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Autore: Akune_Niives    13/09/2016    0 recensioni
Raccolta di flashfic, trasformate in OS, partecipante alla challenge "Chi, con chi, cosa facevano" trovata sul forum e della quale mi sono innamorata perdutamente! (Questa è la parte n°2!!)
Ogni OS contiene 3/4 flashfic poiché, essendo 30, non mi va di fare 30 capitoli di qualcosa o pubblicare 30 flashfic separatamente. Volete un'assaggio?
"«Dov’è finito il classico “le donne non si toccano nemmeno con un fiore”?? »
«Tu non sei una donna! AAARGH!» ringhiò, passandosi una mano sui capelli «Sentite, non me la state rendendo facile. Fate quel che ho detto, io chiamo Lydia. Il primo che si lamenta giuro che lo mordo.» concluse, prendendo il cellulare dalla tasca.
«Ah, Kira.» riprese, rivolgendo lo sguardo dietro alla ragazza che era tornata, nuovamente, a nascondersi dietro al veterinario «Tocca di nuovo uno dei tomi in assenza di Stiles e giuro che quella katana te la infilo dove dico io.»"
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Il branco, Isaac Lahey, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Somewhere, in a world of love'
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Ecco a voi la seconda parte!
E aggiungo anche che ci voleva proprio, dopo le pugnalate al cuore dovute a Give and Go, la meraviglia scritta da Pampu e Blu (leggetela al più presto! Strappa il cuore ma è scritta divinamente!).
Spero di farvi sorridere :3

 
"Chi, con chi, cosa facevano"
PLOT BUNNIES




 
1) Stiles
2) Isaac
3) Liam
4) Jordan
5) Peter
6) Derek
7) Lydia
8) Scott
9) Allison
10) Kira




 




4) Primo giorno di lavoro per 6 e 2. Si vedranno le mutande di 6.


Il branco, finalmente, si era riunito. Erano tornati tutti nella calda, accogliente e sovrannaturale Beacon Hills.
Isaac era stato il primo, seguito pochi mesi dopo da Cora che si era trascinata dietro uno scorbutico Derek. Erano stati accolti tutti con grande calore ed avevano tutti accettato Scott come Alpha. Si poteva dire che fossero il branco più numeroso dell’intera America.

Purtroppo, però, tutti erano impegnati con le loro vite. Scott lavorava come veterinario con Deaton, Stiles era diventato agente e lavorava assieme a suo padre, Kira e Malia erano impegnate con i corsi nell’Università della contea e Liam doveva finire l’ultimo anno di scuola.

Così, mentre Cora si preparava a finire finalmente il suo percorso scolastico, Derek ed Isaac furono costretti a trovarsi un lavoro. Non che l’ex-alpha avesse problemi economici, ma dopo aver ricevuto il perdono del riccio non se la sentiva di lasciarlo da solo alla mercé di datori di lavoro egoisti e spiccioli.

Così aveva accompagnato Isaac ad un colloquio in un cantiere, sperando che i guai non li seguissero anche lì.
Quando raggiunsero il luogo, vennero subito avvicinati dal capo cantiere.

«Bene, due ragazzoni grandi e robusti. Siete perfetti. Siccome il nostro muletto si è rotto e dobbiamo aspettare una settimana per i pezzi di ricambio, dovrete spostare quelle travi dai camion fino al luogo in cui verranno rifiniti ed usati per costruire gli appartamenti. Non c’è altro da sapere, a lavoro!» li congedò, mentre li accompagnava verso uno dei camion aperti che contenevano il materiale.

Portare pesi, per due licantropi come loro, non sarebbe stato un problema e almeno avrebbero impegnato le loro giornate.

Così si misero subito a lavoro. Derek entrava nei container, passava le travi ad Isaac che le posava a terra, poi entrambi se le caricavano in spalla e le portavano fino al punto che era stato loro indicato.

Tutto filò liscio fino a quando, in un container, trovarono delle travi avvolte con dei tessuti.

Derek rimase un attimo perplesso e inviò Isaac a chiedere spiegazioni.
Il ragazzo tornò poco dopo, dicendo che erano i campioni di tessuti che servivano alle arredatrici e andavano portati agli appartamenti già costruiti.

Derek sbuffò, avrebbero dovuto fare il doppio del tragitto e il caldo iniziava a farlo sudare copiosamente. Tuttavia si rassegnò e iniziò a passare la merce al riccio, che la posava delicatamente a terra cercando di non macchiarla.

Successe, però, che il piede di Derek andò a posarsi su una piccola goccia di sudore che lo fece slittare in avanti, facendogli quasi perdere l’equilibrio e facendo riecheggiare uno “strrriiipp”.

Isaac lo fissò alzando un sopracciglio.

«Spero che tu non abbia strappato niente.. Questi son capaci di toglierci il prezzo di questa roba dallo stipendio.»

«Non mi pare si sia danneggiato qualcosa.» rispose il moro, controllando la stoffa che aveva in mano «E comunque non pensare subito ai soldi.. Non sappiamo nemmeno se ci pagheranno.»

«Lo spero per loro. Non voglio arrivare a fine giornata e sapere di aver fatto tutta questa fatica per una pacca sulla spalla e niente di più.»

«E’ il mondo del lavoro, Isaac.»

«Ma che ne sai, tu. Sei ricco sfondato.»

«Questo è vero, ma sicuramente so come funzionano certe cose.»

«Io di sicuro, invece, so che questi stronzi si ritroveranno le ruote delle auto tutte sfilettate, se dovessero anche solo pensare di non darci una paga.» ringhiò il biondo, iniziando a caricarsi i tessuti sulle spalle.

Derek fece lo stesso, una volta sceso dal camion, ed insieme si avviarono verso gli appartamenti.

Entrambi si accorsero, però, di sentire dietro di loro delle risate soffocate e dei fischi provocatori.

«Chi è che vuole morire, oggi?» borbottò Derek, pensando che quelle attenzioni fossero rivolte al volto completamente rosso di Isaac, che sembrava arrancare sotto il peso dei materiali.

«Non per dire.. Ma non credo che stiano guardando me..» suggerì Isaac, appena arrivarono al punto in cui dovevano scaricare.

Derek si guardò confuso intorno e capì che effettivamente tutti stessero fissando lui.. o meglio, il suo didietro.

Ancor più confuso, si voltò per guardarsi i pantaloni e, con orrore, vide che i bermuda avevano uno squarcio enorme, che partiva dal centro del sedere e finiva fino alla coscia sinistra, mettendo così in risalto le sue mutande rosse.

Isaac fece l’errore di lasciarsi sfuggire una risata, che però si gelò subito quando vide gli occhi gialli di Derek squadrarlo da capo a piedi. Così fece l’unica cosa saggia che gli era venuta in mente: darsela a gambe.

Sicuramente quel giorno non avrebbero riscosso nemmeno un dollaro, ma i lavoratori del cantiere ricorderanno per sempre la scena del ragazzo ricciolo che scappava rincorso da un incazzato ragazzo moro con i pantaloni strappati e le mutande rosse in bella vista.

 
 
 



5) 4 e 1 hanno una cotta per la stessa persona o una torta da finire.




Stiles era amico di Lydia da anni. Ormai facevano insieme qualsiasi cosa, pure la doccia. Aveva superato la cotta stratosferica che aveva avuto per la ragazza quando capì di essere totalmente gay. Questo però non voleva dire che avrebbe rinunciato alla sua migliore amica così facilmente.

Lo capì nell’esatto momento in cui Lydia gli confessò di star frequentando un giovane agente, Jordan. Questo voleva dire niente più pigiama party, niente più bagno nudi al fiume, niente più libertà fra di loro.

Aveva deciso di parlarne con Lydia, di dirle che il suo nuovo ragazzo non aveva niente da temere. Così quando arrivò a casa Martin, per portare l’amica a fare shopping, pensò che niente sarebbe potuto andare male.. Jordan lo avrebbe accettato e lui avrebbe potuto passare ancora le sue giornate con Lydia, senza ovviamente togliere niente alla coppia.

Ma quando arrivò, notò nel vialetto una macchina a lui sconosciuta. Suonò il campanello senza staccare gli occhi dall’auto, per vedere se riusciva a riconoscerne il proprietario.

La signora Martin aprì la porta e gli sorrise.

«Stiles! Vieni, entra.. Lydia è in cucina..»

«Oh, bene.. Devo giusto parlarle!» la interruppe, entrando in casa e dirigendosi verso l’amica, trovandola però a chiacchierare amabilmente con un Jordan vestito di tutto punto.

Lydia si accorse del suo arrivo e si avvicinò a lui, abbracciandolo.

«Stiles! Lui è Jordan.. Jordan, questo è Stiles, il mio migliore amico..»

«Gay. Il suo migliore amico gay che oggi rapirà questa bellissima ragazza e la porterà a fare tanto sano shopping!» esclamò, mentre stringeva la mano a Jordan.

Il giovane agente lo guardò confuso e poi spostò lo sguardo su Lydia, che intervenne subito frenando la positività dell’amico.

«Beh.. Ecco.. Vedi.. Jordan mi ha appena proposto di andare al centro commerciale con lui..»

«Ma Lyds.. Il mercoledì è la nostra giornata shopping!»

«Lo so.. Ma..»

«Non preoccuparti, Stiles..» disse Jordan «Riuscirò a consigliarle degli ottimi vestiti anche da parte tua..»

«Ottimi vestiti?! Lyds non merita degli “ottimi vestiti”» rispose, quasi oltraggiato «Lyds ha bisogno di abiti FA-VO-LO-SI e non credo tu sia in grado di capire i complicatissimi gusti femminili..»

«No, ma ho un sacco di soldi.. Qualsiasi cosa Lydia sceglierà sono sicuro che le starà benissimo..»

«Mio Dio, siamo spacciati» borbottò Stiles, mettendosi una mano sul volto.

«Ho una soluzione!» esclamò la signora Martin, attirando su di sé gli sguardi dei presenti. «Una sfida.. Chi vince, porta Lydia a fare shopping!»

Entrambi i ragazzi sorrisero e Lydia scommise con sé stessa che nei loro cervelli era apparsa la stessa frase: “tanto non mi batterai”.

La signora Martin li fece accomodare al tavolo di cucina e mise davanti a loro due piatti, due cucchiaini, due tovaglioli e due bicchieri ricolmi d’acqua.

«Bene.. Il primo che riesce a finire la propria meraviglia, sarà il vincitore!» esclamò nuovamente la donna, posando di fronte a ciascun ragazzo una gigantesca torta, una Foresta Nera per l’esattezza.

«Ma.. Mamma! Sono le torte per la festa di domani!» le disse Lydia, leggermente accigliata

«Oh, tranquilla tesoro.. Come ho fatto queste posso sempre farne altre! Coraggio, iniziate!»

I due giovani si lanciarono sulla rispettiva torta ed iniziarono a mangiare, entrambi con la certezza di avere la vittoria in tasca.
Dovettero però ricredersi dopo poco più di 5 minuti. Le torte non solo erano enormi ma erano anche farcite a dismisura. Sicuramente, ci avrebbero potuto sfamare un reggimento intero.

Erano rimasti soli, le due donne si erano ritirate dopo poco: Lydia non riusciva a guardarli mentre si abbuffavano e la signora Martin era uscita a comprare gli ingredienti per rifare le torte.

«Ti arrendi, ragazzino?» esalò Jordan, anche lui molto provato.

«E darti questa soddisfazione? Mai!» rispose Stiles, non riuscendo ad essere granché convincente.

«Pausa?»

«Pausa.»

Entrambi si accasciarono sulle sedie e portarono una mano allo stomaco.

«Facciamo un accordo, ti va?» chiese Jordan, mentre si ripuliva la bocca e le mani. «Io porto Lydia fuori il lunedì, il mercoledì e la domenica. A te lascio gli altri giorni.»

«Mi piace.. Ma preferirei avere io il mercoledì, di solito il giovedì sono a lezione fino a tardi..»

«Giovedì faccio la crostata di mele!» esclamò la signora Martin, appena rientrata carica di buste della spesa.

I due si guardarono quasi spaventati.

«GIOVEDI’ GIORNO LIBERO.» gridarono all’unisono, facendo riecheggiare in casa la risata di Lydia.

Eh, il potere delle torte..

 
 
 
 

6) 7 e 3 finiscono nei guai. Ci deve essere un piede di porco o un pappagallo o un cane impagliato.




«Sei proprio sicuro che qui troveremo il regalo perfetto per Scott?» borbottò Lydia con le braccia incrociate.

«Certo.. Ci sono stato la settimana scorsa» ribatté Liam, continuando a camminare.

Erano in un negozio di animali e il giovane beta aveva intravisto, qualche giorno prima, un bellissimo set di pronto soccorso per veterinari e aveva deciso che sarebbe stato il regalo perfetto per il suo Alpha che voleva intraprendere quella carriera da una vita.

«Regalare ad un licantropo un set d’urgenza per ricucire animali.. A me sembra stupido.»

«Se ti sembra così tanto stupido, perché mi stai accompagnando?» chiese Liam, fermandosi  per guardare la rossa negli occhi.

«Perché tutti gli altri hanno già comprato i loro regali e noi due siamo gli unici che ancora non hanno scelto qualcosa.. Tanto vale unire le forze.»

Liam la fissò ancora per qualche secondo e ricominciò a camminare, andando a passo sicuro verso la zona in cui aveva visto il set.
Arrivati al punto giusto, iniziarono a guardare fra gli scaffali, finché il rumore di qualcosa che si rompeva non attirò l’attenzione del beta. Si voltò e vide Lydia con in mano un pezzo di qualcosa e tutto il restante a terra.

«Che hai combinato?!»

«Niente! L’ho solo preso in mano e..»

«GNAAK. L’HO SOLO PRESO IN MANO.»

«Ma che diavolo..»

Si voltarono entrambi e notarono un pappagallo vicino a loro. Non era su un trespolo, legato a qualcosa. Era libero e sembrava osservarli.

«Va bene.. Allora.. Rimettilo lì..»

«GNAAK. RIMETTILO LI’»

«Cosa?! E facciamo finta di niente? Dovremmo pagarlo!» rispose Lydia a bassa voce, ignorando il pappagallo.

«No, se nessuno ci ha visti.» rispose il beta, nascondendo i cocci rotti sotto lo scaffale e prendendo Lydia per un braccio.

«GNAAK. NESSUNO CI HA VISTI.»

«Ahia! Liam, mi fai male!»

«GNAAK. MI FAI MALE. GNAAK.»

«Giuro che lo uccido, quel maledetto uccello.»

«GNAAK. MALEDETTO UCCELLO. MALEDETTO UCCELLO.»

«Oh, Archibald! Sei qui!» esclamò una ragazza, probabilmente una commessa, spuntata fuori da una corsia adiacente.

«Scusatelo, a volte sa essere fastidioso.. Purtroppo non riesce a smettere di ripetere le cose che sente.»

«GNAAK. L’HO SOLO PRESO IN MANO. GNAAK. RIMETTILO LI’. NESSUNO CI HA VISTI. GNAAK. MI FAI MALE. MI FAI MALE. GNAAAAK. MALEDETTO UCCELLO. MALEDETTO UCCELLO. GNAAAAK»

La commessa guardò con occhi sbarrati prima il pappagallo e poi i due giovani. Nel frattempo, Lydia era sbiancata e il volto di Liam aveva assunto una tonalità rossa particolarmente preoccupante. Si guardarono per mezzo secondo e poi iniziarono a correre come pazzi.

«Gli regaliamo un buono sconto per il negozio di videogiochi, ok?» gridò Lydia.

«Ok!!» rispose Liam, mentre si precipitavano verso l’uscita, lasciando dietro di loro una commessa sotto shock ed un pappagallo che sembrava ridersela sotto i baffi.
 

 
 
 
 
 


7) 2 compra un regalo orribile per 6 e non è neanche impacchettato bene.




La festa stava andando alla grande.

Stiles si era mangiato ormai tutte le unghie delle dita e aveva tentato pure di addentare una di quelle di Scott. Continuava ad aver paura che qualcosa andasse storto e che Derek si alzasse dal divano e se ne andasse incazzato nero.

Ma la festa che Stiles aveva organizzato era meravigliosa ed il suo Sourwolf sembrava essere tranquillo. Scott gli fece notare che il licantropo aveva sorriso più di una volta e, poteva giurarlo, che non lo aveva mai visto così rilassato.

Derek non amava le feste a sorpresa. Non festeggiava il suo compleanno correttamente da quando aveva perso la famiglia e Stiles questo non aveva potuto accettarlo. Così aveva invitato tutti, pure Chris Argent, pur di far passare al suo ormai ragazzo un compleanno a regola d’arte.

Tutto andò liscio fino a quando qualcosa fece incrinare l’atmosfera e Stiles pensò davvero che in quel momento potesse scapparci il morto.
Isaac si era presentato in ritardo, con gli abiti sottosopra ed un involucro di giornale in mano, si era diretto verso Derek e glielo aveva porto.

Il moro aveva guardato, con tanto di sopracciglio alzato, prima l’involucro e poi il suo ex-beta, in attesa di spiegazioni.

«E’.. ehm.. E’ il tuo regalo.» borbottò, cercando di sviare il suo sguardo.

Entrambe le sopracciglia di Derek scattarono verso l’alto e Stiles si aggrappò al braccio di Scott. Se quel lupo spelacchiato avesse mandato all’aria la sua festa, lo avrebbe picchiato con una mazza chiodata imbevuta nello strozzalupo. Ripetutamente.

«Non ho.. ehm.. avuto tempo..» continuò Isaac, appena Derek prese in mano l’involucro che doveva contenere il suo regalo.

Lo aprì e, sinceramente, si ritrovò talmente spiazzato da non avere la più pallida idea di cosa dire.

Dentro l’involucro c’era una paperella di peluche gialla, spelacchiata e all’apparenza pure usata, che reggeva fra le ali un cuore rosa con su scritto “Ti voglio bene”..

Stiles si avvicinò ad Isaac e lo guardò con gli occhi sbarrati ed un leggero velo di sudore che gli imperlava la fronte.

«Isaac.. Ma che…» tentò di dire.

«A lavoro non è andata bene, questo mese..» lo interruppe il riccio, portandosi una mano dietro la testa «Non avevo abbastanza soldi per un bel regalo e mi dispiaceva chiedere un prestito agli altri e così.. Ecco.. Ti ho portato questo.. E’ mio.. Me lo regalò mia madre quando ero piccolo.. Ha il mio odore, così.. Non so.. Potrai ricordarti di me, se dovessi nuovamente andarmene..» borbottò, completamente rosso in volto, mentre l’odore di imbarazzo iniziava ad aleggiare nell’aria.

Derek si portò una mano sul volto.

Stiles notò quel gesto e si lasciò prendere dal panico.

«Dai, Der.. E’ comunque il pensiero che conta, no? E’ carina, anche se un po’ spelacchiata.. Non serve mica arrabbiarsi..» iniziò a dire, certo che di lì a poco il licantropo avrebbe dato di matto.

Invece, nuovamente quella sera, Derek spiazzò tutti lasciandosi andare in una grassa risata, una di quelle che viene dal cuore e che ti fa venire le lacrime agli occhi ed i crampi alla pancia.

Si alzò ed abbracciò il suo ex-beta.

«E’ bellissima, Isaac.» disse, stringendolo forte. «Certo, ha ragione Stiles..» continuò, staccandosi da lui ma rimanendogli di fronte «E’ un po’ spelacchiata.. ma è tua. E personalmente spero che tu non debba andartene più. Adesso sei tornato, sei nel branco di Scott e so per certo che lui non ti caccerà mai via come ho fatto io. Ancora non capisco come tu abbia fatto a perdonarmi..» concluse, mentre gli metteva una mano sulla spalla.

Si sorrisero entrambi, felici di aver ritrovato un’amicizia che credevano di aver perduto per sempre.

«Bene.. CONTINUIAMO A BERE!» gridò Cora, alzando il bicchiere.

La festa proseguì bene, nonostante Stiles pensò di esser stato talmente vicino ad una crisi di nervi che per un secondo si era pure accasciato contro Scott ma a quanto pare il suo Sourwolf era pieno di sorprese.
Durante la serata, però, quello che fece commuovere quasi tutti fu Derek che chiese ad Isaac di tornare a vivere da lui come una volta, così non si sarebbe dovuto separare dalla sua paperella, unico ricordo di sua madre.

 
 
 
 


8) Gender Bender! 4 e 9 cambiano sesso, ops! Tutta colpa di 10.




Scott arrivò tranquillo allo studio veterinario, in perfetto orario come mai prima di quel momento. Scese dalla moto, si tolse il casco e iniziò a camminare verso l’ingresso. Era una bella giornata primaverile, il sole splendeva in cielo, nessuna nuvola all’orizzonte e nell’aria c’era solo odore di tranquillità.

Tranquillità che, però, sparì completamente una volta entrato nello studio. Non fu il repentino cambio di odori che glielo fece capire, ma furono le voci alterate che sentiva provenire dallo studio di Deaton.

«Si può sapere come diavolo hai fatto?!»

«Ti rendi conto di quello che hai combinato?? Per quanto dovremo stare così?!»

«Ragazzi, calmatevi. Risolveremo tutto in pochi giorni, devo solo trovare le cose necessarie..»

«Sì ma ti pare il caso di lasciare certi libri aperti ed incustoditi?? Va bene che deve fare esperienza, ma così ci ucciderà tutti!»

«Allison, stai esagerando..»

«No che non esagero, Kira dei miei stivali! Dovevi aspettare Stiles.»

«Che diavolo è tutto questo casino?!» esclamò Scott, entrando nella stanza «Vi si sente fin dall’ingresso..»

«Oh, Scott! Ti prego, fa’ qualcosa!»

«Ehm.. Scusa, ma ti conosco?» rispose Scott, staccandosi prepotentemente di dosso un ragazzo a lui sconosciuto ma che gli ricordava qualcuno.

«Ecco! Lo vedi che è un problema?!»

«Non capisco..»

«Scott.. Lascia che ti spieghi.» si intromise Deaton, con la sua solita calma «Kira si stava esercitando con alcuni incantesimi. Sai che Stiles è fuori con Derek per raccogliere alcune erbe e, per caso, ho lasciato alcuni tomi incustoditi. Detta in modo breve, Allison è diventato un ragazzo e Jordan una ragazza.»

«Hai scambiato i loro sessi?!» chiese Scott, incredulo, voltandosi a guardare Kira.

«Non l’ho fatto apposta.. E’ stato un incidente!» pigolò la kitsune, che se ne stava nascosta dietro a Deaton.

«Quanto ci vorrà per sistemare la cosa?»

«Un paio di giorni. Appena Stiles tornerà, lo mando a prendere altre cose che ho finito e mi metterò a lavoro.»

«Ok.. Ok..» iniziò Scott, mettendosi le mani sul volto e iniziando a camminare intorno al gruppetto «Facciamo così.. Chiediamo a Lydia le chiavi della casa sul lago, ci inventiamo un pigiama party e rimarrete lì finché non risolviamo la situazione..»

«Io sarei un po’ troppo grande per i pigiama party, McCall.. In più ho un lavoro» disse Jordan con la voce più acuta ed affusolata.

«Se vuoi ti rompo un braccio, così ti dai per malato.»

«Dov’è finito il classico “le donne non si toccano nemmeno con un fiore”?? »

«Tu non sei una donna! AAARGH!» ringhiò, passandosi una mano sui capelli «Sentite, non me la state rendendo facile. Fate quel che ho detto, io chiamo Lydia. Il primo che si lamenta giuro che lo mordo.» concluse, prendendo il cellulare dalla tasca.
«Ah, Kira.» riprese, rivolgendo lo sguardo dietro alla ragazza che era tornata, nuovamente, a nascondersi dietro al veterinario
«Tocca di nuovo uno dei tomi in assenza di Stiles e giuro che quella katana te la infilo dove dico io.»

La ragazza annuì, tremante.

No, Scott non avrebbe mai avuto una giornata tranquilla.

 
 
 




9) 8 e 5 si scambiano di corpo, ma questa volta 10 è innocente.




«KIRA!!»

Il grido riecheggiò così forte nel loft di Derek che per un attimo i vetri sembrarono spaccarsi.

Il proprietario di casa si voltò verso la kitsune, che stava seduta sul divano intenta a mangiare una ciotola di noodles.

«Che hai combinato, questa volta??» le chiese Derek, incrociando le braccia al petto.

Lei, per tutta risposta, sgranò gli occhi ma non si mosse, rimanendo con le bacchette alzate, metà spaghetti in bocca e l’altra metà che ciondolava allegramente davanti a lei.

La porta del loft venne spalancata improvvisamente.

«Peter. Osa di nuovo schiantare la porta in quel modo e giuro che ti annego nello strozzalupo» disse Derek quando si ritrovò di fronte lo zio visibilmente incazzato.

«Ma quale Peter!! IO SONO SCOTT.» rispose Peter, quasi ringhiando.

«Ecco..» esclamò Isaac, uscendo dalla cucina «Lo sapevo che sarebbe impazzito, prima o poi.»

«Non ti ci mettere anche tu, Isaac. Sono Scott e non so come ma sono finito nel corpo di Peter.»

«Dimostralo. Dì qualcosa che solo Scott potrebbe sapere.» esclamò Isaac, sorridendo.

«Quando dormi assumi una posizione a stella, spesso invadendo il mio spazio, perché vuoi essere sicuro di non essere più nel congelatore di tuo padre.» sbuffò Peter/Scott.

Il sorriso sparì dalle labbra di Isaac e le sopracciglia di Derek scattarono in alto, quasi ad unirsi all’attaccatura dei capelli.

«Bene. Adesso.. TU.» ringhiò, voltandosi verso Kira «Spiegami cosa cazzo hai combinato, stavolta.»

Kira, che nel frattempo aveva mandato giù gli spaghetti, si era rannicchiata sul divano, mezza impaurita.

«N-niente! Io.. Io non ho più toccato i tomi.. Non senza S-Stiles.. Lo giuro!»

«Oh. Mio. Dio.»

Tutti si voltarono verso le scale a chiocciola e notarono Scott scendere dal piano superiore.

«Sono di nuovo un Alpha!!»

«Non ti ci abituare, Peter. Mi riprenderò il mio corpo.» ringhiò Scott nel corpo di Peter.

«Oh.. Ciao, McCall! Grazie per questo prestito, non dovevi..»

«Infatti non è stata una mia idea.» continuò l’altro, tornando a guardare Kira «Se non sei stata tu, chi è stato?!»

«Hey, Der.. Credo di aver fatto un casino..» annunciò Stiles, entrando nel loft con la testa sepolta in un grosso tomo e senza far caso a chi ci fosse in casa. «Volevo provare a modificare l’incantesimo sbagliato da Kira ma credo che qualcosa sia andato storto..» continuò, sfogliando il libro.

«Stiles..» borbottò Derek, cercando di trattenere le risate.

«Mh? Che..» iniziò il ragazzo, alzando lo sguardo ma bloccandosi appena si rese conto di quello che stava succedendo. «Oh.. Merda. Stavolta non ne esco vivo.» sussurrò, ritrovandosi davanti Peter, che sapeva essere in realtà Scott, con gli occhi azzurri accesi e le zanne in bella vista e Scott, in realtà Peter, che se la rideva.

«Stiles. Corri.» ringhiò Scott con la voce di Peter.

Stiles lasciò cadere il tomo e si lanciò a capofitto verso le scale, mentre Scott si lanciava al suo inseguimento, incazzato come mai e Peter che li inseguiva chiedendo a gran voce a Stiles come fare per rendere tutto quello permanente.

Derek, Isaac e Kira rimasero nelle loro posizioni iniziali, non riuscendo a muovere un muscolo.

«Qualcuno mi spiega cos’è successo?» chiese Isaac, sbattendo velocemente gli occhi.

Derek si lasciò sfuggire una lieve risata.

«Forse, quando sarai più grande.» gli disse, battendogli una mano sulla spalla.
   
 
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