Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Snabbitz    11/09/2016    1 recensioni
Era ironico, dopo essere sopravvissuto allo scontro con l'essere supremo e a decine di altre battaglie contro esseri sovra umani, sarebbe morto nella fredda Stalingrado.
Come mi sono immaginato gli ultimi istanti di vita del valoroso colonnello Rudol Von Stoheim.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Blood on the ice
 
Sfiancato e ferito aveva trovato rifugio in uno dei pochi edifici scampati ai bombardamenti della Luftwaffe. Si guardò intorno alla ricerca di qualcosa su cui potersi sedere o distendere ma, non trovando niente che potesse anche solo assomigliare ad una sedia o ad un letto, optò per il pavimento. Il suolo, come tutto in quel posto, era gelato e coperto di polvere, le sue stanche membra, quelle poche umane che gli rimanevano, rabbrividirono al contatto con il freddo muro contro cui posò la schiena. Le articolazioni dei suoi innesti cibernetici non funzionavano al meglio, continuando a bloccarsi a causa del gelo invernale, mentre le estremità di carne a cui erano collegate presentavano i primi segni di necrosi da congelamento a causa del contatto con il freddo metallo. Il colonello Rudol Von Stroheim odiava il freddo. Con la poca energia rimastagli strappò un pezzo della sua uniforme, oramai a brandelli, per tamponare la ferita da arma da fuoco alla spalla. Soffocò un ringhio di dolore quanto premette lo sporco pezzo di stoffa sulla spalla offesa tentando invano di arrestare l’emorragia. Con quel poco di lucidità rimastagli ripensò agli eventi avvenuti quel giorno. La sua unità, stremata dal freddo, dall’assenza di viveri e dalla mancanza di sonno, rimasta isolata dalle forze alleate, stava cercando di ritirarsi dal centro della città distrutta quando cadde in un imboscata. I proiettili delle armi sovietiche sibilavano nell’aria colpendo i compagni davanti e dietro di lui mentre, invano, questi cercavano di rispondere al fuoco o trovare riparo. Lentamente la strada iniziò a coprirsi dei corpi dei caduti di ambo le fazioni e il candido manto di neve, che ricopriva le strade, assunse rapidamente il colore cremisi del sangue. Stroheim fu l’unico sopravvissuto a quella schermaglia. Il dolore lancinante alla spalla lo costrinse a tornare al presente. Il suo sguardo corse al sacchetto che teneva nella mano. Allentò un poco lo spago che lo manteneva chiuso e, inseritavi la mano, estrasse una manciata di piastrine. Con lo sguardo percorse i nomi incisi sopra quei pezzi di metallo cercando di collegare ad essi un volto. Aveva visto molti amici e compagni cadere sul campo di battaglia. “ A quanto pare nemmeno la scienza tedesca, la migliore del mondo, ha potuto niente contro il Generale inverno” sussurrò a se stesso mentre un sorriso triste e pieno di rammarico prendeva forma sul suo volto. Il sangue continuava a sgorgare macchiando sempre più la parete alle sue spalle. Le estremità cominciavano a sembrargli sempre più pesanti e diventava sempre più difficile mantenere gli occhi aperti. “Che peccato, mi sarebbe piaciuto rivedere quel… come si chiamava quell’inglesino? Joestar mi pare.” La sua mente tornò agli eventi di poco più di un anno prima: il fallito esperimento con Santana, il primo incontro con quello sfrontato inglese, il loro secondo incontro, quando era ormai stato riconvertito in un cyborg e l’ultima battaglia contro l’uomo del pilastro di nome Kars. Lentamente lasciò la presa sul pezzo di stoffa, ormai inutile e, con le ultime forze, strappo la sua di piastrina per poi riporla accuratamente nel sacchetto che poco prima teneva in mano e che ora giaceva abbandonato al suo fianco.  “Joestar, io vado in avanscoperta, spero di reincontrarci a tempo debito, magari anche con quell’ italiano da strapazzo…” pensò fissando il soffitto dell’edificio immaginandosi il cielo plumbeo che si apriva oltre il tetto. Era ironico, pensò, sopravvivere alla battaglia contro un essere supremo vissuto per migliaia di anni e morire, a causa di un proiettile vagante, nella gelida Stalingrado.  Lo sentiva, ormai era giunto al capolinea. Le sue palpebre, fattesi ormai pesanti, si serrarono e il valoroso soldato si lasciò andare al freddo abbraccio della morte.
 
 
Angolo Autore: ed ecco un’ altra FanFiction per la serie “personaggi di cui nessuno si ricorda.” Devo ammetterlo, ci sono rimasto male quando ho scoperto che nessuno aveva pubblicato qualcosa sul prode e valoroso Stroheim. Sarà che ho un debole per i personaggi leggermente fuori di testa, ma l’ho trovato estremamente interessante e divertente. ( non mi sarei mai aspettato di definire divertente un nazista)
Comunque io ho finito, alla prossima. Boneee!!
-Snabbitz
   
 
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