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Autore: Destyno    12/09/2016    2 recensioni
[Ecco cosa succede quando non riesco a dormire]
Una guerra, due giovani ed una recita che va avanti da troppo tempo, sotto una luna quasi piena.
"Hai le mani molto fredde"
"È perché sono morto, ragazzo lupo"
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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La Luna è alta nel cielo. Le stelle sono offuscate dalle luci della metropoli, ma in cielo non c'è nemmeno una nube.
"Ugh," commenta Rachel, fissandola con astio "la Luna è quasi piena."
"Non riesco proprio a capire tutto questo odio che hai nei confronti dei lupi mannari" sospira il ragazzo, con le mani infilate nelle tasche della felpa blu.
"E io non riesco a capire tutto questo odio che non hai verso i lupi mannari, Hoffman" ribatte lei, senza nemmeno guardarlo, i lineamenti affilati ed il naso storto rivolti sempre di fronte.
Il ragazzo si stringe nelle spalle, un po' imbarazzato e un po' divertito. Si aggiusta i capelli neri con un gesto automatico della mano destra.
"Lo sai che non mi sono mai piaciuti questi conflitti tra bande, vecchiaccia"
Non sente nemmeno il pugno che Rachel gli tira sulla spalla, e Rachel è forte, molto più forte di una ragazza comune.
Fa comunque un'esclamazione, un "ohw!" più scherzoso che altro, e ride mentre le dà uno spintone.
In strada non c'è nessuno. Ma è logico, è molto tardi e la gente normale dovrà lavorare, la mattina dopo.
"Ho fame" si lamenta la ragazza "Andiamo?"
Il ragazzo chiamato Hoffman la segue, indolente, nel buio della notte.

I club non sono mai piaciuti granché ad Hoffman. Troppe persone, troppo rumore, troppo scambio di fluidi. In più le luci intermittenti gli feriscono gli occhi sensibili.
Si avvicina al bancone, più per allontanarsi dalla calca che per vera necessità di bere qualcosa. Nemmeno lì c'è molta gente, solo un barista dall'aria svogliata e quella che ad uno sguardo appena superficiale del ragazzo appare come una coppia.
"Una bottiglia d'acqua, per favore" chiede al barista, benché non abbia davvero sete. Né di acqua, né d'altro.
Il barista svogliato gli molla un bicchiere quasi pieno d'acqua, che inizia a sorseggiare piano.
"Vieni in discoteca per bere acqua?"
Si gira di scatto.
C'è un ragazzo, seduto accanto a lui. Ha i capelli neri come lui, ma i suoi sono scarmigliati, selvaggi. I suoi occhi sono marroni. Un marrone normale. Ha un naso schiacciato, la pelle più scura della sua e delle orecchie leggermente appuntite.
Indossa una giacca di pelle nera sopra una maglietta nera e i suoi jeans sono tutti strappati.
È lo stereotipo del cattivo ragazzo, ed Hoffman pensa che sia bellissimo.
Allunga il collo, per vedere dietro il cattivo ragazzo. C'è solo una ragazza seduta, intenta a sorseggiare una non meglio identificata bevanda alcolica.
"Sono qui perché mi ha trascinato una mia amica, a dir la verità" confessa candidamente, bevendo ancora un pochino.
"Un'amica che ti ha mollato qui mentre lei andava a divertirsi?" chiede l’altro, alzando un sopracciglio.
"Questa non è comunque la mia idea di divertimento"
"Ah sì?"
Hoffman annuisce.
"E tu, giovane sconosciuto pieno di domande, posso conoscere il tuo nome?"
Il ragazzo sorride, mostrando i canini appuntiti.
"Mi chiamo Miguel. Tu?"
"Caleb"
"Nome particolare"
"Io sono particolare"
Miguel sorride di nuovo, e Caleb si sente molto fiero di sé, mentre risponde al sorriso.
"Ti va di uscire di qui? Ho voglia di fumarmi una sigaretta"
Caleb finge di pensarci su un momento, poi accetta.
 

Il vicolo è un posto silenzioso, eccezion fatta per la musica che arriva dall'interno del locale a pochi metri di distanza, attutita dai muri.
"Vuoi?", offre Miguel, sigaretta in bocca, porgendogli il pacco mezzo vuoto.
Caleb non risponde; ne prende semplicemente una, aspettando poi che il ragazzo gli passi l'accendino.
"Grazie", dice poi, tirando la prima boccata. Gli è mancato fumare, anche se non è più la stessa cosa.
Rimangono in silenzio per un po', osservando la Luna. Una volante di polizia, la sirena accesa e urlante nel silenzio della notte, gli passa vicino.
"Che ci facevi tu lì, invece?"
Miguel si gira e lo guarda. È una bella sensazione, avere i suoi occhi addosso.
"Volevo rimorchiare", ammette poi, e quasi Caleb si strozza con una risata.
"E volevi rimorchiare qualcuno in particolare o io sono stato il primo a non fuggire additandoti come maniaco?"
Miguel ride, una risata bassa e genuina.
"Un po' tutte e due"
"Allora questo è un appuntamento, uh?" scherza il ragazzo "Vuoi che ci teniamo per mano?"
"Perché no?", approva il moro, gettando via il mozzicone di sigaretta e prendendo la mano dell'altro.
"Hai le mani molto fredde", osserva, dopo un silenzio durato solo un battito di cuore.
"È perché sono morto, ragazzo lupo" risponde il vampiro, senza lasciare la mano e continuando a fissare il cielo.
Miguel non risponde, fissando le loro dita intrecciate prima e il volto pallido di Caleb poi.
Si stringe nelle spalle.
"Ci hai messo tanto a venire qui, eh?"

“Mi dispiace”

“È tutto okay” il lupo mannaro gli stringe più forte la mano “Adesso è tutto okay.”
   
 
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