Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Cocol_Sasso_97    09/09/2016    0 recensioni
«Lovino, perché non permetti a nessuno di volerti bene?»
«Sei troppo orgoglioso e testardo... Se aprissi gli occhi vedresti che al tuo fianco c'è qualcuno che ti vuole bene anche se tu non vorresti permetterglielo»
«Chi?»
«Spagna»

Piccola fanfiction riguardate i pensieri di Lovino la notte prima di annunciare il suo voler diventare indipendente ad Antonio.
Solamente... Un addio, un arrivederci.
No Spamano (a meno che non vogliate vedercela~)
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

§ Indipendenza §

 
 
«Lovino, perché non permetti a nessuno di volerti bene?»

 
Le parole del fratello gli riecheggiarono nella mente, come a volergli impedire di dormire.
Non ricordava nemmeno in che modo fosse nato quel discorso, forse dal suo ennesimo sfogo col fratello.
Sì, forse era iniziata proprio così! Romano che si vedeva con Veneziano, i due che iniziavano a parlare, il discorso che si spostava su Spagna e su quanto fosse protettivo nei suoi confronti e... Quella domanda che ebbe lo stesso effetto di una pugnalata tra le scapole.

 
«A te lo permetto»
«Solo a me però»
«Mi basta»
«No, non è vero»

 
Strinse la coperta, avvolgendocisi dentro come a volersi proteggere da quelle parole. Perché doveva permettere a qualcuno di volergli bene? Era... Stupido.
Tanto se ne sarebbe andato.
Suo fratello era l'unico a cui lo permetteva, perché non se ne sarebbe andato, non lo avrebbe mai lasciato solo. Erano legati dallo stesso territorio, dalla stessa lingua, dalla stessa politica... Eppure avevano un passato così diverso...
Lui era da sempre stato dominato da altri popoli, merito della sua vicinanza al mare.
L'Antica Grecia lo aveva conquistato e poi lo aveva lasciato sotto il dominio di Nonno Roma. L'Impero Romano si era preso cura di lui, finché, diventato troppo potente, non sparì...
E poi? E poi furono una successione di popoli diversi. Vandali, Bizantini, Islamici, Normanni, spagnoli, austriaci e poi... Poi di nuovo gli spagnoli.
 

«Tu vorresti che qualcuno ti volesse bene e vuoi poter voler bene a qualcuno...»
 

« No... Tanto verrei di nuovo lasciato solo...» mormorò stringendo gli occhi, coprendosi col lenzuolo fin sopra la testa.
Aveva smesso di voler bene a qualcuno dopo che Nonno Roma era sparito. Voler bene a qualcuno faceva male e basta.
Per questo voleva l'indipendenza. Dipendere solo da sé stessi e non da un qualche invasore...
 

«Sei troppo orgoglioso e testardo... Se aprissi gli occhi vedresti che al tuo fianco c'è qualcuno che ti vuole bene anche se tu non vorresti permetterglielo»
«Chi?»

 
Sperò che l'abbraccio di Morfeo mettesse fine a tutti quei pensieri il prima possibile. E Morfeo lo accontentò.
 

«Spagna»

 
* * *

 
 
«Bastardo, ti devo parlare»
Lo spagnolo si voltò verso l'italiano, tenendo in mano una vecchia alabarda che stava decidendo se buttare in un angolo dimenticato della casa o tenere a vista come ricordo.
«Lovino!» esclamò sorridendo e posando l'arma sul tavolo «Che espressione seria! Que pasa?»
Romano rimase immobile, trovando estremamente interessante la punta delle sue scarpe «Niente di che... Devo... Devo solo dirti una cosa...»
Antonio inclinò leggermente il capo di lato, osservandolo attentamente. I suoi occhi verdi percorsero il corpo minuto dell'italiano, cercando un qualche dettaglio che gli dicesse più di quanto stesse realmente dicendo l'Italia del Sud.
«Ti ascolto»
Il sorriso che lo spagnolo gli riservo fece innervosire ancora di più l'italiano.
Il silenzio tra i due veniva interrotto solo dai ticchetti dell'orologio sulla parete.
L'ispanico attendeva senza proferire parola, deciso a dargli tutto il tempo di cui avesse bisogno e Lovino sembrava aver perso tutta la sicurezza che aveva accumulato durante la mattinata.
«Io...» si schiarì la voce, troppo flebile per i suoi gusti e ripeté, con un tono più forte «Io e Feliciano vogliamo lottare per l'indipendenza»
Romano vide il sorriso dello spagnolo sgretolarsi come un castello di sabbia colpito da un'onda. Tenne lo sguardo fisso sul volto dello spagnolo, che aveva abbassato lo sguardo, come a voler nascondere la sua espressione addolorata.
Feliciano aveva detto che il bastardo gli voleva bene... E lui aveva appena annunciato che lo avrebbe abbandonato. Era quella la sensazione che si provava nell'abbandonare invece dell'essere abbandonato? Una morsa invisibile strinse lo stomaco dell'italiano.
Non era bello.
Non era piacevole.
Faceva male vedere quell'espressione sul viso dello spagnolo.
Antonio si posò stancamente al tavolo, le mani che stringevano il bordo del legno.
« A... Ah...»
Lovino si morse il labbro, cercando di ignorare il fastidio che la voce dello spagnolo gli aveva dato.
«Se volete l'indipendenza... Non posso che augurarvi buona fortuna...» mormorò, senza alzare lo sguardo.
«Mpf... Certo...»
Antonio alzò lo sguardo sull'italiano e cercò di sorridere «Dipendesse solamente da me, ci riuscireste in pochi minuti, ma sai bene che bisogna trattare anche col mio capo, vero?»
«Ovviamente» disse incrociando le braccia. Lo osservò aspettando che aggiungesse qualcosa, cosa che non fece.
«Bene, se tu non hai niente da dire io andrei» disse scocciato dall'apatia dello spagnolo. Si voltò, ma venne fermato dalla voce dello spagnolo.
«Mi mancherai querido...»
L'italiano strinse la presa sulla maniglia della porta «Certo, come no... Tanto tra qualche anno ci saremmo dovuti dire addio comunque, un altro popolo mi avrebbe conquistato...»
«Addio? Questo non è un addio Lovino!»
L'italiano alzò un sopracciglio e si voltò, ritrovandosi davanti lo spagnolo. Antonio strinse al petto il ragazzo, che cercò di dimenarsi, non troppo convinto. In realtà voleva quell'abbraccio, era come se con quel gesto lo spagnolo gli facesse capire che a lui ci teneva davvero.
«Non ho intenzione di dirti addio Lovino...» mormorò al suo orecchio, stringendolo.
Lovino mugolò piano, socchiudendo gli occhi «Ma... Se sarò indipendente...»
«Dirò addio all'Italia del Sud, ma non voglio dire addio a Lovino, ci tengo troppo...» disse stringendolo più forte.
L'italiano spalancò gli occhi, irrigidendosi. Tremò appena contro di lui, impedendogli di allontanarsi. Avvolse le braccia attorno al corpo caldo dello spagnolo, nascondendo il viso contro il suo collo e si lasciò abbracciare come non gli aveva mai permesso prima, nemmeno da bambino.
Feliciano aveva ragione, ma Lovino non aveva voluto dargli retta. O meglio, Lovino aveva voluto vedere coi suoi occhi che ciò che diceva il fratello fosse vero.
E come?
Decidendo di allontanare qualcuno che gli voleva davvero bene.
Non diede nemmeno peso alle lacrime che bagnarono la camicia dello spagnolo e Antonio non glielo fece notare, troppo preso a carezzare quella testolina scura che era cresciuta.
«Mi mancherai...» sussurrò prima di lasciargli un bacio sulla nuca e allontanarlo da sé, asciugandogli il viso.
«T-Tu no, per niente» mormorò allontanandogli le mani, imbarazzato.
Antonio sorrise appena, gli occhi leggermente lucidi, ma Lovino non era nelle condizioni per sfottere qualcuno.
«Ora... Vado» mugolò avvicinandosi alla porta «Addio Spagna»
«Verrò a trovarti appena l'Italia sarà indipendente, Lovino, quindi non metteteci troppo»
Romano annuì e uscì dalla casa dello spagnolo.
Un sorriso gli si dipinse sulle labbra. Poco per volta, anche lui poteva avere qualcuno che gli volesse bene.
Aveva Feliciano e aveva capito di avere anche Spagna.
Anzi, no, non Spagna.
Spagna per lui era solo uno dei tanti dominatori, ma Antonio gli voleva bene.
E lui voleva bene ad Antonio come ne voleva a Feliciano.
E lui lo sapeva.
Solo lui.
Non serviva che anche Antonio lo sapesse... Soprattutto perché probabilmente già lo aveva capito...
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Cocol_Sasso_97