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Autore: levantarse    11/09/2016    0 recensioni
Quando Ginevra, reduce da un tumore ai polmoni, tenta di ricomporre una vita normale, incontra Thomas, giovane infermiere che non passa inosservato ai suoi occhi.
Ma sarà solo l'inizio di qualcosa di molto di più.
Quali altri colpi di scena sorprenderanno Ginevra?
"Se dovessi morire giovane, sotterratemi nel raso
Lasciatemi restare disteso in un letto di rose
affondare nel fiume all'alba
Mandatemi via con le parole di una canzone d'amore"
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Tutti hanno i propri demoni che nessuno conosce.

Anche io ho il mio, che nessuno conosce.

O meglio, qualcuno lo conosce.

Come al solito mia madre ripassa con mio fratello le varie fasi "del piano d'azione".

Lo conosco a memoria, quindi appena sono salita in macchina avevo messo le cuffiette, tanto le fasi erano sempre le stesse, da anni ormai.

Guardo  le macchine passare veloci, i palazzi li conosco come le mie tasche, sembrano tutte uguali, anche la strada era sempre la stessa.

Mio fratello mi tocca la gamba per richiamare la mia attenzione: "Ti ricordi il piano? Mi pare che avessero cambiato piano o sbaglio?"

"Secondo piano, sempre lo stesso"

"Ah, ecco vedi Giulio, non hanno cambiato nulla!" Asserisce risoluta la mamma.

"Non credo che in due mesi cambino le cose."

Sono quasi stizzita mentre parlavo.

Giulio forse si sente un po' attaccato da noi, ma di sicuro non è mia intenzione offenderlo.

Sinceramente sono stufa....

"Va bene, oncologia secondo piano, avrò sicuramente confuso. Ora vorrei evitare la lapidazione, grazie"

...di fare avanti ed indietro dall'ospedale.

Ennesima giornata di analisi controlli solo per sentirmi dire: "La situazione sembra sotto controllo. Al momento non ci sono novità è sempre stabile lì, confinato nei limiti di sicurezza."

Limiti di sicurezza? Davvero?

La sicurezza di chi?

Vorrei ricordarvi che esattamente nel mio polmone destro ho avuto un tumore.

Quindi di quali limiti di sicurezza state parlando?

Imbocchiamo la galleria che conduce all'ospedale. Sarà lunga più o meno 3 kilometri.

Vorrei scappare, lanciarmi nel buio della galleria poco illuminata e dimenticare questa "cosa"

La macchina costeggia davanti all'entrata. Scendo velocemente senza aspettare mio fratello con le cartelle.

"Ginevra aspetta!"

Ormai sono già all'interno della brulicante hall dell'ospedale, diretta all'ascensore.

Sento ansimare qualcuno dietro di me.

"So che stavi per dire una battuta 'nera', ma ti ricordo che siamo in un ospedale e che la gente soffre veramente."

Tutte le persone in attesa davanti alla porta metallica come me, si voltano ad osservarmi: ero impassibile, con lo sguardo in avanti verso la segnalazione dei piani, e mio fratello dietro, con una mano al petto che farfuglia qualcosa in sua discolpa.

L'ascensore si apre ed entro per prima; Giulio si attacca alla mia maglietta per evitare di perdermi di nuovo.

"Cerca di non farmi sembrare un mostro per favore, non ho detto nulla di spiacevole" mormora piano mio fratello.

"Se solo me smettessi di fumare, vedresti i benefici" dico non degnandolo di uno sguardo.

Sarcasmo nero rivolto verso me stessa. Geniale no?

"Lo sai che da quando... insomma... ecco"

"Cos'è dopo due anni hai paura di ammettere a te stesso che tua sorella ha avuto un tumore?"

Forse ho esagerato. Qualcuno tossisce per smorzare la tensione.

Giulio abbassa lo sguardo imbarazzato.

"Scusa" farfuglio.

Secondo piano. Le porte si aprono.

'Ci siamo'

Imbraccio il poco coraggio che ho e conduco mio fratello nella sala d'attesa.

"E' la prima volta che sono io ad accompagnarti, non colpevolizzarmi per questo. Sto cercando di essere preciso, ma non ti lasci aiutare."

È di fianco a me, forse un po' deluso dal mio comportamento.

Non sapevo che dire.

"Ti voglio bene Giulio."

Mi guarda.

"Non è facile per nessuno, tanto meno per me. Non ho voglia di parlarne molto spesso, anzi quasi mai. Ma non per questo non ho voglia di farmi aiutare, guarda dove siamo adesso!"

Giro lo sguardo verso il resto del reparto: noto dottori che conosco parlare fitto, ragazzi con il mio stesso "demone", come preferisco chiamarlo, che ridono... alcuni stanno molto peggio di me, in realtà.

"Gine?" Sento dietro di me.

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Allora ho deciso di pubblicare la mia storia anche qui e già su wattpad (sono sempre @levantarse) 
Spero vi piaccia e aspetto qualche commento con le vostre impressioni!
   
 
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