe rientrato prima di mercoledì, e lui aveva dato il permesso ai giovani del branco di dare una festa in onore di Liam e Mason, i nuovi acquisti del gruppo. Ma non si sarebbe mai immaginato di ritrovare quel disastro una volta rientrato: carta igienica ovunque. Intorno ai mobili, sul soffitto (come diavolo ci erano riusciti??), intorno alla tv, avevano addirittura avvolto qualcuno stile mummia che adesso stava dormendo sul pavimento fra la cucina e il salotto. O almeno, Peter pregò che stesse dormendo e che non fosse morto, altrimenti sarebbe stato un grosso problema.

Sentì un chiacchierio leggero e si avvicinò al divano (ribaltato) trovandoci dietro Stiles e Lydia, completamente ubriachi ma ancora svegli.

«Te l’ho detto, Lyds.. Io non glielo voglio dire..» biascicò Stiles, la bocca impastata dall’alcool e con la faccia poggiata su una mano.

«Eh ma se non lo fai poi ci starai male..» replicò la rossa, stesso tono dell’amico, teneva poggiata la fronte ad una bottiglia di vino bianco non ancora vuota.

«Che state facendo voi due?» chiese Peter, affacciandosi da sopra il divano.

«Ooohh.. Ciao, zio Peter!» disse Stiles, alzando una mano e schiaffandola sul viso di Peter, cercando di simulare una carezza.

«Stiles non vuole dire a Derek che è follemente innamorato di lui!» rispose la rossa, attaccando poi le labbra alla bottiglia e mandando giù qualche sorso di vino.

«Lyyyds! Perché glielo dici?? Non è verooo!» esclamò il ragazzo, togliendole di mano la bottiglia.

«Ma se hai detto tu che ti piacerebbe fare della dolce musica con il suo…»

«Sssshhh!!» la interruppe Stiles, mettendole una mano sulle labbra.

«Non lo devi dire a lui! Lo sai che è lo zio di Derek?» le sussurrò, neanche fossero due bambini che si rivelavano un grande segreto.

Come immaginato, Lydia spalancò gli occhi e si mise a sua volta le mani sulla bocca, coprendo quelle di Stiles e borbottando un «Allora non gli dirò niente!» che venne leggermente soffocato dalle mani dei due.

Peter li guardò e sorrise.

«Vieni, Lydia.. Ti porto a letto, hai bisogno di dormire. Tu, Stiles, non muoverti.. Dobbiamo fare due chiacchiere. Da nipote a zio..» disse, sorridendo in modo tale che avrebbe fatto venire i brividi anche ad un morto.
Stiles annuì, ancora troppo intontito dall’alcool e attaccandosi di nuovo alla bottiglia di vino. Non poteva sapere che quella chiacchierata sarebbe stata la più imbarazzante della sua vita, che Peter avrebbe registrato tutto e che avrebbe mandato quel tutto a Derek. D’altronde: chi è causa del suo mal pianga sé stesso.

 
 




2) 3 vuole chiedere un appuntamento a 8, ma qualcuno o qualcosa gli metterà i bastoni fra le ruote.

«Abbiamo scoperto che anche lui è interessato a te. Quale cavolo è il problema, adesso?!» gli chiese Mason, passandosi una mano sul volto.

«Il problema è: come scavalco Stilinski?!»

«Che c’entra Stiles, adesso?»

«C’entra, perché dove va Scott c’è pure Stiles. E Stiles pensa che io sia troppo piccolo, non mi considera all’altezza di stare con l’Alpha!»

«Dimmi che non ce l’hai con lui perché ti chiama sempre “cucciolo”, ti prego.»

«Beh.. diciamo che quello è uno dei motivi.»

E Liam aveva ragione.

Aveva provato talmente tante volte ad approcciarsi con Scott che ormai aveva perso il conto. Ed era tutta colpa di Stiles.

Ci aveva provato dopo gli allenamenti di Lacrosse, ma Stiles aveva trascinato via Scott perché dovevano andare a giocare ad un nuovo gioco per Xbox a casa di Stiles.

Aveva tentato, allora, di parlarci prima degli allenamenti, ma arrivava sempre in ritardo per colpa di Stiles.

Aveva provato nei corridoi, a mensa, prima di entrare a scuola, quando uscivano da scuola, lo aveva seguito al centro commerciale nel tentativo di far passare il loro incontro per un caso ma ogni singola volta, spuntava fuori lui. Stiles.

Liam stava perdendo le speranze. Come poteva arrivare a Scott senza riuscire a bypassare Stiles?

Aveva pure provato ad avvicinarlo mentre era con il suo migliore amico, ma più volte era stato congedato con un “Sciò sciò, cucciolo Liam. I grandi devono parlare.”.

«Non so più come aiutarti, amico.. Adesso vado, ho lezione tra poco e devo ancora copiare alcune cose..» disse Mason e si allontanò.

Liam rimase seduto al tavolo della biblioteca da solo, a rimuginare. Si poteva quasi sentire il suo cervello che macchinava nuove teorie, ma fu interrotto da qualcuno che si sedeva davanti a lui.

«Ciao, Liam..»

«Scott..» sussurrò il giovane Beta, non credendo ai suoi occhi.

Scott gli sorrise e non poté fare a meno di sorridergli a sua volta.

«Volevo sapere se hai da fare, oggi pomeriggio.. Gli allenamenti di lacrosse sono saltati perché Danny ed altri non stanno bene.. Se ti va, potremmo andare a bere qualcosa assieme..»

«Io e te?»

«Certo..»

«E Stiles?»

«Stiles? Vuoi che.. venga anche lui?» chiese l’alpha, corrucciando le sopracciglia.

«NO. No, per l’amor del cielo.. E’ solo che.. In questi giorni cercavo di parlarti ma Stiles non ti lasciava un secondo..»

«Sì, è normale..» rise Scott «E’ protettivo nei miei confronti, a volte anche troppo.. Come in questo momento, che è davanti all’ingresso che mi aspetta.» continuò, indicando la porta della biblioteca dietro di lui. Liam si sporse e vide Stiles che guardava un libro ma che continuava a lanciare occhiate verso di loro.

«Credo di non piacergli..» sussurrò il beta, incassando la testa nelle spalle.

«Nah, non è vero.. Sai, l’ultima volta che siamo rimasti soli hai cercato di uccidermi.. Vuole solo fare in modo che non accada niente di brutto..»

Liam sorrise e abbassò leggermente la testa, senza però smettere di puntare gli occhi verso quelli di Scott.

«Quindi.. oggi pomeriggio?»

«Oggi pomeriggio.»

«Senza Stiles?»

«Senza Stiles.»

«D’accordo..»

«D’accordo.. A dopo allora!» concluse, sfiorandogli una mano con le dita per poi alzarsi e raggiungere l’amico che lo aspettava.

Liam si rese conto di non riuscire più a smettere di sorridere.

La voce di Mason gli rimbombò in testa.

“D’altronde.. Basta solo aspettare, no?”.

 
 
 


 
3) 10 ha una malattia imbarazzante. 9 lo/la aiuterà o se ne approfitterà?

Allison se ne stava seduta al tavolo di cucina a bere un the, mentre rileggeva gli articoli che doveva revisionare prima di mandarli in stampa. La casa era avvolta dal silenzio e adorava i giorni in cui Kira rimaneva fino al pomeriggio in Università. Non che odiasse la sua coinquilina, anzi, in quei 4 anni erano diventate molto amiche fino a quasi considerarsi sorelle. Ma Kira era disordinata e confusionaria, lasciava le sue cose ovunque perché sempre in ritardo per le lezioni e non aveva mai tempo per mettere in ordine. Tolto questo, però, adorava la sua migliore amica e non l’avrebbe mai cambiata per niente al mondo.

Pensiero in cui credeva anche in quel momento, fino a che Kira non apparve nell’appartamento, sbattendo la porta d’ingresso e quasi urlando il nome dell’amica che, per lo spavento, quasi rovesciò il the sui documenti che aveva sul tavolo.

«ALLISOOON!»

«Kira, non gridare! Sono qui!» rispose, alzandosi in fretta e furia dal tavolo e raggiungendo l’ingresso, dove trovò Kira spettinata, con i vestiti in disordine e con il fiatone.

«Che diavolo è successo?? Ti hanno aggredita? Stai bene??»

«Sì.. Cioè, no! Oddio..»

«Ok, calmati. Sediamoci e raccontami.» disse, accompagnando l’amica sul divano e controllando che non avesse ferite o fratture.

«Oggi le lezioni finivano prima e volevo passare a casa di Josh.. Sai, quell’amico di Scott carino che ci prova con me? Ci siamo frequentati in questi giorni e volevamo vederci per.. beh.. sai cosa..»

«Sì, ho capito.. Prosegui..»

«Beh.. Sono arrivata lì.. Abbiamo iniziato a.. beh.. spogliarci.. sul letto.. Poi lui è sceso in basso e.. Oddio, Allison.. Credo di essermi presa una malattia venerea.» riuscì a dire, concludendo quel discorso confuso con tanto di occhi lucidi.

«Ok.. Ok. Niente paura..» iniziò Allison, guardandosi intorno. «Tu.. Tu spogliati.. Io cerco dei guanti e guardiamo cosa c’è là sotto. Ok?»

«Sei sicura?»

«Ma sì.. Scott arriverà fra un’ora, abbiamo tempo!» confermò l’amica, prima di alzarsi e sparire in bagno.

Kira si tolse i pantaloni e si abbassò la biancheria, per niente in imbarazzo. Allison tornò con guanti e asciugamani, che posò sotto di lei sul divano.

«Ok.. Allora apri, così guardo..»

Kira aprì le gambe e, dopo due secondi, sentì la mano di Allison tirarle uno schiaffo sulla gamba.

«E’ solo un brufoletto, sciocca! Mi hai fatto prendere un infarto!»

«Oddio.. Ti ringrazio!» sussurrò Kira, lasciando cadere la testa sul bracciolo del divano.

«Adesso resisti, te lo tolgo.»

Kira annuì e si mise più comoda sul divano.

Nessuna delle due, però, si accorse della porta dell’appartamento che si apriva lentamente.

«Ahia! Allison, fa’ male!»

«Stai calma, ho quasi fatto!»

«Ci vorrà ancora molto? Perché non credo di poter resistere.»

«Smettila, su!» rise Allison «E’ quasi uscito..»

«Ehm.. Scusate?»

La testa di Kira scattò di lato e diventò completamente rossa, quando si trovò Scott davanti alla porta d’ingresso, con un mazzo di rose in una mano e le chiavi dell’appartamento nell’altra.

Allison fece spuntare la testa da dietro il divano, che la copriva completamente, e sgranò gli occhi.

«Devo lasciarvi sole? Vi serve qualcosa? Che so.. un vibratore? O posso assistere?»

Quel giorno, Scott McCall aveva davvero rischiato di essere linciato a morte da due ragazze inferocite, ma era più che sicuro che quella scena non l’avrebbe mai dimenticata e l’avrebbe sicuramente raccontata ai suoi amici. Ne valeva la pena.
   
 
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