Silenzio
Il pianto di un bambino. La vetrata di una chiesa. Un uomo
vestito di nero accanto allo stesso bambino che prima piangeva.
Pioveva forte, come non accadeva da tempo, ormai…
Un ragazzo stava sul tetto di un palazzo, in silenzio,
assorto nei propri pensieri, lontano dal mondo e da tutti.
Tanto lontano, da non dare peso al freddo che lo aveva
invaso già da un po’…
Tanto lontano, da non accorgersi di una persona non molto
distante da lui…
« Che ci fai qui, Ryuzaki? »
Il rumore della pioggia era tale da coprire ogni altro
suono.
«
Cosa fai qui? », gridò nuovamente, nel tentativo di
farsi sentire.
Il ragazzo, ancora una volta, non capì per via
dell’insistente battere delle gocce d’acqua sulla superficie del palazzo e su
ogni altra cosa esse incontrassero. Come ad esempio il suo corpo, zuppo e
fradicio come una spugna.
Raito, sbuffando, raggiunse il ragazzo sotto la pioggia,
suo malgrado.
«
Cosa fai qui? Ti prenderai un malanno »
Ryuzaki lo guardò mentre gli rivolgeva la domanda, poi,
semplicemente, tornò ad osservare il cupo cielo grigio.
« Ascolto il suono delle campane… »
«
Quali campane? Non si sente niente »
«
Come? Tu non le santi? Eppure, prima erano così
insistenti e fastidiose… »
Raito tentò di concentrarsi ed ascoltare un suono che in realtà
non c’era.
« Probabilmente provengono da una chiesa
qui vicino… Forse per un matrimonio.
Oppure… Per un funerale »
«
Ryuzaki ma che stai dicendo? »
« Già, hai ragione, non dare retta a ciò che dico, forse
sono solo pazzo »
« Chiunque penserebbe che tu sia pazzo »
Raito ridacchiò appena.
«
Raito… Tu… Hai mai mentito? »
Improvvisamente, il rumore che il ragazzo aveva cercato di
allontanare per udire il suono delle “finte campane”, era scomparso, cessato,
terminato, come se solo le parole di Ryuzaki meritassero di essere ascoltate e
di non essere interrotte.
I due si guardarono negli occhi, e Raito ci mise un po’ a
rispondere.
«
Nessuno al mondo è perfetto ed immacolato, mentire è una cosa perfettamente
normale. E io non ho detto la verità solo per fare del bene »
« Immaginavo che avresti risposto così »
Ryuzaki sorrise, guardando il cielo che forse si era stancato
di essere guardato da lui e che lasciava cadere acqua per distrarlo.
« Forza, torniamo dentro»
« Per poco non ci prendevamo un malanno »
Ryuzaki, con un asciugamano bianco sulla testa, si avvicinò
a Raito, che se ne stava seduto su un gradino di una scalinata, passandosi
ripetutamente l’asciugamano sui capelli dopo essersi tolto le scarpe, anche
quelle fradice.
« Hai ragione… Scusami, Raito… »
Il ragazzo sospirò. « Non fa niente… »
Una mano, fredda e sottile, gli si chiuse attorno alla
caviglia e lo fece sobbalzare.
«
Ma che fai? »
«
Ti do una mano ad asciugarti. Devo riparare al mio errore… »
« Non importa… »
«
Ti faccio un massaggio. Sono bravo… »
« … »
Appena l’asciugamano toccò il piede del ragazzo, quello
sobbalzò di nuovo.
« Sta’ tranquillo, presto ti abituerai… »
Due gocce d’acqua scivolarono dai capelli di Ryuzaki e
caddero, infrangendosi, sul piede di Raito.
Con l’asciugamano, il ragazzo asciugò la fronte dell’altro
dall’acqua che ancora non lo lasciava in pace.
« Sei ancora bagnato… »
« Grazie… »
Il silenzio calò tra i due…
Silenzio, solo silenzio… Per pochi e quasi interminabili minuti…
Minuti di vita…
« È così triste… »
«
Cosa? »
Ryuzaki alzò lo sguardo, e un sorrisetto triste gli
arricciò le labbra.
« Che fra poco dovremo dirci addio »
Il telefono di Ryuzaki squillò, e lui rispose.
Successivamente, fece cenno a Raito di tornare dentro: avevano novità su Kira.
[…]
ALL DATA DELETED
Sullo schermo di ognuno dei computer e telecamere della
sala, apparve questa scritta su di uno sfondo bianco.
«
Ma che cosa vuol dire? » il signor Yagami era
preoccupato.
Ryuzaki non si
scompose, anzi, rannicchiato su quella sedia era il solito L di sempre, serio,
determinato, pronto a tutto, con una tazzina di caffè sotto il naso, riempita
almeno fino a metà di zollette di zucchero.
« Ho detto a Watari di cancellare tutti i dati raccolti se
gli fosse successo qualcosa »
« Vuoi dire che…Watari è… », Matsuda era spaventato.
Watari era rivolto
a terra, privo di vita,
e Rem stava
lentamente crollando come
sabbia al vento,
mentre stringeva, aperto tra le
mani, un quaderno
dalla copertina nera.
« Ed ora sappiamo come trovare Ki-
»
Le sue parole si interruppero bruscamente, e lui venne
colto da un leggero tremito, accompagnato da un atroce dolore al petto.
Il cucchiaino che teneva tra le dita scivolò e cadde a
terra. Poco dopo, anche lui si inclinò da un lato e scivolò dalla sedia.
Tutto si svolgeva così velocemente, eppure sembrava così
lontano…
Qualcosa si mosse dentro Raito.
Qualcosa che lo fece correre verso Ryuzaki per afferrarlo
ed evitare che sbattesse la testa a terra, come se ciò potesse servire a
salvarlo…
Si sorprese lui stesso di quel gesto, così innaturale per
il suo carattere…
Sapeva che sarebbe morto…
Tutto era successo come un gioco, come quella partita di
tennis che i due avevano disputato dopo che L si era rivelato a Raito con il
falso nome di Ryuga Hideki!
Solo che, quella volta, L aveva
perso una partita. Quel giorno, Ryuzaki aveva perso la vita.
Raito aveva vinto a tennis, Kira aveva vinto la guerra
contro L. In ognuno dei due casi, la vittoria era andata alla stessa persona, e
questo, Ryuzaki lo sapeva…
« Che ti prende, Ryuzaki? »
La domanda che sentiva dentro era un’altra…
“Perché adesso?”
Stava lentamente morendo tra le sue braccia…
Di lì a poco tutto sarebbe finito.
“Perché adesso Rem?”
Ryuzaki respirava ancora, e guardava Raito negli occhi.
Ma il lato oscuro di Raito, quello che gli aveva permesso
di poter uccidere chiunque potesse ostacolarlo, era tornato a galla.
I suoi occhi divennero rossi e sulle labbra comparve un
sorriso maligno.
Ryuzaki, ora, aveva la piena certezza di trovarsi di fronte
a Kira, ma non aveva mai avuto prove a sufficienza per incastrarlo, e non
avrebbe più avuto quest’opportunità.
Tuttavia quel sorriso e quegli occhi non avrebbe mai voluto
vederli sul viso di Raito Yagami.
Eccole, le sue campane.
Il ragazzo chiuse lentamente gli occhi, ed il buio divenne
la sua dimora.
Per sempre.
«
NO! RYUZAKI, RIPRENDITI! »
«
Raito, calmati! »
Il padre di Raito si era avvicinato ai due.
«
PRIMA WATARI, POI RYUZAKI! ORA KIRA UCCIDERÁ UNO DI NOI! », gridò.
No.
Kira era lui…
Kira avrebbe ucciso solo chi lo avrebbe ostacolato…
Kira era Raito, un diabolico assassino che aveva escogitato
ogni sorta di piano per portare a termine il suo scopo.
Raito era lo Shinigami dagli occhi rossi.
Angolo
dell’autrice
Versione corretta pubblicata, sistemata dal punto di vista
espositivo, ecc… Come del resto sto facendo per tutte le mie fic, ma ci tengo a
precisarlo.
Inizialmente avevo scritto gli eventi dell’episodio
semplicemente per ricordarmene, perché a mio avviso è stato bellissimo ed al
contempo straziante, ma poi, sotto suggerimento di un’amica, avevo deciso di
pubblicarlo come FanFic.
Spero che la mia impresa sia riuscita bene, anche se
effettivamente tutto si svolge come nell’episodio (o almeno ci ho provato… La
memoria fa cilecca), dando tuttavia una interpretazione
di pensieri e sentimenti forse un po’ diversa. Essendomi limitata quindi a
scrivere ciò che ho visto e sentito, non ho fatto niente di speciale, non
merito complimenti.
Ringrazio di cuore chi ha letto e leggerà questa fic (che
al momento conta 206 accessi), chi l’ha inserita nelle preferite (Dark_FirE, Nordlys, Sarhita) e naturalmente chi l’ha commentata (BlackMoon276,
SuperEle94, f breve91, Candy__).
A voi tutti un grazie di cuore <3
WolfEyes
(ex dolceGg94)