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Autore: Lady Lara    11/09/2016    6 recensioni
"Anno domini MDCCXXVI XV giorno del V Mese . Diario di bordo .."
L'Irlanda e la Scozia subiscono il dominio dell'Inghilterra e le angherie di RE Guglielmo III. L'eroico pirata Captain Hook combatte la sua guerra personale. Qualcuno gli ha insegnato che si combatte per onore, per giustizia o per amore. Lui sceglierà quale uomo essere.
Chi è Lady Barbra, che lo assolda per una missione in incognito? E la donna che tutti chiamano "La Salvatrice"? Killian Jones è troppo scaltro per non capire che c'è altro oltre le apparenze.
Due anime che sanno leggersi l'un l'altra. Che succederà quando intenti e passione si incontreranno?
"Preferisco non averti che averti una sola volta e perderti per sempre .." Il dolore vissuto che rende oscuri e una nuova luce che permetterà loro di trovarsi ed amarsi anche se sembrava impossibile. Ciò che hanno fatto nella loro vita e ciò che faranno sarà per amore. Solo per amore.
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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XXXVIII Capitolo
 
Duello mortale
                                           
Il Capitano Jean Chapitrion serrò la mascella e sentì lo stridere dei suoi stessi denti. Il suo “ospite” era tornato dal porto e, con quella espressione di scherno e superiorità, lo aveva guardato compiaciuto prima di sparire nella cabina che occupava con la sua “compagna”.

Scese dalle scale del cassero di poppa e si diresse nel suo ufficio. Seduto, nella sua poltroncina, fissava la carta geografica alla parete. Vi si vedeva, ben delineata,  tra gli altri stati del continente europeo, la sua patria, la Francia. Si chiedeva se sarebbe mai riuscito a farvi ritorno e a portare a casa, sani e salvi, i suoi fedeli marinai.

Chapitrion aveva da poco visto la sua cinquantaseiesima Primavera e non poteva dire che quello era stato il miglior giorno della sua vita. Doveva essere grato a Dio che non fosse stato anche l’ultimo, visto come erano andate le cose!
“Un mese”
Era passato un mese da quell’infausto giorno e non ricordava, nella sua onorata carriera di Capitano, di aver vissuto momenti più agghiaccianti.
Doveva essere un giorno di festa, gli uomini della ciurma lo volevano omaggiare per il suo compleanno. Erano ripartiti dal Canada da poche settimane, lo scambio commerciale aveva fruttato bene e se ne stavano tornando verso casa, solcando un oceano che, in quei giorni, non sembrava fare capricci.
Incontrare un altro veliero, a quella latitudine, poteva essere una sorpresa non sempre piacevole, ma Chapitrion era un uomo ottimista o forse lo era in particolare quel giorno!

Non poteva capitare un incontro peggiore! Con un ottimo e veloce abbrivio, si dirigeva verso di loro nientemeno che … la Queen Anne’s Revenge.
Quale Capitano di lungo corso e quale marinaio non avevano mai sentito nominare quella nave e il suo Capitano?

“Barba Nera”

Forse il pirata più sanguinario sulla faccia dei “sette mari”. Si diceva che fosse di crudeltà estrema e che, ad incontrarlo, si facesse prima ad arrendersi che a combatterlo, si avevano maggiori speranze di sopravvivere, magari abbandonati su un’isola deserta, ma … “vivi”.

Alla distanza giusta per consentirne bene la vista, il Pirata aveva fatto issare il Jolly Roger, la bandiera con il teschio e ossa incrociate, su campo nero. A quella vista le guance magre di Chapitrion erano sbiancate e i suoi marinai avevano fatto capannello intorno a lui, cercando rassicurazione e una decisione che potesse ridurre al minimo i danni.
Il mercantile francese era armato di quattro cannoncini, quella del pirata era una vera e propria nave da guerra, armata con ben quaranta cannoni e più leggera, per stazza, della “Reine de France”.

Chapitrion, per la prima volta in vita sua, non volle prendersi la responsabilità di una decisione personale e si consultò con i suoi uomini. Dalla nave nemica arrivava il segnale di richiesta alla resa e il Capitano disse alla ciurma che dovevano decidere se vendere cara la pelle o arrendersi senza combattere. Gli uomini si erano guardati l’un l’altro. Cosa era meglio? La morte certa o la possibilità di sopravvivere in un vile disonore? La scelta fu svolta su un giudizio democratico. La maggior parte dei marinai scelse la sopravvivenza, sul disonore si poteva passar su e lavarsi la coscienza con una bella bevuta, ma la vita era una sola e passata quella ….

Barba Nera fu il primo a salire sul mercantile francese. Incuteva timore solo a vederlo, imponente, barbuto, con uno sguardo ed un’espressione crudele. Calzava un tricorno consumato, un pastrano rosso, alti stivali neri, due enormi spade allacciate una su ogni fianco e tre pistole inserite a bandoliera sul torace. Prese possesso della nave in pochi minuti dall’abbordaggio. I suoi uomini si sparpagliarono per tutta la nave e requisirono ogni arma trovata, poi arrivò lui …

“Robert Smith!”

Chapitrion si stava ancora chiedendo se fosse il suo vero nome, ne dubitava! Come dubitava che la sua “accompagnatrice”, Mademoiselle Marie Claire Du Boite, fosse una brava donna e che fosse francese come voleva far credere. Certo, parlava la sua lingua fluentemente, ma “di francese non aveva neppure l’unghia del quinto dito del piede!” Chissà da quale bordello d’alto bordo proveniva?! Era una donna molto bella, sensuale ma, aveva un atteggiamento da gran … meretrice!

Il Capitano avrebbe mentito a se stesso nel dire che quella donna non gli aveva fatto nessun effetto. Era una sfacciata! Non perdeva occasione per sfiorarlo, toccarlo e guardarlo in un modo … interessato? L’impressione del Capitano francese, già di suo molto sensibile al fascino femminile, era che Smith istigasse la donna a quei giochetti erotici e si divertisse a vederlo resistere al tocco di quella “Venere nera”, come spesso lo aveva sentito chiamarla. Non aveva nessuna intenzione di farsi coinvolgere in un loro depravato triangolo, aveva capito che quella era l’intenzione di quell’uomo.

Se Barba Nera era imponente, puzzolente e incuteva timore,  Smith era fisicamente il suo opposto, non alto, elegante e curato, ma il suo sguardo e la sua espressione facciale davano l’idea di una crudeltà ed una malvagità più sottile e letale di quella del suo “compare” pirata. L’impressione del Capitano, nei confronti di quell’uomo, fu di un tipo estremamente scaltro, calcolatore e manipolatore. Ciò che gli fece passare un brivido per la schiena, la prima volta che lo vide, fu la sua risata … aveva qualcosa di diabolico! In base a quella risata, in seguito, Chapitrion iniziò a identificarlo con il nomignolo di “Demonio” e mai soprannome fu più indovinato!

 “Quel maledetto è la rappresentazione vivente del male, un “Signore dell’oscuro!”

Chapitrion si accorse presto che Smith e Barba Nera non erano interessati alla merce che il mercantile aveva stivato nella sua grande “pancia”. Erano interessati alla stessa nave. Non sapeva quale fosse lo scopo di Smith ma, da quel maledetto giorno, lui e la sua ciurma erano ostaggi di dieci pirati e dello stesso Robert Smith. Quegli uomini avevano dirottato il suo mercantile e si erano portati sulla rotta della Nuova Scozia. La meta era una piccola penisola di cui non sapeva neppure l’esistenza: Storybrook!

Da allora il Capitano passava ogni momento del giorno a pensare a come liberarsi di quella prigionia. Erano stati ricattati! Barba Nera aveva sguainato la spada e dopo averlo preso dietro la gorgiera del pastrano, gliela aveva posta di taglio sotto la gola, minacciandolo di morte se i suoi marinai avessero fatto rimostranze.

 Smith sarebbe arrivato a Storybrook, loro non avrebbero mosso un dito, non avrebbero dato allarmi al porto, il Capitano non sarebbe sceso dalla nave, i suoi marinai potevano andare in qualche taverna a divertirsi, tanto per non destare sospetti, ma dovevano tenere “l’acqua in bocca” sulla reale situazione a bordo o il loro Capitano sarebbe stato giustiziato dai pirati rimasti di guardia.

 Non potevano neppure tentare la fuga, difatti Barba Nera non era lontano con la sua nave, non si sapeva dove avesse attraccato, ma era pronto al messaggio di Smith e se Chapitrion avesse trovato un metodo per fuggire, non si sarebbe salvato dai quaranta cannoni della Queen Anne’s Revenge.

Sentì ancora lo scricchiolio dei suoi denti nello stringere, nuovamente, la mandibola. Un senso d’impotenza lo attanagliava e non lo tranquillizzava l’accordo che Smith aveva, in un certo senso, stipulato con lui. Quell’uomo aveva una qualche missione da compiere su quella penisola e gli aveva promesso che, quando sarebbero ripartiti per ricongiungersi con Barba Nera, avrebbe consentito alla “Reine de France” e al suo equipaggio, di tornare a casa sani e salvi. Chapitrion non aveva idea di quanto sarebbero rimasti a Storybrook, sperava il meno possibile, ma la sua mente, nonostante quella sorta di accordo, non si era arresa all’idea di cercare una soluzione e una vendetta per l’affronto subito.

“Sono Francese e noi Francesi non siamo abituati a sottostare a tiranni!”
 
***
 
Emma e Killian continuarono a guardarsi, mentre la “Stella del mattino” si allontanava, poi la Principessa fece ruotare il suo cavallo e si diresse verso la villa di Lady Barbra. Sarebbe risalita alla Rocca tramite il passaggio segreto. Lasciò il cavallo nella scuderia, ad uno dei suoi fidati collaboratori ed entrò in casa. Prima di entrare nel passaggio si tolse la parrucca, Henry era sveglio ormai e, se si trovava in giardino, avrebbe visto la sua bionda mamma e non Lady Barbra dalla chioma corvina.

Risalì in fretta il tunnel e si accertò di non essere vista alla sua uscita. Non si vedeva nessuno da dietro il cespuglio di biancospino e decise che avrebbe cercato Frate Benedictus.
Lo trovò nel suo laboratorio, tra provette ed alambicchi. Mescolava un liquido rosso e lo esaminava contro luce.

 – Di cosa si tratta?

Gli chiese Emma dimenticando per la fretta di salutarlo.

 – Buongiorno anche a te, figlia mia!
 – Scusami Fra Benny, ma sono presa da mille pensieri ed ho bisogno di te!
– Oltre al pensiero di Killian, del bambino che porti in grembo e del momento di dirglielo, quali altri sono i 997 restanti pensieri?

Emma rimase a bocca aperta, Frate Benedictus aveva capito della sua gravidanza!

– Piccola mia, pensavi che, pur non dicendomi nulla, non me ne accorgessi? Presto se ne accorgeranno anche gli altri …
Emma abbassò lo sguardo imbarazzata.

 – Volevo dirtelo subito, appena arrivata, volevo che mi visitassi, non ne ero ancora sicura al cento per cento, ma dopo ho visto i primi segnali sul mio seno.
-  Le nausee sono iniziate?
– Si, da qualche giorno e … stanno peggiorando … questa mattina ho avuto conati di vomito …
 - Be, si direbbe che sei più o meno entrata al terzo mese di gravidanza …
- Si, dai miei calcoli è così …
 - Mmm … perché ancora non gli hai detto nulla? Il tempo lo hai avuto!
 – Sono stata lì per dirglielo diverse volte, ma è sempre successo qualcosa che me lo ha impedito, l’ultima volta ha detto che avrebbe voluto avere bambini, ma non era il momento di averne per la situazione da chiarire definitivamente con Neal e che eravamo stati fortunati … io a quel punto ho taciuto … si preoccupava della mia onorabilità …
 - A quello avreste dovuto pensarci prima, ma … immagino che dopo tutti questi anni, con il forte magnetismo che vi attrae l’uno verso l’altra e quello che ti ha fatto Neal, la passione tra voi sia esplosa travolgendovi …

Emma era rossa in viso, tra la vergogna e l’emozione dei suoi sentimenti per Killian Jones.

– Avevi ragione su tutto Fra Benny, quello che io ho provato per lui dodici anni fa, lui lo ha provato allo stesso modo per me, nello stesso momento … è stato come il chiudersi di un cerchio … come se il nostro destino fosse di essere uniti …

“Io so per certo che è veramente così mia Principessa Sassone e lo sarà sempre!”

Il pensiero apparve spontaneamente nella mente del Frate e lui stesso si meravigliò di quella consapevolezza che aveva il sapore di un’origine arcaica.

 – Quando riuscirai a dirglielo … lui sarà molto felice Emma, ha le qualità per essere un ottimo padre … è venuto qui questa mattina e ho potuto vedere il rapporto tra lui ed Henry
– Questa mattina? Non sapevo sarebbe venuto anche lui a prendere Steve!
– Steve era una buona scusa per incontrarti, sono giorni  … che non vai da lui alla villa!
– Santo cielo Fra Benny! Sai proprio tutto di me?!
– Diciamo che … se la mattina mi alzo molto presto, capita di vederti sgattaiolare da dietro il biancospino!

Emma non sapeva più dove guardare, ma non si sentiva in colpa. Amava Killian con tutta se stessa, era il suo uomo e lei era la sua donna, si erano scelti, si erano voluti e soprattutto … si erano uniti indissolubilmente … con una profonda e sincera promessa che andava oltre i confini della vita e della morte …

– Sai … ci siamo sposati con un rito religioso … nell’isola dove abbiamo trovato il Rubeus Noctis …
- Molto romantico direi!
– Se sapessi che, dopo, quasi morivo per avvelenamento da Rubeus Noctis, non so quanto lo considereresti romantico!
– Cosa?!

Emma gli raccontò in breve la disavventura della sua prima notte di nozze con Killian, sembrava proprio che le sue prime notti di nozze dovessero essere per forza disastrose! Quella con Killian però era finita decisamente in modo molto piacevole, a parte lo spavento che lui aveva provato e la preoccupazione per la sua vita. L’aveva “accudita con infinito amore e dedizione!”

 – Quelle sono proprio sue caratteristiche Emma. Killian è un uomo affettivo, molto passionale, ho visto come si è comportato con Henry questa mattina e come ha interagito con lui il piccolo …
- Come è andata?
– Non poteva andare meglio, diciamo che … “ho visto un padre con suo figlio e un figlio con suo padre”!
– Ti è sembrato così intenso?!
– Si, molto di più di quanto mi aspettassi! Tra loro c’è un legame che definirei … “istintivo” …
– Forse è dovuto al fatto che abbiamo scoperto chi era la vera madre di Henry! Lo abbiamo saputo ieri sera da Belle! La ragazza che ha dato un figlio a mio suocero Rumbl era Milha, la fidanzata di Killian, rapita e violentata dal Duca … una storia orribile! La poveretta è morta tra le sue braccia e prima gli ha chiesto di trovare il piccolo e salvarlo. Killian ha inseguito per anni il Duca e quando è venuto a Storybrook non era “per caso”, stava cercando Henry …

“Ora tutto mi è chiaro … non poteva essere il contrario! E tu Emma? Sei così presa dal tuo Killian che ancora non riesci a vedere …”

– Henry ha un unico parente in vita, suo zio Eduard, il giovane dai capelli rossi che ci ha accompagnato il giorno del mio ritorno … è il fratello di sua madre … l’aiuto che ti volevo chiedere riguarda lui …
- In cosa posso essere utile?
 – Oggi pomeriggio alle 17,00 Eddy si batterà in duello con Jason …
- Il figlio di Matteus?!
– Si proprio lui … si contenderanno l’onore e la mano di Anny O’Danag e Killian con Jefferson saranno i suoi secondi! Non sono riuscita a parlare con Killian da ieri sera … mi devi fare il favore di essere presente al duello per convincere lui ed Eddy ad abbassare il livello di rischio del  duello stesso e, se dovesse essere necessario ricucire qualche taglio, tu sarai già lì!
***
 
Giunti al porto Eddy scese dal peschereccio per dirigersi alla “Stella del Mattino”.

Il Capitano lo aspettava per allenarlo personalmente con la spada, ma anche per parlargli di quanto scoperto e non solo. Lo attendeva sul ponte, all’imbocco della passerella, nel suo abbigliamento in pelle nera e con un sorriso e uno sguardo che Eduard poté giudicare di affetto.
Fatto l’ultimo passo verso il suo Capitano, Eduard vide che gli porgeva la mano, in segno d saluto e stima. Era la prima volta che Killian gli riservava quel gesto e per il giovane significò una sola cosa … ufficialmente aveva la stima e il rispetto del Capitano Killian Jones! Ne fu felice e sentì il proprio petto gonfiarsi d’orgoglio, mentre il cuore cominciò a battergli più velocemente.

– Ben tornato a bordo “figliolo”!

“Figliolo?!”

Lo aveva sempre chiamato “ragazzo”, da un po’ lo chiamava Eduard, sentirsi definire “figliolo” fu una nuova emozione. Killian nel suo immaginario era una sorta di padre per lui, l’unica figura paterna che avesse mai conosciuto e sentire che anche lui lo riconosceva come un figlio, gli fece veramente bene al cuore! Riuscì a balbettare un “Grazie Capitano”, mentre con difficoltà cercò di far sciogliere il groppo alla gola, provocato da quell’emozione.

– Ho diverse cose da dirti Eduard, ma per prima cosa mi volevo complimentare con te …

Eddy aveva sgranato gli occhi. Killian stava per continuare e si portò l’indice verso la guancia e l’orecchio. Non era certo abituato a convenevoli e smancerie il “Pirata Captain Hook”, Eddy capì che fosse imbarazzato e provò quasi tenerezza per lui, non era facile per nessuno mostrare i propri sentimenti, specie se si era conosciuti come “duri uomini di mare”!

– Beh! Hai fatto un ottimo lavoro con il peschereccio questa mattina! Sei diventato molto bravo … Credo tu meritassi di sapere il mio giudizio …

Eddy era abituato ad osservare Killian, a catturare ogni sua espressione e modo di fare, era sempre stato il suo esempio da seguire, non gli sfuggì che per un attimo, prima di continuare, non sapeva dove guardare ma, alla fine, nel dirgli l’ultima cosa, da uomo sicuro di sé quale era, lo guardò dritto negli occhi, il mare incontrò il suo grigio tempestoso e, in quel grigio, un raggio di sole illuminò lo sguardo di Eddy.

 – Sono orgoglioso di te figliolo!

Killian gli portò istintivamente la mano sulla spalla e se lo avvicinò al petto in un abbraccio di sincero affetto. Eddy sapeva di avere definitivamente la sua approvazione e ormai non dubitava più dell’affetto che Killian nutriva per lui, nonostante tante volte avesse usato su di lui più il bastone che la carota, aveva capito da tempo che lo faceva per fortificarlo, poiché ci teneva a lui più di quanto dava a vedere.

Eddy non ricordava di aver mai provato quel calore che l’abbraccio paterno di Killian gli aveva regalato e ne rimase molto colpito. Fu un abbraccio intenso, ma breve. Il Capitano non voleva passare di certo per un debole, davanti alla sua ciurma! Sciolse l’abbraccio e con il tono di voce, che usava per impartire ordini, impostò la frase seguente in modo che arrivasse anche a Jefferson.

– Ora tu e Jefferson a rapporto da me, vi aspetto tra dieci minuti nel mio ufficio!

Altri ordini vennero distribuiti agli altri uomini e Max Brontolo montò di guardia.
 
Puntuali Jefferson ed Eddy si ritrovarono davanti alla scrivania del loro Capitano.

 – Jeff, ieri sera il nostro giovanotto qui presente ha sfidato un tale a duello …

Jefferson sgranò gli occhi e si voltò di scatto a guardare in viso Eddy, era a bocca aperta per la sorpresa, non si aspettava questo coraggio dal giovane.

 – E cosa diavolo è successo per arrivare a tanto?!
– Cosa può essere successo secondo te Fox?
– Una donna …
- Già, Eduard ha deciso di “combattere per l’onore e per l’amore” … Da vero cavaliere difenderà l’onore della sua fidanzata …
 - La bella Anny ha attirato le attenzioni di qualche damerino a quanto pare!

Eddy aveva uno sguardo furente nel fissare Jeff.

 – Direi un po’ peggio che attirare solo le attenzioni … in tutta sincerità Eddy ha tutte le ragioni! Quindi, finita questa riunione, io e te lo alleneremo e alle 17,00 saremo con lui dietro alla Chiesa di San Patrizio … saremo i suoi Secondi …
 - Mmm … ci sa fare questo tizio con la spada?
 – Ha scelto lui l’arma e quindi credo che sappia quello che fa … comunque sia ho preso una decisione … vista la giovane età di entrambi, proporrò di abbassare il livello di pericolosità … proporrò “il primo sangue”.

Eddy saltò su come una molla.

– Cosa?! Lo voglio ammazzare quel porco! Quale primo sangue?!
– Eduard! La prima lezione che ti ho impartito, se ricordi, è di mantenere la freddezza quando combatti e te lo dice l’uomo più impulsivo del mondo! La spada è uno strumento di morte, ma è contemporaneamente una disciplina! Da mio padre, che per primo mi ha messo una spada in mano, ho imparato che non siamo assassini! Un uomo d’onore conosce la lealtà e il valore di ciò per cui combatte. Tu combatterai per difendere il tuo amore, la lealtà è un’altra caratteristica per essere quell’uomo d’onore. Non è necessario uccidere in questo caso, l’importante è il gesto. Non voglio che tu corra un rischio che ti precluda di realizzare i tuoi sogni! Pensa alla vita che ti spetta con Anny, ti basterà un graffio al tuo avversario per avere la tua soddisfazione, non ti è necessaria la sua vita e per lui dovrà essere lo stesso! Quindi, per quanto tu possa impulsivamente essere contrario, questa sarà la regola del duello. La possiamo proporre in quanto sei tu stesso ad aver lanciato la sfida!
 – Non voglio che quel Jason si avvicini mai più ad Anny!
– Non lo farà o andrà a finire dritto in galera, ci sono dei testimoni riguardo a quanto successo e non dimenticare che uno di essi è Lady Barbra e tu sai benissimo chi è …

Eddy sembrò calmarsi, il duello aveva salvato per il momento dalla prigione Jason, ma non era detto che in caso di suoi nuovi tentativi di molestie ad Anny, non si beccasse una denuncia.

– Ora vediamo di iniziare l’esercitazione, andate a prendere le vostre spade. Eduard, io e Fox ti attaccheremo anche insieme e l’intenzione sarà di ucciderti, tu non solo ti dovrai difendere, dovrai contrattaccare per ucciderci …

Eddy sapeva bene che, se Killian prendeva la decisione di allenarlo, riusciva ad essere molto duro, ricordò come allenava Emma “senza nessuna pietà”, con lui avrebbe fatto lo stesso, doveva prepararlo a “saper sopravvivere”!

Una ventina di minuti dopo, si ritrovarono tutti e tre sul ponte. Formarono un triangolo e iniziarono a muoversi ruotando. Gli sguardi andavano veloci, dall’uno all’altro, per carpire quel guizzo negli occhi degli avversari che indicava il momento dell’attacco. Le spade erano sguainate davanti ad ognuno di loro.
L’attacco fu velocissimo e appena percepito da Eddy notando il lieve strizzare degli occhi di Jeff, il quale fece, in realtà, una finta per lasciare spazio a Killian di attaccare a tradimento il ragazzo. Le tante ore di pratica che Eddy aveva esperimentato in quegli ultimi mesi del viaggio con Lady Barbra, diedero i loro frutti. Con un’agilità da far invidia a quella del Capitano, Eddy schivò il finto attacco di Fox e parò quello di Killian. Il Capitano gli mostrò il suo sorriso di compiacimento. Gli attacchi e gli affondi si susseguirono. Alla fine i tre uomini erano zuppi di sudore, ma Killian si ritenne molto soddisfatto dell’abilità mostrata dal giovane. Anche Jefferson era soddisfatto e gli diede una rumorosa pacca sulla spalla sinistra, in segno di apprezzamento.

 – Credo che uno spuntino ora ci sia necessario miei prodi! Vediamo in cambusa cosa ha preparato Jambon!

Ridendo, i tre scesero in cambusa, dove anche gli altri stavano per pranzare. Brontolo li seguì con un’occhiataccia, a lui ancora non toccava il pranzo era di guardia! Sperò che Spugna non mangiasse anche la sua parte!
***
 
Mancava poco alle 17.00, Emma, vestita con uno dei suoi abiti femminili, verde acqua, camminava nervosamente avanti e indietro sul vasto terrazzo della Rocca. Henry correva di qua e di là sul suo bastone dalla testa di cavallo, realizzato da suo zio August, dando battaglia a finti nemici e incitando i suoi immaginari soldati. Belle osservava Emma, distogliendo ogni tanto gli occhi dal suo lavoro di ricamo. Presto quel sole autunnale, che illuminava il terrazzo, sarebbe tramontato.
Belle sapeva cosa stava turbando Emma. Si alzò, lasciando il telaio rotondo, con il cucito, sul basso tavolino accanto alla sedia che occupava e si diresse verso la Principessa.

 – Emma … sei come un leone in gabbia … cerca di stare tranquilla o anche Henry si accorgerà della tua inquietudine e inizierà a farti mille domande come al solito …

Emma si fermò un attimo, pensierosa, guardando verso il punto in cui si vedeva la vetta del campanile della chiesa di San Patrizio. Frate Benedictus era partito da un’ora buona, sicuramente era arrivato davanti a quella chiesa …

 - Non ci riesco Belle! È più forte di me … ho una brutta sensazione … spero solo che Fra Benny riesca a far ragionare Eddy e Killian …

Belle la poteva capire, anche lei era una donna innamorata e non sarebbe stata tranquilla all’idea del suo August impegnato in un duello all’ultimo sangue, nonostante la sua abilità nella spada. Abbassò lo sguardo rattristata e sperò che tutto si risolvesse nei migliori dei modi.
Emma si allontanò da lei per sporgersi dal muro della balconata, avrebbe voluto arrivare, con la vista, fino allo spazio dietro la chiesa dedicata al Santo Patrono d’Irlanda.

“San Patrizio … proteggi il mio cocciuto irlandese e aiuta anche Eddy e Jeff …”
 
***
 
Padre Charles vide passare davanti alla chiesa tre uomini vestiti con abiti in pelle nera, due erano sicuramente sui trenta - trentadue anni, ambedue con i capelli bruni e una leggera barba.

 “Sembrano fratelli …”

Il terzo era poco più di un ragazzo, alto, snello e con una chioma di riccioli rossi. Il parroco non li aveva mai visti, ma pensò che il Signore sapeva  veramente creare l’armonia e la bellezza e ne aveva dotato fisicamente quei tre uomini, sicuramente in modo generoso. Il primo dei tre si voltò verso di lui, alzando la mano destra lo salutò e gli rivolse una richiesta. Il Prete si accorse che alla mano sinistra portava un guanto di pelle nera.

 – Padre! In nome del nostro Santo Patrono ci benedica!
– Siete Irlandesi figlioli?!
– Lo siamo …
- Qui a Storybrook siamo in parecchi … la chiesa è stata costruita proprio dai nostri … ci siamo portati un pezzo della nostra terra in America …
- Il pezzo più grande lo porteremo sempre nel cuore Padre!

L’uomo gli aveva risposto sorridendo, poté notare che oltre ai suoi candidi denti perfetti, sorrisero anche i suoi occhi, di un intenso e raro azzurro.

“Gli manca sicuramente parecchio la nostra terra d’origine!”

Padre Charles ne fu sicuro e lesse in quel viso, sincerità e lealtà.

– Figlioli, volete entrare in chiesa? Facciamo due chiacchiere …
 - Accetteremo volentieri per quando avremo finito …
 - Finito cosa?
– Un duello d’onore …

Il Prete sgranò gli occhi e si fece il segno della croce.

 – Capisco la vostra richiesta … allora …

Senza aggiungere altro, il Sacerdote alzò l’indice ed il medio della mano destra e tracciando dei segni in aria, a formare una croce, nella loro direzione, li benedì con la formula in latino.
I tre uomini lo ringraziarono e si avviarono dietro la chiesa. Il Sacerdote emise un triste sospiro. Non sapeva quale motivo “d’onore” li spingeva a duellare, ma si augurò che non ci fosse spargimento di sangue, erano dei bei giovani e sembravano anche di buona indole, nonostante quei vestiti da masnadieri! Chiuse lentamente la porta della chiesa e non vide il passare di Frate Benedictus e poco dopo di due individui vestiti con lunghi pastrani neri, tricorni calati sulla fronte e un mantello avvolto intorno alle spalle che copriva in parte il loro viso.
 
***
Eddy e i suoi secondi si ritrovarono dietro la chiesa. Il ciottolato del piazzale lasciava il posto alla terra battuta e a ciuffi di erba che, ribelli agli intenti dell’uomo, nascevano prepotentemente in modo spontaneo. Sembrava aprirsi una radura di alberi, di abeti e pini, dietro la chiesa, dimostrando che ancora c’erano zone selvatiche anche sulla Penisola di Storybrook.

Killian respirò a pieni polmoni l’odore della resina di quegli alberi, era piacevole e desiderò essere lì per motivi più romantici. In un secondo vide se stesso cavalcare in quel boschetto, tenendo per la vita Emma, seduta all’amazzone davanti a lui. Chiuse gli occhi per quel secondo, gli sembrò di sfiorare la sua guancia, chinandosi a cercarle le labbra, mentre i suoi capelli dorati, smossi dal vento, gli solleticavano il viso.
Lei dimorava non solo nella sua mente e nel suo cuore, era ormai in ogni cellula del suo corpo. Si sentiva bruciare per il desiderio di averla ancora tra le braccia. Sospirò piano, riaprendo gli occhi e ricordando la sua immagine a cavallo sulla banchina del molo. Avrebbe voluto gettarsi dal ponte della sua nave per raggiungerla a nuoto ma, in quel momento, la priorità era tornare al porto ed esercitare Eddy.

 “Swan aspettami … voglio tornare da te …”
 
***
 
Jason non aveva detto nulla a suo padre del duello. Già ne aveva combinate abbastanza, ai suoi occhi, per quel giorno! Il padre gliene aveva dette di tutti i colori, sia per quello che aveva combinato ai danni di Lady Barbra e in fin dei conti a se stesso e alla sua famiglia che, poi, riguardo ad Anny. Angus gli aveva parlato quella mattina, all’apertura dell’emporio.

 “Maledizione! Non poteva starsene zitto?!”

Poteva tacere Angus O’ Danag? Ovviamente no! Oltretutto Jason andava escluso dal cerchio di fiducia della Principessa, non era solo una cosa che riguardava il “fattaccio” con Anny, ma Jason questo non poteva saperlo!

Per togliersi da sotto gli occhi sfiduciati di Matteus, Jason era uscito di casa subito dopo pranzo, nascondendo la spada sotto il pastrano e dicendo che aveva bisogno di riflettere. Sua madre Domitilla, con sguardo triste, si era voltata verso suo marito, egli non l’aveva neppure guardata, mantenendo la fronte corrucciata nella sua rabbia e delusione.

Camminando fino verso la chiesa, Jason era arrivato un bel pezzo in anticipo sull’orario. Non aveva visto Padre Charles, sicuramente era in canonica.

“Meglio così, altrimenti quell’impiccione d’un prete mi avrebbe fatto domande e avrebbe finito con una bella filippica pure lui … ci sarebbe mancato!”

Solo, in quello spiazzo, tra pini ed abeti, Jason aveva avuto parecchio tempo per riflettere. Quel tale …

 “Come si chiamava? … Si, Robert Smith.”

Gli aveva promesso due secondi in gamba e in cambio voleva informazioni su Lady Barbra. Jason si rese conto di sapere molto poco di lei.

”A chi diavolo chiederò informazioni su quella donna? A volte sembra quasi un fantasma. Appare periodicamente … so che abita alla villa sulla baia ad Ovest, sul versante dietro la Rocca, ho sentito che ha un figlio … mai sentito nominare o visto, né lui né suo marito … forse è vedova … ma è una “tipa” maledettamente scaltra! Domani dovrò iniziare il nuovo incarico che mi ha affibbiato da quell’arpia di Rosalind … una bella punizione! L’unico sollazzo che potrò avere sono le gemelle … per quello voglio vedere quale delle due ci starà per prima … sono identiche … potrò sempre dare la colpa a loro e dire che si sono scambiate l’una con l’altra … magari alla fine non sarà proprio una punizione spiacevole! Vedrò se ne sanno più di me su Lady Barbra!"

Pensava parecchio Jason e intanto si allenava da solo con la spada, in quello spiazzo di terra battuta. Poi, sentì delle voci provenire dalla chiesa.

“Sono arrivati puntuali!”

Un paio di minuti dopo, apparvero i tre atletici ed eleganti uomini vestiti in pelle nera. Jason nel vederli perse per un attimo la sicurezza in se stesso, poi ricordò la causa del duello: Anny. Il desiderio di possederla era rimasto in sospeso. Battere il suo sfidante significava poterla reclamare a suo padre Angus. Rivide l’angelico volto della ragazza e il suo seno nudo, quando le aveva strappato la camicia di dosso. Era così bianca, calda e morbida la sua pelle! Veramente desiderabile! Come aveva detto Mister Smith “Un bel bottino!” Avrebbe fatto in modo di averla …

Cercando di ostentare sicurezza e coraggio, Jason si diresse verso i tre.

– I tuoi secondi non sono arrivati giovanotto?! Lo sai come funziona un duello, vero?

Jason pensò che quello, il Capitano Jones, sapeva essere un “Signor Capitano”, il tono della sua voce era autoritario, tipico di chi era abituato al comando, non ne fu meravigliato. Aveva sentito dire da suo padre che, quell’uomo, poteva essere considerato un eroe, non sapeva bene il perché, ma di solito suo padre non diceva fesserie! Tirò fuori la voce anche lui, cercando di essere strafottente e dare l’impressione di essere uno che sapeva il fatto suo.

 – Non temete Capitano! So benissimo come si affronta un duello, non è la prima volta che combatto! I miei secondi arriveranno presto, statene certo!

In realtà, tanto sicuro, Jason non ne era neppure lui! Poteva fidarsi di quel Smith?
Jones lo guardò intensamente con i suoi occhi azzurri e si rese conto che quell’ostentazione, di sicurezza, nascondeva il contrario e dubitava che mai, quel “ragazzotto arrogante”, avesse combattuto un altro duello se non per allenamento di scherma.

 – Miei Signori …

La voce alle loro spalle era conosciuta. Gli uomini si voltarono a guardare il piccolo e rotondo frate che stava arrivando verso di loro.

 – Frate Benedictus?! Che ci fate da queste parti?!
 – Ho saputo cosa capitava e sono passato … posso parlarvi in privato Killian?

Il Capitano fece un accenno di inchino invitando, con la mano, il frate ad allontanarsi in disparte con lui.

 – Immaginate di certo chi mi manda!
– Chi?!
– Killian … non fate il finto tonto con me … Qualcuno, che starà ancora camminando nervosamente su e giù per il terrazzo della Rocca, tiene molto a voi e a quel ragazzo e mi ha mandato a chiedervi di abbassare il livello di rischio del duello …

Killian sorrise inconsapevolmente.

 “My love, my Swan … ti stai preoccupando per me … ti ho detto che sono bravo a sopravvivere … stai tranquilla tesoro!"

– Tengo alla mia vita quanto a quella di Eddy e Jefferson, “Lei” lo sa … non ho intenzione di far correre rischi mortali a nessuno. Potete tornare da lei e tranquillizzarla …
 - Aspetterò la fine del duello Capitano e le potrò dare la notizia che state tutti bene.

Killian sorrise sghembo e acconsentì con un cenno del capo. Gli aveva fatto piacere sentire che la sua amata lo stava pensando, lui aveva fatto lo stesso fino a quel momento, la percepì molto vicina e sentì forte il solito calore, che la rappresentava, partire dal centro del petto.

 – Allora Signori! È qui la festa?

Uno dei due tizi che stavano arrivando in quel momento si era espresso in quella domanda con tono di scherno e sfida. Tutti i presenti si voltarono verso di loro. Sia Killian che Jefferson si guardarono istintivamente in volto, avevano pensato sicuramente la stessa cosa!
I due sconosciuti non avevano un’aria raccomandabile. Killian fece in direzione di Fox un’alzata con il sopracciglio sinistro. Jeff lo capì al volo, era un segnale che tra loro significava “non ci fidiamo, dobbiamo tenere alta la guardia!”.

– Miei Signori! Non mi risulta che un duello sia mai stata una festa! Per voi lo è?

Quello che non aveva ancora parlato rispose a Killian, accennando una mezza risata e mostrando ben pochi denti dentro quella bocca volgare e, quei pochi, anneriti dal masticare tabacco.

– Caro Capitano Jones! Ovviamente, come per voi, anche per noi si tratta di una cosa … molto seria …
- Ci conosciamo Signori?

Il primo che aveva parlato rispose a sua volta.

– Abbiamo sentito dire che siete un eroe Capitano, ma è la prima volta che abbiamo l’onore di incontrarvi …
 - Be direi che sono necessarie le reciproche generalità, come in ogni duello d’onore che si rispetti!

Convenne il Capitano.

 – Certo …  certo, come no?! Siamo Eric Black e Jack Red!

Con un fare arrogante, il primo aveva risposto per entrambi e, contemporaneamente, fecero un teatrale inchino in direzione del Capitano Jones.
Killian e Jeff si scambiarono velocemente un'altra occhiata.

“Rosso e Nero … questi puzzano a chilometri di distanza …”

Jeff rimuginava mentre i due sghignazzavano divertiti. Vide la mano di Killian portarsi a stringere con forza la cintura e il guizzo nervoso del muscolo della sua guancia. La pensava come lui e si stava concentrando per restare freddo alle provocazioni ed evitare di sguainare subito la spada per affrontarli. Intervenne con tono allegro per spezzare la tensione.

– Siete del posto ovviamente!
– Ovviamente … Mate!

“Qualcosa non mi quadra, il nostro Jason è rimasto sorpreso a vederli … come se li vedesse per la prima volta, ma poi ha avuto un’espressione … soddisfatta …”

Jefferson o Fox, come lo chiamava dall’adolescenza Killian, aveva uno spirito di osservazione e una scaltrezza, che lo aiutavano a pianificare strategie in un lampo. Killian lo ammirava e stimava per quella sua capacità e non poche volte si erano tolti dagli impacci, grazie alle sue brillanti e spesso truffaldine idee.

 – Bene miei Signori! È il momento di stabilire le regole! Lo sfidante, nostro assistito, si reputerà soddisfatto al primo sangue!

Frate Benedictus ringraziò Dio a sentire Killian pronunciare quella regola, l’uomo teneva veramente al ragazzo e la pensava allo stesso modo di Emma, come aveva fatto capire, non voleva correre rischi superflui.
Black e Red scoppiarono in un’altra risata.

– Tutto qui il valore dell’onore che il “Moccioso” vuole riscattare?

Il primo dei due rispose in questo modo e l’altro aggiunse:

- Non vi sembra ridicolo Capitano?! Avevamo sentito del vostro eroismo, ma qui mi sembra di stare con tre belle fanciulle! Non che non mi piacciano le signorine, ma in quel caso preferisco un combattimento in altre posizioni!

Eddy ebbe un accenno di slancio furioso, ma Killian lo trattenne immediatamente, bloccandogli il passaggio. Chinando leggermente il capo, lo ruotò verso di lui, lanciandogli un’eloquente occhiata che il giovane capì subito come:

“Mostra freddezza, non raccogliere queste istigazioni o perdi la tua concentrazione!”

Si concentrò sul suo obiettivo, doveva ricordare lucidamente gli insegnamenti di Killian, se voleva riuscire nel suo intento.

– Non credo di dover giustificazioni miei Signori, in quanto le regole spettano allo sfidante, ma spero bene che vi rendiate conto della giovane età dei duellanti e dell’inutilità dell’ultimo sangue!

Jason, di suo, sembrò tirare un sospiro di sollievo, gli si era fermato il cuore in petto a sentire i suoi secondi istigare gli altri tre ad un duello più duro. In effetti gli bastava fare anche un graffio a quell’odioso Eduard ed Anny sarebbe stata sua. Si convinse che in cinque minuti avrebbe raggiunto l’obiettivo.
I due uomini si scambiarono uno sguardo  di sbiego e poi, come rabboniti, acconsentirono con il capo contemporaneamente.

– Siete un uomo d’onore Capitano, avete ragione … è giusto che i due ragazzi possano assaporare i piaceri della vita, che il migliore assapori il favo di miele della ragazza che si stanno contendendo!

Eddy strinse la mascella e le mani a pugno, sentì le unghie infilarsi nei palmi, non sopportava sentir parlare in certi modi della sua adorata Anny! Killian lo guardò ancora come poco prima e lo riportò alla concentrazione. Si voltò verso tutti i presenti e diede l’ordine per l’inizio.

– Prendere posizione!

I duellanti si misero uno di fronte all’altro, alla necessaria distanza e i secondi si posizionarono dietro i loro assistiti, lasciando lo spazio occorrente per i loro movimenti.

– Sguainate le spade! … In guardia! … Via!

Il duello ebbe inizio e Killian si spostò indietro, restando in direzione del centro dello spazio tra i due contendenti, a lui spettava il ruolo di arbitro insieme ad uno dei due altri uomini. Quello che si portò vicino a lui fu Red. I sensi del Capitano erano tutti all’erta, sentiva che doveva aspettarsi qualche tiro mancino. Jeff stava pensando la stessa cosa e fu contento di stare sul lato di Red, avesse fatto scherzi nei confronti di Eddy o di Killian, gli era abbastanza vicino.
 
I duellanti si studiarono prima di attaccare e poi continuarono i loro movimenti di attacco e difesa, come in una danza. Erano ambedue abili e agili. La differenza che notava Killian, da esperto, era inerente semplicemente alla maggiore esperienza di Jason. Riguardo alla tecnica, sicuramente Eddy era in vantaggio. Jason si portava avanti con la gamba, tenendo il braccio opposto dietro di sé. Era chiaro l’intento di evitare di farsi colpire, come era evidente la sua intenzione di colpire Eddy mortalmente. La regola del primo sangue poteva ridurre i rischi, ma non era detto che la prima ferita non potesse risultare mortale. Eduard si stava mostrando “uomo d’onore”, non voleva uccidere Jason e cercava in effetti solo di ferirlo. Fu costretto a rendersi conto presto, dagli affondi dell’avversario, che stava rischiando la morte. Non poteva permetterselo, non poteva permettersi di lasciare Anny, che lo amava, a quel Jason, che non aveva avuto nessun rispetto per lei. Iniziò ad attaccare con maggior irruenza. I suoi occhi grigi penetravano quelli castani di Jason. La determinazione di Eddy e la freddezza della sua espressione, iniziarono ad intimorire l’altro. Il figlio di Matteus si ritrovò ad indietreggiare e a parare i fendenti di Eddy. Ad un certo punto tentò una mossa sleale. Si abbassò improvvisamente per dare un colpo di taglio alle gambe di Eddy. Gli attacchi di quella mattina, di Killian e Jefferson, avevano richiesto ad Eddy mosse a dir poco acrobatiche, si era ritrovato a saltare sui barili dell’acqua per evitare di essere colpito e la sua muscolatura potente lo aveva aiutato parecchio. Fu pronto all’attacco di Jason, fece un salto che gli evitò di essere colpito e, veramente come un acrobata, in una capovolta in aria, si ritrovò dietro le spalle di Jason. Fu talmente veloce l’azione che, nel rialzarsi e voltarsi, Jason fu colpito fortemente alla guardia della spada, tanto da sciogliere la presa sull’elsa e ritrovarsi disarmato. Vide con terrore che Eddy gli  puntava la sua  dritta in direzione del cuore. Tremando fece un passo indietro ma, a causa dell’impedimento di una piccola zolla di erba, il suo passo strisciante inciampò e lui cadde rovinosamente con la schiena a terra. Eddy gli fu sopra in un balzo. Gli mise il piede sinistro sullo stomaco e si chinò con la spada, velocemente, verso l’orecchio sinistro dell’avversario, sfiorandolo in un leggero movimento che gli lasciò un minimo taglio sul lobo. Poche gocce, del sangue di Jason, lordarono la spada di Eddy, egli alzò l’arma e gridò:

 – Ho il primo sangue, mi ritengo soddisfatto!

Killian e Jeff non avevano perso un singolo movimento dei due giovani, Eddy era vittorioso in tutti i sensi. Killian era fiero di lui, aveva avuto la possibilità legittima di uccidere per difesa Jason ma, oltre che la sua onorabilità, aveva dimostrato anche nobiltà d’animo e quella … non gliela aveva insegnata nessuno!
Eddy afferrò la mano destra di Jason e lo tirò su. Si avvicinò al suo viso e lo fissò negli occhi.

– Non ti avvicinare mai più ad Anny! La prossima volta non sopravvivrai!

Non solo lo sguardo gelido del giovane aveva spaventato Jason, la sua stessa voce, imperiosa e autoritaria, non meno di quella del Capitano Jones, lo aveva convinto che doveva togliersi definitivamente dalla mente Anny. Farfugliò qualcosa di incomprensibile e acconsentì con la testa.

– Miei Signori! Il primo sangue è stato ottenuto e l’onta dell’offesa è lavata! Decreto vincitore e soddisfatto lo sfidante! Il duello è concluso!
– Ne sei convinto Capitano Killian Jones?

Red, poco distante da Killian, aveva sguainato la spada, il suo compare Black fece immediatamente lo stesso. Il Capitano, che non aveva abbassato l’attenzione su quei loschi individui, saltò indietro sguainando la sua arma e mettendosi in guardia. Jefferson afferrò la sua e velocemente si avvicinò a Red. Black si gettò verso i tre uomini e la battaglia tra i quattro fu ingaggiata in un attimo. Eddy non era completamente sorpreso di quanto stava accadendo e, con l’arma già in mano, la puntò verso Jason.

– Se è la morte che cerchi Jason, te la farò trovare! Riprenditi la spada, non combatto con un uomo disarmato!

Jason aveva gli occhi sgranati, non riusciva a credere a cosa stava accadendo.

“Chi diavolo sono questi due che mi ha mandato Smith?! Sono impazziti?!”

 – Io non lo sapevo … non centro niente!

Terrorizzato cercò di giustificarsi con Eddy, ma questi non lo ascoltò neppure e gli sibilò ancora:

- Prendi la spada vigliacco!

Jason fece vedere che si dirigeva verso la spada, pochi metri più in là e, quando si sentì abbastanza distante dall’arma di Eddy, iniziò a correre come non aveva mai fatto in vita sua. Sbucò sullo spiazzo della chiesa e fece un capitombolo tremendo finendo contro tre uomini, grandi e grossi, vestiti come Black e Red.

– Mammoletta! Dove vai con quella fretta?!

Jason, seduto per terra, si trascinò velocemente indietro con i piedi e le braccia, terrorizzato al punto che si pisciò addosso. I tre se ne avvidero e scoppiarono a ridere.

– Hai ragione Jim! È proprio una bella “signorinella” e le hai fatto pure effetto! Si è “bagnata” d’amore per te!
 – Peccato che non abbiamo tempo “mate”, ma se ci aspetti “tesoro” quando abbiamo finito con Jones, ti daremo quello che cerchi!

Il terzo aveva detto la sua e scoppiarono in una risata che li rese ancora più orripilanti agli occhi di Jason. Veloci i tre “omacci” svicolarono dietro l’edificio. Jason, disperato, corse verso la porta della chiesa, batté i pugni contro il legno, la porta non era chiusa a chiave e riuscì a penetrare nell’ombra di quel luogo sacro. Richiuse con forza la porta, poggiandovisi poi contro con le spalle e scivolando a terra lentamente, gli occhi pieni di lacrime. Padre Charles, dalla canonica, aveva sentito quell’improvviso rumore e si precipitò subito verso l’entrata. Nella penombra vide il giovane in terra e corse verso di lui. Un rigagnolo di sangue gli colava dall’orecchio sinistro, il prete decretò che non era nulla di grave.

– Jason! Che accidenti ti è successo? Non sarai mica tu quello con cui avevano il duello gli irlandesi?!
– Padre … Padre … aiutatemi … chiedo asilo!

Jason si era inginocchiato davanti al parroco e si era aggrappato alla sua lunga e nera veste logora.

– Calmati figliolo … calmati … avrai asilo! Ora spiegami che cosa è successo!
 
***
 
Eddy era rimasto con una smorfia di disgusto dipinta sul volto, guardando Jason fuggire da codardo. Si voltò verso i suoi compagni e corse a dar loro manforte. I due uomini erano forti, ma loro erano tre agili pantere, veloci e letali. Il loro vantaggio era evidente. Si ritrovarono tutti e tre affiancati con le spade puntate verso Black e Red. I due si tiravano lentamente indietro, guardando con rapidi movimenti degli occhi, da l’uno all’altro i tre avversari. Killian si trovava tra Eddy e Jeff.

– Fermi così carissimi Signori!

I tre “omacci” erano spuntati all’improvviso e quello chiamato Jim aveva parlato.

– E questi chi altro diavolo sono adesso?!

Jeff aveva esternato il pensiero che anche i suoi compagni stavano formulando.

 – Se fate i bravi, nessuno si farà la “bua”!

Jim continuava a parlare e Black con Red si distaccarono ghignando dai tre uomini vestiti in pelle nera, per avvicinarsi a quelli che, come capirono immediatamente Killian e i compagni, erano i loro “compari”.
Facendo cenno con la testa a Eddy e a Jeff, Jim continuò.

– Voi due non ci interessate, siamo qui per Captain Hook!

I tre furono sorpresi della conoscenza specifica che quegli uomini avevano di Killian, per altro loro tre non avevano mai visto prima nessuno di quei cinque uomini!

 – Ci conosciamo Signori? Non mi sembra di avervi mai visto in vita mia! Credo sia doverosa una spiegazione di questo “affetto” nei miei confronti!
I cinque, forti della loro superiorità numerica, risero in coro.
– Cosa importa Capitano?! Non conoscete noi, ma vi conosce bene il vostro “amico” che ci manda, quindi … seguiteci di vostra spontanea volontà, non abbiamo intenzione di farvi del male!

Jeff ed Eddy scattarono avanti a Killian automaticamente, incrociando le spade davanti a lui.

– Il nostro Capitano non andrà da nessuna parte!
– Capitano! Ci avevano detto del vostro proverbiale fascino e in effetti queste belle “ragazzine” sembrano proprio innamorate di voi! Su, su “belle bimbe” consegnateci il vostro “amato” Killian, lo tratteremo con i guanti bianchi …

Questa volta rispose Eddy:

 – Se lo volete, venite a prendervelo, ma prima qualcuna delle vostre prosperose pance sarà aperta!
– Senti senti il “Mocciosetto”! Ci hanno detto di portarlo con noi “vivo o morto”, vivo era più divertente … ma visto che il compenso è uguale … ci prenderemo la sua vita e la vostra!

Killian fece due passi avanti, sollevò la sua spada e con la lama sciolse quelle incrociate dei suoi due amici, era colpito dal coraggio e dall’affetto di  Eduard e Jefferson nei suoi confronti, anche lui avrebbe fatto lo stesso per loro.
Superò i suoi due uomini e allargò le braccia davanti a loro, quasi a proteggerli.

– Non so chi vi manda e perché. Ma sappiate che Killian Jones non si fa dare ordini da nessuno! Chi di voi avrà scampo, ma dubito che anche solo uno di voi cinque resti vivo, se qualcuno resterà in piedi, dica a chi vi manda che, se non è un codardo, venga da me di persona!

Mentre Killian parlava, i cinque uomini  iniziarono lentamente ad accerchiarli. I tre amici lentamente si disposero come i vertici di un triangolo, abbastanza vicini tra loro da poter sentire Killian dire a bassa voce:

- Amici miei … non per l’onore, né per l’amore … ora combatteremo per sopravvivere! Eddy, ricorda: ghiaccio nelle vene, occhi vigili e cervello sveglio! Ognuno di noi ha una donna che lo aspetta e noi … torneremo da loro!

 Gli attacchi dei cinque si susseguirono, ma trovarono i tre a rispondere con impeto. Nonostante fossero in svantaggio numerico, la loro capacità, in abilità fisica e tecnica, era decisamente migliore. Eddy sgattaiolo sotto il braccio di Jefferson e infilzò in pieno petto uno degli ultimi tre arrivati. Killian era impegnato contemporaneamente con Black e Red, se li trovò improvvisamente uno davanti e l’altro dietro. Red, che stava dietro, lo assaltò con la spada in avanti, Killian si voltò con una velocità incredibile, facendo ruotare il fondo del suo pesante pastrano in pelle, si inclinò sulla destra, evitando la spada di Red che puntava al suo cuore, allungando all’ultimo secondo la gamba sinistra, fece inciampare Red che accidentalmente finì addosso a Balck, questi, con la spada pronta per infilzare il Capitano alla schiena, si vide cadere sull’arma il “compare”. Red si trovò con lo stomaco squarciato, mentre un fiotto di liquido rosso-nerastro fuoriusciva dall’ampia ferita. Cadde a terra, mentre Black, orripilato, gli sfilava la spada dallo stomaco. Lo aveva involontariamente passato da parte a parte! Killian approfittò di quel momento per colpirlo con un fendente alla base della gola. La carotide di Black fu tranciata, l’uomo lasciò la spada portandosi le mani alla gola, non poteva emettere più suoni, la laringe era tagliata. Fece due passi in avanti e, soffocando, cadde con la guancia destra sul terreno bagnato del suo stesso sangue. Killian si voltò cercando Jeff ed Eddy, ognuno dei due stava duellando con uno dei due restanti delinquenti. Vide quello chiamato Jim operare una “manovra trabocchetto” ai danni di Eddy. Il giovane cadde a terra perdendo la spada. Il tizio rise di scherno e si chinò verso il giovane per trafiggerlo al cuore. Eddy vide una massa nera volare al di sopra di lui e colpire con un calcio alla mandibola Jim.

 Killian aveva atterrato l’uomo, ma questi si rialzò velocemente senza perdersi d’animo. Con la spada nella destra, afferrò con la sinistra una daga dalla lama ondulata e si avventò sul Capitano con entrambe le armi. Non era la prima volta per Killian essere affrontato in quel modo. Non mostrò nessuno sgomento, corse verso l’avversario che lo aspettava a gambe aperte per avere più stabilità, nell’attesa del momento di trafiggerlo. All’ultimo momento il Capitano scivolò a terra passandogli tra le gambe e colpendolo al loro centro, con un calcio. Il dolore fortissimo, nella zona della sua virilità, fece perdere il controllo all’uomo che, mentre torceva il viso in una smorfia di dolore, non si rese conto che il capitano lo trapassava al cuore con la spada che aveva tenuto sguainata davanti a sé.

Restava il quinto uomo, che stava impegnando furiosamente Jeff. Killian ed Eddy lo accerchiarono. L’uomo rallentò l’attacco guardandosi intorno.

– Se sarai bravo … non ti faremo la “bua”!

Killian rifece il verso a quanto i cinque avevano detto prima a loro.

– Se ci dici chi vi ha mandato, potremmo decidere di non ucciderti!

L’uomo era l’unico che, tra i cinque, non aveva detto nulla dal suo arrivo.
Velocemente si portò la mano libera alla fascia che gli cingeva i fianchi, ne estrasse un pugnale e se lo puntò al petto.

– Non tradirò mai il mio Signore, la sua ira mi farebbe peggio di quello che potete farmi voi o il mio stesso pugnale!

Detto questo si trafisse il petto e morì sul colpo, rovesciandosi in avanti e cadendo con il suo stesso peso sul pugnale. Cadendo, la sua mano destra rimase voltata verso l’alto. Jeff notò un segno nero sul polso dell’uomo. Si chinò su di lui, gli mise due dita sulla giugulare, non trovò il battito cardiaco, era morto. Gli sollevò la mano destra per guardare meglio. Il segno sul polso era un tatuaggio che riproduceva una daga dalla lama ondulata.

 – Che c’è Fox?
 – Killian! Guardiamo anche gli altri quattro, ho idea che potrebbero avere lo stesso segno!

 
Frate Benedictus, da quando aveva visto Black e Red attaccare i tre amici, si era rintanato nel boschetto e aveva visto tutto da dietro un pino, mentre sgranava un Rosario, pregando Dio di salvaguardare i tre uomini vestiti in pelle nera. Visto la fine della battaglia si riaccostò.

– Siete feriti Signori?
– Non mi sembra Fra Benny, siamo tutti interi no?
– Killian! State sanguinando dal collo … fatemi dare un’occhiata …
- Ma non è nulla di grave, è solo un graffio, il pugnale del mio avversario mi ha sfiorato mentre cadeva a terra.

Frate Benny si accertò che fosse così, non era nulla di grave in effetti, ma quel taglietto andava pulito e disinfettato.

– Vi devo pulire e medicare Capitano, verrò con voi sulla vostra nave e metteremo un paio di punti di sutura!
– Pensate sia necessario?
– Si figliolo, se vi lasciassi al rischio di un’infezione, Emma non me lo perdonerebbe mai!

“Già! Emma … mi picchierebbe se mi facessi infettare anche questo piccolo taglio, l’ultima volta, quella ferita fatta col vetro del bicchiere e l’infezione causata dal piccione, ci ha avvicinato più velocemente di quanto sarebbe potuto capitare … potrei approfittare ora per farmi riservare un po’ delle sue coccole ..”

– Va bene! Venite con noi sulla nave, ma prima finiamo di controllare questi tizi, sarà necessario parlare con il Colonnello August e indagare su chi diavolo fossero.
– Killy! Tutti e cinque gli uomini hanno lo stesso tatuaggio all’interno del polso destro! Significa qualcosa per te?
 – No Jeff! Non ho la più pallida idea di chi possa esserci dietro all’attacco che abbiamo subito. L’unico, al momento, che può darci qualche spiegazione è quel Jason!
– Che è scappato da codardo quale è …

Eddy aveva aggiunto la sua.
***
 
Come un cagnolino affamato, Jason aveva seguito Padre Charles in Sacrestia.

– Vuoi confessarti figliolo?

Jason scoppiava per tutto ciò che aveva accumulato dentro nel giro di 24 ore. Consapevole che il Sacerdote era dovuto al segreto confessionale, fu lieto di alleggerirsi del suo fardello. Sapeva cosa aspettarsi da Padre Charles e sapeva anche di meritarlo!

 Dopo la formula iniziale per la confessione, il giovane partì raccontando dell’imbroglio ai danni di Lady Barbra. Il prete gli mollò una sberla in faccia.

– Ti sei reso conto Jason? Quella donna vi ha dato da campare a te e alla tua famiglia! Ti sei reso conto di cosa hai fatto a te stesso e ai tuoi genitori?
– Sono stato punito da Lady Barbra, mi manda a lavorare come garzone da Rosalind!

Il Prete strinse gli occhi guardandolo.

“Brava Emma! Intelligente, giusta e saggia come sempre! Ci penserà Rosalind a sistemare stò deficien … Signore perdonami, non volevo dirlo, ma tu lo sai è proprio un …”

Jason vide il Prete alzare gli occhi al cielo e farsi il segno della Croce e pensò fosse per preoccupazione nei suoi confronti, iniziò a preoccuparsi ancora di più all’idea di dover lavorare per la Signora Stone.

– Hai altro da confessare?

Ribadì Padre Charles, quasi sospirando per la rassegnazione.

“Povero Matteus, una pasta d’uomo … ci aveva proposto di far entrare il ragazzo nell’organizzazione … fortuna che non lo abbiamo fatto!”

– In verità si, riguarda il motivo del duello … ho … ho … importunato una ragazza e il fidanzato mi ha sfidato a duello.

Un altro schiaffone a manrovescio colpì Jason sulla guancia destra.

– Ah! Padre! Già mi hanno fatto saltare un dente e ho rischiato la vita nel duello, dovete proprio schiaffeggiarmi?! Non mi potete dare qualche Pater o qualche Ave da recitare?
 – Sei un imbecille ragazzo … Signore perdonami, ma questo idiota … si non devo dirlo lo so! Insomma! Che credi? Le donne non si toccano neppure con un fiore! Poi la donna di un altro! Che ti aspettavi?! I complimenti?! Non si fa! Non si fa! Oh Signore! Oh Signore!

Padre Charles si fece due volte il segno della Croce, guardando nuovamente in cielo.

 – E chi è questa povera ragazza? L’avrai spaventata per bene se è una timorata di Dio!
– Temo di si Padre Charles, ho preso un granchio colossale con lei! Pensavo che l’avesse fatto chissà con quanti … invece … no!
– Non l’avrai mica deflorata?!
– No! Purtroppo non ci sono riuscito … il fidanzato è arrivato in tempo …

Un altro manrovescio colpì nuovamente Jason

–“Purtroppo non ci sono riuscitooo”??!! Mica mi sembra che mostri “tanto” pentimento sà?! Chi è questa ragazza?

Jason non sembrava intenzionato a dirlo, temeva la reazione di Padre Charles.

 – Allora?! Sei sotto confessione! La vuoi l’ assoluzione si o no?!
– Si tratta … è … è … Anny O’Danag …

Jason disse il nome sottovoce, ma il sacerdote l’intese benissimo. Scattò in piedi dalla sedia su tutte le furie e gli mollò un tale schiaffo, con tutta la forza del braccio, che Jason cadde dalla sedia su cui sedeva davanti a lui.

– Cooosa?! Con tante ragazze che si sarebbero concesse, tu hai dato fastidio proprio a quell’angelo innocente di mia nipote?!

Si, come Jason aveva temuto, Padre Charles O’Danag, fratello maggiore di Angus, non l’aveva presa molto bene!
Charles, era più anziano di Angus, da giovane, diversamente da suo fratello, era stato rosso di capelli, ma non meno alto e robusto. Ancora, sulla testa semicalva, si vedeva qualche striatura dell’antico rosso. Angus stava ingrigendo ma, anche a lui, si vedevano  ancora le vestigia dei suoi capelli bruni. Ambedue avevano penetranti occhi verdi e un carattere impavido e irruento. Charles era fuggito dall’Irlanda prima di Angus, perseguitato per essere un “Prete fomentatore” del suo popolo. Prima di diventare Sacerdote aveva combattuto con coraggio gli usurpatori Inglesi. Dopo aver ucciso un Conte inglese, per difendere una giovane da lui importunata, si era rifugiato in un convento. Lì aveva incontrato il pentimento sincero per aver tolto una vita e aveva ricevuto la chiamata del Signore.

– Mi chiedo quale Santo sia intervenuto per impedire a mio fratello Angus di ammazzarti con le sue stesse mani!
– Quale Santo e Santo! È arrivato Eduard …  il fidanzato di vostra nipote e poi il Capitano Jones, quello mi ha steso con un pugno e mi ha fatto saltare questo dente!

Jason gli mostrò il buco al posto del dente incisivo.
Padre Charles quasi scoppiava a ridere, ma si trattenne guardando ancora in cielo.

“Signore perdonami, ma gli sta proprio bene a questo farab … non l’ho detto Signore, non l’ho detto!”

 – Il ragazzo dai capelli rossi è Eduard e quello moro … alto con quella bella voce è il Capitano Jones?
– Si, sono loro!
– Sei fortunato ad essere vivo, mi sembravano bravi ragazzi, avrebbero potuto ucciderti … sei scappato da loro come un vigliacco?
 – No! Non da loro! I miei Secondi li hanno attaccati e poi sono arrivati altri tre tizi che ce l’avevano con Jones … Vi giuro che io non ne sapevo niente, manco li conosco i miei due Secondi!
– Questa poi?! Che caz … Scusa Signore, non l’ho detto! Che cavolo dici Jason! Hai due Secondi e non sai chi sono?! Ma dillo che sei proprio idiota, si Signore, questa volta l’ho detto con tutto il cuore e non ti chiedo scusa perché tu la pensi come me!

Si fece per l’ennesima volta il segno della Croce.

 – Dimmi tutto per filo e per segno adesso!
***
 
Il Capitano Jones inviò Eduard e Jefferson a parlare con il capo della sicurezza, il Colonnello August Charming Pendràgon, fratello di Emma. I cadaveri sarebbero stati esaminati e rimossi. Il Colonnello avrebbe fatto partire le indagini e ricercato Jason, che intanto era sparito dalla circolazione.

Sulla nave, nella sua cabina, Killian riceveva le cure di Frate Benedictus. Il giovane Capitano era seduto a torso nudo e teneva il capo inclinato verso destra. La daga dalla lama ondulata lo aveva sfiorato sul lato sinistro del collo, il frate gli disse che erano necessari giusto due punti di sutura. Jambon aveva portato una bacinella di acqua bollita e con delle pezze pulite di lino, il vecchio cerusico stava lavando la piccola ferità. Su quella spalla il Frate notò il tatuaggio dell’Orsa Minore. Lo fissò più attentamente, ma non chiese nulla al Capitano.

“Curioso … veramente curioso!”

– Sentirete un piccolo bruciore Killian, ma è meglio riunire i lembi della ferita. Vi passerò questo unguento e per un paio di giorni non vi togliete il cerotto!
Dopo venite da me alla Rocca, vedremo come procede, se il taglio sarà chiuso sfileremo i punti …

Killian non aveva fiatato per tutto il tempo dell’operazione svolta dal Frate. Gli piacque l’idea di andar da lui alla Rocca, avrebbe potuto rivedere la sua Emma!
L’acqua nella bacinella aveva assunto un colore rosato per il sangue di Killian. Frate Benedictus guardava il cerotto appena applicato e inavvertitamente, spostandosi verso la bacinella, sfiorò con le dita quell’acqua. Killian lo vide irrigidirsi improvvisamente, tremare come per un freddo improvviso, ruotare gli occhi e cadere a terra.

– Fra Benny! Fra Benny! Jambon!

Il vecchio, canuto e barbuto Frate continuava a tremare e i suoi occhi erano bianchi. Jambon aveva sentito l’urlo del Capitano e arrivò di corsa spalancando la porta.

 – Aiutami Paul, si è sentito male improvvisamente … forse soffre di epilessia, mettiamolo sul mio letto!

Killian prese dietro il collo il frate, mentre Paul cercò di prenderlo per le gambe. Il frate afferrò il braccio nudo di Killian e nonostante i suoi occhi non potessero vederlo, li puntò in quelli del Capitano.

– L’albero … l’albero ritornerà … il Magister avrà bisogno di colei che sa … cercare … lui veglierà … deve … è il suo compito … il Cigno e l’Uncino si ritroveranno … oltre la vita … oltre la morte … finché lo giureranno … sempre … sempre …

Killian era sbigottito, non gli sembrava la prima volta di sentire quella voce, non era la normale voce di Frate Benedictus! Cercò di essere razionale.

 – Paul sta proprio male! Delira … è la prima volta che vedo un epilettico che riesce a parlare durante un attacco, mettiamolo sul letto presto!

Il Frate non disse altro. Rimase improvvisamente immobile sul giaciglio del Capitano, non aveva più fremiti. Jambon e Jones lo guardarono ancora, impotenti e perplessi.
Come tutto era iniziato improvvisamente, allo stesso modo il vecchio nano riaprì gli occhi e spaventato si portò a sedere sul letto.

– Che è successo?
– Padre! Ce lo stiamo chiedendo anche noi … siede caduto a terra tremando e delirando …
 - Cosa ho detto?
– Non ricordate nulla?
– No Killian … dopo … non ricordo mai nulla … potete dirmi?

Killian non si fece pregare e cercò di ripetere quella frase spezzettata che il buon Frate aveva pronunciato durante il suo malore.
Benedictus non rispose nulla, si alzò dal letto e si rassettò il saio.

 – Scusatemi Capitano, a volte ho di questi malori, ci convivo da tanti anni … ora devo andare … vi aspetto tra tre giorni alla Rocca …
- Sicuro che state bene ora? Vi faccio accompagnare …
 - Grazie Killian, siete veramente un cavaliere … il Primo … coraggioso, generoso e leale … vi auguro tanta fortuna e l’amore che desiderate … sto bene … posso andare.

Silenziosamente il Frate prese la sua bisaccia e andò via.
***
Emma attendeva impaziente il ritorno di Fra Benny, quasi non gli diede il tempo di sedersi nel suo ambulatorio. Lo trovò spossato. Gli chiese del duello e il Frate le raccontò tutto, anche del graffio suturato e disinfettato del suo innamorato, non le disse nulla del malore che aveva avuto e della frase delirante …
“Volevano uccidere Killian! Chi?! Perché?! Quando torna August vediamo cosa mi dice! Devo vedere assolutamente Killian, devo toccarlo … sfiorare il suo viso … le sue labbra … Devo essere sicura che stia bene … Si è fatto buio … ora non è possibile … domani andrò alla nave, appena ormeggiano. Ho la scusa di dover saldare l’ultima parte del compenso per la missione nel Maine … si, posso farlo, andrò come Lady Barbra!


 
 
 
Angolo dell’autrice
Mi dispiace … ancora non si sono ritrovati, ma è questione di una nottata, domani mattina … si, domani mattina avranno questa possibilità.
”Il Cigno e l’Uncino si ritroveranno sempre … sempre”. Speriamo bene! Hanno tanto da dirsi!
Non so a voi, ma a me Padre Charles  ha dato veramente soddisfazione! Io sentivo il rumore delle sberle e mentre la mia magica penna scriveva da sola, vedevo le scene disegnarsi sul librone di Once upon a time.
A parte gli scherzi! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Fatemi sapere le vostre sensazioni ed emozioni! Un abbraccio a tutti coloro che seguono e a chi recensisce. Spero che oggi il Server non faccia capricci! La recensione della mia amica di penna Smemorina, Fatina, come la chiamo io, è scomparsa, l’avevo letta e avevo risposto, speriamo che torni, chissà!
Buona settimana a tutti.
Un Bacio dalla vostra Lara
   
 
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